Balasso a Occhiobello

Venerdì 22 febbraio – ore 21
Teatro Comunale di Occhiobello
Natalino Balasso in
L’IDIOTA DI GALILEA

Di Natalino Balasso
Regia Stefania Felicioli
Musicazione Mario Brunello
Produzione Teatria srl
La breve, ma intensa Stagione del Teatro Comunale di Occhiobello, curata dall’associazione Arkadis con il sostegno del Comune, venerdì 22, alle ore 21, giunge all’ultimo appuntamento, di cui i biglietti sono già esauriti da un paio di mesi. Lo spettacolo, che approfondisce il cuore tematico al centro della programmazione di quest’anno, ovvero il teatro come chiave di lettura originale e originaria della natura umana, vedrà sulla scena Natalino Balasso in L’idiota di Galilea, da lui scritto e interpretato; un testo che parla della condizione di schiavitù (metaforica) che è al centro del Vangelo e dell’Antico Testamento e per la quale l’uomo non vuole cedere le armi. Questo spettacolo offre una riflessione sul sentimento che è all’origine della grande poesia della religione, ossia la paura della morte, che fa creare storie meravigliose e sempre veritiere, anche quando appartengono nelle religioni più antiche o più lontane dalla nostra cultura.
Balasso, attore e autore non solo comico, originario di Porto Tolle, debutta in teatro nel 1990, in televisione nel 1998, al cinema nel 2007 e pubblica libri dal 1993. Dato il successo dei Rusteghi di Carlo Goldoni, realizzato nella stagione 2010-2011, per la regia di Gabriele Vacis e con Eugenio Allegri e Jurij Ferrini, insieme a quest’ultimo l’anno successivo decide di mettere in scena il celebre capolavoro di Samuel Beckett, Aspettando Godot, che consente a entrambi di esprimere al meglio la propria attitudine alla comicità.

L’idiota di Galilea è un monologo che narra le avventure di un Maestro e dei suoi discepoli. Fino a pochi secoli fa la scrittura era prerogativa di una classe ricca e privilegiata. Le sacre scritture potevano essere lette e comprese da un numero irrisorio di persone. Per gli umili non c’era alternativa: dovevano fidarsi, proprio come dovevano fidarsi delle leggi che, si diceva, erano concepite per essere usate in loro difesa. Anche quando arrivò una Buona Novella che parlava di liberazione, subito al racconto tramandato si sostituirono testi scritti e ufficiali. Accadde così che proprio gli ultimi della terra furono in realtà tagliati fuori dalla comprensione di quel messaggio. In questo spettacolo i fatti della Buona Novella sono raccontati da un idiota. Il testo è costruito utilizzando un ampio ventaglio di suggestioni che comprende vangeli gnostici, apocrifi , scritti filosofici dell’ambiente greco-romano e pure invenzioni favolistiche. Protagonista della storia è l’aiutante di un falegname di Palestina. I Dodici gli avevano detto che avrebbe fatto meglio a tenersi a debita distanza da loro e, soprattutto, che doveva smetterla di rivolgere loro quelle stupide assillanti domande. Ma lui era un idiota, non c’era libro che avrebbe potuto distoglierlo dalla sua ostinata incomprensione del mondo. Ed è proprio la sua semplice alterità di personaggio che non ha nulla dell’eroe, né nulla di tragico, che gli fa rendere una testimonianza sorprendente della voce del Maestro, e lo lascia solo di fronte a un’inaspettata e ben scomoda verità possibile, in un presente in cui si sfaldano i confini di spazio e tempo, mentre per gli spettatori la vita finisce per confondersi al teatro.
In caso di forti nevicate, previste per questo fine settimana, si consiglia di chiamare i numeri del teatro per accertarsi di eventuali variazioni di programma.

