Benevolenza critica

Il copyright, questa volta, è al sicuro. Marchio depositato e registrato. A differenza dell’autore delle «convergenze parallele» che finirono per dare un’ossatura al rapporto tra la Democrazia cristiana e il Partito comunista – era stato Aldo Moro oppure no? – l’autore della «benevolenza critica» è riconosciuto e riconoscibile: Giovanni Toti. 1)

Giovanni Toti (a destra) con Matteo Salvini (foto Ansa)

Questo (per nostra fortuna n.d.r) ha scongiurato la nascita del governo neutrale del post precedente, inaugurando, contemporaneamente, la nascita dell’ opposizione selettiva per Berlusconi.

Quello che comunque conta è che adesso ci sono i numeri per l’intesa Lega-M5S che oggi concorderanno i dettagli (forse)…

Fonte: sole24ore

 

 

 

 

 

 

 

 


1)https://www.corriere.it/politica/18_maggio_10/politica-giovanni-toti-delfino-berlusconi-che-ha-sbloccato-governo-la-benevolenza-critica-9754ae94-5429-11e8-9a5b-9f97999a0713.shtml?refresh_ce-cp

Chissà se va

Questo è lo spirito del governo servile che si sta cercando di impiantare a Palazzo Chigi con un inciucio M5S-PD. Il M5S ormai, al di là dei suoi programmi, deve la sua forza elettorale a un voto motivato in gran parte da aspettative assistenzialistiche (reddito di cittadinanza, rectius di sussidio a chi risulta disoccupato, trasferimenti meridionalisti),  quindi è legato a quelle aspettative; anche il PD deve la sua residua forza a categorie ampiamente improduttive e ai legami col mondo bancario. La  sinergia tra questi due partiti sarà quindi necessariamente nel senso di aumentare la tassazione e i trasferimenti, oltre che di obbedire alle richieste della c.d. Europa e dei c.d. mercati.

Marco Della Luna

http://marcodellaluna.info/sito/2018/04/23/pd-m5s-un-governo-per-il-fmi/

Referendum molisano

Alla luce degli ultimi sviluppi delle consultazioni del presidente del Senato, la situazione attuale è che il movimento cinque stelle è favorevole ad un contratto di governo con la Lega di Salvini e aperto anche ad una collaborazione non ostile con i suoi alleati di centro-destra.

Personalmente non mi piace molto la parola contratto in un contesto politico, ma posso capire che, dopo la vittoria nelle elezioni del 2013, essere stato messo in naftalina dall’escamotage di Napolitano ( che si inventò la alleanza destra-sinistra) non sia piaciuto a Di Maio e agli allora grillini.

Sicuramente le parole del comunicato, letto da Di Maio, sono state scelte con cura gesuitica e lasciano margini di manovra anche a Berlusconi e a Giorgia Meloni se non ne faranno una questione di prestigio personale.

Dato che in Italia le feste vanno santificate, se ne riparlerà La settimana prossima (ci vuole l’articolo nel complemento di tempo determinato); ma nel frattempo anche una parte dell’elettorato avrà modo di esprimersi con le regionali del Molise.

Qui è possibile votare esprimendo il contrassegno solo della lista e, se non entra in conflitto con le vostre scelte personali, è un modo che hanno anche gli elettori di dare informazioni aggiuntive.

https://www.tpi.it/2018/04/19/elezioni-molise-2018/

Chi non vuole governare?

Ne discutevano anche stamattina gli esperti di turno alla TV partendo da quella proposta dei 5 stelle di governare con la Lega.

In effetti i numeri ci sono (anche se politicamente questa sembra più una mossa per rompere la coalizione di centro destra).

Ma il vero problema è che la risoluzione dei problemi dell’Italia non si può avere all’interno degli accordi europei ed internazionali .

