Marcia sulle rovine

gibbon

In nome del doveroso rispetto delle regole, da più di vent’anni l’Italia ha smesso di crescere,  di creare e assicurare  lavoro stabile per i propri figli, di  salvaguardare l’accesso ai servizi sociali, di tutelare la salute, di dare istruzione e cultura, di esercitare la regolare manutenzione del territorio.

Ogni giorno la grande stampa auspica la promozione a più alto incarico del ministro Franceschini, impegnato in prima persona a battersi in quella che qualcuno ha chiamato la “guerra delle briciole”, per far riconoscere agli italiani il ruolo di baristi,  osti, portieri, locandieri, facchini, autisti, marmittoni.

Come è giusto esigere da un paese retrocesso a terzo mondo interno dell’Occidente, che è obbligato a prestarsi a un futuro servile, terra di giacimenti culturali troppo poco sfruttati, di paesaggi non abbastanza  degradati, di musei non sufficientemente abili a fare cassa, a aree archeologiche non sufficientemente predisposte a ospitare sfilate di mutande, a gallerie poco pronte a esibire mostre farlocche a beneficio dei critici/manager, delle multinazionali dei cataloghi e dei gadget, delle assicurazioni e dei “servizi aggiuntivi”: edizioni di scadenti sussidiari, ristorazione, merchandising.

Il destino è segnato, si riaprono i cantieri, la gleba torna  ai solchi bagnati di servo sudor e le città d’arte devono riaprirsi come prima e peggio di prima all’arrivo desiderato e promosso di turisti. Peggio di prima, si, perché dobbiamo scontare il danno alla reputazione di essere in testa ai paesi contagiati, con record di morti che gettano ombre sulla nostra ospitalità ed efficienza,  avanguardia tra gli accattoni del Mes .

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/27/marcia-sulle-rovine-ditalia/

