Sabato 27 gennaio, alle ore 15.30, presso il Museo Civico Archeologico “G. Ferraresi” di Stellata, il Gruppo Archeologico di Bondeno, nell’ambito del progetto Stellata..AmaTe, vincitore del bando Giovani per il Territorio di IBC Emilia Romagna, in collaborazione con il Comune di Bondeno e i partners del progetto, inaugura la mostra fotografica e documentaria Il Gorilla Quadrumano: quarantatré anni dopo. 1975-2018, che resterà visitabile tutti i giorni festivi e prefestivi fino al 25 marzo. L’esposizione raccoglie materiale fotografico e cartaceo, perlopiù inedito, che ripercorre l’esperienza del “gorilla quadrumano”, un collettivo di giovani legati al DAMS di Bologna guidati da Giuliano Scabia, che,nell’autunno del 1975, furono invitati a Stellata per animare le visite di alcune scolaresche da Ferrara. Il coinvolgimento pressoché totale degli abitanti del borgo ha reso quell’esperienza unica e ben viva nei ricordi dei protagonisti. Nelle fotografie, ristampate grazie al lavoro di Tonino Tirini, si potranno ritrovare molti di quei protagonisti, stellatesi ma anche bondenesi e bolognesi, e l’entusiasmo che animava le diverse attività, oltre naturalmente a persone e luoghi della Stellata degli anni ’70. Seguendo il carattere partecipato di quell’esperienza, la mostra non si fermerà al Museo: altre fotografie, infatti, saranno visibili fuori dal Museo presso gli esercizi commerciali e di ristoro di Stellata, dove il visitatore potrà proseguire il percorso. Le attività coinvolte sono, in piazza Curiel: Alimentari 3B, salone La Parrucchiera, Tabaccheria Edicola Turazzi Silvia, Ristorante Pizzeria Il Braciere-La Rocca. In via Gramsci: Bar del Centro Sociale Ariosto, Pizzeria del Borgo.
mostra
I pianeti della fortuna
Dal 30 aprile al 16 maggio 2013
Una piccola ma curiosa mostra documentaria che propone una selezione di modesti foglietti multicolori che prendono il nome dalle credenze astrologiche legate al movimento dei pianeti e finalizzate a prevedere il destino di un individuo. I “Pianeti” riportavano alcune predizioni sul futuro (salute, fortuna, lavoro, amore ecc.), illustrate da vignette molto semplici; venivano offerti ai passanti in cambio di un piccolo obolo da girovaghi che, a volte, rendevano più efficace lo scambio utilizzando anche pappagalli dai colori più o meno sgargianti (consegnavano i foglietti prendendoli con il becco da un’apposita cassettina) oppure scimmiette curiosamente vestite e addestrate.
I “Pianeti della Fortuna”, in un certo senso, possono considerarsi gli “avi” degli odierni oroscopi. Le predizioni potevano essere di carattere generale oppure rivolte a generi, età e condizioni diverse: “bambini”, “bambine”, “giovanotti”, “signorine”, “donne”, “uomini”, “maritate”, “maritati” ecc.
La documentazione proposta è stata selezionata da una collezione privata composta di oltre 500 “Pianeti”, dati alle stampe tra Otto e Novecento.
Molti di questi “Pianeti” presentano immagini e testi degli anni ’30 e ’40 del ‘900, con i numeri da giocare al lotto, aggiornati nel dopoguerra con l’aggiunta di “una” colonna della schedina del Totocalcio
Orari
Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e nei giorni festivi dalle 15 alle 18
Giorni di chiusura
- Lunedì
Tariffe
Ingresso gratuito
Manet a Venezia
MANET. RITORNO A VENEZIA | ||
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Sarà emozionante vedere riunite, in particolare, la dirompente Olympia di Manet (1863) – opera che lascia per la prima volta la Francia – e la sublime Venere di Urbino di Tiziano (1538), prestata eccezionalmente dalla Galleria degli Uffizi: il dipinto che l’artista ammirò a Firenze e da cui trasse ispirazione per raffigurare la sua sfrontata “femme de plaisir”. Un confronto “storico” tra due diverse “modernità”, tra due icone dell’arte universale, che si realizza grazie anche all’impegno del Sindaco di Venezia e alla comunione d’intenti dei Ministeri degli Esteri e della Cultura italiani e francesi.
