I vestiti nuovi dell’imperatore

E’ una fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837 nel volume Eventyr, Fortalte for Børn (“Fiabe, raccontate per i bambini”). Il titolo originale è Keiserens Nye Klæder.

La fonte da cui ha tratto ispirazione Andersen è una storia spagnola riportata da Don Juan Manuel (1282-1348), la XXXII dell’opera El Conde Lucanor.

Il racconto appartiene al bagaglio culturale condiviso di tutto l’Occidente e i riferimenti a questa fiaba nella nostra cultura sono onnipresenti.
La potete leggere su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/I_vestiti_nuovi_dell%27imperatore

Quello che a noi interessa in questa sede è far notare che, dalla vicenda greca, emerge il volto di una Europa tutt’altro che benevola nei confronti del benessere delle popolazioni, ma attenta solo a tutelare le banche nell’esclusivo interesse dell’oligarchia finanziaria che privatizza i profitti e socializza le perdite.

A titolo di esempio (ma potete leggere utilmente il quaderno di Bondeno.com qui allegato) citiamo un recente articolo http://vocidallestero.it/2015/07/09/conseguenze-della-grecia-italia-e-spagna-hanno-finanziato-sotto-banco-il-salvataggio-delle-banche-francesi/

Quale Europa? by araba fenice

https://www.scribd.com/embeds/240978216/content?start_page=1&view_mode=scroll&access_key=key-6Oz2dmGL7HIk4f5bxJPs&show_recommendations=true

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9 Responses to “I vestiti nuovi dell’imperatore”

  1. Una volta le favole si raccontavano per educare il popolo, adesso si raccontano per ingannarlo.

    #1280
  2. Il potere non perde tempo in baruffe; gli bastano alcune paginette d’intenti, e uno scopo: a esso tutto subordina, a qualsiasi prezzo, di popoli, paesi e vite.

    The post Il fallimento della controinformazione [Alceste] appeared first on PAUPER CLASS.

    #1281
  3. Dall’intervista a Varoufakis:”Non è che non sia andata bene, è che proprio vi è stato un netto rifiuto di entrare negli argomenti economici. Di netto. Poni in luce un argomento su cui hai veramente studiato, per far si che sia logicamente coerente, e ti guardano con degli sguardi vuoti. E’ come se tu non avessi parlato, quello che rispondono è indipendente da quello che tu hai detto. Potresti anche aver cantato l’inno svedese,ed avresti la stessa risposta. E questo è incredibile per chi è abituato ad un dibattito accademico. La controparte non risponde mai. Non c’è mai stata una discussione. Non è stato neppure un problema, semplicemente era come se una parte non avesse mai risposto”.
    http://scenarieconomici.it/estratto-dellintervista-a-varoufakis/
    Ha detto di aver trascorso il mese scorso ad avvertire il gabinetto greco che la BCE avrebbe chiuso le banche della Grecia per imporre un accordo. Quando lo avessero fatto, egli era pronto a fare tre cose: emettere pagherò denominati in euro; applicare un “haircut” sui bond greci emessi nel 2012, con una riduzione del debito della Grecia; e prendere il controllo della Banca di Grecia sottraendolo alla BCE.

    #1282
  4. Come 74 anni fa, la risposta tedesca è stata un “arrendetevi senza condizioni”: all’epoca, i panzer scesero rapidamente a Marburg, Lubjana, Zagabria, Sarajevo, Belgrado, Sofia, Salonicco ed issarono la bandiera nazista sul Partenone. Poi, arrivarono gli italiani, che erano ancora fermi a Gianina, sui monti dell’Epiro. Oggi – metaforicamente – Schauble (il vero Mefistofele della vicenda) ha dato nuovamente l’ordine a Guderian di fare piazza pulita – con ogni mezzo – della resistenza greca. Il generale Tsipras è stato obbligato a chiedere un armistizio: tre giorni di tempo per consegnare 50 denari, 50 denari che equivalgono – approssimativamente – al valore delle Cicladi, o delle antichità greche. Il resto lo pagherà il popolo greco, in comode rate da fame.
    http://carlobertani.blogspot.com/2015/07/blitzkrieg.html

