Moriremo europei

In Spagna:

Le sanzioni che si applicano sono amministrative e vengono applicate dal Ministero dell’interno senza l’intervento del magistrato. Le multe possono arrivare a 600.000 euro, e per la maggioranza delle fattispecie arrivano a diverse migliaia di euro. Per esempio, filmare l’intervento della polizia in uno spazio pubblico viene multato con 30.000 euro. Si tratta di una forma di terrorismo di Stato particolarmente perversa, arbitraria, ingiusta. Una forma di repressione propria delle tirannie: non c’è reato, le pene non sono comminate in base a un giudizio della magistratura; non si può ricorrere a un’istituzione che non sia quella che ha imposto la sanzione; coloro che esercitano la repressione sono gli stessi che condannano, prescindendo da testimonianze neutrali; vengono sanzionati non i comportamenti concreti, ma la mera presenza o l’appoggio a una manifestazione.

È il ritorno alla “Stato assolutista” anteriore alle rivoluzioni democratiche dei secoli XVIII e XIX. È quanto sta accadendo con lo Stato spagnolo e il governo del Partido Popular. La barbarie oggi deriva dallo Stato. La cittadinanza si conquista e si esercita nello spazio pubblico in difesa delle libertà e della democrazia contro i Governi che pervertiscono il diritto. (1)

In Portogallo:

Il Portogallo si è addentrato in acque politiche pericolose. Per la prima volta dalla creazione dell’unione monetaria europea, uno Stato membro ha compiuto il passo esplicito di vietare ai partiti euroscettici di assumere l’incarico di governo per motivi di interesse nazionale.

Anibal Cavaco Silva, Presidente del Portogallo, si è rifiutato di nominare un governo di coalizione di sinistra anche se gode della maggioranza assoluta nel parlamento portoghese e ha ottenuto il mandato popolare per abbattere il regime di austerità lasciato in eredità dalla troika Ue-Fmi.

Egli ha ritenuto troppo rischioso lasciare che il Blocco di sinistra e i Comunisti arrivino al potere, insistendo sul fatto che la minoranza dei conservatori dovrebbe procedere compatta per adempiere ai dettati di Bruxelles e placare i mercati finanziari esteri.(2)

Della Grecia sappiamo già tutto e, con l’Italia, chiudiamo il cerchio dei PIGS.

1) Mauro Poggi in http://www.appelloalpopolo.it/?p=14562

2) http://vocidallestero.it/2015/10/25/telegraph-leurozona-attraversa-il-rubicone-la-sinistra-portoghese-anti-euro-bandita-dal-potere/

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11 Responses to “Moriremo europei”

  1. Se vogliamo trovare un punto d’inizio della nostra disgrazia è impossibile, si dovrebbe tornare a Cavour ed al Risorgimento…ma il 2011 è un anno importante, credetemi, almeno nella nostra Storia recentissima. E’ rilevante perché la rovinafamiglie Fornero decise – lavorando in conto terzi, ovvio, ossia per Monti e per l’UE – di distruggere non solo l’equilibrio previdenziale italiano, bensì la socialità interna alle famiglie, le loro (modeste) certezze, qualche sogno, le sicurezze alle quali tutti abbiamo diritto dopo una vita di lavoro. Con i danni economici conseguenti nell’economia reale: da quel momento, molto è cambiato.
    Carlo Bertani in http://carlobertani.blogspot.com/2015/10/alea-iacta-fuit.html

    #1376
  2. Certo sarebbe stata tutt’altra storia se la socialdemocrazia europea non si fosse fatta coinvolgere in modo così completo e servile ai disegni di Bruxelles e se la sinistra non avesse barattato gli interessi concreti delle persone, le visioni alternative con le lenticchie europee in nome di un internazionalismo astratto e di dubbia anzi, contestabile origine, che separato da ciò che è stato via via abbandonato per strada, fa tanto Adam Smith.

