La botte piena e la moglie ubriaca

Quelli che vogliono la ripresa dell’economia, ma non vogliono redistribuire il reddito sono quelli di cui si parla nel titolo; così facendo la (loro) soluzione è la guerra: http://vocidallestero.it/2015/08/17/bagnai-stampare-o-non-stampare-e-irrilevante/

E’ tragico (per noi), ma è una scelta storicamente praticata già adesso: pensate alla Grecia se volete la versione soft o a qualsiasi altra guerra in corso ; se poi volete pensare come non avete mai fatto finora (nonostante le nostre ripetute sollecitazioni), vi suggerisco altre due parole su cui meditare: signoraggio e anatocismo.

Se non capite che queste sono le due ragioni che ci hanno portato a questo punto, qualsiasi cosa pensiate o facciate non sarà di alcuna utilità (irrilevante direbbe Bagnai).

Nota: se li cercate in internet troverete definizioni contrastanti, per una volta almeno cercate di scegliere quella che conviene a voi; noi vi diamo solo un paio di suggerimenti:

https://apoforeti.wordpress.com/2012/10/06/citazioni-sul-signoraggio/

http://rubriche.finanza.tiscali.it/socialnews/Acquati-/7085/articoli/

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9 Responses to “La botte piena e la moglie ubriaca”

  1. Prima che qualcuno me lo chieda, preciso che la contrapposizione è tra “ricchi e poveri” (il sorpasso è previsto per il 2016).
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-19/entro-2016-l-1percento-popolazione-sara-piu-ricco-resto-mondo–105352.shtml?uuid=ABLP09fC&refresh_ce=1
    Quindi se il sistema economico-politico serve a questo, perché dovremmo anche tifare per lui ?

    #1308
  2. Il 2015 è un anno giubilare sia per i cattolici (8 novembre), sia per gli ebrei (per questi ultimi un anno particolare con 4 eclissi di luna: l’ultima il 28 settembre 2015).
    Gli anni giubilari originariamente prescrivevano la remissione dei debiti e la liberazione degli schiavi (rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori).
    Speriamo!
    http://www.shemitah-blood-moons.net/

    #1309
  3. Sapendo che i ricchi lo sono già abbastanza, che bisogno c’è di impoverire ulteriormente i poveri?
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/08/19/promesse-mantenute-ritocco-delle-pensioni-in-grecia/
    Da 486 euro a 392 al mese, non può essere che puro sadismo: godere della sofferenza altrui!

    #1310
  4. Il mercato immobiliare greco è stato ulteriormente depresso anche a causa dell’introduzione di una nuova tassa sulla proprietà che si basa sui prezzi di mercato “oggettivi” del 2008. Secondo questo schema, i proprietari di casa devono pagare l’imposta sulle proprietà valutate ai prezzi del 2008, sulla base dei redditi del 2015. Inoltre, devono pagare un’imposta sul reddito dell’affitto che ammonta fino al 40% del reddito totale.
    http://vocidallestero.it/2015/08/19/grecia-il-terzo-piu-veloce-deprezzamento-del-mercato-immobiliare-al-mondo/

    #1312
  5. Gli Stati Uniti hanno voluto l’Unione Europea. Attraverso le loro agenzie di spionaggio, la Cia in particolare, alla fine degli anni ’40 e negli anni ’50 sono stati i primi promotori delle prime organizzazioni di federazione europea. Hanno voluto creare questa confederazione per superare l’ostacolo degli stati nazionaliche, soprattutto emergendo dalla guerra antitotalitaria contro il nazifascismo, avevano assunto delle costituzioni e dei caratteri statali molto democratici, molto progressisti. Cosa che agli ambienti conservatori, reazionari non poteva andar bene. Allora la proposta di una Unione Europea che superasse gli scogli degli stati nazionali e configurasse una struttura non democratica, dove il governo del continente fosse affidato a dei funzionari nominati, prodotti dal coacervo del potere finanziario, poteva liberare la strada a una struttura che fosse dominabile, assimilabile agli interessi degli Stati Uniti. Avendo un’Europa ridotta in questi termini anti-democratici, che man mano hanno fatto carne di porco delle sovranità nazionali, agli Stati Uniti è riuscito molto meglio il controllo sul continente. Un controllo che deve essere comunque e sempre mantenuto, come sempredeve essere mantenuta la subalternità del continente, che non deve rafforzarsi eccessivamente, non deve fiorire, non può essere troppo competitivo economicamente con gli Stati Uniti e, soprattutto, non deve essere attratto dalla sua tentazione naturale, data dalla sua collocazione geografica, culturale, storica, verso l’Eurasia, verso la Russia. Questo deve essere impedito.
    Fulvio Grimaldi in http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=51754

