Pastificio?

Un recente articolo di Arnaldo Aleotti, nel suo blog che potete leggere al link http://albo-pretorio-bondeno.blogspot.com/2012/08/ma-come-sono-splendidi.html, ha ripreso la vicenda, non ancora chiarita,  del pastificio a Bondeno.

Nel frattempo un nuovo articolo (10 agosto 2014) : http://albo-pretorio-bondeno.blogspot.com/2014/08/pietra-tombale.html

sembra aver posto la parola fine all’intera vicenda.

Avevamo ospitato anche su bondeno.com un paio di interpellanze del PD che riportiamo qui per comodità.

Ci piacerebbe sapere quali sono gli sviluppi aggiornati,  da chiunque (in primis i nostri amministratori) ne è informato.

Fotovoltaico e pastificio

E’ necessario fare alcune riflessioni sulla decisione di adibire 2,5 ettari del fondo Zanluca all’installazione di un impianto solare fotovoltaico per la produzione di energia, attraverso la concessione del diritto di superficie ad un privato. La politica della Regione Emilia Romagna è quella di favorire la collocazione di questo tipo di impianti sui tetti, sui terreni dismessi ed in ogni caso in modo da non consumare nuovo territorio e salvaguardare il terreno agricolo destinato a produzione di derrate alimentari. Vi è stata anche una zonizzazione cartografica nella quale sono stabilite le limitazioni territoriali per la collocazione di questi impianti. Quindi un’indicazione precisa che favorisce gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed allo stesso tempo salvaguarda la vocazione alla produzione agricola di qualità del nostro territorio. Tornando a Burana, non è sbagliato collocare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia in una piccola porzione del fondo Zanluca. Siamo dentro al limite massimo del 10% della superficie totale del terreno stabilito dalla Regione. Vari Comuni hanno già seguito questa strada e altri lo faranno. Sarebbe, però, importante pensare che, oltre a distogliere terreno agricolo dalla produzione di derrate alimentari per utilizzarlo per la produzione di energia, nel nostro territorio comunale vi sono molti edifici pubblici i cui tetti possono essere utilizzati per impianti fotovoltaici. Siccome anche questo è già stato fatto, con ottimi risultati, da altri enti locali e, al contrario di quanto ha affermato l’assessore Vincenzi, vi sono ditte che ogni giorno sono alla ricerca continua di spazi per collocarvi i loro impianti, perché non si è pensato di fare anche questo? Non è vero che nessuna ditta è disponibile a collocare impianti sui tetti. Tutt’altro. Perché, quindi, non utilizzare in questo modo i tetti degli immobili presso lo IAL, o quelli delle scuole, dell’ex liceo, la prossima sede dei vigili del fuoco e di altri edifici comunali? Si potrebbe utilizzare in questo modo anche la discarica esaurita di Via Cavo Napoleonico, la cui manutenzione post mortem rappresenta un costo importante per la nostra collettività e che, impiegata in questo modo per produrre energia, invece potrebbe essere una risorsa importante. Alcuni edifici comunali hanno ancora il tetto in eternit. Quale migliore occasione per sostituire il tetto e a farne uno nuovo con annesso impianto fotovoltaico? Sto facendo proposte reali che spero questa amministrazione prenda in considerazione. E’ importante lavorare per produrre energia da fonti rinnovabili ma sono convinto che dovremmo arrivare a farlo salvaguardando il più possibile le nostre produzioni agricole rivolte all’alimentazione umana e animale. Ecco perché sarebbe importante che le centrali a biogas utilizzassero gli scarti delle produzioni agricole e i liquami e non il mais o il sorgo e che fossero gestite davvero da aziende agricole e non da industrie camuffate e che per gli impianti solari fotovoltaici si utilizzassero sempre più i tetti esistenti, i parcheggi e le aree dismesse e il meno possibile il terreno agricolo destinato alla produzione di derrate alimentari.