    Così adesso quel po’ di stato e di senso della cittadinanza che resiste viene gestito dalla destra tradizionale in opposizione a quella di osservanza economico – finanziaria, mentre le sinistre balbettano e non sanno che pesci pigliare. Si è arrivati, tanto per fare un esempio italiano, alla nuova grande e rivoluzionaria proposta che viene da ciò che resta della Lista Tsipras: una riedizione dell’Ulivo di Prodi. Un ritorno al passato che fra l’altro si appoggia idealmente all’uomo che ha le maggiori responsabilità nell’aver trascinato il Paese nella logica infernale dell’euro e di conseguenza nella mutazione drammatica che ha subito l’Europa. Dentro un’esperienza che si è ben presto risolta, coperta dal sipario dell’antiberlusconismo, a manipolare i diritti del lavoro, a ridurre il welfare, a por mano alle pensioni in nome dei precetti liberisti. Non si tratta dunque di nuove prospettive, ma solo di tentativi di suicidio per l’impossibilità di concretizzare un altrove ormai puramente narrativo e smentito ogni giorno dalla pratica.

    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/27/dalla-polonia-allulivo-sconfitta-su-tutti-i-fronti/

    #1378
  3. …Ma viviamo da Italiani:
    Credo che siamo davvero messi abbastanza male. Ma ho anche qualcosa più di un sospetto in merito alla scarsa “vocazione pedagogica” dei quotidiani nel nostro paese. Che sono nettamente schierati con specifiche parti politiche o che – anche se indipendenti – indulgono alla notizia sensazionale, allo scandalo, al pettegolezzo. Si cercano forsennatamente lettori (e clic sul Web per placare la fame degli sponsor) e quindi eccovi serviti:

    “La fame ci fa sentire irritati”: una ricerca spiega perché quando siamo affamati “non siamo in noi” (L’Huffington Post);
    Natalie Portman e Joaquin Phoenix i vegetariani più sexy del mondo (La Repubblica);
    Beyoncé fulmina la sua assistente: «Smettila di sistemarmi il vestito» (Il Corriere della Sera);
    Si sbottona: assunta. L’imbarazzante provino della conduttrice di Tg: “Mondo competitivo” (Il Fatto quotidiano);
    Dayane Mello, foto hot nuda davanti alla finestra (Libero).

    Mi fermo, ma questi splendidi esempi di giornalismo parlano da soli.

    http://ilsaltodirodi.com/2015/10/28/hellzapoppin-e-qui-ma-non-fa-ridere/

    #1379
  4. Real-World Economics Review Blog ci aggiorna sull’Islanda, il paese in cui qualcosa di diverso è successo. Anche se i contribuenti islandesi hanno pagato il buco lasciato dalle banche fallite, però le banche sono state nazionalizzate, i mercati sottoposti a stretta vigilanza da parte di un’autorità pubblica e i banchieri responsabili della bancarotta sono stati incarcerati. E a quanto pare il paese è in ripresa.
    http://vocidallestero.it/2015/10/28/in-islanda-i-banchieri-non-sono-intoccabili-e-questo-e-un-bene-per-il-paese/

    #1380
  5. Riguardo il secondo punto, il “progetto europeo” è chiaramente sull’orlo del tracollo, con l’austerità, i salvataggi e la crisi dei rifugiati che stanno solo portando alla luce un difetto intrinseco fondamentale – vale a dire, che non si può avere un unico stato politico senza una lingua e una cultura comune. La conseguente ascesa del Front National anti-UE in Francia potrebbe rompere definitivamente l’alleanza Parigi-Berlino.
    http://vocidallestero.it/2015/10/28/la-germania-e-il-nuovo-malato-deuropa/
    Sulla questione tedesca vedi anche gli articoli su http://www.terzapagina.info