    #1283
  5. Qualcosa è davvero cambiato, ma non la sostanza: semplicemente l’oligarchia europea ha dato retta a Machiavelli e ha pensato che non è più tempo di provare ad essere amata dopo l’impoverimento generale che ha provocato, ma è venuto il momento in cui è più opportuno essere temuta. Una bella lezione ad Atene eviterà per il futuro ribellioni in altri e più importanti Paesi, farà abbassare la cresta ai tentativi di restaurazione democratica.
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/07/15/leuropa-e-il-tiranno-finanziario-si-affidano-a-machiavelli/

    #1284
  6. l’Europa di cui oggi si parla non è altro che un sistema normativo e un apparato tecnocratico finalizzati a promuovere il completo dominio sulla società dell’economia dei mercati finanziari globalizzati: il loro carattere sovranazionale serve appunto ad aggirare gli ostacoli nazionali alla circuitazione senza limiti, ed esclusivamente secondo i determinismi di un’economia completamente autoreferenziale, di capitali e merci.

    Ma l’economia globalizzata dei mercati finanziari è a dominanza americana. Ne consegue, sillogisticamente, che l’Europa a favore della quale gli Stati nazionali si stanno privando di molte loro prerogative non serve affatto a inserirli in una nuova potenza continentale indipendente, ma svolge un ruolo esattamente contrario.
    Massimo Bontempelli, Diciamoci la verità sull’Europa, edizioni CRT, Pistoia 2001

    http://www.appelloalpopolo.it/?p=13950

    #1285
  7. il “golpe” condotto contro il governo greco è la dimostrazione empirica, concreta, di quella che fino a due settimane fa sembrava solo il frutto di un’analisi complessa. Ovvero che l’Unione Europea non è affatto uno “spazio politico” entro cui far giocare interessi e programmi socio-politici di ogni tipo, ma una macchina da guerra costruita contro il movimento operaio, i diritti del lavoro, la possibilità stessa di tradurre il conflitto sociale in atti legislativi positivi, in “riforme sociali” di segno progressivo.

    Quindi non possono avere più alcuna possibilità di incidere tutte quelle visioni “riformiste” che non prendono atto di questa realtà istituzionale, transnazionale e tendenzialmente apolide, che però sforna decisioni vincolanti per 500 milioni di persone senza che queste possano mai pronunciarsi nel merito di quelle disposizioni.

    La Grecia è stata per sua sfortuna il laboratorio in cui questa realtà si è manifestata con particolare chiarezza e durezza.
    http://contropiano.org/politica/item/31904-eurostop-ue-irriformabile-serve-un-movimento-che-punti-alla-sua-rottura?acm=4968_1087
    hýbris riflette un’azione delittuosa oppure un’offesa personale compiuta allo scopo di umiliare, il cui movente è dato non da un utile ma dal piacere, dall’orgoglio di sé che l’autore dell’atto traeva dalla malvagità dell’atto stesso, mostrando la sua superiore forza sulla vittima.

    #1288
  8. Quindi, essendo ormai affondati nel nuovo Vecchio Regime euro, non sapendo noi fare la Rivoluzione, rivolgiamo una Supplica a Lorsignori:

    “Umilmente ci rivolgiamo alle Signorie Vostre, pregiatissimi Farabutti e Milionari pubblici, esimi Ladri e Dilapidatori di denaro dei bisognosi, per supplicarvi di emanare un necessario provvedimento:

    Ordinate, vi preghiamo, ai Vostri Sbirri, Bargelli e Uffiziali che trovassero un Precario o un Disoccupato in violazione di qualcuna delle vostre leggi (la cui durezza voi non sapete neanche cosa sia) di calcolare l’ammontare della sanzione pecuniaria in percentuale al reddito reale del malcapitato. O se – come accade sempre più spesso – il reddito dei malcapitati è da molto tempo pari a zero, vorreste gentilmente sostituire la multa con una semplice bastonatura? Il precedente Ancien Régime faceva così, con reciproca soddisfazione del bastonatore e del bastonato; chè almeno, era gratis”.
    Maurizio Blondet

