Kandisky a Milano

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Kandinsky. La collezione del Centre Pompidou è la mostra sul grande maestro russo che Palazzo Reale di Milano propone dal 17 dicembre 2013 al 27 aprile 2014.
La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, da Palazzo Reale, dal Centre Pompidou di Parigi, da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group.
Folgorato da “I covoni” di Claude Monet, Kandinsky lascia la carriera universitaria per diventare pittore. Segue un corso di studi classico a Monaco sotto la guida di Anton Azbé e Franz von Stuck.
Sviluppa dunque un pensiero artistico proprio in grado di abbracciare diversi campi dell’arte, dalla pittura alla musica al teatro. In questi ambiti cerca di difendere lo spirituale nell’arte, titolo anche di un suo saggio fondamentale.

Parigi in libertà


Oggi posso tranquillamente confessare che quella di lasciare alle future generazioni una testimonianza della Parigi  dell’epoca in cui ho tentato di vivere è stata l’ultima delle mie preoccupazioni. Se mi fossi sistematicamente imposto una missione del genere, avrei accumulato milioni di immagini, ma in cambio di chissà quante giornate senza piacere.
No: nella mia condotta non c’è mai stato nulla di premeditato. A mettermi in moto è sempre stata la luce del mattino, mai il ragionamento. D’altronde che c’era di ragionevole nell’essere innamorato di quello che vedevo?
Non mi sono mai posto la domanda e non me ne pento: chi blocca la suoneria della sveglia non può più conoscere l’ora.
Ho molto camminato per Parigi, prima sul pavè e poi sull’asfalto, solcando in lungo e in largo per mezzo secolo la città. Un esercizio che non richiede doti fisiche eccezionali. Se Dio vuole Parigi non è Los Angeles e qui la condizione di pedone non è un indizio di miseria. Le poche immagini che, nella corsa del tempo, continuano a restare a galla ammucchiandosi come tappi di sughero nel mulinello di un fiume, sono state scattate durante le ore rubate ai miei vari datori di lavoro.
Disobbedire mi sembra una funzione vitale e devo dire che non me ne sono mai privato. Quando il vecchio delinquente che è in me vede persone serie, quali i conservatori di musei e i bibliotecari, dare tanta importanza a quelle immagini spigolate in circostanze illegali, mi sento pervadere da un delizioso senso di gioia. E già che ci siamo, spendiamo una parola sui conservatori: sono tutti buoni o tutti cattivi. Se sono buoni, la loro ingenuità è una specie di invito alla soperchieria, il che spiega la presenza di tanti falsi nei musei.
Personalmente trovo più sportivo riservare questo trattamento ai cattivi.
Questi signori concentrano nella loro persona tutto l’orgoglio che in realtà spetterebbe di diritto agli autori delle opere d’arte, di cui essi non sono che i ricettatori: un fenomeno non certo elusivamente nazionale, ma riscontrabile anche all’estero. E poiché la verifica non vale lo spostamento, passiamo oltre.
Anche perché i lunghi viaggi mi hanno sempre turbato. Non posso sopportare gli sguardi sprezzanti degli indigeni. Mi vergogno. A Parigi l’indigeno sono io, fuso nella massa. Faccio parte della scenografia: francese medio, statura media, segni particolari: nessuno.
Ah, si! La macchina fotografica. Ma ce ne sono talmente tante, e poi io non me la porto con fare ostentato intorno al collo, come un’etichetta.
No: discreto, efficiente, mi confondo nel gregge dei pedoni.
Un giorno, tuttavia, mi sono voluto levare la voglia di vedere la città con gli occhi dei turisti organizzati. Per cui sono salito su uno di quei pullman che sembrano delle balene sonorizzate, deciso a lasciarmi rifilare la tintinnante paccottiglia riservata alla gente che ha fretta.
Nel veicolo ancora fermo sono stato informato che vivevo in una città pericolosa. «Signore e Signori, nel corso delle varie tappe, per motivi di sicurezza vi preghiamo di restare gli uni accanto agli altri. In caso contrario la Direzione declina ogni responsabilità».
