Raccontare una radio

La maison de la radio

(Francia, Giappone/2013/99′) di Nicolas Philibert

Anteprima Italiana

Sinossi

Come si racconta una radio? È la sfida stilistica che Nicolas Philibert raccoglie in questo originale documentario. Come si rende per immagini un universo che vive di suoni e di parole? Con umiltà, è la risposta: mettendosi in ascolto. Philibert lo fa “abitando” per molti mesi la sede di Radio France: ne percorre i corridoi, ne spia gli animatori e gli ospiti maneggiando con sensibilità una camera mobile ma mai invasiva. Dal più anonimo dei presentatori a star internazionali come Umberto Eco, tutti coloro che danno vita all’esperienza di Radio France diventano così protagonisti, parte di un affresco collettivo ricco di sorprese, professionalità, umanità e molta ironia.

Nicolas Philibert is one of the documentary cinema ‘s maestro and he has become that thanks to the tenacious will in front of the challenges of his job. As this one: How to tell about the history of a radio? How to express visually a world made up with sounds and words? With deference, that’s the answer: listen up to everything around you. Philibert tries to ‘ do it’ by going everyday for several months to Radio France: he walks in the hallway, he spies the animators and the guests, capturing all this with a moving camera but never invasive. He meets from the less famous host to international celebrity as Umberto Eco, so every guests of the Radio France automatically become guests of the documentary, enriching with joy, irony and surprises.

Guarda il Trailer/Watch the Trailer

Programma

Sezione

Future Film Festival


Che cosa possiamo consigliare per il week-end, all’interno del programma, per uno spettatore adulto? Per la giornata di oggi, sabato 13, sicuramente la consueta rassegna di corti (rigorosamente in 2D) alle 14 alla sala Mastroianni; poi, alle 20, stessa sala, il documentario A Liar’s Autobiography: The Untrue Story of Monty Python’s Graham Chapman .

Realizzato con un mix di diversi stili di animazione ed inframmezzato da materiali d’archivio live action, il film adatta con la libertà tipica del gruppo l’autobiografia di Chapman, più conosciuto come “il Monty Python morto”.

Per farla breve, “Graham Chapman è nato, è andato a Cambridge e ha incontrato John Cleese, ha fumato la pipa, è diventato dottore, è diventato un Python, ha deciso di essere gay (al 70%, secondo una diagnosi fatta su se stesso), si è ubriacato un bel po’, ha smesso di essere ubriaco,  ha fatto qualche film, ha fatto un po’ di sesso (un bel po’, a dire il vero), e si è trasferito a Los Angeles. Infine, è stato rapito dagli alieni e portato nello spazio (uhm, questo forse è successo in un film).

Tutti i Monty Python doppiano se stessi più altri personaggi: in particolare Michael Palin interpreta la Regina Madre e Terry Gilliam Aleister Crowley. Guest star Cameron Diaz nella parte di Sigmund Freud.

Per la giornata di domani, in omaggio alle tematiche Cyberfest, imperdibile, alle 12, 009 Re: Cyborg, e, alle 20, Consuming Spirits.

Tutti i fim citati saranno proiettati al Cinema Lumière, in via Azzo Gardino 65, Bologna

Storia del cinema ad episodi

Dalle origini ai giorni nostri: in Europa, in America, e poi in tutto il mondo. Questo è il viaggio realizzato da Mark Cousins. Anzi, l’odissea. Sì, perché così si intitola la sua The Story of Film: an Odyssey, fatta di 15 episodi, dal 1895 agli anni Duemila, visitando i luoghi chiave della storia del cinema – da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit Ray – e intervistando registi e attori leggendari come Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale.

E con la scommessa di portare quest’odissea in sala! Cinema da vedere al cinema, insomma, per 7 appuntamenti settimanali, ogni martedì, a partire dal 25 settembre.

Ma, nel frattempo, sarà lo stesso Mark Cousins (accompagnato dal direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e dal critico Roy Menarini) a presentare la sua monumentale opera, per una serata (a ingresso gratuito) in anteprima al Cinema Lumière della Cineteca di Bologna (via Azzo Gardino, 65), venerdì 21 settembre, alle ore 22.15.
E quale migliore occasione di una storia del cinema per “testare” il pubblico? Ecco allora che gli estratti più belli di The Story of Film saranno intervallati da cinequiz che verranno premiati con i prodotti editoriali della Cineteca di Bologna e abbonamenti al ciclo completo dei sette appuntamenti.

