Inutilità

Tentare di informare oggi è impossibile:

Poi invece è accaduto proprio questo e con la velocità  del lampo ed ecco che il Fatto e il Manifesto  sono diventati accaniti difensori del governo Conte, prima contro un presunto ” pericolo fascista” di Salvini utilizzato per mettere assieme i due contendenti che giuravano di essere come l’acqua e l’olio e poi affratellati da una finzione epidemica che li rende testimonial della ineffabile bontà del governo salvavita, cantori del virus,  dell’Europa e addirittura dei miliardi a fondo perduto che non ci sono come è detto a chiare lettere nelle dichiarazioni ufficiali e insomma degli inganni prodotti durante il fermo del Paese e di quelli che vanno  sotto il capitolo ripartenza: la minaccia di  prolungamento dell’emergenza  fino al prossimo anno,  del tutto inutile e in ogni caso controproducente per una qualunque ripresa, è stato concepito proprio per controllare la situazione quando finalmente i cittadini capiranno di essere stati fregati e sacrificati al grande capitale. Ma la formazione del giornale unico non è che l’effetto finale di un lungo cammino che dapprima ha visto la concentrazione delle testate direttamente o per vie traverse  in capo a un numero ristrettissimo di giganteschi soggetti economici e comunque ad aggregazioni di potere contigue a quelle: le ultime, residue resistenze sono state abbattute dalla favola del virus che non ha consentito di  conservare distinzioni apprezzabili ad occhio nudo se non quelle  dovute agli stilemi narrativi e alle formattazioni che sono ormai le distinzioni cui si aggrappano gli ultimi fedeli.

D’altronde in questa occasione niente era più necessario e imperativo  che compattare l’informazione intorno alla tesi della pestilenza, la quale  in primo luogo è stata una grande prova del potere persuasivo della comunicazione centralizzata nella quale si è anche messa a fuoco la convergenza di una scienza prostituita e dei governi di espressione politico – finanziaria: dunque non era possibile tollerare diserzioni di sorta di fronte al copione generale, già c’era il web non ancora interamente domato e occupato dalle voci ufficiali  per il quale sono stati istituiti tribunali inquisitori dal momento che niente come la menzogna ha bisogno di proclamarsi come verità. Non so immaginare se e quando potremo riavere un’informazione libera, visto che di emergenza in emergenza, di impoverimento in impoverimento, di stato di eccezione in stato di eccezione la situazione attuale verrà conservata e ribadita molto a lungo o addirittura rischi di diventare la normalità delle forme di governance, ma di certo ci sarà bisogno di un ricambio generazionale. Non so nemmeno se alla maggioranza delle persone importi poi molto della libertà di parola o se la ripetizione acritica e puramente assertiva non abbia preso il posto della socialità e della politica, (sottolineatura nostra) ma se per Hegel la lettura dei giornali era la preghiera mattutina, di certo oggi è la bestemmia quotidiana.

estratto da http://ilsimplicissimus2.com/2020/05/21/la-bestemmia-quotidiana/

Dai siti ai blog

Da oggi bondeno.com è raggiungibile (sempre come blog wordpress) anche come bondeno.online.

Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero «diario in rete».[4]

Tra il 2009 e il 2010 si avverte o comunque si teme una crisi dei blog, questo soprattutto a causa dell’immenso successo dei nuovi social network; anche se si ritiene che, soprattutto per quanto riguarda i blog tematici, i social network come Facebook e Twitter non siano adatti a rispondere all’esigenza del lettore dei blog in quanto certi tipi di post, caratterizzati da una particolare lunghezza, necessitano di un particolare formato di lettura. Il motivo per cui i blog si diffusero così tanto è da ricercare in più fattori: dall’esibizione pubblica della propria vita privata alla creazione di testi complessi e specifici; alla base della diffusione c’è a ogni modo la caratteristica della condivisione. Al 16 febbraio 2011 ci sono più di 156 milioni di blog pubblici in essere.[3].

bondeno.com nasce come sito nel 1998 per ospitare la prima edizione del Cyberfest e diventa blog nel 2003 (registrandosi come testata giornalistica); col tempo si è diversificato per categorie, a seconda dell’argomento trattato e wordpress permette anche di abbonarsi via mail per essere informati della pubblicazione di ogni nuovo articolo.

Decollo digitale?

Anzitutto va subito precisato che il digitale TV per l’ Italia non è una novità: nel novembre 1994 Tele+ inizia le sue trasmissioni satellitari (quindi digitali con decoder e parabola) che hanno il pregio di non avere pubblicità, in quanto a pagamento.

