MES chiuso

(da Il Paragone

Sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (il Mes) “il trattato è chiuso” e la firma “è prevista in aprile”. Lo ha detto un alto funzionario europeo in vista della riunione dell’Eurogruppo del 17 febbraio. Lo riferisce l’Agi. I ministri delle Finanze della zona euro avranno una discussione sulla riforma del Mes. Ma “il trattato è chiuso e è quello che è”, ha detto la fonte. L’Eurogruppo dovrebbe decidere di avviare le procedure per la firma in marzo. “La firma formale è prevista in aprile”, ha detto la fonte all’Agi.

La firma potrebbe essere apposta dai rappresentanti permanenti degli Stati membri (gli ambasciatori presso l’Ue) e non dai ministri delle Finanze o dai capi di Stato e di governo. Il Governo italiano, dunque, non ha presentato alcuna controproposta, come gli aveva suggerito di fare larga parte del Parlamento e non solo, e ora non potrà, come è logico, chiedere un’altra proroga, che il Consiglio non avrebbe motivo di concedere. L’Italia, ancora una volta, sta sotto lo schiaffo di Germania e Francia, che avranno carta bianca sulle regole che governeranno le ristrutturazioni dei debiti pubblici, quello italiano in primis.

Mes: “Trattato chiuso, firma ad aprile”. Così l’Italia è rimasta immobile e fregata

 

Un po’ di storia

Il MES equivale come evento non solo alla nascita della creazione della Banca di Inghilterra nel 1694 quando un fondo chiuso, società privata, poté emettere banconote da prestare e o cedere a una borsa chiusa e privilegiata dei mercanti avventurieri delle Compagnie delle Indie, avvalendosi della garanzia del governo inglese.

Ma tramite l’adesione a un trattato internazionale non europeo e collegato in modo truffaldino dall’ampliamento di un articolo dei Trattati FUE assomiglia tremendamente alla creazione della Banca d’Italia, privata, per consolidare il debito del Piemonte indebitato con i Rotschilds, grazie al furto dell’oro del sud Italia nello scambio banconote contro oro (crf. Forcheri, Dall’Unità di Italia all’Unione europea ).

E la creazione del MES è anche simile al meccanismo, mutatis mutandis, della creazione del franco CFA con l’obbligo di porre a riserva presso il Tesoro francese le valute estere dei paesi “aderenti” – le colonie africane – con la santificazione del principio di cui sopra, prima paghi e poi forse riprendi in prestito i tuoi soldi, o tutt’al più trasformi i CFA in debiti esosi e riforme mortifere del FMI i cui danni provocati agli Stati “assistiti” sono oramai arcinoti anche a pietre e a bambini. (Forcheri, Tutte le eccezioni della FranciaI segreti dei conti francesi,  Convegno sul franco CFA ).

E come non vedere un parallelismo di metodo tra la possibilità del MES di richiedere entro sette giorni agli azionisti i fondi per l’aumento di capitali, deciso in totale impunità, o l’imposta ristrutturazione del debito, con la “clausola di rastrellamento” che la Francia può imporre agli stessi paesi della Françafrique, in virtù della quale le BC devono raccogliere presso tutti gli enti pubblici e PRIVATI delle colonie, gli ori e la valuta estera perché il Trésor francese possa continuare a godere della disponibilità di tali riserve  in cambio delle banconote da essa stampate per le 3 banche centrali africane?

E a me fa anche pensare agli ordini di rientro repentini dai fidi che le banche in Italia hanno inoltrato nelgi ultimi anni ad aziende in difficoltà di liquidità mandandole al fallimento.

E come non pensare all’enorme bail in che ci potrebbe essere richiesto a tutto il paese, sempre sulla base di decisioni segrete – ricordo che la decisione della BCE per definire in difficoltà le 4 banche Etruria ecc, così come la decisione di commissariamento della Carige del 2 gennaio scorso non sono state diffuse nel pubblico (vedi Forcheri, Italia come Grecia, la BCE può tenere segrete decisioni fondamentali per paesi interi ) – per assicurare che flussi di cassa, obbligazioni e pegni vadano a garantire l’arricchimento degli azionisti nascosti delle banche di Stati altrui, che fanno parte del mercato chiuso di cui sopra ?