“Un popolo non può essere libero se non ha sovranità. Non accettiamo che il nostro destino sia deciso da organismi burocratici non eletti e da banche internazionali che sfruttano i popoli. Noi esigiamo il ripudio di tutti i debiti da usura verso le banche centrali, la creazione di una Moneta di Popolo, dichiarata proprietà dei cittadini che non viene prestata e quindi non crea debito o inflazione e la nazionalizzazione della Banca d’Italia. Noi invochiamo il ritorno in mani italiane di aziende storiche svendute a stranieri, una politica contraria alle delocalizzazioni e che favorisca il ritorno in Italia delle aziende già delocalizzate. Noi auspichiamo un rilancio dell’IRI che possa ridare slancio a tutta l’economia italiana…
(omissis)
Il nostro popolo deve essere padrone della sua moneta, della sua casa, della sua sicurezza e delle sue strade o non sarà mai libero!
Noi esigiamo l’uscita dell’Italia da UE, EURO e NATO e l’affermazione di una politica di amicizia e collaborazione con la Russia”.

Come avrete capito il brano citato è tratto dal programma elettorale di Italia agli italiani che ha ottenuto lo 0.49% di voti e nessun seggio.

Ma Roberto Fico temo diventi subito una Boldrini che propone lo jus soli e  simili piddiate, al solo scopo di far divergere le due formazioni populiste che  possono e devono governare insieme su un programma minimo di riforme e unite di fronte alla UE.  C’è il rischio che  l’Italia perda una occasione storica – la propria liberazione –  che non si ripresenterà.(1)


  1. https://www.maurizioblondet.it/guardate-governa-sempre-gentiloni/
  2. Leggi anche https://bondenocom.wordpress.com/2018/03/27/di-maio-sa-cosa-sono-i-costi-della-politica/

Centrodestra?

Evidentemente Carlo Bertani ignora che Padoan ha già presentato il DEF che vincola il nuovo governo ai voleri europei e quindi non si spiega il temporeggiare di Mattarella nel conferire l’incarico di governo.

Delle varie considerazioni che poi fa sugli altri partiti qui estraiamo quelle sul centrodestra:

Se partiamo dalla ripartizione per ricchezza italiana, l’indice di Gini ci racconta che il 10% della popolazione gode di circa il 50% della ricchezza. Ciò significa un reddito pro-capite di queste 6 milioni di persone è all’incirca di 150.000 euro annui. Mentre per i restanti 54 milioni è di circa 18.000 euro annui.

Ovvio che queste cifre sono soltanto indicative e vanno prese con il beneficio d’inventario delle statistiche: servono, però, a comprendere le differenze. Ora, Forza Italia ha sempre avuto un programma elettorale centrato sul calo delle tasse, e questo è proprio quello che cercano i possessori di grandi ricchezze. Ogni calo delle tasse significa un taglio al welfare o ad altri servizi essenziali, ma a loro non interessa: hanno soldi per curarsi dai migliori medici, mandano i figli alle scuole private, ecc.

Il loro Capo, Berlusconi, incarna proprio il tipo di persona che loro desiderano: l’uomo che evade le tasse, che corrompe, che sgomita per affermarsi, che ha in spregio la legge.

Ma, l’elettorato della Lega, è così ricco? Da chi è composto?

Chi vota la Lega vuole pagare meno tasse, è vero, ma perché lavora. E’ soprattutto composto da artigiani, piccolissimi imprenditori, professionisti, ma anche operai. Vuole pagare meno tasse perché suda per mettere insieme le migliaia di euro che deve pagare ogni anno, ha sognato che liberandosi del Sud le cose migliorassero, poi ha sognato che l’Europa fosse la manna che piove dal cielo: oggi, chiede senza più cercare capri espiatori.

Come si possono mettere d’accordo due istanze così distanti?

