Dormiamo tranquilli

La finanza sembra innocua: non la si vede, non è opprimente, non è invasiva; vive e ci lascia vivere; in fondo, è buona, o, almeno, la si può considerare umana. O no? Sì, è vero: controlla la pubblicità e le bollette, i governi e le grandi organizzazioni sovranazionali; mette al posto giusto i suoi uomini, sulle poltrone più alte, nelle posizioni più importanti; ma insomma, bisogna pur fidarsi un poco, non si può mica vivere nella cultura del sospetto. Non bisogna pensare troppo male della finanza: che cosa sarebbe di noi, senza di lei? Chi finanzierebbe le campagne contro la fame nel mondo? Chi finanzierebbe le ricerche contro il cancro? E chi finanzierebbe le fondazioni culturali, che ci permettono di ascoltare a viva voce la conferenza del pensatore o del sociologo o dell’autore di best-seller di turno?

Via, bisogna pure ammetterlo: siamo fortunati che la finanza c’è. È la finanza che sovvenziona gli studi, i sondaggi, le ricerche, le previsioni, le inchieste; che colma i deficit di bilancio delle fondazioni private e delle università statali; che promuove i Rotary, che dà smalto al sapere. Non bisogna vedere tutto nero, non bisogna gridare sempre al lupo; non si deve fare del terrorismo psicologico. Avremo pure il diritto di vivere in santa pace e di dormire sonni tranquilli.

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