E’ giunto il momento di riprenderci le chiavi di casa

“L’oligopolio, costituito da Booking, Expedia, Tripadvisor ed Airbnb, ha sede fiscale in Delaware attraverso una serie di scatole cinesi. Ad esempio Booking paga solo il 5% in Olanda, sul suo fatturato, grazie a una ruling tax come quelle accordate da Juncker al Lussemburgo ma fondamentalmente Booking, Tripadvisor ed Expedia sono 3 costole di Microsoft, nate come sue start up, poi quotate, e ancora strettamente connesse tra loro al punto da scambiarsi i manager, e da avere praticamente gli stessi azionisti di maggioranza: Vanguard, State Street, Blackrock, FMR ecc. Mentre Airbnb è una startup del fondatore di Amazon, i cui azionisti principali sono Vanguard, Blackrock, FMR, State Street….
Sono a tal punto connesse tra loro da essersi messe d’accordo su condizioni e termini e da spartirsi il mercato, concordando insieme le politiche di “penetrazione”. Ad esempio, il colosso Expedia, controllato anche da Chelsea Clinton, ha rovinato quello che era nato come un settore peer to peer negli affitti delle case vacanze, che metteva direttamente in contatto turisti e proprietari, attraverso il contatto diretto e lasciando al proprietario un controllo sulla sua attività, degno e libero. Tu pagavi una quota annua e Homelidays, Abritel, Fewo Direkt o le altre che adesso sono filiali di Expedia, ti dava visibilità in una determinata lingua, per un determinato mercato – tedesco, francese, inglese, ispanico ecc – lasciando liberi proprietario e turisti di scegliere il metodo di pagamento DIRETTO, SENZA INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA, e di mettersi d’accordo tra di loro come dovrebbe succedere in un libero mercato.
Il settore dell’affitto delle case private è stato rovinato da Expedia, dicevo, perché dopo avere comprato tutti i siti Paese per Paese che si occupavano del p2p delle case vacanze, ha modificato drasticamente i termini dei contratti in essere, come in banca, per renderli uguali a quelli di Booking, sito nato per l’intermediazione tra alberghi e turisti, e costringendo i proprietari a sottoscrivere, oltre al servizio di promozione sul net, i servizi finanziari di una società collegata – altro reato GRAVE ai sensi delle norme della concorrenza, secondo le quali non puoi subordinare all’offerta di un servizio l’offerta di un altro servizio, a pagamento.
(…) Avendo rovinato quindi il mercato delle case vacanze p2p tra privati, Expedia ci ha spinto nella morsa di Booking, che in realtà nacque come portale per gli alberghi, o di Airbnb nei casi di appartamenti cittadini.
Booking, mette in concorrenza Bed and Breakfast, alberghi e case vacanza, irritando gli albergatori, quei pochi che rimangono di conduzione locale, ed esasperando una concorrenza al ribasso tra case e alberghi. Booking funziona perché l’oligopolio ha deciso di imporre al turismo solo Booking ed Airbnb: Booking per le case e gli alberghi, Airbnb per gli appartamenti di privati. Ma funziona perché è rimasto praticamente l’unico – Expedia non è un suo competitor, è un suo partner – e sempre in modalità ricattatoria: se non paghi più commissioni, niente visibilità. E funziona per loro, non per noi, perché questo monopolio sta rovinando tutto il mercato del turismo.
(…) Questo è un settore in cui il governo, negoziando e facendosi valere, potrebbe ricuperare miliardi per tutte le nostre manovre, eppure è sparito il ministero del Turismo inglobato in quello dell’Agricoltura, e non mi sembra che si parli neppure dell’abc dei problemi che stanno distruggendo le risorse del turismo del nostro Paese, tranne sparuti documentari come quello di ieri di Report o le indagini e le denunce della sottoscritta che valgono in quanto a visibilità come il due di picche.
Ripeto: il settore è dominato da un gruppo di simil mafiosi della finanza internazionale che violano i termini dei contratti, abusano di posizione dominante, effettuano intese sui prezzi e le condizioni, mancano totalmente di trasparenza, e si nascondono dietro a comodi call centre. Oltre tutto non si capisce neanche in quale fattispecie ricadano i loro contratti: agenzie immobiliari, tour operator, o webpromoter, o intermediatori finanziari? E vige il flou artistique per la normativa. Un commercialista mi ha detto che l’imponibile da dichiarare è al lordo delle loro commissioni!!! Il colmo, loro non pagano le tasse, ma noi dobbiamo pagarle sulle commissioni che LORO intascano !!!
E’ giunto il momento di riprenderci le chiavi di casa, come dice il buon Rinaldi, e ciò va fatto soprattutto e anche riorganizzando il settore del turismo pro domo NOSTRA, è il caso di dirlo!!”

Da Le grinfie della finanza sul turismo italico, di Nicoletta Forcheri.

Contrarietà Mibact

inaugurazione mostraMIBACT sta per Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo presieduto dal ferrarese Dario Franceschini:  «Contrarietà Mibact»: è la formula che punteggia sulle ultime bozze dello Sblocca Italia.

In altre parole, il Ministero per i Beni Culturali è l’ultimo argine che tenta di impedire un azzeramento senza precedenti delle leggi che tutelano il territorio nazionale. Un argine debole, tuttavia: perché, negli stessi giorni, Dario Franceschini deve ottenere la sospirata firma del presidente del Consiglio in calce alla riforma del suo ministero. Una partita incrociata che rischia di vedere un unico sconfitto: il Paese.

Ma cosa stabilisce il decreto? L’articolo 1 prevede che l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, nominato commissario per la realizzazione degli assi ferroviari Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania, possa condividere con le altre amministrazioni coinvolte non una bozza, ma un progetto finale. Nel caso che esse non siano favorevoli,  egli potrà decidere se i pareri avversi siano ‘regolari’, e quindi se tenerne conto o meno.

Un potere privo di qualsiasi freno e controllo: se occorrerà bucare una montagna piena di amianto o spianare una città antica, ebbene si potrà fare. E il principio è letale: una soprintendenza non potrà più respingere un progetto perché incompatibile con la tutela del territorio, e dovrà invece comunque accettarlo. L’articolo 5 stabilisce che si possano posare pali per reti a banda ultra larga senza autorizzazione preventiva: anche in aree vincolate paesaggisticamente.

