Già ora quindi la gran parte dei migranti comporta costi di “fascia alta”, cioè quei 26 euro al giorno che costituiscono comunque in forte risparmio rispetto ai 35 euro (la tariffa più alta in Europa) pagati con i governi di centro sinistra, ben determinati a “ingrassare” la lobby dell’accoglienza composta da organizzazioni per la gran parte vicine al loro mondo.
Il Dipartimento libertà civili ed immigrazione del Viminale ha inviato alle prefetture una circolare con il nuovo schema di capitolato d’appalto per i centri di accoglienza.
In questo modo verranno rese più appetibili le gare per l’assegnazione dei servizi d’accoglienza. Il documento consente che, nel caso di mancate presentazioni di offerte ad una gara, si possa ricorrere alla procedura negoziata senza bando. Le prefetture, così, “possono individuare alcuni operatori economici da consultare, selezionando l’offerta migliore”. E se si verifica che un prezzo d’asta è sottostimato, “si potrebbe procedere a variare” le singole voci che compongono il costo medio.
Non si torna ai 35 euro a migrante, ma il rimborso potrà crescere rispetto all’ importo fissato da Salvini del 10-15 per cento passando quindi a 22-30 euro.
Tariffe riviste anche forse per far fronte alla necessità di collocare i richiedenti asilo in arrivo sul territorio nazionale considerando il nuovo boom delle partenze dal Nord Africa incentivato dalle politiche di “discontinuità” rispetto all’epoca Salvini annunciate e messe in atto dall’attuale governo fin dal settembre scorso.
Basti pensare che da inizio anno sono sbarcati 1.751 clandestini contro i 202 dello stesso periodo dell’anno scorso.
Il Viminale offre anche la possibilità per il migrante di accedere ad un servizio di assistenza sanitaria complementare da porre a carico dell’appaltatore che può essere rimborsato a parte rispetto al prezzo pro capite al giorno posti a base di gara. Ed i costi possono crescere anche per la necessità di aumentare il personale di vigilanza nei centri a seguito di danneggiamenti o atti vandalici, peraltro molto diffusi.
Sommando tutte queste nuove voci, il costo giornaliero pro capite a carico del contribuente italiano per l’accoglienza dei migranti illegali sbarcati dopo aver pagato i trafficanti rischia di raggiungere o addirittura superare i 35 euro al giorno e di riportare alle stelle i costi complessivi dell’accoglienza specie se continueranno ad aumentare.
Nonostante il regalo milionario del governo le associazioni che nel 2017 arrivarono a spartirsi quasi 5 miliardi di euro con l’accoglienza dei migranti illegali, mostrano delusione e lamentano l’assenza di un reale cambio di rotta, la mancanza di servizi pagati per l’integrazione e il fatto che in caso di gare d’appalto andate deserte le prefetture possano assegnare i migranti anche a cooperative e associazioni prive di esperienza in questo settore.
Ovviamente tutta l’operazione parte con l’obiettivo ufficiale di ” combattere l’ISIS”, con le forze militari sotto il controllo NATO senza alcuna autorizzazione dell’ONU nè tanto meno alcun permesso del governo siriano che ha ben chiaro quale sia la reale finalità dell’ISIS e chi lo ha creato e perché.
Una operazione analoga a quanto fatto in Libia con alcune varianti dovute alla coriacea resistenza siriana che dura da 4 anni e mezzo, grazie al suo esercito ed al sostegno dell’Iran all’alleato siriano e grazie alle forniture militari ed assistenza della Russia di Putin che, in ogni caso, “ha mangiato la foglia”, come si dice in gergo e non rimarrà passivamente ad assistere ad una demolizione controllata del suo alleato siriano dove, fra l’altro, esiste l’unica base navale russa nel Mediterraneo. Ci possiamo scommettere.
Luciano Lago in
http://www.controinformazione.info/quello-che-nasconde-la-campagna-mediatica-di-pietismo-sullaccoglienza-dei-profughi/?lang=it
Non è un complotto, ma il caos è l’unico antidoto efficace all’esplosione delle contraddizioni liberiste, all’impoverimento, al calo della domanda aggregata, alla creazione di denaro attraverso il denaro, visto che la manipolazione dei numeri e dell’opinione pubblica ha dopotutto dei limiti nei dati di realtà. Alla lunga persino uno come Ferrero si farebbe venire dei dubbi sul mondo globale e la sua bizzarra e drammatica geografia, sul mantra della integrazione europea condotta a suon di Bce. Invece stressando le società, portandole al limite, focalizzando su un dramma specifico negando ogni responsabilità si può evitare il crollo dell’egemonia culturale fino a che l’orrido cemento non abbia fatto definitivamente presa. Certo c’è anche la possibilità che al contrario questo processo si acceleri, che tutto si sgretoli velocemente. Ma le cose sono andate troppo avanti per tornare indietro.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/09/06/il-pentagono-prevede-e-provvede/
Probabilmente Putin si sta preparando a intervenire per salvare il presidente siriano Bashar al Assad, scrive Gwynne Dyer su l’Internazionale; se è cominciata la propaganda presto comincerà la guerra.