Curata da Stéphane Guégan, con la direzione scientifica di Guy Cogeval e Gabriella Belli e con il progetto allestitivo di Daniela Ferretti, l’esposizione si propone dunque come un autentico evento: mai la pittura di Manet è stata presentata in maniera così significativa in Italia e mai è stato affrontato sul piano critico un aspetto così peculiare della sua arte. Tutto ciò non solo grazie ai prestiti eccezionali del Musée d’Orsay – istituzione che conserva il maggior numero di capolavori del geniale pittore francese – ma anche di tanti altri musei internazionali, che hanno aderito all’evento, come il Metropolitan Museum di New York, la Bibliothèque Nationale de France, la Courtauld Gallery di Londra, il Museum of Fine Arts di Boston, la National Gallery di Washington, l’Art Institute di Chicago, il Musée des Beaux-Arts di Digione, il Musée de Grenoble, lo Szépmüvészeti Muzeum di Budapest e molti altri. Complessivamente 80 le opere in mostra, tra dipinti, disegni e documenti. Se dunque gli studi su Manet si sono per lungo tempo concentrati sull’idea di una sua diretta discendenza dall’opera pittorica di Velázquez e di Goya, vedendo nell’ispanismo l’unica fonte della sua modernità e la ragione e lo stimolo per il suo rifuggire dal “ritorno” alla tradizione accademica, non meno significativo fu in realtà il legame con l’arte italiana. E se Le Déjeuner sur l’herbe (1863 -1868 c.) e l’Olympia (1863) sono chiaramente variazioni da Tiziano e due splendide testimonianze della relazione di Manet con l’Italia, ancora molti sono gli esempi della profonda conoscenza dell’eredità artistica di Venezia, Firenze e Roma, da parte del grande pittore, che la mostra saprà svelare. L’itinerario dell’esposizione, che ripercorre attraverso assoluti capolavori – Le fifre (1866), La lecture (1865-73), Le balcon (1869), Sur la plage (1873), Portrait de Mallarmé (1876 ca.), ecc. – tutta la vita artistica di Manet, con riferimenti più o meno espliciti al suo “intricato” universo privato, si apre con una serie di libere interpretazioni di opere del Rinascimento Italiano legate ai primi viaggi in Italia, nel 1853 e nel 1857. Quelle, copiate al Louvre, da dipinti veneziani (l’Autoritratto da Tintoretto e la Venere del Pardo da Tiziano) risalgono non a caso all’anno successivo al primo soggiorno nella città lagunare, avvenuto nel ’53 ma molti sono anche i fogli in cui Édouard fissa a Firenze, nel ’57, il ricordo delle opere dei grandi Maestri italiani. Il percorso prosegue, dopo aver evidenziato l’intensa relazione di Manet con tutte le avanguardie culturali del suo tempo, fino all’ultima produzione, divisa tra l’esaltazione dei parigini à la page , l’impegno repubblicano e visioni marine infinite. ________________________________ MANET. RITORNO A VENEZIA Orari: Dalle 9.00 alle 19.00 da domenica a giovedì. Dalle 9.00 alle 20.00 venerdì e sabato. Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima della chiusura Informazioni Vaporetto Linea 1 o Linea 2 fermata Vallaresso o San Zaccaria FB www.facebook.com/24orecultura Mostra: Fondazione Musei Civici di Venezia Immagini Édouard Manet, Le balcon (Il balcone), 1868-1869, olio su tela, 170×124,5 cm Édouard Manet, Le fifre (Il piffero), 1866, olio su tela, 161×97 cm |
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Salvati dal terremoto
Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara
La mostra – promossa dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini – a cura di Luigi Ficacci e Angelo Mazza si propone di attirare l’attenzione del pubblico sulla gravità della condizione e sullo stato di precarietà in cui versano gli edifici lesionati dagli eventi sismici del maggio 2012 e di informarlo circa i rischi di cancellazione di testimonianze storiche delle diverse comunità civiche.