L’articolo 10 dimezza i tempi con cui valutare la pericolosità degli inceneritori. L’articolo 12 sancisce la fine della cosiddetta archeologia preventiva: d’ora in poi in caso di ritrovamenti (anche importantissimi) le soprintendenze non potranno più indicare come tutelare e valorizzare le scoperte, ma saranno costrette ad accettare le soluzioni proposte dalle ditte. Che è come chiedere alla volpe come desideri proteggere il pollaio.

L’articolo 13 stabilisce che se in due mesi una soprintendenza non riesce a esaminare una autorizzazione paesaggistica, il silenzio viene interpretato come un assenso: e si procede d’ufficio.Un provvedimento criminale: perché pretende efficienza da un corpo dello Stato che si è dolosamente depotenziato inibendo il turn over e azzerando i fondi; e perché l’inefficienza dell’amministrazione viene fatta scontare ai cittadini, che si vedono distrutto l’ambiente in cui vivono.

L’articolo 14 liberalizza in modo selvaggio gli impianti fotovoltaici e a biomasse, e le torri eoliche: per i quali non sarà necessaria più nessuna autorizzazione paesaggistica. Il che ribalta la costante giurisprudenza della Corte Costituzionale, e una recente pronuncia del Consiglio di Stato per cui «il paesaggio rappresenta un interesse prevalente rispetto a qualunque altro interesse, pubblico o privato».

Insomma, un enorme regalo a imprese in alcuni casi perfino legate alla criminalità organizzata: nonché la fine di quel che resta del paesaggio italiano. L’articolo 28 bis prevede che chi vuole costruire possa autocertificare che ha fatto tutto secondo le regole, pagare una tassa e aspettare il disco verde: quella che è un’attività di controllo a tutela del territorio, diviene così una compravendita.

Ma non è finita. L’articolo 45 prevede di usare lo strumento del project financing per eliminare ciò che resta del demanio: i privati potranno presentare progetti di valorizzazione di un bene demaniale, che in parte sarà dato loro in concessione per attività for profit, in parte sarà ceduto agli enti locali.  E, per finire in bellezza, si dà carta bianca alla costruzioni nei campeggi, dicendo che «non rappresentano nuovi volumi o nuove superfici ».

Il che consente di realizzare, senza titolo edilizio, edifici per finalità residenziali, produttive e di deposito, ma destinati alla sosta ed al soggiorno dei turisti. Ma che ‘turisti’ sono quelli che abitano e lavorano, o hanno depositi, in aree qualificate come ‘campeggi’?

Se ci avesse provato Silvio Berlusconi, il Pd avrebbe portato in piazza mezza Italia: e invece ora lo fa un berlusconiano doc come Maurizio Lupi, dentro un governo guidato dal segretario del Pd. «Padroni in casa propria» è il motto delle Larghe Intese al tempo di Matteo Renzi: solo che la casa, e cioè il territorio del popolo italiano, questa volta rischia di uscirne distrutta. Per sempre.

intervento di Tomaso Montanari apparso sul Fatto quotidiano

riportato in http://www.minimaetmoralia.it/wp/montanari-sblocca-italia/

Ferrara nera

Prosegue “Ferrara città aperta” passeggiate culturali a piedi e in bicicletta nelle sere dell’Estate 2012

Questa settimana protagonisti delle serate, che si svolgeranno in bicicletta, saranno:

Mercoledì 8 Agosto, una scia di sangue guiderà cittadini e turisti dentro il fitto reticolo delle strade medioevali della città sulle orme di 12 omicidi ed una strage, ricostruiti attraverso le pubblicazioni di Micaela Torboli, ricercatrice meticolosa nel rievocare episodi di cronaca e stagioni culturali del passato ferrarese, estense e non solo. Il recente “Ferrara Nera. Quattro passi nel delitto” ed “Il Seprente e la rondine” sono infatti due vere e proprie guide indispensabili per riscopre gli spazi nei quali si è svolta la nostra, talvolta truculenta, storia cittadina.
Giovedì 9 Agosto, con “Alla ricerca della Città Sacra” sono questa settimana i luoghi sacri del Rinascimento ad essere oggetto della visita guidata condotta da Alessandro Gulinati, un itinerario che prenderà le mosse dalla Cattedrale cittadina per poi dipanarsi tra i templi nella città medioevale e quindi all’interno dell’Addizione Erculea.