Tra l’altro, se i jihadisti hanno conquistato Palmira è perché la “coalizione contro lo Stato islamico” (in pratica l’aviazione statunitense) non ha lanciato neanche una bomba per difenderla. Ha effettuato almeno mille missioni per difendere Kobane, la città curda al confine con la Turchia assediata dai combattenti del gruppo Stato islamico, perché i curdi erano alleati di Washington. Palmira invece era difesa dai soldati di Assad, e quindi gli Stati Uniti hanno lasciato che lo Stato islamico se ne impadronisse.
http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/09/07/intervento-russia-siria
https://mauropoggi.wordpress.com/2015/09/08/appelli-umanitari-e-pelose-carita/
È fuori di dubbio che l’establishment euro-atlantico voglia implementare il piano Kalergi nel medio-lungo periodo, ma l’attuale ondata immigratoria risponde a logiche di breve periodo: arrestare, con un’emergenza dopo l’altra, il disfacimento dell’eurozona. Oggi i profughi, domani i terroristi dell’ISIS, dopodomani la guerra in Ucraina: Bruxelles, salvaci tu!
Federico Dezzani in http://federicodezzani.altervista.org/emergenza-immigrazione-ed-isis-lextrema-ratio-salvare-la-ue/
Nota: Personalmente noi riteniamo la Siria il prossimo obiettivo militare
Lavrov ha inoltre precisato che “Continuiamo ad aiutare il governo siriano nell’equipaggiare l’esercito siriano con tutto il necessario in modo da scongiurare il ripetersi in Siria dello “scenario libico” e di altri eventi sfortunati che si sono verificati in questa regione per l’ossessività delle idee dei nostri partner occidentali di spodestare i governi non graditi,” — ha detto il capo della diplomazia russa.
Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha ribadito che: “Il nostro Paese da tempo fornisce in Siria armi ed attrezzature militari in conformità con i contratti bilaterali esistenti. Le armi che vengono consegnate all’esercito siriano hanno lo scopo di contrastare la minaccia terroristica che ha raggiunto livelli senza precedenti in Siria e nel vicino Iraq.
http://contropiano.org/politica/item/32773-la-russia-sostiene-la-siria-un-allarmismo-fuori-bersaglio
Un nome, un volto, una storia che permettano di calarsi in un dramma personale, hanno più impatto emotivo della semplice informazione di una tragedia collettiva.
Questa costatazione è un’impressionante verifica sul campo di quali schemi di comportamento e di giudizio regolino la psicologia di massa.
Probabilmente l’ondata di simpatia verso i “migranti” si esaurirà presto, oscurata dai problemi quotidiani che quell’immigrazione di impatto epocale provoca. Resta il fatto che il potere sa perfettamente come suscitare la mozione degli affetti.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=51980
E anche se unire i puntini proverbiali non è una cosa di tutti i giorni per gli occidentali, non è stato troppo difficile per i media dipingere il quadro:
1) Il bambino annegato era rifugiato
2) C’è una crisi di profughi soprattutto grazie ad un guerra in corso in un luogo chiamato Siria, che non è su Marte, ma è di fatto in Medio Oriente
3) questo posto chiamato Siria è dove esiste ISIS
4) I russi sono anche lì. Sarebbe difficile trovare una narrazione più favorevole per mobilitare il sostegno pubblico per un’invasione in territorio straniero. E in effetti, forse qualcuno stava cercando un pretesto, perché, come riporta Reuters, il padre del bambino annegato non avrebbe potuto essere un immigrato in fuga, dopo tutto, ma piuttosto un contrabbandiere di persone e Aylan era sulla barca non perché la sua famiglia aveva lo scopo di salvare il bambino dalla violenza orribile che alligna in Siria, ma piuttosto perché, approfittando della miseria altrui, il padre aveva scelto di fare il Caronte e spesso si portava dietro Aylan come aiutante. La Reuters ha pubblicato la storia, i cui estratti sono presentati qui di seguito:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=51985