Le drammatiche scosse registrate il 20 e il 29 maggio scorsi hanno inferto danni gravissimi al patrimonio artistico dell’area bolognese, ferrarese, modenese e reggiana. Centri storici quali Cento, Crevalcore, Galliera, Pieve di Cento e Sant’Agostino, gravitanti nel territorio tra Bologna e Ferrara, hanno visto seriamente compromessi, per cedimenti, crolli e fessurazioni pericolose, i principali edifici ecclesiastici antichi, con il rischio della perdita di importanti opere d’arte che vi erano conservate. Gli interventi eroici dei Vigili del Fuoco e l’impegno dei Funzionari delle Soprintendenze hanno messo in sicurezza le opere mobili di maggior pregio, ora ricoverate nelle vaste sale del Palazzo Ducale di Sassuolo, negli ambienti messi a disposizione da privati a Pieve di Cento, nei depositi allestiti presso Art Defender a Bologna e in quelli presso la stessa Pinacoteca Nazionale di Bologna.
In mostra alcune opere molto importanti di scuola bolognese dal Cinquecento al Settecento. Tra queste la grande pala di Ludovico Carracci della Pinacoteca Civica di Cento (uno dei capolavori del grande maestro bolognese, firmato e datato 1591), due importanti dipinti del Guercino (la giovanile “Sibilla” della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento; la grande “Annunciata” della collegiata di Pieve di Cento, del 1646), due pale d’altare di Ubaldo Gandolfi e inoltre solenni, austeri e seducenti dipinti di Lorenzo Sabbatini, Denys Calvaert, Alessandro Tiarini, Giovan Francesco Gessi, Ludovico Lana e altri; testimonianze significative della pittura emiliana che per lungo tempo saranno sottratte alla pubblica visione in conseguenza della precarietà strutturale degli edifici che finora le hanno custodite, sia ecclesiastici che civili.
Uomini e luoghi del jazz a Bologna
Faces & places.
Museo | Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna
Via Castiglione, 8
40136 Bologna
Realizzata in occasione della settima edizione del Bologna Jazz Festival, per il ciclo “Jazz at the museum”, la mostra rappresenta un’inedita carrellata fotografica arricchita di manifesti originali a ricomporre quel feeling magico che lega il jazz a Bologna.
Bologna si è imposta fin dal dopoguerra come una delle capitali del jazz europeo. È complesso in poche righe definire l’alchimia che ha generato nel territorio felsineo un interesse così spiccato per il linguaggio musicale afroamericano. Il punto di partenza è stato senza dubbio il fertile ambiente culturale universitario, ma la diffusione del jazz a Bologna è imputabile soprattutto al lavoro dei tanti e appassionati promotori che negli anni, con il contributo delle istituzioni e di partner privati, hanno promosso con competenza – e forse anche con la giusta dose di incoscienza – una straordinaria quantità di concerti e rassegne, sempre connotate da una eccezionale qualità artistica. Il concetto di jazz festival ha preso forma proprio tra le mura di Bologna, per poi essere esportato in tutta Italia: l’origine stessa di Umbria Jazz è legata a doppia corda con l’esperienza jazzistica bolognese.
Tanti sono i celebri musicisti statunitensi ed europei che hanno deciso di trascorrere periodi più o meno lunghi sotto le due torri, altrettanti sono i musicisti che partendo da Bologna hanno mosso i primi passi per costruire le loro prestigiose carriere. Tanti i locali, i circoli, i teatri e le sale civiche che hanno respirato e continuano a respirare a tempo di swing. Questa inedita carrellata di volti e di luoghi, arricchiti dai manifesti originali dei numerosi festival organizzati dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, ricompone con efficacia e immediatezza quel feeling magico che lega il jazz alla città.
La mostra è impreziosita dalla proiezione del documentario “My main man. Appunti per un film sul jazz a Bologna” con il quale il regista Germano Maccioni – attraverso l’uso di un ricco materiale di archivio e testimonianze di musicisti e organizzatori – restituisce ai visitatori un’ulteriore occasione di approfondimento.
“Faces & Places” è dedicata a Massimo Mutti.