Un avviso che, al momento opportuno, ha prodotto il risultato di confezionare tanti piccoli pacchetti tremolanti nella notte.
Ho quindi visto la ghigliottina in una cantina del Quartiere latino, gli apaches della Bastiglia, la gigolette dalla gonna a spacco arrampicata sulle ginocchia di un membro del consiglio presbiteriale di una cittadina dell’Ohio.
A Montmartre ho visto cadere a terra i reggiseni delle donne di Parigi e infine, dopo le ragazzone coperte di piume degli Champs Élysées, mi sono ritrovato sul marciapiede, completamente stordito dall’organizzazione di piaceri ai quali erano stati tolti quei preamboli che fanno perdere tanto tempo.
All’indomani di quella spedizione, ho scoperto il raro lusso dell’immobilità.
In una città in cui tutto è in movimento, non è semplice contrastare l’istinto gregario. Bisogna avere il coraggio di piazzarsi in un punto e di restarci immobili: e non per qualche minuto, ma per un’ora buona, magari anche due. Bisogna trasformarsi in una statua senza piedistallo, ed è buffo, in quei casi, vedere fino a  che punto si riesca ad attirare i naufraghi del movimento.
«Avrebbe mica un cavatappi?»
«Parla francese?»
«Ha visto per caso un cagnolino bianco con un guinzaglio rosso?»
Rispondo sempre con cortesia squisita, sebbene mi secchi essere disturbato: per vedere bene ci vuole un minimo di concentrazione.
Vedere, a volte, significa costruirsi, con i mezzi a disposizione, un teatrino e aspettare gli attori.
Aspettare chi?
Non lo so, però aspetto.
Io spero sempre, e quando uno ci crede con forza è difficile che qualcuno non finisca per arrivare.
Dopodiché la messa in scena viene improvvisata all’insegna della fugacità. Per essere leggibile, un’immagine deve assumere la forma di uno di quei segni utilizzati fin dalla notte dei tempi dai preti, e solo da poco dalla segnaletica stradale.
Può darsi che tutto questo vi sembri leggermente oscuro.
Si tratta di una deliberata manovra per dimostrarvi quanto possa essere delicata la pratica della fotografia.
E dopo questo delirio di confidenze, riprendiamo la nostra passeggiata.
Dunque: mi sforzo di variare i miei itinerari per non cadere nel confort dell’abitudine, che porta alla fiacca.
So per esperienza che dalle parti del faubourgs lo spettacolo è sempre generoso. Nelle scenografie che assistono alle sofferenze umane e che mi sembrano cariche di nobiltà, i gesti della vita vengono compiuti con semplicità e i voti di coloro che al mattino si alzano presto sono commoventi.
Ti fanno squagliare di tenerezza.
Viceversa, non provo quasi nessun piacere nel percorrere i quartieri che non hanno mai conosciuto le barricate.
Lì la vita è invisibile, come nascosta per i suoi traffici segreti.
Chiuso all’esterno, penso all’ingenua baronessa Haussmann che diceva con aria affettata: «Che strano! Ogni volta che mio marito compra un edificio, arrivano subito i demolitori!»
Anche oggi si demolisce molto.
Mi rifiuto di piangere sulle rovine.
La bellezza, per commuovere, dev’essere effimera.
Il certificato d’autenticità viene rilasciato dai bulldozer, punto e basta.
Ho visto sparire uno a uno i miei punti di riferimento personali: il lastrico a forma di cuore davanti all’Institut, il crocifisso davanti ai gasometri di rue de l’Évangile… Quello che mi da più fastidio, è la confisca delle mie oasi. I miei poli d’attrazione funzionano solo per me, sono riservati, per così dire, al mio uso personale.
Nel senso che, per esempio, in un certo posto mi è successo di imbattermi in una sagoma talmente equilibrata da assumere immediatamente un valore di totem abbagliante che, da allora, cerco di ritrovare; oppure che, in un altro posto, un amico mi ha fatto un segno con la mano, l’ultimo, prima di sparire dietro l’angolo. Come vedete, tutte cose per voi del tutto prive d’interesse.
Quindi la città mi sembra sempre più popolata da fantasmi.
«Ma che cosa dice? I fantasmi ci sono sempre stati! – Si, ma quelli degli altri mi lasciano indifferente».