    #1381
  6. In attesa che master chef planetari aggiungano ai loro piatti un po’ di croccantezza con le locuste, quel tanto di necessaria acidità con le radici e la dolce sapidezza dell’irrinunciabile lombrico, per riportarci alla condizione animale, quella a quattro zampe, in modo da favorire insieme ubbidienza e ferocia.
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/29/carne-rossa-la-trionfera/

    #1382
  7. E’ noto che in Turchia sono stati creati anche dei campi di addestramento per i mercenari arruolati dai servizi di intelligence turchi e sauditi, per inviarli a combattere in Siria, sotto il controllo dell’Esercito turco e dei servizi di USA e Turchia. I salari vengono pagati dai sauditi, le armi fornite dalla NATO attraverso le basi presenti nel paese ottomanno, il tutto sotto il coordinamento del Dipartimento di Stato USA.
    http://www.controinformazione.info/il-turco-erdogan-ricatta-bruxelles-e-berlino-se-non-accettate-le-mie-richieste-vi-sospingo-in-europa-altri-due-milioni-di-profughi/?lang=it

    #1383
  8. A chi risponde in Europa l’Oligarchia della Commissione Europea ed a quali interessi fa riferimento? Le decisioni prese dalla Commissione (costituita dai 28 membri) sono unilaterali e non prevedono alcuna consultazione con il Parlamento Europeo nè tanto meno con i governi dei vari paesi europei, da cui i commissari sono autonomi. Tutto si svolge riservatamente negli uffici della Commissione e le decisioni della stessa Commissione muovono interessi miliardari nei settori finanziari, delle Banche, dell’Energia, delle imprese farmaceutiche, dell’alimentazione, ecc..
    Sarà un caso ma i commissari, quando terminano il loro mandato, ottengono prestigiosi incarichi da grosse multinazionali e da grandi banche o da organismi finanziari e questo fa capire come sia importante per i commissari prendere le decisioni “giuste”.
    http://www.controinformazione.info/le-porte-girevoli-la-sfilata-degli-ex-commissari-europei-verso-le-lobbies-delle-multinazionali/?lang=it

    #1384
  9. In questo vecchio articolo del 2000 del Telegraph, a firma di un giovane Ambrose Evans Pritchard, veniva portato in superficie quanto è sempre più evidente nella crisi europea: l’Unione Europea è fin dall’origine, nell’immediato dopoguerra, un progetto pensato, finanziato e diretto dagli USA per creare un’Europa politicamente ed economicamente vassalla. All’epoca questo progetto serviva a cementare l’Europa occidentale nella sfera d’influenza americana minacciata dal comunismo sovietico; oggi è usato come grimaldello per esportare le politiche economiche e sociali USA in Europa in modo da accelerarne la “statiunitizzazione” in attesa della ratifica del TTIP.
    http://vocidallestero.it/2015/11/01/telegraph-i-federalisti-europei-finanziati-dalla-spionaggio-usa/

    #1385
  10. Perciò, gli “attivisti” che hanno funestato Bologna, oggi, domenica 8 novembre, non sono l’espressione di forze che rappresentano la marginalità sociale e l’opposizione alle politiche neoliberiste imposte dall’esterno, ma semplicemente le piccole orde mercenarie della troika e del pentagono, che favoriscono, una volta di più, il piddì di Matteo Renzi.
    http://pauperclass.myblog.it/2015/11/08/bologna-gli-attivisti-della-troika-del-pentagono-eugenio-orso/