    #1316
  6. Solo ora capisco a pieno la frase di Cesare Pavese, da La Luna e i falò: “In America c’è di bello che sono tutti bastardi”. La frase esce dalla bocca del protagonista, piemontese e americano, oramai bastardo anch’esso: “Capii lì per lì che cosa vuol dire non essere nato in un posto, non averlo nel sangue, non starci già mezzo sepolto insieme ai vecchi”. Oggi capisco anche questa frase, finalmente.
    http://pauperclass.myblog.it/2015/09/05/aylan-la-morte-bimbo-strumentalizzato-dal-potere-alceste/

    #1324
  7. Ma credere nella democrazia e nella giustizia non significa dare voce ai ricchi o ai vincenti o agli avventurosi o a chi abbia il coraggio di rischiare (generalmente i beni altrui) o la capacità di farsi valere. O meglio: questa è la visione meritocratica che della democrazia e della giustizia ha la destra. La sinistra deve dar voce agli altri: a quel 97% che sceglie di restare a casa o che non ha modo di fare altrimenti.
    Giampiero Marano in http://www.appelloalpopolo.it/?p=14217

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Ridiamo la moneta allo Stato

Nel sistema eco­no­mico attuale la moneta che defi­ni­remo “pub­blica” è creata da ban­che cen­trali indi­pen­denti dal potere poli­tico, men­tre lo Stato non può stam­pare moneta ma può agire esclu­si­va­mente attra­verso il debito, un tipo di inter­vento che alla lunga può diven­tare inso­ste­ni­bile. D’altra parte, le ban­che pri­vate per mezzo del cre­dito hanno la pos­si­bi­lità di creare libe­ra­mente una moneta che si può con­si­de­rare di ori­gine “privata”.
Più pre­ci­sa­mente, quando c’è cre­scita le ban­che pri­vate ten­dono a con­ce­dere pre­stiti molto gene­rosi ampli­fi­cando l’espansione, ma quando scop­pia una crisi que­ste ban­che esa­spe­rano le dif­fi­coltà poi­ché in pre­senza di aspet­ta­tive nega­tive restrin­gono il cre­dito e quindi ridu­cono l’offerta di moneta all’economia reale. E’ pro­prio durante una crisi che diventa cru­ciale il ruolo della moneta pub­blica per soste­nere l’economia.
Ma chi ha detto che il mono­po­lio dell’emissione di moneta pub­blica in capo alla banca cen­trale rap­pre­senta il sistema più effi­ciente per con­tra­stare una crisi? Per­ché lo Stato non può creare moneta in una fase di crisi? Se con­si­de­riamo il patri­mo­nio eco­no­mico e la legit­ti­ma­zione demo­cra­tica, lo Stato è in grado di dare garan­zie ben mag­giori sul valore della moneta rispetto alle ban­che cen­trali che pos­sie­dono lin­gotti d’oro e non hanno nes­suna respon­sa­bi­lità sociale.

Se lo Stato creasse moneta la banca cen­trale ne per­de­rebbe il mono­po­lio. Per que­sto la pro­po­sta che abbiamo fatto è ever­siva: i titoli di Stato dovreb­bero fun­zio­nare non solo come riserva di valore ma anche come stru­mento di paga­mento e cioè dovreb­bero cir­co­lare ed essere scam­biati sul mer­cato per finan­ziare spese cor­renti e in conto capitale.