Riescono a stare insieme soltanto per il potere mediatico, per battute e barzellette, per le personificazioni di “maschi alfa” che rivendono all’elettorato femminile ma, una volta al governo, hanno sempre agito come Robin Hood al contrario. E chi pagò? La Lega Nord, giunta ad un soffio dall’estinzione. Meno di quanto pagò Forza Italia, segno che il “malessere” dei grandi ricchi trovava risposte: meno che mai, Monti “risolse” i problemi finanziari colpendo le pensioni dei lavoratori, un altro gesto in linea con Berlusconi. Colpisci tante formichine e lascia stare i potenti: poi, le formichine si sono incazzate.

Come ha “ricostruito” la Lega Salvini?

Anzitutto scrollandosi di dosso il passato: via il “Nord” e via il simbolo del quale – come molti sapranno – era proprietario Berlusconi. Nel 1994, dopo la caduta del primo governo Berlusconi, Bossi lo insultava ripetutamente e, dalle querele conseguenti – che Berlusconi, facilmente, vinse – la Lega Nord perse la proprietà del simbolo, che Berlusconi ottenne in cambio di parecchie centinaia di milioni di lire che Bossi avrebbe dovuto pagare.

Salvini ha sì, allora, centrato l’interesse sulla lotta all’immigrazione: poi, però, s’è reso conto che l’argomento era di difficile “presa” su chi lavorava fianco a fianco con stranieri. Ossia, andava bene il vecchio andazzo “ci rubano i posti di lavoro” poi, rendendosi conto che la questione del lavoro è più vasta – c’entra più la delocalizzazione che l’immigrazione e, più d’ogni altra cosa, l’automazione – ha capito che la realtà era più complessa e richiedeva un diverso approccio, soprattutto in chiave europea.

A quel punto, Salvini andò ad occupare una posizione che era, in parte, comune alle tematiche del M5S, ampliando il suo consenso anche in aree che prima gli erano precluse.

L’avvicinamento fra Salvini e Di Maio non è strumentale, ossia non è dovuto alla semplice somma aritmetica, bensì i due elettorati hanno molti punti in comune, più di quelli che ha con Berlusconi (che la vecchia Lega non ha mai amato e sempre solo sopportato per necessità) e si è trovato con un “compagno di strada” verso il quale, subito dopo le elezioni, non lesinava complimenti.

Carlo Bertani

http://carlobertani.blogspot.com/2018/03/uovo-di-pasqua-2018.html

A noi ci ha rovinato il calcio

Non solo perché la gente invece di documentarsi tifa per la destra o la sinistra (che si sono rivelate perfettamente intercambiabili), ma perché adesso si preoccupa per la “formazione” del governo.

A parte che è un compito che spetta a chi sarà designato dal presidente della Repubblica, ci hanno ossessionato col problema della governabilità che non è una questione di numeri,  ma di idee.

Dovrebbe essere ormai chiaro (almeno a chi ha letto l’articolo precedente) che l’Italia ha progressivamente ceduto la sua sovranità a organismi sovranazionali e noi abbiamo inserito i loro vincoli nella Costituzione.

Quindi, per tornare alla metafora calcistica iniziale, la partita si giocherà su altri tavoli e non è detto che i giocatori siano all’altezza.

L'uovo del serpente

L’articolo di Franco Berardi Bifo, pubblicato su Micromega, si sta ormai diffondendo in rete e, come ha notato qualcuno su facebook la prima parte è una lucida analisi del presente e, come tale, la riportiamo:

In piazza del Quirinale la sera del 12 novembre una folla grida a perdifiato: “Galera galera”. E’ il popolo italiano, che vuoi farci. Feroce con i tiranni che paiono scivolare giù dal piedistallo, dopo averli adorati quando erano trionfanti. Ma questa volta il branco non è solo feroce, è anche stupido.

Credono che Berlusconi esca di scena, ma la verità è che stiamo assistendo al capolavoro finale di Berlusconi, che lui lo sappia o no, che lui abbia o meno l’energia e l’intelligenza per portare fino alla conclusione la sua avventura anarco-autoritaria. Se il povero vecchio mammasantissima non reggesse all’emozione e al cardiopalma ci sarà qualcuno che prenderà il suo posto, più giovane e più freddo, per condurre in tragedia quella che finora a ieri è stata una farsa costosa e pericolosa. Ricapitoliamo i fatti, per dissipare la nebbia auto-consolatoria scalfariana.