Per informazioni: 349.8464714 / 0425.766121
info@teatrocomunaleocchiobello.itwww.arkadis.it

Italianesi

Teatro Comunale di Occhiobello
VENERDÌ 8 FEBBRAIO – ORE 21


SAVERIO LA RUINA in
ITALIANESI


Penultimo appuntamento con il cartellone del Teatro Comunale di Occhiobello, curato dall’associazione Arkadis con il sostegno del Comune di Occhiobello, venerdì 8 febbraio, alle ore 21, con uno spettacolo che – dal momento di uscita del programma a oggi – ha ricevuto una lunga lista di importanti riconoscimenti, primi fra tutti il Premio UBU 2012 “Migliore attore” e la nomination Premio UBU 2012 “Migliore testo italiano”. Si tratta di Italianesi, di e con Saverio La Ruina, autore e interprete calabrese che, insieme al compagno di lavoro Dario De Luca, nel 1992 ha fondato la compagnia Scena Verticale a Castrovillari, un paesino della provincia di Cosenza, dove, tra l’altro, a partire dal 1999 viene organizzato il festival Primavera dei Teatri, cantiere di incontri e confronti fra artisti di diversa estrazione e provenienza, che ha contribuito a segnalare e promuovere molti attori italiani dell’ultima generazione.
Dopo il successo dei due monologhi Dissonorata e, più recentemente, di La Borto, esplorazioni al femminile nei pregiudizi di tutti i sud d’Italia, La Ruina con Italianesi – che già dal titolo rimanda all’unione di due termini, ‘italiani’ e ‘albanesi’ – porta in scena la tragedia semi sconosciuta di migliaia di soldati e civili italiani che, alla fine della Seconda guerra mondiale, rimasero intrappolati in Albania con l’avvento della dittatura, costretti a vivere in un clima di terrore. Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime, la maggior parte di loro venne condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini, colpevoli solo di essere mogli e figli di italiani, furono trattenuti e internati in campi di prigionia. Vissero in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, lavori forzati e torture. In quei campi rimasero dimenticati, e la loro vicenda ignorata dai libri di storia.
Attraverso il personaggio di un rimpatriato, Tonino, un quarantenne nato nel 1951 e cresciuto nel mito del padre e dell’Italia, dove ritorna nel 1991 a seguito della fine della dittatura, La Ruina restituisce voce e dignità a quasi quattrocento prigionieri, riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, che arrivarono nel Belpaese convinti di essere accolti come eroi, per ritrovarsi invece condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia. Il protagonista è un piccolo grande uomo, eroico perché semplice e vero nel dispiegarsi del suo racconto coinvolgente e intenso, fatto di espressioni e gesti appena accennati e precisi, parole mai urlate con rabbia ma con le spalle un po’ ricurve, le mani umilmente raccolte.
La Ruina, che si avvale di un dialetto morbido e duttile e di un abbigliamento un po’ antiquato e dimesso per dare corpo al suo personaggio, manifesta nei confronti di Tonino una profonda comprensione della sua dolce consapevolezza di sconfitto, che non per questo si chiama rassegnazione. Con una sola sedia in scena, le luci di De Luca e le musiche originali eseguite dal vivo di Roberto Cherillo, Italianesi riesce a restituire un enorme spaccato storico sull’autoritarismo e sull’oppressione che, tuttavia, viene colto in una chiave minimalista, come a esorcizzare i toni della tragedia osservandola con occhi perennemente infantili.
Biglietti: intero € 12, ridotto over 65 € 10, ridotto under 30 € 8.
Per informazioni e prenotazioni: 349.8464714 o 0425.766121; www.teatrocomunaleocchiobello.it


ITALIANESI
Di Saverio La Ruina
Musiche originali eseguite dal vivo Roberto Cherillo
Disegno luci Dario De Luca
Direzione tecnica Gaetano Bonofiglio
Organizzazione Settimio Pisano
Produzione Scena Verticale
Con il sostegno di MIBAC | Regione Calabria

Premio UBU 2012 “Migliore attore”
Nomination Premio UBU 2012 “Migliore testo italiano”
Premio Enriquez 2012 per la drammaturgia
Premio Antonio Landieri 2012 “Migliore attore”

Menzione speciale al Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2012

Guarda l’intervista a Saverio La Ruina

Teatro a Occhiobello

Venerdì 14 dicembre – ore 21
Teatro Comunale di Occhiobello
Teatro Minimo in
SEQUESTRO ALL’ITALIANA
con MICHELE SINISI e VITTORIO CONTINELLI