Per questo la riforma del MES non solo va rifiutata in blocco ma è il MES in toto che va rescisso come Trattato, con una  campagna politica e di informazione che va fatta con determinazione fatta anche e soprattutto in Europa,  e qualcosa mi fa  pensare che una delle ragioni della Brexit risieda proprio in questa piega mortale assunta dall’UE, il MES e Aquisgrana, a meno che dietro al MES non ci sia proprio la manina invisibile degli Invisible della City di Londra.

Nforcheri 04/12/2019

MES: il golpe è servito. Forcheri

Italia, ultimo atto

di Luciano Lago

Il panorama italiano in queste settimane offre di che riflettere. I 5 stelle hanno compiuto il lavoro per cui sono stati concepiti, ovvero sterilizzare il dissenso e la protesta, incanalandola su un binario morto. Adesso risulta che gli italiani hanno mangiato la foglia e gli hanno voltato le spalle.
Nonostante questo gli strateghi del sistema prevedono e anticipano i tempi: i padroni di Grillo, gli stessi di Renzi , Prodi, Conte e simili, stanno lavorando su di un nuovo progetto : le sardine.
Il loro ruolo sara’ al momento quello dei semplici mestatori , degli antifa edulcorati. Devono sbarrare la strada ai sovranisti o pseudo sovranisti come Salvini.
Successivamente saranno organizzati, con tutta probabilità, per catalizzare il voto degli scontenti dei 5 Stelle, come sempre per consolidare il potere del ceto cosmopolita dominante. Si lasciano giocare e innalzare slogan, come avviene nelle rivoluzioni colorate e nelle sceneggiate delle commedie all’italiana. Un copione già visto dal 1968 in poi.
L’obiettivo è sempre quello di garantire lo status quo, la conservazione del potere delle centrali finanziarie dominanti.
I popoli devono avere l’illusione di partecipare, di sentirsi protagonisti, né più né meno come si sentivano protagonisti i giovani dei 5 stelle , quelli che hanno mandato in Parlamento di Maio e Fico.
Adesso lo spettacolo di quelli che volevano cambiare la politica e ne sono stati divorati è davanti ai loro occhi. Tuttavia le lezioni della Storia, come noto, non si apprendono mai.

Jean C. Junker assieme a G. Soros –

Nel frattempo il disastro italiano emerge in tutta la sua gravità: Taranto con l’ILVA che è destinata a chiudere e con quella l’acciaio in Italia, come in passato aveva chiuso la chimica, la siderurgia e domani la plastica. Venezia che sprofonda nell’alta marea, mentre la mega diga del Mose viene lasciata da anni ad arrugginirsi in acqua salata.
Genova e la Liguria dove crollano i ponti e i viadotti ed il più importante porto italiano rischia di rimanere isolato. L’Alitalia, una volta orgoglio dell’aviazione italiana, oggi ridotta ad una società paria in dissesto che aspetta degli acquirenti dall’estero e non li trova.
Non poteva essere peggio ed è quello che volevano le centrali dominanti: deindustrializzare e gettare nel caos un pericoloso concorrente per la Germania e Francia, i paesi dominanti in Europa. Con i collaborazionisti della classe politica italiana il progetto sta andando a compimento.
La fase successiva sarà quella di appropriarsi del grande risparmio italiano, quello che fa gola alle grandi banche e potentati finanziari esteri. Il meccanismo si è messo in moto con il MES, basta aspettare e gli effetti di questo salasso si vedranno in seguito. Con l’euro e la sudditanza alla Commissione Europea sarà più facile la prossima rapina del risparmio italiano.
Chi può se ne scappa o cerca delle vie di fuga, altri rimangono ma sono nella rassegnazione , nell’apatia e nella passività. In altri paesi le folle dei giovani si muovono, fanno barricate e si scontrano con la polizia per reclamare il diritto ad un futuro, in Francia con i “Gilet gialli”, in Cile, in Colombia, in Honduras, in Argentina la gente inizia ad usare i social per radunarsi e contrastare il potere, in Italia le “sardine” si radunano attraverso i social per plaudire alla conservazione dello status quo.
Facile prevedere che apatia e rassegnazione porteranno ad un prossimo disastro annunciato.

https://www.controinformazione.info/in-arrivo-il-prossimo-disastro-annunciato-la-rapina-del-risparmio-italiano/