L’autonomia obbliga le scuole a costruire la propria identità educativa e a darsi un regolamento nel quale indica la tipologia dei servizi erogati, sottoponendoli al giudizio di qualità dei cittadini.
E’ chiara la provenienza economico-commerciale di questa esigenza, che configura un problema di colonizzazione culturale della scuola da parte di altre culture, nello specifico quella aziendale.
Ciò implica non solo perdita d’identità del sistema “colonizzato”, ma anche il rischio di impoverimento delle esperienze, visto che nelle periferie dei sistemi non arrivano i prodotti d’avanguardia, ma modelli la cui validità è spesso già stata messa in discussione nello stesso mondo delle imprese (si veda il recente caso delle critiche al sistema di valutazione americano e le principali critiche all’INVALSI).
A rendere più difficile la valutazione della scuola c’è poi la natura qualitativa, non discreta, della produzione di cultura e di educazione che rende inadatta l’adozione di standard puramente quantitativi e fa parlare alcuni critici di «quantofrenia» del sistema scolastico attuale.