    #1289
  9. Un sondaggio commissionato dalla CGIL delinea il porto delle nebbie ove si è incagliata la democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante della popolazione esprime un giudizio senza appello sulla Unione Europea e sull’Euro. Essi ci hanno danneggiato economicamente e ci impongono regole che distruggono le nostre libertà. L’80% degli intervistati la pensa in questo modo e la vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni. Nello stesso tempo però si è anche rafforzata la maggioranza di chi non vuole cambiare nulla e teme il salto nel buio di ogni rottura con le istituzioni europee e con la moneta unica. Stiamo perdendo e continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita che della stessa democrazia, ma non abbiamo alternative alla resa. La rassegnazione alla inevitabilità del peggioramento delle proprie condizioni di vita e di libertà, assieme al timore a reagire, sono il brodo di coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione a cui il sistema economico politico che chiamiamo Europa è perfettamente funzionale.
    http://contropiano.org/interventi/item/32136-eurodittatura-e-nuova-resistenza
    In realtà Varoufakis l’aveva trovata l’alternativa (bocciatagli da Tsipras, ovviamente) ; il passo successivo era passare dalla parte dei BRICS.

Cuius regio, eius religio

Cuius regio, eius religio (“Di chi [è] la regione, di lui [si segua] la religione“, cioè i sudditi seguano la religione del proprio governante) è un’espressione latina che ebbe grande rilevanza all’epoca della riforma protestante e anche nei secoli successivi. Indica l’obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del principe del suo stato, sia essa protestante o cattolica[1]. Comunemente si intende riferito alla storia europea del XVI e XVII secolo.

Venne definito nel trattato conseguente alla Pace di Augusta del 1555 dall’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e dalle forze della Lega di Smalcalda per determinare la religione dell’Impero come coesistenza tra il luteranesimo e il cattolicesimo. Il principio sancito ad Augusta significava che i prìncipi e le città libere avevano la facoltà di introdurre la fede luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati cattolici all’interno dell’Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del principe, sia che fosse cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del principe oppure emigrare (grassetto nostro n.d.r.).

Esiste anche la variante “Cuius regio, eius et religio”, nella quale il termine et ha in questo caso funzione rafforzativa (nel senso di “anche”).

In senso lato, il principio del “cuius regio eius religio” implica l’inviolabilità della sovranità nazionale (una nuova concezione di sovranità, che emerge in seno al processo di territorializzazione di un popolo e della sua cultura) e la non ingerenza nella domestic jurisdiction degli stati-nazione[2]

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Cuius_regio,_eius_religio

Quale Europa?

di Luciano Del Vecchio

Per l’Europa dei prossimi decenni rimane dunque l’ipotesi dello stato minimo, o più precisamente, del “niente stato tutto mercato”: la giostra libera della moneta unica a cambio fisso, della banca centrale indipendente, del capitale liberamente circolante, del flusso ininterrotto di merci servizi e carne umana, della maniacale lotta all’inflazione, della cancellazione dei diritti sociali, della riduzione del lavoro a merce, della decomposizione del popolo e della democrazia, dell’irrilevanza del territorio e dei confini: tutti obiettivi della dottrina economica liberista sanciti nei trattati, realizzabili e realizzati sotto i nostri occhi. Gli eurocrati non progettano nessuno stato; non c’è nessuna unificazione politica nella loro agenda; sanno di averla assunta a pura finzione da propagandare e lasciarla credere a milioni di cittadini. Il vero obiettivo mira a espropriare e dissipare sistematicamente la sovranità degli stati storici esistenti, democratico-costituzionali, senza condensarla e innestarla in un nuovo e più esteso organismo politico, ma semplicemente svuotarla diluendola in una pletora di comitati, commissioni, “governanze” ed enti vari transregionali. Non hanno bisogno di uno Stato, ma di un continentale caravanserraglio aperto al Mercato, un unico indistinto spazio stallatico, produttivo, consumatore e finanziario, dove impera la competizione violenta di tutti contro tutti, di cittadini contro cittadini, di autoctoni contro stranieri, di gruppi contro gruppi, di istituzioni contro istituzioni, terra di tutti e di nessuno, campo fertile su cui far attecchire il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), studiato apposta per territori de-istituzionalizzati, sviluppo logico e sbocco giuridico naturale del trattato di Lisbona.

estratto da  http://www.appelloalpopolo.it/?p=11975

E' questa l'Europa che vogliamo?