Quando
Dal 14 Novembre 2012 al 6 Gennaio 2013
dal martedì alla domenica: 10-19
EDWARD WESTON. Una retrospettiva
Giovedì 1 novembre apertura festiva per la mostra dedicata al grande maestro della fotografia americana.
Durante l’intero ponte di Ognissanti sarà possibile visitare a Modena la mostra fotografica Edward Weston. Una retrospettiva. Gli spazi dell’ex Ospedale Sant’Agostino (largo Porta Sant’Agostino 228) osserveranno i seguenti orari di apertura al pubblico: giovedì 1 novembre dalle 11 alle 20, venerdì 2 novembre 11-13 e 15.30-19, sabato 3 e domenica 4 novembre dalle 11 alle 20.
Dedicata a uno dei più grandi maestri della fotografia del Novecento, la mostra presenta un percorso di 110 opere originali, scattate dai primi anni venti fino agli anni quaranta, provenienti dal Center for Creative Photography di Tucson, dove è conservato il più grande archivio dell’autore, e dalla collezione privata di Maggie Weston.
Dai nudi ai paesaggi, attraverso una galleria di ritratti e di “oggetti” – dai famosi peperoni ai giocattoli indigeni – sono presenti tutti i temi indagati dall’autore. Spesso direttamente paragonata alla pittura e alla scultura, la fotografia di Weston è l’espressione di una ricerca ostinata di purezza, nelle forme compositive così come nella perfezione quasi maniacale dell’immagine. L’autore indaga gli oggetti nella loro quintessenza, eleggendoli a metafore visive degli elementi stessi della natura.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Skira, contenente tutte le immagini delle opere in mostra e una biografia dettagliata dell’autore.
Edward Weston. Una retrospettiva
14 settembre – 9 dicembre 2012
Ex Ospedale Sant’Agostino (largo Porta Sant’Agostino 228, Modena)
orari di apertura
martedì-venerdì 11-13 / 15.30-19
sabato, domenica e festivi 11-20
biglietto d’ingresso
€ 7,00 intero – € 5,00 ridotto
ingresso gratuito tutti i martedì
info
Fondazione Fotografia
tel 335 1621739 – 059 239888
info@mostre.fondazione-crmo.it
www.fondazionefotografia.it
Leggere Antonioni

Martedì 23 ore 16 – CONFERENZA e INAUGURAZIONE MOSTRA
Al grande Maestro del cinema, nel centenario della sua nascita
A cura di Paolo Micalizzi, critico e storico del cinema
Ore 16 – Sala Agnelli
“Il cinema di Michelangelo Antonioni in Italia e nel mondo”, relazione di Gianni Rondolino, storico e docente in Storia e critica del cinema.
Interviene Massimo Maisto, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara.
Proiezione del documentario “Con Michelangelo” (52’) di Enrica Antonioni.
Ore 18 – Sala Ariosto
Inaugurazione della mostra “Leggere Antonioni” con documenti della collezione di Paolo Micalizzi. Saranno esposti una sessantina di libri (con corredo di immagini di alcuni film realizzati dal regista) che riguardano i racconti, le critiche ed i saggi di Antonioni; volumi relativi alle mostre su “Le montagne incantate”, sceneggiature dei suoi film, libri di saggisti sul suo lavoro di regista e sui suoi film a partire dalle prime analisi pubblicate negli anni ’50 e ’60 del Novecento.
In collaborazione con il Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara.

Senza denaro
“Dopo le catastrofi il denaro non ha più valore. Il valore fondamentale di una certa cosa dovrebbe essere la sua natura o la sua qualità di anima.
Dovremmo domandarci: «Questa cosa è buona? E’ una cosa che ci aiuta? E’ una cosa bella?» e non: «Quanto costa?».
Così afferma Hillman, ed è in questo spirito che abbiamo programmato a Bondeno (uno dei 103 comuni colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio), dove risiede la nostra associazione, la manifestazione “Ricominciamo dal futuro”, dal 22 al 30 settembre 2012, presso la Società operaia di Mutuo Soccorso, in Viale Repubblica 26.