Eppure vi sono espe­rienze sto­ri­che in cui lo Stato ha creato la moneta: ai tempi di Abra­ham Lin­coln negli Stati Uniti e con Hjal­mar Scha­cht, mini­stro dell’Economia non­ché Pre­si­dente della Rei­ch­sbank nella Ger­ma­nia degli anni trenta. Il pre­si­dente Lin­coln aveva biso­gno di denaro per finan­ziare la guerra civile e i ban­chieri inter­na­zio­nali gli offri­rono un pre­stito al 24–36% di inte­resse; Lin­coln rifiutò la loro richie­sta per­ché non voleva get­tare la nazione in un debito inso­ste­ni­bile e avanzò una pro­po­sta al Con­gresso affin­ché appro­vasse una legge che auto­riz­zasse a stam­pare ban­co­note del Tesoro degli Stati Uniti. Così Lin­coln ignorò le pres­sioni dei ban­chieri e fece stam­pare oltre 400 milioni di dol­lari per pagare i sol­dati e gli impie­gati e per com­prare le for­ni­ture per la guerra. Le ban­co­note sta­tali per­mi­sero di finan­ziare le spese mili­tari dell’esercito nor­di­sta che nel giro di un paio di anni riu­scì a pre­va­lere sulla con­fe­de­ra­zione sudista.
Oggi dob­biamo con­si­de­rare la pos­si­bi­lità di supe­rare il mono­po­lio delle ban­che cen­trali che, essendo indi­pen­denti dai governi demo­cra­ti­ca­mente eletti, non hanno alcuna respon­sa­bi­lità sociale e lavo­rano con altri obiet­tivi rispetto a quello di assi­cu­rare il benes­sere col­let­tivo. Al riguardo Marx scrisse: «La Banca d’Inghilterra, fon­data nel 1694, comin­ciò col pre­stare il suo denaro al governo all’otto per cento; con­tem­po­ra­nea­mente fu auto­riz­zata dal par­la­mento a bat­ter moneta con lo stesso capi­tale, tor­nando a pre­starlo un’altra volta al pub­blico in forma di ban­co­note. Con que­ste ban­co­note essa poteva scon­tare cam­biali, con­ce­dere anti­cipi su merci e acqui­stare metalli nobili. A poco a poco divenne ine­vi­ta­bil­mente il ser­ba­toio dei tesori metal­lici del paese e il cen­tro di gra­vi­ta­zione di tutto il cre­dito commerciale».
Met­tere in discus­sione il mono­po­lio della banca cen­trale è un’idea che va con­tro tutte le con­vin­zioni domi­nanti. Però, non pos­siamo nascon­derci che in que­sta fase di crisi pro­lun­gata il sistema attuale non sta fun­zio­nando: gli Stati non pos­sono con­ti­nuare a espan­dere l’indebitamento per creare lavoro e assi­cu­rare un red­dito digni­toso a tutti poi­ché il costo del debito impe­di­sce l’espansione dell’economia. Il debito pub­blico è diven­tato ormai una forma di schia­vitù che sta met­tendo a rischio l’esistenza dello stato sociale e la pos­si­bi­lità di rea­liz­zare una con­vi­venza civile nella mag­gior parte delle società occidentali.
Se fosse emessa una moneta sta­tale – i titoli pub­blici lo potreb­bero essere – ver­rebbe intac­cato il mono­po­lio della Banca cen­trale euro­pea, col­pendo alle fon­da­menta l’edificio della moneta unica. Sarà la sto­ria a dire se l’euro riu­scirà a soprav­vi­vere senza che vi siano cam­bia­menti radi­cali, oppure se sarà desti­nato a crol­lare sotto il peso di una disoc­cu­pa­zione e di una povertà insostenibili.
Un articolo di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini su il manifesto di sabato 26 luglio 2014
Il monopolio della banca centrale nell’emettere moneta in tempi di crisi provoca più problemi di quanti ne risolve

Repetita iuvant

Il problema chiave del debito non è la spesa pubblica, ma il fatto che lo Stato è stato privato delle risorse finanziarie che derivano dall’emissione della moneta, nonché, in definitiva, della stessa moneta e degli strumenti legati alla gestione della stessa, come la svalutazione competitiva: l’unica possibilità che hanno di reperire le risorse che gli sono indispensabili è quella di rivolgersi alla tassazione o all’indebitamento sui mercati finanziari (con notevoli vantaggi per questi ultimi).

http://www.lolandesevolante.net/blog/2013/12/discorso-avv-paola-musu-conferenza-14-dicembre-2013/

Storia della moneta

Sarà Sandro Pascucci, dell’associazione Primit, ad aprire i lavori della manifestazione  “Ricominciamo dal futuro”, presso la Casa Operaia dal 22 al 30 settembre.
Questo il programma di sabato 22:
16.00 : 16.30 = breve storia della moneta (nascita della moneta, medioevo, banche centrali)
16.30 : 17.00 = situazione monetaria attuale (banche centrali e politici collusi)
pausa 10 minuti
17.10 : 18.00 = come recuperare la sovranità monetaria (proposte tecniche)
18.00 : 18:50 = pericoli sociali di non intervento (dibattito)
19.00 = fine lavori

http://www.youtube-nocookie.com/v/CPE8Tz4oavM?version=3&hl=it_IT&rel=0