ERF. Dietro questa apparentemente innocua sigla si cela l’arma definitiva che l’Unione Europea sta preparando per il colpo finale, il furto di tutte le nostre ricchezze e la chiave a doppia mandata per impedire la fuga dell’Italia dalla tonnara dell’Eurozona.

Ogni volta che gli eurocrati immaginano qualche colpo grosso lo nascondono sotto un nome oscuro. Il MES e il Fiscal Compact vennero votati alla chetichella da un parlamento totalmente ignorante di quel che stava approvando, pungolato dall’urgenza messa da un consapevolissimo Monti.
Adesso che i buoi sono scappati i partiti fanno a gara a dissociarsi da assurdi obblighi e onerosissimi impegni già versati, tuttavia il danno è fatto e difficilmente rivedremo qualcosa degli oltre 50 miliardi impegnati a vario titolo nei fondi salva-stati.

Questa cifra iperbolica è una bazzecola a confronto di quanto rischiamo di giocarci con l’ERF o “European Redemption Fund” dato che si parla, per la sola Italia, di oltre mille miliardi. Vediamo di che si tratta. Per essere sicuri che la riduzione forzata del debito prevista del Fiscal Compact avvenga davvero si è inventato un meccanismo diabolico. L’idea sembra orientata alla solidarietà: consentire ai paesi europei con un debito pubblico più alto del limite del 60% del rapporto debito/pil di scaricare tutto il debito in eccesso ad un fondo comune dove possa essere mutualizzato come un super eurobond. Fin qui tutto bene, ma esiste forse ancora qualche anima candida che creda ai “favori” e alla “solidarietà” dell’attuale Unione Europea? Se esiste è bene che si svegli perché la commissione di studio presieduta da un ex banchiere centrale austriaco, una signora dal rassicurante nome di Gertrude Trumpel-Guggerell, e che casualmente non annoverava alcun italiano tra i propri membri, ha deciso che a fronte di questo debito debbano essere poste delle garanzie reali.

Traduciamo: l’Italia scaricherebbe oltre mille miliardi di debito ma a fronte dello “scarico” occorrerà mettere a garanzia beni e oggetti di valore. L’ERF si “mangerebbe” quindi per esempio tutte le nostre riserve auree, beni immobili di pregio, le migliori partecipazioni societarie inclusi i gioielli strategici quali Eni e Finmeccanica e addirittura verrebbe alimentato con una sorta di ipoteca sui futuri introiti fiscali. A quel punto sarebbe un gioco da ragazzi portarci via tutto, basterebbe girare la “manopola” dello spread, per esempio facendo dichiarare alla BCE la propria intenzione di non garantire direttamente il debito monetizzandolo, per precipitarci nel default. A quel punto però l’ERF si incamererebbe tutte le garanzie e noi ci ritroveremmo in ginocchio: svuotati di tutti i nostri beni di valore e con ipotecate per il futuro persino le nostre tasse e le nostre pensioni.

Claudio Borghi Aquilini

Leggi il seguito: http://www.lolandesevolante.net/blog/2014/05/cosi-lue-ci-ruba-le-ricchezze/

Aspettando le europee

di Francesco Carraro.
Avviso ai naviganti. Questo è un messaggio per chi è iscritto, a sua insaputa, al Partito Ipnocratico di Massa. Per appurare se hai la tessera, controlla se sei sotto ipnosi senza saperlo. Osserva i sintomi. Hai intenzione di votare Pd alle prossime elezioni Europee (o uno qualsiasi dei partiti del nuovo arco costituzionale del sonno, Forza Italia e Nuovo Centro Destra compresi)? Hai preso parte alle primarie democratiche? Sei iscritto a un club Forza Silvio? Sei convinto che Renzi sia l’ultima (buona) occasione per l’Italia di uscire dal pantano? Se hai risposto di sì ad almeno una delle precedenti domande la diagnosi è confermata. Ciò che stai per leggere potrebbe svegliarti per cui prosegui solo se ti consideri pronto. Anzi, leggi lo stesso. Alla fine del pezzo ti riaddormenterò di nuovo e non ricorderai più nulla.

Qualcuno ha detto che è meglio illudersi da ignoranti che disperarsi da consapevoli, quindi, forse, dormire è la ricetta giusta.

Vuoi svegliarti?