    #1390
  11. La Svezia è il paese “più avanzato” in Europa: la dissidenza dal “Pensiero Unico” in Svezia non è ammessa e presto questa intolleranza verso chi dissente dai concetti base del mondialismo e della società multiculturale, sarà istituzionalizzata con la proposta della Commissione Europea di istituire un reato europeo, valido in ogni stato, per chiunque osi denigrare altri gruppi etnici, una versione peggiorativa della legge Mancino già presente anche in Italia, la legge che attualmente punisce “….. l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. Si tratterà di punire anche chi voglia pubblicare statistiche che possano dimostrare l’inclinazione a delinquere di determinati gruppi etnici (ad es. i Rom, i Sinti), ovvero la tendenza a sottomettere ed esercitare violenza sulle donne (ad esempio gli islamici sunniti), ecc.. La repressione è in arrivo per i reati d’opinione, nell’Unione Europea, come era largamente previsto, si preannuncia prossima e colpirà in forma risolutiva coloro che dissentiranno dal “Pensiero Unico”. Si sta avverando la profezia del vecchio dissidente russo, Vladimir Bukovsky, il quale aveva detto: “…..L’Unione Europea, questo nuovo mostro è straordinariamente simile a quello che abbiamo appena seppellito (l’URSS) «Chi governava l’Urss? Quindici persone, non elette, che si sceglievano fra di loro. Chi governa l’UE? Venti persone non elette che si scelgono fra di loro». » «L’Urss aveva i gulag. L’UE», aggiungeva Bukovsky, «non ha dei gulag che si vedono, non c’è una persecuzione tangibile. Ma nonostante l’ideologia della sinistra (mondialista) di oggi sia “soft”, l’effetto è lo stesso: ci sono i gulag intellettuali. Gli oppositori sono completamente isolati e marchiati come degli intoccabili sociali. Sono messi a tacere, gli si impedisce di pubblicare, di fare carriera universitaria ecc. Questo è il loro modo di trattare con i dissidenti».
    http://www.controinformazione.info/il-fallimento-del-multiculturalismo-e-lesempio-della-svezia/

I vestiti nuovi dell’imperatore

E’ una fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837 nel volume Eventyr, Fortalte for Børn (“Fiabe, raccontate per i bambini”). Il titolo originale è Keiserens Nye Klæder.

La fonte da cui ha tratto ispirazione Andersen è una storia spagnola riportata da Don Juan Manuel (1282-1348), la XXXII dell’opera El Conde Lucanor.

Il racconto appartiene al bagaglio culturale condiviso di tutto l’Occidente e i riferimenti a questa fiaba nella nostra cultura sono onnipresenti.
La potete leggere su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/I_vestiti_nuovi_dell%27imperatore

Quello che a noi interessa in questa sede è far notare che, dalla vicenda greca, emerge il volto di una Europa tutt’altro che benevola nei confronti del benessere delle popolazioni, ma attenta solo a tutelare le banche nell’esclusivo interesse dell’oligarchia finanziaria che privatizza i profitti e socializza le perdite.

A titolo di esempio (ma potete leggere utilmente il quaderno di Bondeno.com qui allegato) citiamo un recente articolo http://vocidallestero.it/2015/07/09/conseguenze-della-grecia-italia-e-spagna-hanno-finanziato-sotto-banco-il-salvataggio-delle-banche-francesi/

Quale Europa? by araba fenice

https://www.scribd.com/embeds/240978216/content?start_page=1&view_mode=scroll&access_key=key-6Oz2dmGL7HIk4f5bxJPs&show_recommendations=true

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9 Responses to “I vestiti nuovi dell’imperatore”

  1. Una volta le favole si raccontavano per educare il popolo, adesso si raccontano per ingannarlo.

    #1280
  2. Il potere non perde tempo in baruffe; gli bastano alcune paginette d’intenti, e uno scopo: a esso tutto subordina, a qualsiasi prezzo, di popoli, paesi e vite.

    The post Il fallimento della controinformazione [Alceste] appeared first on PAUPER CLASS.