Testo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009

Di Michele Santeramo
Regia Michele Sinisi
Scene, luci e costumi Michelangelo Campanale
Direttore di scena Nicola Cambione
Tecnico audio-luci Francesco Minuti
Organizzazione e cura del progetto Antonella Papeo
Produzione Teatro Minimo, Teatri Abitati – residenze teatrali in Puglia
In coproduzione con Comune di Andria, in collaborazione con Festival Castel dei Mondi

Dopo lo spettacolo Urge di Alessandro Bergonzoni, che ha aperto la stagione del Teatro Comunale di Occhiobello registrando il tutto esaurito, venerdì 14 dicembre alle ore 21, la programmazione a cura dell’associazione Arkadis, con il sostegno del Comune di Occhiobello, prosegue con lo spettacolo Sequestro all’italiana del Teatro Minimo. Nata nel 2001 ad Andria (Bari) dall’incontro tra Michele Sinisi e Michele Santeramo (due attori provenienti da percorsi diversi, ma legati dall’attenzione per la scrittura, per la parola e per il racconto), la compagnia è parte di “Teatri Abitati – una rete del contemporaneo”, progetto di residenze teatrali in Puglia, all’interno della cui esperienza, nel 2009, è nato Sequestro all’italiana. Il testo, finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009, si ispira a un fatto realmente accaduto: un uomo entra in una scuola materna e sequestra una classe di bambini perché vuole assolutamente parlare col sindaco. Alla fine non parla con lui, ma rilascia un’intervista. Lo spettacolo è la messa in scena di un sequestro. All’italiana però. È una farsa, e forse questo è il problema. Inizialmente doveva essere la storia di un fallimento: l’intenzione era quella di lavorare sul “candore” e invece Sequestro all’italiana finisce per parlare del suo opposto. È il tentativo di rappresentare i tipi umani da cui scaturisce l’attualità, sempre diversa nei suoi esiti, ma determinata da vizi antichi. Si può fare qualunque cosa, macchiarsi di qualunque crimine, ma poi basta andare in televisione per chiedere scusa in primo piano. Come ci viene quotidianamente ricordato, far qualcosa “all’italiana” significa scambiare la furbizia per intelligenza, far diventare il vizio una virtù. Questa commedia guarda al particolare per azzardare uno sguardo sul tutto; parte dal fatto locale per descrivere un comportamento, un bisogno, una necessità, che sono riscontrabili ovunque. Ci sono determinati tratti dell’essere italiani che non fanno prendere sul serio nemmeno le tragedie. Che alla fine sia un modo sbagliato di morire senza coscienza, o giusto di sopravvivere con leggerezza, è una considerazione che viene lasciata allo spettatore. Biglietti: intero € 12, ridotto over65 e Rete dei Teatri € 10, ridotto under30 € 8. Per informazioni e prenotazioni: 349.8464714 o 0425.766121; www.teatrocomunaleocchiobello.it

Sequestrati dal teatro? Videointervista a Michele Sinisi: GUARDA QUI

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Arkadis | Teatro di Occhiobello
Tel. 349.8464714 – teatro@arkadis.it
www.arkadis.it

Stagione teatrale ad Occhiobello

Termina venerdì la campagna abbonamenti per la stagione 2012.2013 del Teatro Comunale di Occhiobello, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con l’associazione culturale Arkadis.

Da sabato 17 novembre, alle ore 10, inizierà la vendita dei biglietti, acquistabili per tutto il cartellone: sei serate che da novembre a febbraio porteranno a Occhiobello artisti come, fra i più conosciuti, Alessandro Bergonzoni, che aprirà la stagione venerdì 30 novembre con lo spettacolo Urge, e Natalino Balasso, che la concluderà il 22 febbraio con L’idiota di Galilea.

I biglietti saranno disponibili in tutti i punti vendita segnalati sul sito del teatro e anche on-line. Per la sola giornata di sabato 17 novembre il Teatro sarà aperto dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, mentre dai giorni successivi, nel territorio di Occhiobello, i biglietti potranno essere acquistati presso l’ufficio relazioni con il pubblico del Comune stesso.

