Il Parlamento italiano si appresta a ratificare il Ceta, un accordo internazionale che, come spiegato da Monica Di Sisto, vice presidente di “Fair Watch” e portavoce della campagna “Stop TTIP”, «decreterà la vittoria delle multinazionali e schiaccerà i diritti e la voce di cittadini e Stati». Il 5 luglio mobilitazione nazionale per dire no.
In che modo gli effetti di questo accordo si sentiranno sulla nostra vita quotidiana, sui nostri acquisti, il nostro stile di vita e sulla nostra salute?
Su quasi 1600 pagine di un accordo che è coinvolto in molti settori legati all’ambiente, alla salute e alla sicurezza alimentare, che contiene un capitolo su “commercio e ambiente” e stabilisce una Commissione competente per tali questioni, il CETA non una volta fa riferimento al principio di Precauzione, perla della legislazione europea, né riguardo agli obblighi delle parti o sotto le eccezioni ammissibili, o addirittura rispetto alle riserve dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Il principio di precauzione impone alle autorità pubbliche di garantire l’attuazione delle “Procedure di valutazione del rischio e l’adozione di provvedimenti provvisori proporzionati per escludere il verificarsi del danno ” ma l’articolo 24.8.2 del CETA prevede soltanto che una tale ipotesi “non sia usata come pretesto per rinviare l’adozione di misure efficaci per la prevenzione del degrado ambientale”. Non dice nulla sulla sicurezza alimentare, la salute pubblica, la sicurezza: ambiti invece coperti dal principio di Precauzione. L’articolo 24.8.2 per di più non impone alcun altro obbligo per le parti, anche in presenza di rischi gravi e irreversibili. Questa disposizione del Trattato non li obbliga a sospendere alcuni dei loro obblighi derivanti dal trattato, cioè l’accelerazione degli scambi, per prendere in considerazione il verificarsi di rischi gravi e irreversibili. Una mina sulla nostra salute.
Come possiamo difenderci a questo punto? Cosa si può fare?
Noi crediamo che sia importante informarsi e prendere la parola in Europa, fermando le ratifiche nazionali per lanciare un segnale di problematicità alla Commissione europea, che continuerebbe, altrimenti, imperterrita a moltiplicare questo tipo di accordi. Mercoledì 5 luglio dalle ore 10 Stop TTIP Italia sarà in piazza con Coldiretti, CGIL, Greenpeace, Slow Food e molte altre realtà della società civile che si oppongono alla ratifica dell’accordo con il Canada e chiedono un confronto ampio e pubblico con cittadini e parti sociali.
Chi non potrà partecipare direttamente, potrà fare tante cose anche da casa:
– diffondendo suoi suoi social e ai suoi contatti email il rapporto “Ceta: attacco al cuore dei diritti“;
– diffondendo suoi suoi social e ai suoi contatti email il libro bianco sul CETA, redatto a più mani da Coldiretti, Fairwatch, CGIL e molte altre realtà della società civile;
– partecipando al tweetstorm sui principali parlamentari interessati dalla ratifica (dalle ore 11.00 di mercoledì 5 luglio). Aderendo e partecipando alla campagna si potrà restare in contatto con la rete per tutte le altre iniziative. E fare la propria parte da cittadini responsabili e pensanti. Siamo già più di quanti si potesse immaginare, ma per fermare una macchina da interessi come questa ci vuole davvero l’aiuto di tutte e tutti.
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2015, promosse dal Mibac, e dedicate al tema “L’alimentazione e la storia dell’Europa”
Il Magi promuove due visite guidate gratuite:
19 settembre ore 16.30
20 settembre ore 16.30
Una ventina di assaggi visivi guideranno i partecipanti ad una riflessione sulla capacità del cibo di raccontare la vita dell’uomo contemporaneo tra desiderio e contraddizioni.
Prenotazione obbligatoria entro venerdì 18 settembre.