Infatti tutti gli intervenuti partecipano a titolo gratuito, non riceviamo alcun contributo, non abbiamo sponsor, non raccoglieremo fondi e l’ingresso è libero.
Riteniamo che queste caratteristiche ne facciano una manifestazione di solidarietà unica, che speriamo verrà apprezzata dalla popolazione e da coloro che vorranno intervenire.
http://ambientefuturo.info
http://www.facebook.com/events/400437536687081/
http://issuu.com/afenice/docs/brochureaf1
Scarica il programma.
Unione Associazione Culturali (UAC)
Galleria civica di Modena
LA COLLEZIONE DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA
FOTOGRAFIE E DISEGNI DALLE RACCOLTE
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
17 marzo-10 giugno 2012
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Comunicato Stampa n. 1
Sabato 17 marzo 2012 alle ore 18.00 la Galleria civica di Modena riapre le sale di Palazzo Santa Margherita alle fotografie e ai disegni della collezione permanente secondo il progetto espositivo elaborato a partire dallo scorso anno.
La Raccolta della Fotografia troverà spazio in sala grande dove sarà presentata una scelta di ritratti di grandi artisti scattati da maestri della fotografia italiani e stranieri.
Tra i protagonisti ritratti Alighiero Boetti, Salvador Dalì, Max Ernst, Franco Fontana, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Pino Pascali, Pablo Picasso, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, fotografati da autori come Claudio Abate, Lucien Clergue, Giorgio Colombo, Robert Doisneau, Carlo Fei, Gianfranco Gorgoni, Annie Leibovitz, Silvia Lelli, Uliano Lucas, Roberto Masotti, Arnold Newman, Paolo Pellion di Persano, Roger Pic, August Sander, Alberto Schommer, Paolo Terzi.
L’allestimento presenta alcune opere che documentano importanti eventi artistici di cui furono protagonisti diversi autori italiani nel corso degli anni Sessanta e Settanta. Fra queste lo scatto di Claudio Abate dell’installazione di Jannis Kounellis “Cavalli” presentata nel 1969 alla Galleria L’Attico di Roma; oppure quella di Giorgio Colombo del “Vascello Fantasma” con cui Mario Merz ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1972.
Alcuni ritratti – come ad esempio quelli di Peter Phillips, Peter Blake e Allen Jones – hanno invece un legame diretto con la storia della Galleria civica poichè sono stati realizzati durante le fasi dell’allestimento delle mostre.
Tra le opere selezionate vi sono anche scatti familiari al grande pubblico, ormai entrati nell’immaginario popolare ma la cui appartenenza alla Raccolta della Galleria è ancora poco nota.
tra queste spicca il celebre ritratto di Yoko Ono e John Lennon scattato da Annie Leibovitz nel 1980 a poche ore dall’assassinio dell’ex Beatle.
Esposto anche il famoso scatto di August Sander del 1927 che ritrae il pittore tedesco Anton Räderscheidt, entrato ormai nella storia della Fotografia.
La sequenza delle fotografie sarà intervallata da due documenti filmati di grande interesse, il cortometraggio su Pablo Picasso girato da Luciano Emmer nel 1954 e “Pog goes the Easel”, precoce resoconto sulla Pop Art inglese realizzato da Ken Russel nel 1962.
Nelle sale superiori l’allestimento propone opere su carta della prima metà del Novecento dalla Raccolta del Disegno della Galleria civica. Si tratta del primo appuntamento di una serie che mostrerà attraverso un excursus storico e cronologico le opere della raccolta.
Fra i grandi protagonisti della scena artistica italiana selezionati Filippo De Pisis, Ferruccio Ferrazzi, Renato Guttuso, Mario Mafai, Alberto Martini, Arturo Martini, Ubaldo Oppi, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Antonietta Raphael, Ottone Rosai, Mario Sironi e Alberto Ziveri.
L’allestimento della collezione è aperto a ingresso gratuito dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30. Il sabato, la domenica e i festivi con orario continuato dalle 10.30 alle 19.30. Lunedì e martedì chiuso.

La Galleria civica e il suo patrimonio
La Galleria civica di Modena dal 1959 è uno dei centri di produzione culturale più autorevoli nel panorama nazionale.