Vuoti a rendere

Alla vigilia delle elezioni europee, sembra opportuno ricordare il pensiero di Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell’idea di Europa:

Nel “Manifesto di Ventotene per una Europa libera e unita” (1941) ,  Altiero Spinelli scriveva :
“I giovani vanno assistiti con le provvidenze necessarie per ridurre al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. In particolare la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi…

Con la Gelmini si è esteso l’obbligo scolastico fino ai 18 anni di età, ma, di fatto, si è eliminato ogni tipo di selezione e/o differenziazione nel percorso: in un gruppo che deve forzatamente marciare compatto l’andatura la fa il più lento; gli altri si adeguano ma non imparano nulla.

Gli “aiuti”, come suggeriva lo stesso Spinelli, andrebbero dati dopo:

…La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori”.

http://apoforeti.wordpress.com/2013/12/07/vuoti-a-rendere/

Basta tasse!

In realtà, la causa dell’elevato debito pubblico, attualmente di circa 2.100 miliardi, sta nel fatto che negli ultimi trenta anni lo Stato italiano ha pagato più di 3.000 miliardi di interessi.
La soluzione del problema è quindi ridurre il costo degli interessi sul debito ad un livello pari o inferiore all’inflazione, come accade in Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Cina o come si faceva anche in Italia fino al 1981.

Il problema del debito pubblico non è, quindi, un problema di deficit eccessivi, ma di interessi eccessivi.

Dal 1992 lo Stato italiano ha applicato politiche di austerità, cioè di aumento delle tasse, aumentando le sue entrate in modo da avere sempre un avanzo di bilancio (differenza tra spese ed entrate prima degli interessi). Nonostante più di venti anni di politiche di austerità, cioè di imposizione fiscale crescente iniziate con i governi Ciampi e Dini nei primi anni ’90, lo Stato non è poi più riuscito a ridurre il debito pubblico a causa della “rincorsa” degli interessi che si cumulavano. La ragione di questa esplosione di spesa per interessi è che nel 1981 è caduto l’obbligo della Banca d’Italia di comprare debito pubblico calmierandone gli interessi (e dal 1989 si è vietato formalmente, nel Trattato di Maastricht ogni finanziamento dello Stato da parte della sua banca centrale).

Detto in parole semplici, lo Stato italiano è stato obbligato a farsi prestare denaro a costi di interessi dettati dalle banche estere (diciamo dal mercato finanziario estero), quando invece avrebbe potuto continuare a farsi finanziare a costo zero dalla Banca d’Italia.

Gli italiani devono rendersi conto che non è vero che “non si può fare niente” contro il peso del debito pubblico e delle tasse a causa dei trattati firmati e delle posizioni degli altri governi all’interno delle istituzioni europee.
In realtà, un governo italiano competente e che abbia a cuore gli interessi degli italiani invece che del “mercato finanziario” può muoversi anche all’interno dei trattati europei. Il nostro, oltre che un articolo, è anche un appello ai cittadini italiani che trovino convincenti i fatti che abbiamo esposto e diffondano, ovunque possano, questa soluzione pratica al problema del debito, allo scopo di mettere la parola fine alle politiche di austerità che stanno soffocando l’economia italiana.

Luciano Canfora e l'Euro

Luciano Canfora, noto filologo e appassionato studioso di storia antica, ha recentemente dato alle stampe la sua ultima fatica (“Intervista sul potere”, ed. Laterza), una lunga digressione sotto forma di intervista su una moltitudine di temi: dal senso della democrazia a Napoleone, da Mao ai rapporti tra Sparta ed Atene, da Tucidide all’Euro. E proprio sul senso politico e sociale di quest’ultimo dedica l’ultimo capitolo, intitolato significativamente “Elite e popolo”.

Messo sotto fuoco incrociato lo spirito internazionalista, ciò che le élites propongono in sua vece è una poco elegante riduzione linguistica del coacervo di interessi che ha spostato e sta spostando immense somme di denaro dalle tasche dei cittadini alle loro. Ciò avviene nel nome di quella dottrina europeista che riempie quotidianamente pagine di giornali e programmi televisivi. Dottrina che permette all’AD della Fiat di delocalizzare lasciando a casa migliaia di lavoratori. “Non bastano i vantaggi che mi offre l’Italia, dichiara Marchionne, perchè se vado in Serbia posso guadagnare di più…mi da un certo fastidio chi sostiene chi ci siano “dottrine” adatte a giustificare comportamenti del genere. Tutto dipende, ripeto, dai rapporti di forza.”

