La nazione appare come il tipo di organizzazione statale che meglio riesce a interpretare le esigenze di una comunità, unica garante del rispetto della sovranità popolare e baluardo contro le politiche di precarizzazione dei lavoratori, portate avanti da organismi sovranazionali anti-democratici come l’Ue e la Bce. Rappresenta un principio spirituale geografico, di lingua, religione, comunità di interessi, tutti elementi che la caratterizzano, unendo tanti singoli individui, che non si incontreranno mai personalmente e singolarmente, in un’unità di destino.
Possiamo dire che la nazione è l’anima di un popolo: è la Patria!
Nel concetto di patriottismo si riconoscono tutti coloro che si sentono partecipi del sentimento nazionale senza quelle velleità di supremazia coltivate dai nazionalisti. I patrioti, infatti, riconoscono agli altri stati gli stessi diritti e la medesima dignità, in una condizione di parità mentre i secondi considerano la propria come una nazione superiore, ponendo quindi le basi per giustificare la sottomissione degli altri stati.
Quando il nazionalismo predomina sul patriottismo nasce l’instabilità, condizione che noi, come europei, ben conosciamo. I nazionalismi hanno fatto del nostro continente, per secoli, un campo di battaglia. Oggi, all’interno dell’Ue, malgrado le apparenze, nulla sembra cambiato. Francia e Germania, i cui interessi si identificano con quelli delle classi dominanti, proseguendo nella loro tradizionale politica di supremazia, spingono affinché gli altri paesi perdano la loro sovranità a favore di Bruxelles mentre, da parte loro, continuano nella loro politica di predominio nel continente, predominio che fino al secolo scorso era di natura militare mentre oggi si è trasformato in finanziario. Tuttavia non soltanto a Parigi ed a Berlino si attua una politica aggressiva, anche l’Ungheria, l’Austria, la Polonia, pur non avendo la forza di Francia e Germania, guardano comunque ai propri interessi a scapito degli altri paesi. Non a caso i governi sovranisti di questi stati sono stati i primi ad attaccare l’Italia in occasione delle trattative per lo sforamento del deficit eppure, teoricamente, sarebbero dovuti essere alleati.
Quando si vota, la gente deve individuare quali sono i partiti ed i politici che hanno veramente a cuore gli interessi nazionali e che hanno idee chiare su come difenderli con programmi a lunga scadenza. Gli interessi nazionali non sono delle mere astrazioni ma rappresentano dei reali benefici per tutto il popolo.
Le relazioni internazionali si basano solo ed esclusivamente sui rapporti di forze. Chi non sa difendersi sul piano economico e militare è destinato a soccombere. La diplomazia nulla può senza uno stato forte che la sostenga. Se l’Italia non inizierà ad irrigidirsi e farsi valere, continuerà a perdere posizioni non soltanto nei confronti delle grandi potenze ma anche di nazioni molto meno importanti.
L’alternativa all’Ue, in mano a banchieri e finanzieri, è rappresentata da un’Europa delle patrie, ognuna con pari dignità. Lavoriamo per questo!
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