La Banca Centrale Europea ha mandato una lettera-diktat, anzi più d’una. Con l’arroganza del proprietario che esige obbedienza assoluta dai sudditi, chiede di rinunciare ai diritti sindacali, impone un rinvio dell’età pensionabile, esige la privatizzazione dei beni pubblici. Obbedienza assoluta all’indiscutibile forza dei numeri.

Berlusconi ha ricevuto la lettera della Banca Centrale Europea e ne ha fatto il suo programma. Ma avendo altro cui pensare, si è presto reso conto di non aver la forza per applicarlo. Ha quindi passato la mano allo zelante Napolitano e agli storditi faccendieri del centrosinistra. Hanno convocato un consulente della Goldman Sachs, un ragioniere della classe finanziaria di nome Mario Monti e l’hanno fatto santo. Suo compito è applicare il programma di Berlusconi con ferocia bocconiana.

Può darsi che il vanesio cavaliere non si renda conto ancora a pieno del suo trionfo, ma Bossi l’ha capito subito: Opposizione è bello. Ci rifacciamo la verginità e guidiamo il popolo contro la plutocrazia. E la voce della verità, l’innocente Scilipoti ha già cominciato ad attaccare la congiura giudeo-massonica. Scilipoti non usa queste parole difficili, ma il suo intervento alla Camera del 12 novembre è tutt’altro che stupido: mentre il governo Monti si affannerà a eseguire il programma che noi gli abbiamo lasciato in eredità, noi scateniamo la furia populista del nazionalismo antieuropeo. L’esercito di mafia, l’esercito razzista del nord, l’esercito dell’evasione fiscale e dell’abusivismo edilizio si preparano a dissotterrare l’ascia di guerra, che hanno seppellito negli ultimi quindici anni per la semplice ragione che avevano nelle mani le leve del governo.

Mentre i probi esattori fiscali della Goldman Sachs taglieggiano e privatizzano la società italiana, Berlusconi e Bossi si ripresenteranno alla testa di un’armata populista antieuropea.

E’ l’uovo del serpente, quello che stanno covando i probi consulenti della Goldman Sachs.

Nel 1992 il padronato italiano usò la crisi finanziaria e il crollo della prima Repubblica come occasione per attaccare l’organizzazione operaia e per imporre un modello di rappresentanza politica maggioritaria che favorisse la governabilità, cioè riducesse la democrazia e accelerasse i processi di privatizzazione e razionalizzazione capitalista. Una banda di onesti cretini si impadronì della scena per un po’ (chi si ricorda più di Mario Segni?).

Da quella fase di moralizzazione e razionalizzazione è venuto fuori Berlusconi.

Bravi, ottimo risultato. Negli anni ’80 Veltroni aveva detto di lui che era un uomo di sinistra.

Dopo la crisi del governo Berlusconi del 1994, quando era al governo e avrebbe dovuto colpire il monopolio di mafia della comunicazione, il centro-sinistra si accordò con lui per “non toccare le sue televisioni”, cioè per accettare con un accordo mafioso il regime di illegalità in cui Mediaset era nato e cresciuto (come rivela una successiva dichiarazione di Violante alla Camera).

Adesso si parla di crisi della Seconda Repubblica: è l’occasione per distruggere quel che resta della democrazia e soprattutto per sottomettere compiutamente la società all’azione predatoria della finanza.”

l’intero articolo segue al link http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/11/14/franco-bifo-berardi-la-caduta-di-b-e-luovo-del-serpente-di-goldman-sachs/

annotiamo che “L’uovo del serpente” è un film di Bergman del 1977 e deriva da un’espressione biblica del libro di Isaia