Le strade sono sempre più colme di un assordante silenzio, interrotto solo dal rumore di qualche televisore, baby-sitter e governante insieme per gente trincerata in casa e isolata dal resto del mondo. Non esiste più l’abitudine della passeggiata in piazza, della convivialità e del ritrovarsi insieme; non esistono più i tanti negozi davanti ai quali soffermarsi, triturati nei vortice della grande distribuzione, o della sconsolante abitudine ad acquistare fuori dal paese; tante attività, anche storiche, hanno chiuso i battenti e altre sono sul punto di farlo, senza essere rimpiazzate. Il paese, così, sta gradualmente trasformandosi in un demoralizzante dormitorio, che sembra risvegliarsi solo in alcune occasioni in cui si cerca di rinverdire, senza riuscirci, momenti non solo felici e indimenticabili della vita di Finale, ma anche di un certo spessore culturale e comunitario. Mai un’iniziativa pubblica, mai una proposta ad hoc degna delle nostre migliori memorie. Solo, occasionalmente, qualche sprazzo di luce dovuto all’indefesso sforzo e alla strenua determinazione di volontari incalliti. Non esistono più in paese luoghi di aggregazione deputati e adatti ad una vita di socialità e di ritrovo, depauperato improvvidamente anche di quel “tendone”, un po’ scomodo e bruttino a dire il vero, che tuttavia svolgeva il suo ruolo primario e fondamentale, consentire cioè ai Finalesi di godere di una qualche forma di spettacolo senza dover andare nei paesi limitrofi, tutti attrezzati al riguardo; o di utilizzare la struttura per incontri o eventi di vario genere. Che fare allora? lo credo sia necessario che i cittadini tutti si risveglino da questo torpore e attivino le loro indiscusse qualità – fantasia, concretezza, impegno, determinazione-che, unite ad un maggiore coinvolgimento dei giovani, possano infondere nuova linfa alla rinascita del paese. Ma ancor più fermamente credo che serva la convinta e caparbia volontà di chi si è assunto l’onere e l’onore di governare la nostra cittadina per uscire da questo sconveniente stallo, che dura ormai da troppo tempo e che da troppo tempo avvilisce e mortifica il nostro Finale!
Isa Guidetti in Piazza Verdi, marzo 2018