I costi d’ingresso rimango invariati rispetto agli anni precedenti: 12 euro il biglietto intero, 10 euro ridotto over65, 8 euro ridotto under30.

Per il terzo anno consecutivo continua la Rete dei Teatri, nata per favorire la circuitazione del pubblico, tra il Teatro Comunale De Micheli di Copparo, il Teatro Comunale di Ferrara e il Teatro Comunale di Occhiobello. Presentandosi nelle biglietterie di uno dei teatri, con un biglietto o un abbonamento degli altri teatri in rete, si potrà acquistare a prezzo ridotto un biglietto per uno spettacolo a scelta.

Da quest’anno, inoltre, parte a Occhiobello un’importante novità per coloro che hanno dai 15 ai 30 anni: Giovani a teatro. Per favorire la diffusione del “car pooling”, ai giovani impegnati nella mobilità sostenibile, sensibili al problema dell’impatto ambientale, il Teatro offre un ingresso ulteriormente ridotto, grazie alla convenzione con Carta Giovani Protagonisti del Comune di Ferrara e con M’intrigo Card dell’associazione Tumbo, riservata agli studenti universitari di Rovigo. Per tutti i titolari di una delle due Carte, sottoscrivibili gratuitamente, che utilizzeranno una singola vettura per raggiungere il Teatro, in un gruppo minimo di quattro persone, il costo d’ingresso sarà di 5 euro a persona.

Prosegue inoltre l’iniziativa avviata lo scorso anno: Cena dopo il teatro.

Per maggiori informazioni: 349.8464714, 0425.766121 www.teatrocomunaleocchiobello.it

Manufatti artigiani

Marco Sgarbi_messa_in_scena_Foto_Chiara_Ferrin

L’associazione culturale Arkadis, dopo la chiusura della ricca stagione di prosa, giunta quest’anno alla decima edizione e organizzata presso il Teatro Comunale di Occhiobello, in attesa della prossima programmazione, continua l’attività di produzione di Manufatti artigiani, un progetto teatrale ideato e diretto da Giulio Costa, dedicato al lavoro dell’uomo: una serie di atti unici, o più precisamente, un catalogo di mestieri che possono essere presentati singolarmente, in sequenza o in simultanea. Due di questi saranno replicati nel mese di maggio: Messa in scena (Progetto speciale selezionato tramite il bando “I Teatri del Sacro” 2011) verrà rappresentato il 13 maggio presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo a Roma e il 21 e 22 maggio al teatro CRT di Milano; mentre Giro solo esterni con aneddoti (Premio “Dante Cappelletti” 2011) andrà in scena il 25 maggio nell’ambito del festival stArt Up di Taranto.

Questi due Manufatti, entrambi interpretati dall’attore Marco Sgarbi, sono due variazioni attorno a un medesimo tema: il rapporto dell’uomo con l’attività che svolge e che viene osservata nella sua intima e irrisolta contraddizione fra materialità e ineffabile, fra quotidianità e infinito. In Messa in scena un uomo dice la messa, mettendo a nudo tutta l’elusività del sacro; in Giro solo esterni con aneddoti una guida turistica si addentra nei meandri di una città che non c’è. Il denominatore comune a tutti i Manufatti è una drammaturgia che evoca un’intera esistenza e che è anche metafora dell’atto teatrale: spazio scenico vuoto; entra un artigiano e lo occupa con i suoi strumenti di lavoro; svolge la propria attività; al termine, sgombra il palcoscenico, lasciando la testimonianza della propria occupazione. Il teatro diventa la doppia lente attraverso il quale attori e spettatori si interrogano sulla natura umana.

La dislocazione di un mestiere all’interno del palcoscenico e l’esasperazione della pratica lavorativa (per rientrare nei tempi della rappresentazione) hanno lo scopo di palesare il triste declino delle attività artigianali, sempre più costrette a competere con il virtuale che avanza e a subire le regole

di produzione del presente.