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Eurasia

http://www.youtube-nocookie.com/v/bR2E7DNEm7c?version=3&hl=it_IT&rel=0

Domenica 11 Novembre si è svolta la conferenza: “La nuova presidenza USA, la Russia, la crisi globale: quale ruolo per l’Europa?”.

Introduce: Stefano Vernole, redattore di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”.

Relatore: Igor Nikolaevich Panarin, politologo russo membro dell’Accademia delle Scienze Militari e docente
 presso l’Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, autore di 15 libri e numerosi articoli di geopolitica, psicologia e guerra dell’informazione, analista di intelligence e di previsione strategica. Ha iniziato la sua carriera nel KGB nel 1976 e ha insegnato presso l’Università Statale di Mosca (MGU) e presso l’Istituto Statale di Relazioni Internazionali (MGIMO).

Organizzazione a cura del Centro Studi Eurasia Mediterraneo (CeSEM).
Per informazioni: segreteria.scientifica@cese-m.eu

http://www.eurasia-rivista.org/la-nuova-presidenza-usa-la-russia-la-crisi-globale-quale-ruolo-per-leuropa/17566/

Il documento

Forse quello che troverete qui scritto, non interesserà a molti, poiché rientra nella mia sfera personale, però lo pubblico per informare ogni cittadino ignaro o “ignorante” come me, che non sa o non ha avuto modo di sapere (decidete voi) di una norma che la legge impone e che tutti dovrebbero conoscere.

Ore 10.00 aeroporto di Roma Ciampino, mi trovo presso la porta d’imbarco, con tutta la famiglia al seguito (mia moglie e due figli minori).
Dopo aver sostenuto la fila d’ingresso in una piccolissima hall di attesa, dove allo stesso tempo si assiepavano circa 1000 persone intrecciate e ammassate tra un imbarco e l’altro (per lo meno 5 contemporaneamente) arrivo alla porta d’ingresso, dove mostro all’impiegato il documento e la carta d’imbarco.
La signorina mi chiede se ho il documento per mio figlio di 8 anni e io gli faccio notare che è sul mio passaporto.
La signorina mi obietta che la normativa è cambiata e che dal 26 giugno scorso, il bambino deve essere munito di documento individuale.

Dapprima credo a uno scherzo, poi mi porta da un funzionario di polizia per avere delucidazioni.
Nel frattempo l’imbarco chiude.
La bile mi sale e il poliziotto in questione mi notifica che purtroppo quel documento (il passaporto) non è più valido, per quanto concerne mio figlio.
Faccio notare all’agente che avevo eseguito regolare check-in online con la Ryanair e che quando avevo inserito mio figlio, con i dati del mio passaporto, come avevo sempre fatto, non mi era stato rifiutato.
Il poliziotto m’invita alla calma ricordandomi che lui è un pubblico ufficiale e facendomi intendere che il mio comportamento avrebbe potuto subire delle conseguenze.
Aggiunge che, questa nuova direttiva, era stata ampiamente divulgata sui media e in tv.

Io gli rispondo che non vedo la televisione da anni e oltretutto penso, che rendere vano un documento (emesso dalla Questura con scadenza 2016, dove io e mio figlio siamo stati regolarmente registrati e accettati) tramite una normativa, meriterebbe, di essere notificato individualmente e non attraverso gli organi di stampa.
Una nuova direttiva europea impone dal 26 giugno 2012 di avere un documento individuale per i minori e invalida quindi l’ammissione avvenuta in precedenza sui passaporti dei genitori.

Mi piacerebbe domandare a voi lettori, in quanti eravate a conoscenza di questa nuova normativa? Naturalmente mi rivolgo a chi già aveva ammesso un minore sul proprio documento, i restanti sicuramente si saranno adeguati, dovendo necessariamente fare un nuovo documento.
Mi scuso ancora per questo personalismo, capisco che molti di voi sono vittime ogni giorno di ben più gravi soprusi.
Perdita del posto di lavoro, aumento tasse, e un sistema europeo dove invece molti non sanno che le regole fiscali imposte, sono dovute all’ingresso in costituzione del Fiscal compact, che con l’obbligo del pareggio di bilancio, contribuisce a eliminare servizi ai cittadini, a chiudere le aziende e togliere posti di lavoro, forse anche questo meriterebbe di essere spiegato nei TG.