Robert Doisneau, 23 ottobre 1984

LA MOSTRA

ROBERT DOISNEAU
Paris en liberté

Oltre 200 fotografie originali testimoniano il binomio inscindibile tra uno dei più grandi fotografi del Novecento e la città che ha amato e immortalato con il suo obiettivo.

Milano, Spazio Oberdan
Mercoledì 20 Febbraio 2013 – Domenica 5 Maggio 2013
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione in edizione italiana del libro Robert Doisneau-Paris en liberté, edito da Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia (2012, Firenze), 400 pagine; 560 foto b/n, formato 25 x 32 cm, rilegato in tela, prezzo in mostra 50,00 Euro.

Orari
martedì e giovedì h 10 – 22; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10 – 19.30; lunedì chiuso

Biglietti
€ 9,00 intero
€ 7,50 ridotto, minori da 6 a 18 anni e maggiori di 65 anni, studenti fino a 25 anni, gruppi di almeno 15 persone, titolari di apposite convenzioni e coupon
€ 3,50 ridotto speciale scuole
Gratuito per minori di 6 anni, portatori di handicap e accompagnatori, giornalisti e guide turistiche, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti accompagnatori per classe

Audioguida della mostra, gratuita per tutti i visitatori

La fotografia come arte

Venerdì 13 maggio

  • 16:00-17:20
    Tavola rotonda
    La tutela del diritto d’autore, le nuove tecnologie
    Cristina Manasse, avvocato, esperta in proprietà intellettuale e diritto dell’arte,
    ne discute con
    Marco Antonetto, collezionista-gallerista
    Davide Bramante, artista fotografo
    Massimo Mantellini, editorialista
  • 17:30-18:20
    Incontro con l’artista
    Luce “in scatola”
    Tecniche e Poetica di Elisa Sighicelli
    Presentata da
    Francesco Poli, storico dell’arte
    Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario

    in occasione della pubblicazione della monografia a cura di AA.VV. per Electa

  • 18:30-19:30
    Lectio magistralis
    Inside the mind of Andres Serrano
    (in lingua inglese)
    di Andres Serrano, artista presentato da Mariacristina Parravicini, gallerista
  • La parola a
    Philippe Daverio storico dell’arte
    e Giorgio Marconi, Studio Marconi
    14:30-15:30
Sabato 14 maggio

  • 11:30-12:30
    Lectio magistralis
    Higgs Ocean,
    di Andrea Galvani, artista
    presentato da
    Giorgio Verzotti, critico d’arte
    Paolo Agliardi, collezionista
    Massimo Buffetti, collezionista
  • 15:00-17:00
    Tavola rotonda
    Sul collezionismo di fotografia
    Gianluigi Colin, artista ne discute con
    Paolo Barbaro, storico della fotografia
    Fabio Castelli, direttore artistico MIA, collezionista
    Denis Curti, vicepresidente Fondazione Forma, Milano
    Ettore Molinario, collezionista
    Invitati gli Amici del Museo del Canton Ticino
  • 17:30-18:30
    Lectio magistralis
    Il futuro del libro fotografico
    di Dieter Neubert, Direttore del Kassel Photobook Festival
    presentato da 3/3 (www.treterzi.org)
  • La parola a
    La Fondazione Francesca Rava e la fotografia per progetti umanitari
    19:00-20:00
Domenica 15 maggio