Organizza mostre temporanee d’arte contemporanea e di fotografia, oltre a cicli di conferenze, dibattiti, giornate di studio, occasioni di incontro e confronto intorno a temi e protagonisti dell’arte del nostro secolo.
In circa vent’anni di attenta e mirata attività ha dato vita a due importanti e oggi ricchissime collezioni: la Raccolta del Disegno, che conta quasi 5 mila opere su carta di alcuni tra i maggiori rappresentanti dell’arte italiana del Novecento, cui si è aggiunto, in comodato gratuito, il nucleo della Collezione Don Casimiro Bettelli, ricco di oltre un migliaio di opere, disegni e grafiche di autori di fama internazionale della seconda metà del XX secolo, e la Raccolta della Fotografia, costituita da oltre 3000 immagini dei fotografi più accreditati nel panorama internazionale.
Mostra La collezione della Galleria Civica di Modena: fotografie e disegni dalle Raccolte
Sede Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103
Periodo 17 marzo-10 giugno 2012
Inaugurazione 17 marzo ore 18.00
Organizzazione e Produzione
Galleria Civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Orari
mercoledì – venerdì 10.30 – 13.00; 16.00 – 19.30
sabato domenica e festivi 10.30 – 19.30
lunedì e martedì chiuso
Ingresso gratuito
La basilica di San Marco
FERDINANDO ONGANIA
LA BASILICA DI SAN MARCO 1881 – 1893
dal 16 luglio 2011 | a cura di irene favaretto ed ettore vio | museo di san marco;basilica di san marco | venezia
Preziosi originali, scelti tra il materiale prodotto a fine Ottocento dall’editore Ferdinando Ongania per la sua monumentale impresa La Basilica di San Marco in Venezia, sono esposti nel Museo di San Marco dal 16 luglio al 27 novembre in una mostra dedicata al geniale veneziano, erede della tradizione di Aldo Manuzio, nel centenario dalla sua morte.
Una straordinaria galleria di immagini che pone in dialogo l’opera editoriale e artistica di Ongania, voluta per documentare lo stato del monumento e salvaguardarlo, il percorso del Museo e la Basilica di oggi.
La mostra, a cura di Irene Favaretto ed Ettore Vio, è promossa dalla Regione del Veneto, dal Comitato Regionale Celebrazioni Centenario Ferdinando Ongania (1911-2011) e dalla Procuratoria di San Marco che acquistò nel 1892 dallo stesso Ongania gli originali.
Per pubblicare i 18 ponderosi fascicoli dell’opera, di cui tre copie ora sono conservate dalla Procuratoria, Ongania nel corso di tredici anni commissionò studi a storici, archeologi e architetti, e produsse un eccezionale apparato illustrativo di fotografie, eliotipie, eliografie, cromolitografie e incisioni, con il contributo di pittori, disegnatori e fotografi. Ogni dettaglio della Basilica di San Marco fu così “fissato”: dell’esterno e dell’interno, delle strutture architettoniche e delle decorazioni scultoree e musive.
Edita tra il 1881 e il 1893, l’opera nacque in un clima culturale che vide tra i protagonisti cultori dell’arte, della sua tutela e del suo restauro, come John Ruskin, Pompeo Gherardo Molmenti, Pietro Selvatico, Alvise Zorzi, Camillo Boito, tutti frequentatori della “bottega” Ongania, sotto i portici delle Procuratie in piazza San Marco.
Si trattò di una sfida quasi impossibile che fece di Venezia il centro della nuova editoria di immagini, con l’introduzione di tecniche innovative, tanto che lo stesso Ongania scriveva di sé nella Nota dell’Editore “.gli sorride ora il vanto di avere per primo, nel modo più splendido e decoroso, eretto un monumento dell’arte grafica moderna, degno del grande tesoro che illustra, La Chiesa d’oro”.
Percorso della mostra
L’esposizione si sviluppa lungo gli spazi del Museo in dieci sezioni: i rilievi geometrici dell’architettura della Basilica; i mosaici: materiali, tecniche e documentazione degli interventi nel Battistero; la quadriga marciana; i marmi lavorati; la sala Ongania; il pavimento musivo; le vedute e i rilievi acquerellati dell’interno; l’edizione Ongania, le speciali rilegature e il mobile-contenitore; le vesti liturgiche; il tesoro di San Marco.
