Volontariato obbligatorio

Mentre si viene chiamati a scioperare contro una legge per la quale tutti gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD hanno votato a favore,(2) per la seconda volta in un anno, ieri archeo­logi, biblio­te­cari, archi­vi­sti, sto­rici dell’arte e restau­ra­tori hanno mani­fe­stato a piazza del Pan­theon a Roma con­tro il «modello Expo» adat­tato ai beni cul­tu­rali. Sotto una piog­gia bat­tente, cen­ti­naia di gio­vani pro­fes­sio­ni­sti hanno denun­ciato il ricorso pro­gram­ma­tico dello Stato e dalle sue pro­pag­gini locali al lavoro gra­tis o al volon­ta­riato. È stato denun­ciato il bando della Soprin­ten­denza capi­to­lina che cerca volon­tari per svol­gere atti­vità gra­tuite nei musei e nelle aree archeo­lo­gi­che della Capi­tale. Pro­prio come a Milano, dove il Tou­ring club sta reclu­tando mille volon­tari per svol­gere il ruolo di guide ai monu­menti durante l’Expo, a Roma si ricorre al lavoro gra­tuito o a pre­sta­zioni pagate sim­bo­li­ca­mente (3 euro l’ora) per svol­gere ser­vizi di prima acco­glienza, infor­ma­zione e accom­pa­gna­mento. I tagli, il ricorso siste­ma­tico ai pri­vati e il fatale blocco del turn-over e dei con­corsi (quando si fanno, non si assume) hanno spinto il Mini­stero dei beni cul­tu­rali a cre­dere che il volon­ta­riato sia un’attività sus­si­dia­ria all’assunzione di figure specializzate.(1)

Fonti:

(1) http://ilmanifesto.info/braccia-incrociate-nei-beni-culturali-no-al-lavoro-gratis-la-cultura-si-paga/

(2)http://contropiano.org/interventi/item/27767-lo-scandalo-degli-ex-cgil-contro-lo-statuto

http://www.bondeno.com/2010/02/01/associazionismo-e-volontariato/

Baratto e SCEC

Sabato 18 maggio 2013 contemporaneamente sia a Ferrara città che a Portomaggiore ( FE ) in occasione delle Feste del Volontariato di entrambe le località.

Questa iniziativa sarà il primo passo di una serie di successivi vòlti ad integrare lo SCEC, e le progettualità offerte da Arcipelago, nell’ambito del progetto del CSV di Ferrara “contrasto alle povertà”. E’ quindi una occasione importante per far conoscere il nostro grado di partecipazione ad una iniziativa che ha una valenza ben superiore a quella di un singolo evento isolato ( approccio sistemico ).
A Ferrara il baratto in SCEC si terrà tutto il giorno secondo le indicazioni che troverete nel documento allegato e sarà seguito dai nostri attivisti Barbara Dall’Olio, Roberto Freddi e Raffaele Salvati, coadiuvati dai volontari del CSV Ferrara e associazioni di volontariato locali.

Le informazioni circa il baratto SCEC a Portomaggiore le trovate al seguente link
http://www.tavassi.it/sito/index.php
e le attività verranno seguite da Lisa Bortolotti, i ragazzi di Pangea e il supporto delle associazioni di volontariato locali. Inoltre a Portomaggiore si darà avvio alla raccolta delle disponibilità per una attività di scambio dei saperi e competenze in SCEC, sulla linea delle attuali Banche del Tempo, in modo da rendere continuativa ed incisiva sin da subito l’opportunità di avere a disposizione un mezzo di scambio subito fruibile.

Vi attendiamo numerosi a quelle che sono ormai le nostre iniziative in rete in tutta la regione, ma anche oltre ( Umbria e Toscana stanno iniziando ad applicare la nostra metodologia di baratto ).

Se avete oggetti in buono stato da scambiare, SCEC da utilizzare e voglia di trascorrere una giornata in buona compagnia, allora il 18 maggio è una buona occasione per realizzare tutto questo.

Scarica il volantino

Associazionismo e volontariato

Ultimamente queste parole vengono usate come se fossero sinonimi, in realtà si riferiscono a cose diverse: sostanzialmente il volontariato è lavoro non retribuito ed ha una vita relativamente recente, mentre l’associazionismo risale alla nascita dello stato costituzionale.