  • 11:30-12:30
    Incontro con l’artista
    Fabio Sandri
    presentato da Elio Grazioli, critico d’arte
  • 15:30-17:00
    Tavola rotonda
    Quale storia della fotografia?
    Elio Grazioli, critico d’arte ne discute con
    Walter Guadagnini, storico dell’arte e della fotografia
    e
    Václav Macek, Direttore Central European House of Photography, Bratislava (Slovacchia)
  • 17:30-19:00
    Tavola rotonda
    Verso il futuro guardando il passato
    Gigliola Foschi, critico d’arte ne discute con
    Luca Panaro, storico della fotografia
    Antonello Frongia, storico dell’arte
    Roberto Maggiori, critico d’arte
  • La parola a
    Gisella Borioli, giornalista e art consultant Superstudiopiù
    e Franco Curletto, hair concept
    14:30-15:30
La Mappa della Fiera

A Milano un weekend futurista

UN WEEKEND FUTURISTA PER CELEBRARE IL SUPERAMENTO DEI 100 MILA VISITATORI ALLA MOSTRA DI PALAZZO REALE L’8, il 9 e il 10 maggio: 3 giorni, 3 mostre, 3 libri, 3 spettacoli, 1 battello e 1 tram

Continuano in città le celebrazioni del Futurismo. A cent’anni dalla nascita del movimento, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano ha voluto dedicare un intero anno al Futurismo. Il prossimo appuntamento è per il weekend dell’8, 9 e 10 maggio. Da venerdì a domenica la città si animerà di colori e suoni dal centro alla periferia. “Una tre giorni di eventi per celebrare il superamento dei 100 mila visitatori alla mostra Futurismo 1909-2009 Velocità + Arte + Azione di Palazzo Reale – ha spiegato l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Oltre 100 mila visitatori significa oltre 200 mila occhi che hanno visto e sentito l’energia, la voglia di vivere, la tensione di un movimento culturale profondamente alternativo. Abbiamo uno spasmodico bisogno di futurismo per uscire da questo clima retorico, passatista e conformista che ammorba buona parte della nostra cultura del nostro Paese. Utilizziamo il futurismo come un ariete per sfondare indifferenza, accidia e pigrizia che soffocano non solo Milano”. “Con questo week-end provochiamo incursioni, introduciamo agitazioni, creiamo un movimento di pensiero e azioni armati di libri, di parole in libertà – ha continuato Finazzer Flory – In modo particolare la scorribanda sui Navigli è finalizzata al prendere coscienza di come questo pezzo della città debba essere inventato strategicamente sul piano culturale”. VENERDI’ 8 MAGGIO Si parte venerdì 8 maggio alle ore 18.00 dalla Biblioteca Valvassori Peroni, (via Valvassori Peroni 56) con “Revolverate!”, lettura-spettacolo su testi di Gian Pietro Lucini a cura della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Si tratta di un progetto studiato appositamente per le biblioteche milanesi che mira a divulgare l’opera dell’illustre milanese Gian Pietro Lucini, che nel ruolo dell’artista sposa il monito civile all’ideale dell’arte come strumento di catarsi per i contemporanei. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Le successive repliche di “Revolverate!”, sempre alle ore 18, saranno nelle seguenti biblioteche: 11 maggio Zara, 12 maggio Gallaratese, 18 maggio Oglio, 19 maggio Chiesa Rossa, 25 maggio Vigentina. Alle ore 21.30 presso la Fondazione Stelline (corso Magenta 62) si terrà la presentazione del libro “F.T.Marinetti = Futurismo”, catalogo della mostra a cura di Luigi Sansone, Federico Motta Editore. All’incontro partecipano Elena Pontiggia, Filippo Piazzoni e Luigi Sansone. Seguirà la performance “Serata Futurista” con Massimiliano Finazzer Flory, Giusy Orsino e Riccardo Bianco. Chiusura posticipata alle 21.00 per la mostra “Paolo Buzzi Futurista”, in programma presso la Biblioteca Sormani, corso di Porta Vittoria 6. La mostra a Palazzo Reale “Futurismo 1909-2009 