Per sapere qualcosa bisogna vedere la televisione, leggere i giornali e ascoltare quindi, perché i politici usano indebitamente i soldi pubblici e poi sono prosciolti, perché Monti è costretto ogni giorno ad applicare normative europee che ci tolgono diritti sul lavoro, tagliano servizi, imponendo lo spending review in modo da salvare la nazione.

Per sapere pertanto, che il mio passaporto con scadenza 2016, per quanto concerne il riconoscimento di mio figlio, non era più valido, lo dovevo apprendere, attraverso i mezzi d’informazione gli stessi che prima m’istruiscono circa i discutibili provvedimenti presi dalle istituzioni e poi, li giustificano a causa del deteriorarsi del quadro macroeconomico.

Vi lascio immaginare la mia reazione, ho chiesto anche l’arresto. Nessuno ha avuto il coraggio di farlo, neanche di fronte alle mie urla ingiuriose, nei confronti di uno Stato che non mi ha tutelato come cittadino, una compagnia aerea che non mi aveva fatto nessuna segnalazione e quindi non mi ha rispettato come cliente, e l’incapacità delle forze dell’ordine presenti, di calmarmi oppure di assumersi la responsabilità di cercare una soluzione.
Potevano rilasciarmi un visto temporaneo? (dovevo andare a Siviglia comunità europea)
Potevano farmi avere un posto in un altro volo? (lasciandomi il tempo di fare un documento, una carta d’identità che per altro ho ottenuto nel giro di un’ora nella mia delegazione di appartenenza)
La legge non “ammette ignoranza” ed io lo sono, specialmente perché certe situazioni si dovrebbero affrontare senza eccessi d’ira, che non fanno bene ai nostri figli, costretti a loro volta ad essere spaventati spettatori e questo è il male più grande della società attuale che ci rende vittime e carnefici allo stesso tempo.

Capisco che avete altro da pensare, lo so che i quasi mille euro persi, per andare ad assistere al matrimonio di un caro amico in Spagna non sono nulla in confronto a quello che ogni giorno v’impongono.
Lo so che molti di voi sono in attesa di un intervento da mesi (personalmente sono 8 mesi che aspetto una chiamata per un intervento di ernia ), lo so che vi hanno messo in cassa integrazione, capisco che quel farmaco che vi serviva non ve lo passano più e siete inferociti, capisco che i vostri figli non trovano uno straccio di lavoro e ciò vi deprime.
Queste situazioni sono molto più gravi dei miei mille euro (circa un mese del mio stipendio) persi, quindi mi rivolgo a tutte le persone che hanno assistito alle mie ingiurie e alle quali ho dato degli omertosi facendogli presente che il loro tacere, di fronte alle altrui avversità, non ripaga, continuare a pensare che finché non tocca a me non mi riguarda, non ci aiuta a essere delle brave persone e dei cittadini consapevoli.

Non mi scuso assolutamente con lo Stato italiano, dal quale ogni giorno di più non mi sento rappresentato, poiché se deve notificarmi un pagamento, me lo invia a casa, mentre se deve invalidare un documento, lascia il compito alla propaganda mediatica.
Non chiederò scusa nemmeno a quei funzionari preposti all’ordine pubblico che non hanno saputo dirmi altro che, “io avrei dovuto sapere”, perchè “la legge non ammette ignoranza”.
Non li perdono perché, nella veste di tutori dell’ordine, non sono stati in grado di prendere una decisione:
-non mi hanno arrestato per oltraggio
-non hanno cercato di calmarmi (mi sarebbero potute scoppiare anche le coronarie, credo che mi abbiano sentito fino a Ciampino città)
– hanno lasciato che continuassi a creare il caos in tutto l’aeroporto senza intervenire.

Questa è l’Italia, ed io ne faccio parte.
Forse solo io non lo sapevo, ma nel caso in cui qualcun’altro non ne fosse a conoscenza, se avete un minore sul vostro passaporto, potete anche strappare quella pagina, tanto non è più valida.

Marco Stugi

http://www.lolandesevolante.net/blog/2012/10/odocumento/