L’80% degli avvocati e il 74% dei consulenti del lavoro indica nel mancato o ritardato pagamento della prestazione da parte di clienti il principale problema che il professionista ha dovuto affrontare negli ultimi due anni svolgendo la propria attività. Seguono per entrambe le professioni il peso crescente dei costi sostenuti per motivi burocratici (il 66% degli avvocati, il 47% dei consulenti), mentre al terzo posto gli avvocati collocano il calo della domanda (45%) e i consulenti l’aumento della concorrenza sleale da parte di chi lavora in nero o chi offre prestazioni e servizi professionali pur non avendo le idonee qualifiche (40%). Una evidenza dello stato di disagio in cui si trova il mondo delle libere professioni è del resto fornito dall’andamento di lungo periodo della quota di giovani sul totale dei liberi professionisti. Complice certamente la crisi, tra il 2006 e il 2016 sembra appannarsi l’attrattività della libera professione: il numero dei liberi professionisti under 40 in Italia si è ridotto di circa 10 punti percentuali, mentre in termini assoluti, a fine periodo, si registrano 20.000 unità in meno. La variazione negativa sul totale degli occupati con meno di 40 anni è del 27,1%, mentre tra il 2013 e il 2016 si assiste a un deciso rallentamento nella tendenza, fino a quell’anno crescente, della quota dei giovani professionisti sul totale dei giovani occupati (intorno a 5,4 professionisti su 100 giovani occupati).
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