    #1281
  3. Dall’intervista a Varoufakis:”Non è che non sia andata bene, è che proprio vi è stato un netto rifiuto di entrare negli argomenti economici. Di netto. Poni in luce un argomento su cui hai veramente studiato, per far si che sia logicamente coerente, e ti guardano con degli sguardi vuoti. E’ come se tu non avessi parlato, quello che rispondono è indipendente da quello che tu hai detto. Potresti anche aver cantato l’inno svedese,ed avresti la stessa risposta. E questo è incredibile per chi è abituato ad un dibattito accademico. La controparte non risponde mai. Non c’è mai stata una discussione. Non è stato neppure un problema, semplicemente era come se una parte non avesse mai risposto”.
    http://scenarieconomici.it/estratto-dellintervista-a-varoufakis/
    Ha detto di aver trascorso il mese scorso ad avvertire il gabinetto greco che la BCE avrebbe chiuso le banche della Grecia per imporre un accordo. Quando lo avessero fatto, egli era pronto a fare tre cose: emettere pagherò denominati in euro; applicare un “haircut” sui bond greci emessi nel 2012, con una riduzione del debito della Grecia; e prendere il controllo della Banca di Grecia sottraendolo alla BCE.

    #1282
  4. Come 74 anni fa, la risposta tedesca è stata un “arrendetevi senza condizioni”: all’epoca, i panzer scesero rapidamente a Marburg, Lubjana, Zagabria, Sarajevo, Belgrado, Sofia, Salonicco ed issarono la bandiera nazista sul Partenone. Poi, arrivarono gli italiani, che erano ancora fermi a Gianina, sui monti dell’Epiro. Oggi – metaforicamente – Schauble (il vero Mefistofele della vicenda) ha dato nuovamente l’ordine a Guderian di fare piazza pulita – con ogni mezzo – della resistenza greca. Il generale Tsipras è stato obbligato a chiedere un armistizio: tre giorni di tempo per consegnare 50 denari, 50 denari che equivalgono – approssimativamente – al valore delle Cicladi, o delle antichità greche. Il resto lo pagherà il popolo greco, in comode rate da fame.
    http://carlobertani.blogspot.com/2015/07/blitzkrieg.html

    #1283
  5. Qualcosa è davvero cambiato, ma non la sostanza: semplicemente l’oligarchia europea ha dato retta a Machiavelli e ha pensato che non è più tempo di provare ad essere amata dopo l’impoverimento generale che ha provocato, ma è venuto il momento in cui è più opportuno essere temuta. Una bella lezione ad Atene eviterà per il futuro ribellioni in altri e più importanti Paesi, farà abbassare la cresta ai tentativi di restaurazione democratica.
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/07/15/leuropa-e-il-tiranno-finanziario-si-affidano-a-machiavelli/

    #1284
  6. l’Europa di cui oggi si parla non è altro che un sistema normativo e un apparato tecnocratico finalizzati a promuovere il completo dominio sulla società dell’economia dei mercati finanziari globalizzati: il loro carattere sovranazionale serve appunto ad aggirare gli ostacoli nazionali alla circuitazione senza limiti, ed esclusivamente secondo i determinismi di un’economia completamente autoreferenziale, di capitali e merci.

    Ma l’economia globalizzata dei mercati finanziari è a dominanza americana. Ne consegue, sillogisticamente, che l’Europa a favore della quale gli Stati nazionali si stanno privando di molte loro prerogative non serve affatto a inserirli in una nuova potenza continentale indipendente, ma svolge un ruolo esattamente contrario.
    Massimo Bontempelli, Diciamoci la verità sull’Europa, edizioni CRT, Pistoia 2001

    http://www.appelloalpopolo.it/?p=13950

    #1285
  7. il “golpe” condotto contro il governo greco è la dimostrazione empirica, concreta, di quella che fino a due settimane fa sembrava solo il frutto di un’analisi complessa. Ovvero che l’Unione Europea non è affatto uno “spazio politico” entro cui far giocare interessi e programmi socio-politici di ogni tipo, ma una macchina da guerra costruita contro il movimento operaio, i diritti del lavoro, la possibilità stessa di tradurre il conflitto sociale in atti legislativi positivi, in “riforme sociali” di segno progressivo.