Giovanni Nardini

Consigliere Comunale PD Bondeno

(Articolo letto 73 volte)

Gruppo Consiliare Partito Democratico

INTERPELLANZA
ex art. 77 regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale del Comune di Bondeno (Fe)

Sig. Sindaco
Signori della giunta
In questi mesi sentiamo parlare di un pastificio che porterà 300 posti di lavoro per i nostri concittadini e che andrà ad essere eretto nell’area ex zuccherificio, circostanza lieta che tutti noi auspichiamo
Purtroppo come consiglieri della minoranza non riusciamo a condividere le gioie di questi progetti in quanto non esistono agli atti del protocollo atti depositati ma pare siano trattative private e al momento riservate tra gli amministratori , gli uffici tecnici e lo studio di progettazione con sede in Svizzera denominato Progenal – Enumplan , se ho ben compreso .
Leggendo l’articolo di oggi del Resto del Carlino di Ferrara apprendiamo che nel 2014 sarà finito come peraltro lo apprendiamo da due bellissimi cartelli con bandiere che svettano nell’area destinata a diventare sede della fabbrica

Tutto ciò premesso
FACCIO FORMALE ISTANZA
affinchè il Sig. Sindaco Ing Alan Fabbri possa urgentemente riferire al primo Consiglio Comunale utile e rispondere alle seguenti domande :
1) leggendo l’articolo del Resto del Carlino di quest’oggi sorge spontanea la domanda e dica cortesemente a tutta la cittadinanza quale azienda è la ditta proprietaria , quali sono i soci con nome e cognome proprietari delle quote della società , che costruirà il pastificio che sarà pronto per il 2014 ?
2) dica cortesemente al Consiglio Comunale e alla cittadinanza tutta il progetto come si svolgerà e dove possono i potenziali dipendenti che vogliono essere assunti depositare le loro domande di assunzione ?

Consigliere Capogruppo Pd Patrizia Micai
Bondeno, 15 novembre 2011

Aggiornamento in PDF del 15-5-2014

e articolo http://www.bondeno.com/2014/10/04/zuccherifici-pastifici-e-feste-di-piazza/

La Centrale conviene?

Lo studio condotto dal dott. Mirco Andreotti ed Elisa Samori’ dimostra che la produzione di energia da biomassa e’ molto meno efficiente della produzione da fotovoltaico. Si deduce quindi che i terreni sottratti alle colture per generi alimentari e utilizzati per soddisfare il fabbisogno di centrali a biomassa sono decisamente maggiori di quelli che sarebbero necessari per la stessa produzione di energia da fotovoltaico.

A seguito di questi risultati gli autori sono a favore del fotovoltaico, piuttosto che alla biomassa, ma e’ chiaro che non ci si deve basare solo ed esclusivamente su un metodo, in quanto la produzione di energia deve basarsi su diverse tecnologie che siano complementari fra di loro. La produzione di energia deve essere un insieme di fotovoltaico, biomassa etc etc ma tutto deve essere misurato e rapportato al territorio interessato al fine di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse e di aver il minor impatto ambientale.

In merito al fotovoltaico e’ doveroso sottolineare che si dovrebbero sfruttare i tetti e le infrastrutture con le quali abbiamo gia’ modificato il territorio, in questo si hanno diversi vantaggi: produzione e consumo prevalentemente locale, che quindi non necessita di trasporto e trasformazioni, e non si sottrae terreno all’agricoltura.

In conclusione gli autori ritengono che con uno sforzo da diversi fronti si possano trovare le migliori soluzioni, ma questi sforzi devono anzitutto partire dalla politica, la quale deve affidarsi ai suggerimenti che derivano dagli studi scientifici e deve intervenire sull’economia della produzione di energia al fine di favorire e incentivare la migliore tecnologia o la migliore scelta.

In merito a Bondeno, gli autori apprendono con piacere che si sia abbandonato il progetto della centrale a olio pensata per l’ex zuccherificio.

In merito alla centrale a biogas, che sia verde non ci sono dubbi, ma il fabbisogno di terreni, se confrontato con un equivalente fotovoltaico fa riflettere. Pensiamo infatti che la centrale a biogas necessita di circa il 10% della superficie agricola utile del Comune di Bondeno, mentre un fotovoltaico equivalente necessiterebbe di circa lo 0.5%.

Da notare che tali impianti soddisferebbero circa il 10% del fabbisogno di energia elettrica annuale dei cittadini di Bondeno. Ovviamente solo fotovoltaico non sarebbe pensabile, in quanto comunque una centrale a biogas fornisce anche energia per riscaldamento, che dal fotovoltaico e’ piu’ complessa da estrarre, di contro solo biomassa significherebbe impiegare tutta la superficie agricola utile.