Quindi gli utenti satellitari hanno accumulato una certa esperienza e non si angosciano più di tanto se sul canale n.3 del loro televisore non vedono RAI 3, visto che di canali ne hanno circa 1500 contro i 150 circa dell’attuale digitale terrestre.

Questo ci porta al discorso sulla scarsa disponibilità all’innovazione nel Bel Paese, dove anche le cifre degli utilizzatori di Internet non si schiodano dal 50%, anzi tendono a diminuire, ponendoci al 26° posto al mondo dopo Latvia (15°), Estonia (17°), Lituania (21°), Romania (22°), Repubblica Ceca (23°) e Grecia (24°). [Fonte: Computer idea, n.276]

Se poi andiamo ad analizzare in che modo lo usano gli italiani, scopriremo facilmente che:  lo usano per cercare conferma a quello che hanno già sentito per TV, per organizzare ulteriori cene con Facebook e per scaricare ogni sorta di schifezze “basta che sia gratis”.

Volutamente non c’è mai stata in Italia una “Cultura dell’innovazione”, a cominciare da quegli imprenditori,  sempre a caccia di contributi,  ma che non hanno la mail nel loro sito e,  se ce l’hanno, non rispondono.

A questo punto ha ragione Brunetta quando dice che è inutile investire per il miglioramento delle strutture della Rete, visto che è sottoutilizzata; non ha ragione però quando pensa solo in termini di hardware (le strutture) e non in termini di software (le teste).

Senza educazione e cultura non si va da nessuna parte e qui si inserisce la modesta proposta dell’associazione culturale “Araba Fenice” che fin dal 1998 ebbe la fortuna di incontrare un’amministrazione lungimirante, che le consentì una operazione, il Cyberfest, che, se protratta nel tempo, avrebbe dato i suoi frutti facendo diventare Bondeno un polo tecnologico e non una discarica.

A questo punto non ci rimane che raccogliere i miseri resti, cercando di proseguire con bondeno.com una scelta di informazione culturale di qualità e proponendo sul territorio le poche cose che si possono fare a costo zero:

Venerdì 10 dicembre, ore 21

Enrico Marchetti: Piccolo manuale di sopravvivenza per
comunicatori tecnologicamente distratti

A cura dell’associazione culturale “Araba Fenice”

Bondeno, Viale Matteotti 10, “sala azzurra”.

Via Emilia doc fest

Una esclusiva vetrina virtuale dal respiro internazionale, capace di dare visibilità a un numero sempre crescente di produzioni indipendenti, oggi vere espressioni di un nuovo sguardo sul mondo, di inedite restituzioni della realtà, innovative e non convenzionali nelle forme narrative, linguistiche e produttive.

Grazie alla rete e a avanzate tecnologie audio video, ViaEmiliaDocFest presenta online documentari anche ad alta definizione, fruibili senza alcuna penalizzazione in termini di immagini e di contenuto.

Sono ammesse al Festival tutte le opere completate dopo il 1 gennaio 2009, senza limiti di durata genere e formato, non ancora distribuite in sala o in tv.
La partecipazione è gratuita tramite iscrizione al sito entro e non oltre il 26 giugno 2010.
Trenta delle opere, pervenute nei termini stabiliti e scelte dal Comitato di preselezione presieduto Fabrizio Grosoli, Direttore del Festival, entreranno in Concorso.

La libertà di partecipazione offerta da ViaEmiliaDocFest ai filmaker si estende anche al pubblico. Una grande, grandissima platea virtuale che se lo desidera può intervenire nella selezione esprimendo, previa iscrizione al sito, la scelta dei suoi 3 documentari preferiti. (Regolamento)
Le votazioni avranno inizio il 20 luglio e termineranno il 20 settembre 2010.

Due mesi per designare la cinquina dei finalisti, ovvero i film più votati, che dopo una lunga permanenza nel web sbarcheranno fisicamente a Reggio Emilia dove dal 15 al 17 ottobre 2010 si terrà l’evento territoriale di ViaEmiliaDocFest. Qui una giuria qualificata sceglierà il vincitore del “Premio ViaEmiliaDocWeb”.
Durante la kermesse verrà anche assegnato il “Premio del Pubblico Web” al documentario più votato dal pubblico della rete. La prima edizione di ViaEmiliaDocFest si chiuderà definitivamente a Modena, dal 22 al 24 ottobre 2010, all’insegna del rock con “Rock around the Doc ” rassegna dedicata al documentario musicale durante la quale saranno riproposte le cinque opere finaliste del Festival.