Mi pare lo illustri bene lo scritto Mazziniano del 1860 su I doveri dell’uomo:

“Sia dunque l’Associazione dovere e diritto per voi.

Taluni a limitarne il diritto fra i cittadini, vi diranno che l’associazione è lo Stato, la Nazione: che voi ne siete o dovete esserne tutti i membri: e che quindi ogni associazione parziale tra voi è o avversa allo Stato o superflua.

Ma lo Stato, la Nazione non rappresentano se non l’associazione dei cittadini in quelle cose, in quelle tendenze che sono comuni a tutti gli uomini che ne sono parte. Esistono tendenze e fini che non abbracciano tutti i cittadini, ma solamente un certo numero d’essi. E come le tendenze e il fine comune a tutti generano la Nazione, le tendenze e il fine comuni a parecchi fra i cittadini devono generare l’associazione speciale.

Poi – e questa è base fondamentale al diritto d’associazione – l’associazione è la mallevadoria del Progresso. Lo Stato rappresenta una certa somma, un certo insieme di principi nei quali l’università dei cittadini consente nel periodo in cui lo Stato è fondato. Ponete che un nuovo e vero principio, un nuovo e ragionevole sviluppo delle verità che danno vita allo Stato, s’affaccino a taluni fra i cittadini: come potranno diffonderne, senza associarsi, la conoscenza ?

Ponete che in conseguenza di scoperte scientifiche, di nuove comunicazioni aperte fra popoli e popoli o d’altra cagione, si manifesti, per un certo numero d’uomini appartenenti allo Stato, un nuovo interesse: come potranno quei che lo intendono primi conquistargli luogo fra gli interessi da lungo esistenti se non affratellando i propri mezzi, le proprie forze ?

L’ inerzia, il riposo nella condizione di cose esistente e sancita dal comune consenso, sono troppo connaturali agli animi, perché un solo individuo possa, colla sua parola, scuoterli e vincerli. L’associazione di una minoranza di giorno in giorno crescente lo può. L’associazione è il metodo dell’avvenire. Senz’essa, lo Stato rimarrebbe immobile, incatenato al grado raggiunto di civiltà.

L’associazione deve essere progressiva nel fine a cui tende, non contraria alle verità conquistate per sempre dal consenso universale dell’ Umanità e della Nazione. Una associazione che s’impiantasse per agevolare il furto dell’altrui proprietà, una associazione che facesse obbligo ai suoi membri della poligamia, una associazione che dichiarasse doversi sciogliere la Nazione o predicasse lo stabilimento del Dispotismo sarebbe illegale. La Nazione ha diritto di dire ai suoi membri: noi non possiamo tollerare che si diffondano in mezzo a noi dottrine violatrici di ciò che costituisce la natura umana, la Morale, la Patria. Uscite e stabilite fra voi, al di là dei nostri confini, l’associazione che le vostre tendenze vi suggeriscono.

L’associazione deve essere pacifica. Essa non può avere altre armi che l’apostolato della parola deve proporsi di persuadere, non di costringere.
L’associazione deve essere pubblica. Le associazioni segrete, armi di guerra legittima dove non è Patria né Libertà, sono illegali e possono essere sciolte dalla Nazione, quando la Libertà è diritto riconosciuto, quando la Patria protegge lo sviluppo e l’inviolabilità del pensiero. Se l’associazione deve schiudere la via al Progresso, essa deve essere sottomessa all’esame e al giudizio di tutti.

E finalmente l’Associazione deve rispettare in altrui i diritti che sgorgano dalle condizioni essenziali dell’umana natura. Una associazione che violasse, come le corporazioni del medio evo, la libertà del lavoro o tendesse direttamente a restringere la libertà di coscienza, potrebbe essere respinta, governativamente, dalla Nazione.

Da questi limiti infuori, la libertà d’associazione fra cittadini è sacra, inviolabile, come il progresso che ha vita in essa. Ogni Governo che s’attentasse di restringerla tradirebbe la missione sociale: il popolo dovrebbe, prima ammonirlo, poi, esaurite le vie pacifiche, rovesciarlo”.

La libertà di associazione è ribadita dall’art.18 della Costituzione Italiana, lo slittamento lento e progressivo verso il volontariato mi sembra rischi di asservire quella che è una libera tensione verso il progresso, in una ulteriore forma,  irreggimentata, di sfruttamento del lavoro.