Velocità + Arte + Azione” chiuderà, invece, alle 22.30. Si farà tardi alla Fondazione Stelline (corso Magenta 61) dove la mostra “F.T.Marinetti = Futurismo”chiuderà eccezionalmente alle 24.00. La mostra è stata prorogata fino al 12 luglio. SABATO 9 MAGGIO Alle 15.00 e alle 16.30, grazie alla collaborazione di ATM, sono programmate 2 corse straordinarie del FuturTRAM, che tanto successo ha riscosso, al punto di essere completamente esaurito fino al 16 maggio, data delle ultime corse. I bambini potranno avvicinarsi al Futurismo con il FuturTRAM. Un tram speciale, tutto colorato, riservato ai bambini e alle famiglie che aiuterà a riscoprire il centro storico con occhi “futuristi”. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Opera d’Arte. A bordo del FuturTRAM bambini e famiglie scopriranno le curiosità di Milano, la sua storia e si suoi monumenti, prendendo spunto dalla visione futurista della città che verrà raccontata lungo il tragitto. Un operatore accompagnerà i passeggeri illustrando ciò che si osserverà dai finestrini, confrontandolo con alcune tra le più significative immagine realizzate dai pittori futuristi. La partecipazione ai viaggi del “FuturTRAM” è gratuita, con prenotazione obbligatoria allo 02.45487400 (dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00). Alle 17.30 nella sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, corso di Porta Vittoria 6, l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory modererà un incontro nel corso del quale verrà presentato il libro “Ritratto di Marinetti”, edizioni Fondazione Mudima. Alla tavola rotonda partecipano Gino di Maggio, Daniele Lombardi, Fabio Cavallucci. Alle 21.00 Palazzo Mezzanotte (Palazzo della Borsa), piazza Affari, sarà la scena/set di “Cruciverbo – Azioni in libertà”. Si tratta di uno spettacolo-gioco interattivo con il pubblico promosso da Outis in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. Al grido di “parole in libertà” il pubblico verrà coinvolto in strani cruciverba e giochi di parole, invitato a trovare un altro senso, un nuovo significato, tra il rumore assordante delle contaminazioni verbali e un testo senza ordine né coerenza, quasi assurdo. L’esperimento, all’insegna della ludo-linguistica, si svolge in un apparente studio televisivo, con telecamere e cameraman che riprendono il “salotto” di un talk show o di un programma a premi. Ma il programma e lo studio televisivo hanno molti problemi, quello che ci si aspetta non avviene. Avvertenza futurista: gli spettatori saranno invitati a lasciare il proprio numero di cellulare e a tenere il telefono acceso durante lo spettacolo. DOMENICA 10 MAGGIO Alle ore 11.00 la Sala Conferenze di Palazzo Reale farà da cornice alla presentazione del libro “Quando il futurismo è donna. Barbara dei colori” di Francesca Brezzi – Mimesis Edizioni. Grande chiusura domenica dalle 19.30 alle 21.30 sui Navigli con “FuturACQUA”. Da un battello futurista musica, performance e declamazioni lungo l’Alzaia Naviglio Grande (partenza Ponte Scodellino). L’evento si realizza grazie alla collaborazione della società Navigli Lombardi e vede la partecipazione dell’attrice Carla Chiarelli, di Massimiliano Finazzer Flory e degli allievi della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi che, più volte nel corso di queste celebrazioni futuriste, sono stati apprezzati nell’esecuzione del “Bombardamento di Adrianopoli”. Performance di danza ispirate al Futurismo sono affidate al MAS Music Arts & Show. La selezione di musiche futuriste, tra filologia e contemporanea, è curata da Roberto Andreoni con la collaborazione di AGON. Si ringrazia l’Associazione Naviglio Grande. L’Associazione Ristoratori dell’Alzaia Naviglio Grande ha predisposto menù futuristi.