Nello studio condotto non sono stati trattati nessun aspetti economici, in quanto gli sforzi si sono concentrati esclusivamente sulla parte di bilancio energetico e di impatto ambientale.  Sarebbe interessante avere da parte di esperti una valutazione anche in termini economici.

Segnaliamo i link per scaricare la sintesi dello studio condotto e la tesi completa:

http://docente.unife.it/mirco.andreotti/allegati/BiomassaFotovoltaico.pdf

http://docente.unife.it/mirco.andreotti/allegati/TesiLaureaElisaSamori.pdf

dott. Mirco Andreotti, Elisa Samori’

Ancora sulle centrali a biogas

foto di Lauro Casoni

Su wikipedia, sotto la voce biogas, appare nelle note un nostro articolo e precisamente questo; per completezza citiamo anche gli altri sullo stesso argomento (il primo in particolare, contiene due interessanti articoli tecnici, scaricabili):

http://www.bondeno.com/2011/01/12/la-centrale-conviene/

http://www.bondeno.com/2011/11/16/fotovoltaico/

Di seguito l’articolo originario:

Ho assistito all’incontro, svoltosi al centro sociale di Borgo, in merito alla centrale a biogas prevista in Via Frattina. Il Comitato Vigarano Pulito ha gestito la serata con molto equilibrio e buon senso. Mi corre l’obbligo di rilevare come 2 dei 3 candidati a Sindaco presenti, sebbene facciano parte di forze politiche che vogliono le centrali nucleari nel nostro paese, si siano scoperti novelli ambientalisti schierandosi contro le centrali a biogas. Sono i miracoli della campagna elettorale. Sulla situazione di Via Frattina sarà l’Amministrazione Comunale di Vigarano ad approfondire le tematiche in discussione, tenendo conto degli interessi legittimi dei cittadini che abitano nella zona. Sul tema delle centrali a biomasse in generale, voglio sottolineare la contraddittorietà della normativa di riferimento e la necessità urgente di linee guida da parte della Regione per evitare situazioni al limite dell’assurdo. Questo tipo di centrali è gestito da imprese agricole che hanno fior di contributi comunitari per 15 anni. Al tempo stesso, queste centrali sono industrie insalubri che, ai sensi della normativa vigente, non devono nuocere alla salute del vicinato per quanto riguarda lo scarico di acque reflue, le emissioni in atmosfera, gli odori, i rumori, le vibrazioni e i campi elettromagnetici. Se un’abitazione è circondata da centrali a biogas, come succede a Bondeno in Via per Zerbinate, chi vi abita come può non essere danneggiato dalla presenza della centrale? Come si può negare che a volte vi siano miasmi insopportabili? Le linee guida regionali sono importanti per definire le distanze dalle abitazioni, il numero e la localizzazione degli impianti e, magari, a mio avviso, per considerare in maniera diversa le aziende agricole che impiantano una centrale a biogas legata alla propria attività utilizzando gli scarti di produzione o i residui dell’allevamento, rispetto a quelle che sono più che altro società di scopo, nate solo per produrre energia, senza nessun collegamento con l’agricoltura. In questa situazione normativa stiamo assistendo ad una corsa al biogas senza nessuna vera regola. Ad oggi non si sa nemmeno quante siano le domande depositate nell’intero territorio provinciale perché le autorizzazione per le centrali con potenza inferiore ad un 1mw elettrico possono essere richieste esclusivamente ai Comuni. Facendo alcune verifiche, si scopre che società diverse, che hanno richiesto l’autorizzazione in Comuni diversi, hanno lo stesso rappresentante legale, gli stessi soci e la stessa sede legale, che non è presso un’impresa agricola, bensì presso un commercialista! Si scopre che alcune società, che dovrebbero avere ad oggetto l’esercizio esclusivo dell’attività agricola, presentano richiesta di autorizzazione di impianto a biogas mesi prima di essere iscritte nel registro delle imprese agricole! Oppure che non hanno la conduzione di terreni tale da sostenere un impianto a biomasse e nemmeno hanno in essere contratti con eventuali fornitori. Credo che le contraddizioni siano fin troppo evidenti. Vanno risolte a tutela delle vere imprese agricole che vogliono produrre energia, a tutela dei cittadini e degli interessi collettivi, con una normativa e con regolamenti attuativi più chiari e puntuali, che tengano conto della realtà.

Giovanni Nardini

Consigliere Comunale e Provinciale PD
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