Appuntamento e partenza ore 21.00 presso “Il Mercatino del Libro e del Fumetto” in via delle Scienze, 12, durata circa 90′.

La passeggiata si svolge in bicicletta ed è rigorosamente ad offerta libera.
Su prenotazione è possibile noleggiare una o più biciclette (Euro 5)

Le passeggiate sono a cura di Alessandro Gulinati

Nel corso della serata sarà possibile acquistare la t-shirt “Nessuna scossa fermerà il nostro cuore”

Per saperne di più:

Nessuna Scossa Fermerà il Nostro Cuore

Ferrara nascosta Inedite passeggiate culturali nella città emiliana

di Silvia Raimondi

I danni al patrimonio artistico

Ad ormai tre settimane dalla prima scossa di Domenica 20 maggio è possibile verificare gli effetti del sisma sul patrimonio storico ed artistico nella Città di Ferrara, diversamente però da quanto osservabile nella realtà sulla stampa locale è circolata l’informazione che ad essere danneggiato sia il 30% dell’insieme degli edifici e beni monumentali. Ora che il sistema turismo è paralizzato e al terremoto culturale, economico e sociale che già da tempo si è abbattuto sul nostro paese e sulle nostre città provocando disoccupazione e precarietà senza eguali in Europa, si vanno sommando gli effetti del terremoto che affligge il cuore della Pianura Padana, occorrerebbe una discussione seria sul che fare. Il problema, uno dei problemi, è invece quello del pressapochismo e della circolazione di leggende metropolitane che poi, per qualche insondabile ragione, sono riprese dai media e tendono ad affermarsi come elementi di realtà.

A Ferrara ad essere stato danneggiato dal terremoto e dallo sciame sismico che ancora continua non è certo solo il 30% degli edifici storici. Quali sono i monumenti che non hanno subito lesioni piccole o grandi? Ci sono chiese storiche che non hanno subito danni significativi? Anche la basilica di San Giorgio che ha già riaperto non è stata indenne e tutti gli edifici storici della città, quelli che ne formano il patrimonio storico ed artistico, che sono patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO e che sono la ragione unica della presenza turistica a Ferrara, sono oggi lesionati e in alcuni casi versano in condizioni davvero gravi.

Allo stato attuale sono chiusi musei, facoltà universitarie e tutto, integralmente tutto, il patrimonio chiesastico della città ha subito danni, il ‘600 storico ed artistico è scomparso nella chiusura dei Teatini, di San Carlo, delle Chiese di San Maurelio, San Giuseppe e Santa Maria in Vado, lo stesso possiamo dire dei luoghi del Rinascimento. Danneggiati i Palazzi Paradiso e Schifanoia, la Palazzina di Marfisa, Casa Romei, il Castello, Palazzo Ducale, le basiliche di San Francesco, San Domenico e San Paolo, la chiesa di Santa Maria della Consolazione, la Madonnina, San Gerolamo, l’Oratorio dell’Annunziata, i monasteri di Sant’Antonio in Polesine e del Corpus Domini, ma l’elenco potrebbe e dovrà proseguire perché questo è il patrimonio del quale vive Ferrara città d’Arte, Cultura e Turismo.

Allora per aprire una discussione produttiva che comporti dei fatti, cioè da un lato degli interventi coerenti di messa in sicurezza e restauro, e dall’altro la ripresa del lavoro per alberghi, ristoranti, guide e animatori turistici, occorre che si parta da dati reali e prendendo atto della drammaticità del momento nel quale viviamo. Nascondere la testa sotto la sabbia o far circolare informazioni che minimizzano gli effetti del terremoto, specie quando questi sono ampiamente osservabili da chiunque e incidono sulla carne di migliaia di persone che qui abitano e fino a ieri, faticosamente, lavoravano, non ha granché senso e certamente non aiuta ad uscire dalla situazione gravissima nella quale siamo.

Pertanto, infine, vorrei porre una domanda. Ma da quali edifici sarebbe composto il 70% del patrimonio storico-artistico non danneggiato dal terremoto?