MUSEO MAGI ‘900
Aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Via Rusticana A/1 – 40066 Pieve di Cento (BO) – tel. +39 051 6861545 – fax +39 051 6860364
Come esperienza personale ricordo che, negli anni ‘80 ebbi modo di provare il menu degustazione del ristorante La Grotta di Brisighella (quando lo chef era Nerio Raccagni) e rimasi piacevolmente sorpreso, non solo per la qualità del cibo, ma anche per il fatto che, ad ogni portata, ci veniva cambiato il vino per accordarlo al piatto.
Casualmente, di fianco a noi, c’era una comitiva di Burana che non fece altro che brontolare per l’esiguità delle porzioni!
http://www.ilmangione.it/ristoranti/brisighella/la-grotta/538493a57d0b4dea3a8fd33b/-/538493a57d0b4dea3a8fd33c/
Ai difetti enunciati nell’articolo va ovviamente aggiunto l’inquinamento industriale, lo smaltimento dei rifiuti tossici, i residui di radioattività degli esperimenti ed incidenti nucleari che rendono problematico il consumo di qualsiasi alimento.
Ancora negli anni ‘50 in Panaro si poteva pescare e c’erano anguille e rane.
Si parla di cibo ovunque, si fanno programmi televisivi, esposizioni internazionali, addirittura mostre d’arte sul cibo e tutta la società sembra enormemente interessata al problema alimentazione, Bondeno in prima linea. Ma è proprio così? A me proprio non pare. Certi argomenti, come eliminare una volta per tutte la fame nel mondo o come quelli più sopra elencati da afenice, oppure quelli legati all’eccessivo consumo di cibo nei paesi sviluppati, vengono appena sfiorati e mai affrontati con l’intento vero di porvi rimedio. Quello però che maggiormente fatico a comprendere è come mai non venga spiegato chiaramente la necessità di adottare una dieta vegetariana quando ci sono studi scientifici in merito chiari e incontestabili. Oggi l’alimentazione vegetariana è una scelta che tutti dovrebbero considerare, un cambiamento in primo luogo per salvaguardare la propria salute, prevenendo malattie tremende come il cancro, ma anche per la difesa dell’ambiente e per salvare gli animali.
Anche nel cibo ci sono le mode e quella vegetariana (oggi si preferisce vegana) non fa eccezione; specialmente se abbinata all’”affare” del biologico.
Daniel Spoerri, nato come danzatore e coreografo nella Berna degli anni Cinquanta, divenuto inventore di un nuovo linguaggio artistico, autore di ricette e menù, anima di ristoranti, e perfino, attore, attraverso la sua poetica ha messo in discussione conformismo, luoghi comuni, certezze. Un maestro che ha trasformato il nutrimento in un interlocutore privilegiato, in un vero e proprio trait d’union tra arte e vita. Nel percorso espositivo opere che vanno da un primo periodo di sperimentazione legato alla rivista “Materia!” (1955-1961), ai multipli cinetici, ai celebri tableaux-pièges, “quadri trappola”, composizioni casuali di residui di cibo e stoviglie usate, intrappolati nella resina e disposti in verticale, come quadri, oggi in collezione nei più prestigiosi musei di tutto il mondo.
In mostra alla Galleria civica di Modena dal 10 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016
Le proteste clamorose degli agricoltori a Bruxelles hanno dato frutti. L’Unione Europea sta dando ai suoi contadini 500 milioni di euro. Così, sarà compensato il calo dei prezzi causato delle sanzioni russe.
Accompagnate da violente proteste di migliaia di agricoltori, i paesi dell’UE hanno concordato delle misure iniziali contro il calo dei prezzi dei prodotti agricoli. I ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea lunedì hanno approvato a Bruxelles un pacchetto di misure della Commissione Europea, che prevede, tra l’altro, aiuti di emergenza pari a 500 milioni di euro.