    Quindi non possono avere più alcuna possibilità di incidere tutte quelle visioni “riformiste” che non prendono atto di questa realtà istituzionale, transnazionale e tendenzialmente apolide, che però sforna decisioni vincolanti per 500 milioni di persone senza che queste possano mai pronunciarsi nel merito di quelle disposizioni.

    La Grecia è stata per sua sfortuna il laboratorio in cui questa realtà si è manifestata con particolare chiarezza e durezza.
    http://contropiano.org/politica/item/31904-eurostop-ue-irriformabile-serve-un-movimento-che-punti-alla-sua-rottura?acm=4968_1087
    hýbris riflette un’azione delittuosa oppure un’offesa personale compiuta allo scopo di umiliare, il cui movente è dato non da un utile ma dal piacere, dall’orgoglio di sé che l’autore dell’atto traeva dalla malvagità dell’atto stesso, mostrando la sua superiore forza sulla vittima.

    #1288
  8. Quindi, essendo ormai affondati nel nuovo Vecchio Regime euro, non sapendo noi fare la Rivoluzione, rivolgiamo una Supplica a Lorsignori:

    “Umilmente ci rivolgiamo alle Signorie Vostre, pregiatissimi Farabutti e Milionari pubblici, esimi Ladri e Dilapidatori di denaro dei bisognosi, per supplicarvi di emanare un necessario provvedimento:

    Ordinate, vi preghiamo, ai Vostri Sbirri, Bargelli e Uffiziali che trovassero un Precario o un Disoccupato in violazione di qualcuna delle vostre leggi (la cui durezza voi non sapete neanche cosa sia) di calcolare l’ammontare della sanzione pecuniaria in percentuale al reddito reale del malcapitato. O se – come accade sempre più spesso – il reddito dei malcapitati è da molto tempo pari a zero, vorreste gentilmente sostituire la multa con una semplice bastonatura? Il precedente Ancien Régime faceva così, con reciproca soddisfazione del bastonatore e del bastonato; chè almeno, era gratis”.
    Maurizio Blondet

    #1289
  9. Un sondaggio commissionato dalla CGIL delinea il porto delle nebbie ove si è incagliata la democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante della popolazione esprime un giudizio senza appello sulla Unione Europea e sull’Euro. Essi ci hanno danneggiato economicamente e ci impongono regole che distruggono le nostre libertà. L’80% degli intervistati la pensa in questo modo e la vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni. Nello stesso tempo però si è anche rafforzata la maggioranza di chi non vuole cambiare nulla e teme il salto nel buio di ogni rottura con le istituzioni europee e con la moneta unica. Stiamo perdendo e continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita che della stessa democrazia, ma non abbiamo alternative alla resa. La rassegnazione alla inevitabilità del peggioramento delle proprie condizioni di vita e di libertà, assieme al timore a reagire, sono il brodo di coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione a cui il sistema economico politico che chiamiamo Europa è perfettamente funzionale.
    http://contropiano.org/interventi/item/32136-eurodittatura-e-nuova-resistenza
    In realtà Varoufakis l’aveva trovata l’alternativa (bocciatagli da Tsipras, ovviamente) ; il passo successivo era passare dalla parte dei BRICS.

Fronte europeo

I 13 punti dell’ ultimo accordo di Minsk (http://www.gdp.ch/mondo/accordo-di-minsk-ecco-i-13-punti-id61608.html), a mio modestissimo parere, lasciano del tutto insoluti i problemi di fondo che hanno portato a questa situazione.

Abbastanza improbabile ritengo anche che l’OSCE (una specie di ONU europea) possa monitorare il rispetto della tregua da satellite,  senza l’interposizione di truppe tra le due fazioni.

Rimane anche presente l’equivoco di fondo che addossa a Putin la responsabilità di tutto ciò che fanno e faranno i “ribelli” mentre la responsabilità dell’ occidente in quello che fa e farà Poroshenko sembra che non esista (però l’ FMI  gli ha raddoppiato a 40 milioni di dollari la linea di credito).