Alessandro Gulinati – Presidente Pro Loco Ferrara

Le ville di Riccione


Le ville di Riccione

Le ville di Riccione
Autori Vari

Riccione (RN)

presso
Biblioteca comunale
Via Lazio, 10
Riccione (RN)

vernissage
22 dicembre 2010, ore 11.00

biglietti
ingresso libero

a cura di
Andrea Speziali

22-31 Dicembre 2010

Foto di Autori Vari

La mostra è dedicata alle antiche ville di Riccione. Si potrà ammirare attraverso una serie di fotografie moderne e d’epoca, i villini della cittadina riccionese. Sono presenti le antiche dimore estive di nobili famiglie forestiere che soggiornavano al tempo della Belle Epoque.

Questa mostra presenta ai fruitori alcuni esempi dell’ architettura balneare e dell’ambiente urbano di Riccione tra il XIX e XX secolo. Alcune dimore come Villa Antolini (ubicata in Viale Milano), Pensione Florence (Angolo Viale Trento Trieste e Cesare Battisti), Villino Levi (conosciuto come Conte Rosso), Villa Franceschi, Villa Mussolini, Villa Pullè e Villa Lodi Fè sono ancora visitabili a differenza di altri ”gioiellini” come Villa Lampo (Arch. Mirko Vucetich) e Villa Zelma andati distrutti.
Il titolo “Le ville di Riccione” sta ad indicare, ancor più che una tipologia di edifici, uno stile di vita e di vacanza caratteristico della cittadina balneare al suo nascere. Stile di cui sono testimonianza le ville con i loro bei giardini, I “villini”. I luoghi della vita sociale di allora, gli alberghi che ne hanno accompagnato le vicende.

Sin dalla fine dell’Ottocento i villini d’epoca caratterizzano il tessuto urbano di Riccione, tracciandone di riflesso la sua storia.
Il vecchio borgo marinaro, che ha il suo fulcro in quel tratto della Flaminia rinominato Corso Fratelli Cervi, si espande in fretta sino alle dune, lambite dal mare. Tant’è che nel 1905 vengono censite duecento ville. Un patrimonio edilizio che trova la forza di propulsione nelle facoltose famiglie del Centro-Nord, attratte dalla gradevolezza della ridente località balneare, dal suo clima salubre e dalla sua atmosfera vivace, allegra e ospitale. Un processo che, escluse le parentesi dei tristi eventi bellici, prosegue nei decenni, registrando un ulteriore sviluppo negli anni Venti e Trenta. Periodo in cui il Duce con la sua famiglia trascorre le vacanze a Riccione.

Avere una residenza estiva a pochi passi da quella di Donna Rachele Guidi e di Benito Mussolini, diventa appannaggio di gerarchi, imprenditori e professionisti. Riccione si arricchisce così di un considerevole patrimonio urbanistico, in buona parte cancellato nel tempo da quel processo d’innovazione che tuttora lo mette a repentaglio. Sono centinaia i villini demoliti nel dopoguerra per lasciare spazio a pensioni e alberghi che hanno segnato il boom del turismo popolare.
In questo contesto s’inserisce la storia di Villa Antolini sulla quale il giovane autore Andrea Speziali ha svolto una certosina e meticolosa ricerca, che guida il lettore negli ambienti di quel “monumento” in stile Liberty, a Riccione davvero raro.
Tra dettagli architettonici, interni ed esterni, attraverso una serie di rare immagini e una puntuale descrizione, turisti e residenti potranno così visitare idealmente le stanze di quel simbolo della Bella époque riccionese che resiste all’evoluzione urbanistica della città.

Al nostro autore va dato merito di questo studio e soprattutto di aver scoperto che a firmare il progetto del fabbricato, autentico “gioiellino” incastonato tra il boulevard del Lungomare della Repubblica e Viale Milano, è stato Mario Mirko Vucetich, illustre architetto, nonché scrittore, scenografo e scultore di origine dalmata che operò soprattutto tra Friuli, Veneto, Emilia – Romagna e Lazio.

Una scoperta di notevole rilevanza, destinata a traghettare il nome di Riccione oltre i confini nazionali. Questa pubblicazione, attraverso la parte monografica, dedicata al futurista che ebbe contatti con Carlo Emilio Gadda, diventa così occasione anche per conoscere e rivalutare il poliedrico artista, nel tempo abbandonato.
(Tratto dalla Presentazione del catalogo di Nives Concolino)

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