Di fronte al palazzo del Consiglio dell’Unione Europea in cui si sono incontrati i ministri, quasi 5.000 agricoltori provenienti da Belgio, Francia, Paesi Bassi e Germania hanno protestato con più di 1.500 trattori, secondo la polizia. Hanno provocato la parziale paralisi del traffico dentro e attorno alla capitale belga, e alcuni hanno bersagliato la polizia con le uova. La polizia ha usato cannoni ad acqua.
Oltre ai 500 milioni di euro, la Commissione Europea vuole che le norme in materia di aiuti di Stato rimangano flessibili. I paesi dell’UE devono effettuare pagamenti diretti da metà ottobre fino al 70 per cento direttamente agli agricoltori. Inoltre, secondo la Presidenza lussemburghese dell’Unione Europea, sarà lanciato un nuovo programma per lo stoccaggio privato di carne di maiale. I prezzi d’intervento, in cui lo Stato agisce in qualità di acquirente portando così ad un abbassamento delle scorte, dovrebbero temporaneamente aumentare. Deve ancora essere concordata una somma, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione UE Jyrki Katainen.
Anche le barriere devono essere abbattute e la pubblicità dei prodotti agricoli deve essere rafforzata per aumentare la domanda nell’UE. Anche la riduzione dei costi per gli agricoltori deve essere una priorità, ha detto il ministro dell’Agricoltura lussemburghese Fernand Etgen.
La UE dà la colpa del declino dei prezzi, tra le altre cose, all’embargo russo sui prodotti agricoli, nonché alla diminuzione della concorrenza in Cina, dove le scorte sono cresciute.
http://vocidallestero.it/2015/09/21/le-sanzioni-alla-russia-costeranno-ai-contribuenti-dellunione-europea-altri-500-milioni/
Due cose da sottolineare nell’articolo (pertinente perché TUTTO il nostro cibo dipende dall’agricoltura):
la prima è che una protesta, per essere efficace, deve essere fatta a Bruxelles;
la seconda è la significativa assenza dell’Italia tra i manifestanti.
La foto dell’articolo è stata presa a Bologna in una via originariamente dedicata alle botteghe di orefice (parallela a Via Pescherie); adesso su entrambe c’è una distesa di tavolini “alla francese” ed esercizi tutti legati alla ristorazione. Anche la libreria dell’ ex-cinema Ambasciatori al suo interno ospita ristorante e cantina.
Magna cura cibi, magna virtutis incuria.
Dove c’è gran cura del cibo, è grande l’incuria per la virtù.
Ammiano Marcellino, Storie, 16,5,2
Dopo aver ascoltato silenziosamente le mie parole che lo incitavano a mangiare molto meno e molto meglio, il paziente (anziano, 82 anni, obeso) mi ha risposto con molta franchezza:
“Una volta mangiavo molto e non ingrassavo mai. Ora mangio molto meno e non dimagrisco”.
“Però, dottore, mi creda, non mangio molto, anche se è vero che mia figlia mi dice che sbaglio a mangiare, ma a me non pare di mangiare male: sono tutte cose buone. Ecco cosa mangio:
– A colazione bevo una bella tazza di latte ben zuccherato e mangio un panino di ossocollo (è la cosa più buona!).
– A pranzo mangio un piatto di pastasciutta condita con olio e formaggio e poi solo una grande terrina di verdura del mio orto, ben condita, perché a me piace che il cibo sia gustoso.
– Di pomeriggio mangio qualche frutto, perché ho molti alberi da frutta nei campi.
– A cena mangio due belle bistecche al sangue con molta verdura e un po’ di formaggio: la carne non me la può togliere, perché io lavoro ancora, per quanto i dolori a schiena e gambe mi permettono di fare!
– Bevo 2-3 bicchieri di vino, ma solo durante il pasto; è vino che faccio con la mia uva!
– Che sia allora la grappa che prendo con il caffè e poi anche dopo cena, per digerire, che mi fa ingrassare?”.
http://www.informasalus.it/it/articoli/perche-voglio-ammalarmi.php