Sulla totale assenza dell’Europa nel negoziato abbiamo già scritto in altra sede: https://terzapaginainfo.wordpress.com/2015/02/10/la-grande-assente-e-il-convitato-di-pietra/

Del resto la cosa è abbastanza logica visto che la questione militare è in mano della NATO e quella economica in mano alla BCE.

Debtocracy

Giovedì 29 Marzo

Circolo Arci Bolognesi
Piazzetta San Nicolò, 6a Ferrara

ore 18.00 Proiezione film-documentario “Debtocracy

ore 19.30 Aperitivo cena con gli ospiti Bruno Amoroso e Giulietto Chiesa

ore 21.00 Incontro-discussione con

Giulietto Chiesa e Bruno Amoroso

Crisi del debito, crisi globale.
Quale futuro?

Debito ed interessi sul debito strangolano la società italiana.

Le arti, la cultura, i servizi sociali e sanitari, il lavoro e i diritti sono tagliati, compressi e progressivamente smantellati in nome della stabilità finanziaria, di rendite e profitti. La fine della sovranità nazionale non è sostituita da nuove forme di democrazia e rappresentanza europee ma da una tecnocrazia diretta emanazione dei poteri   bancario e finanziaro.

A Ferrara come altrove la crisi morde e produce disoccupazione, nuove povertà, crisi di settori centrali dell’economia locale, dall’agricoltura ormai in ginocchio, al commercio, all’industria chimica e meccanica, al turismo e alla produzione di conoscenza, formazione, ricerca, università, conservazione e fruizione dei beni culturali. Sul piano locale e su quello nazionale le risorse sono indirizzate a grandi opere inutili o di discutibile ulilità e sono alimento indispensabile di un sistema politico tangentizio aperto alle infiltrazioni della criminalità organizzata attivi nel gestire la privatizzazione e spoliazione dei beni comuni (acqua, trasporti, energia, patrimonio ambientale). Aumentano solo le spese milititari e il protagonismo armato del nostro paese che dopo le avventure irakena, afghana e libica è impegnato nel sostenere l’apertura di nuovi drammatici conflitti in Siria e Iran. Per queste ragioni pensiamo urgente moltiplicare gli spazi di discussione e di iniziativa pubblica per tentare di rispondere ad un quesito: quale futuro?

Proponiamo la visione del fim documentario “Debtocracy” di Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanou, una produzione indipendente che indaga la crisi greca e propone possibili alternative alla morsa del debito sull’esempio di alcune democrazie latinoamericane come Argentina ed Ecuador. Nel corso del documentario intervengono economisti, scientziati e attivisti sociali come: Samir Amin, Alain Badiou, David Harvey, Manolis Gelzos (eroe della Resistenza greca al nazifascismo) il regista Fernando Solanas. Durata 74 minuti.

A seguire dopo l’aperitivocena , l’incontro con l’economista Bruno Amoroso (docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca, autore di “Euro in bilico”, Castelvecchi editore 2011) e Giulietto Chiesa giornalista e autore del film inchiesta sulla tragedia dell’11 Settembre 2001 “Zero”.

Giovedì 29 Marzo

Circolo Arci Bolognesi
Piazzetta San Nicolò, 6a Ferrara

ore 18.00 Proiezione “Debtocracy

ore 19.30 Aperitivo cena con gli ospiti Bruno Amoroso e Giulietto Chiesa

ore 21.00 Incontro-discussione con

Giulietto Chiesa e Bruno Amoroso

Crisi del debito, crisi globale.
Quale futuro?


Proiezione e incontro sono promossi dal laboratorio politico culturale Alternativa nato a Ferrara per favorire il confronto pubblico e l’iniziativa condivisa sui temi della crisi e della transizione.

Per info: Alessandro 340-6494998