Comitato d’Onore
Luca Zaia, Presidente della Regione del Veneto; Marino Zorzato, Vice Presidente della Regione del Veneto e Assessore alla Cultura; S. Em. Cardinale Angelo Scola; Giorgio Orsoni, Sindaco di Venezia; Francesca Zaccariotto, Presidente della Provincia di Venezia; Ugo Soragni, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto.
Comitato Regionale Celebrazioni Centenario Ferdinando Ongania (1911-2011)
Giorgio Orsoni (Presidente), Fausta Bressani, Ennio Concina, Cesare De Michelis, Irene Favaretto, Mario Infelise, Maria Letizia Sebastiani, Ettore Vio, Carlo Alberto Tesserin, Claudio Cappon, Andrea Causin.
Biografia di Ferdinando Ongania (Venezia 1842 – Saint Moritz 1911)
Ferdinando Ongania nasce a Venezia il 18 luglio 1842. Non ancora ventenne, Ongania inizia a lavorare nella casa editrice con annessa libreria e negozio di oggetti di belle arti che aveva sede al piano terra dell’Ala Napoleonica, di fronte alla Basilica di San Marco, fondata sul finire degli anni quaranta dal tedesco Hermann Frederich Münster .
Nel 1871 rileva l’attività della ditta Münster insieme a un socio e amico, l’ucraino Ivan Beloserski, che però già l’anno successivo si ritira dall’impresa, lasciandolo di fatto unico proprietario. Da quell’anno fino al 21 agosto 1911, data della sua morte a Saint Moritz, Ferdinando Ongania si dedica quasi totalmente all’editoria di libri d’arte illustrati, ottenendo sorprendenti risultati in un campo per l’Italia ancora agli esordi.
Con il passare del tempo la libreria di Ferdinando Ongania diventa un punto di incontro e di ritrovo per scrittori, artisti e studiosi italiani e stranieri, che partecipavano attivamente al dibattito sulla conservazione dei monumenti veneziani, come John Ruskin, Pompeo Molmenti, Pietro Selvatico, Pietro Alvise Zorzi, Camillo Boito. Oltre a La Basilica di San Marco in Venezia, tra le opere di indiscusso valore artistico della sua attività editoriale relativa alla città lagunare meritano di essere ricordati la Raccolta delle vere da pozzo in Venezia del 1889, Calli e canali in Venezia e L’architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia pubblicati nel 1893.
Il Museo di San Marco
Costituito alla fine dell’800, il Museo si presenta ora con un nuovo allestimento grazie all’ampliamento degli spazi museali tra l’area storica sopra l’atrio-nartece della Basilica di San Marco e l’ex sala dei Banchetti del doge.
Al suo interno sono raccolti oggetti di varia natura e provenienza appartenenti alla Basilica. Tra le opere più prestigiose, troviamo la quadriga marciana, spostata dalla posizione originaria al centro della facciata principale dopo l’ultimo restauro. Nel Museo sono esposti frammenti di mosaici antichi, marmi e capitelli, rimossi durante i restauri Ottocenteschi. Nella Sala dei Banchetti sono presenti arazzi in lana con le storie della Passione di Gesù e paramenti liturgici.
Ferdinando Ongania
La Basilica di San Marco 1881 – 1893
Dal 16 luglio al 27 novembre 2011
Museo di San Marco
Basilica di San Marco, Venezia
Orari dalle 9.45 alle 16.45
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Promossa da Regione del Veneto; Comitato; Regionale Celebrazioni Centenario Ferdinando Ongania (1911-2011); Procuratoria di San Marco
Con il patrocinio di Comune di Venezia
Biglietto intero 5 €; ridotto 2,50 € – solo per gruppi superiori a 15 persone
Prenotazioni: http://www.venetoinside.com
Informazioni: tel 041 2708311
http://www.onganiasanmarco.it
Organizzazione e comunicazione: Civita Tre Venezie
Catalogo: Marsilio Editori