Lo stesso abbonamento sarà acquistabile (secondo una formula distributiva che concepisce The Story of Film come un unico grande affresco, da vedere dal primo all’ultimo minuto) alle casse del Cinema Lumière a € 21.

Questo il calendario delle proiezioni al Cinema Lumière:

martedì 25 settembre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 1
1895-1918 – Il mondo scopre una nuova forma d’arte
1903-1918 – Il brivido diventa racconto
EPISODIO 2
1918-1928 – Il trionfo del cinema americano e i suoi primi ribelli

martedì 2 ottobre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 3
1918-1932 – I grandi registi ribelli nel mondo
EPISODIO 4
Gli anni ’30. I grandi film americani di genere e la brillantezza dei film europei

martedì 9 ottobre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 5
1939-1952 – La devastazione della guerra e un nuovo linguaggio filmico
EPISODIO 6
1953-1957 – Il racconto enfatico. Il cinema mondiale sul punto di esplodere

martedì 16 ottobre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 7
1957-1964 – La scossa del Nuovo. Forme moderne di cinema nell’Europa occidentale
EPISODIO 8
1965-1969 – Le “Nouvelles Vagues”. Nuove ondate si propagano nel mondo

martedì 23 ottobre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 9
1967-1979 – Il Nuovo Cinema Americano
EPISODIO 10
1969-1979 – I registi radicali negli anni ‘70 raccontano lo stato della Nazione

martedì 30 ottobre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 11
Gli anni ’70 e oltre. Nuovi linguaggi nel cinema popolare
EPISODIO 12
Gli anni ’80 – Cinema e protesta in giro per il mondo

martedì 6 novembre, ore 20.15 e 22.15, Cinema Lumière
EPISODIO 13
1990-1998 – Gli ultimi giorni della celluloide prima dell’arrivo del digitale
EPISODIO 14
Gli anni ’90. I primi giorni del digitale.
La realtà perde la concretezza in America e in Australia
EPISODIO 15
Gli anni 2000 e oltre. Il cinema completa il giro: il futuro dei film

The Story of Film: an Odyssey
Dal 25 settembre al 6 novembre, due episodi ogni martedì
Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65 – Bologna)
Venerdì 21 settembre, ore 22.15: serata speciale di presentazione con Mark Cousins

Informazioni
Cineteca di Bologna
(+39) 0512194826
www.cinetecadibologna.it

Verso il Cinema Ritrovato

Ecco le sezioni della 26ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato: sotto il cappello del Paradiso dei cinefili troviamo: Ritrovati & restaurati (dall’evento C’era una volta in America di Sergio Leone a La grande illusione di Jean Renoir, da Lawrence d’Arabia di David Lean al Film di Samuel Becket con Buster Keaton); il cinema di John Boorman, regista di Un tranquillo week end di paura e Excalibur ospite in Piazza Maggiore per presentare il suo lungometraggio del 1967 Senza un attimo di tregua; e poi La ricerca del colore nei film o i Muti musicali (sabato 23 giugno Prix de Beauté di Augusto Genina, ultimo film europeo interpretato da Louise Brooks, risplenderà in Piazza Maggiore accompagnato dalla nuova partitura di Timothy Brock eseguita dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna; secondo appuntamento all’insegna della comicità, con le avventure e le disavventure del vagabondo Charlot: tre cortometraggi di Charles Chaplin, The Immigrant, The Rink e Easy Street, saranno accompagnati dal vivo, ancora dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, con le nuove partiture di Timothy Brock, Neil Brand e Antonio Coppola); quindi il cinema al femminile della regista americana Lois Weber o di Alma Reville (moglie di Alfred Hitchock e autrice a sua volta); la Francia di Jean Grémillon e l’Unione Sovietica di Ivan Pyr’ev.

La macchina del tempo ci porterà invece nel 1912, alla scoperta del Cinema di cento anni fa; “ascolteremo” poi i primi film sonori dal Giappone; un viaggio negli anni Trenta è invece al centro di una retrospettiva che coglie la Grande Crisi del 1929 e trova le radici di quella contemporanea.

Ma non ci sono solo i film: da quest’anno, una “striscia” quotidiana dedicata alla Cinefilia ritrovata (incontri e proiezioni per riflettere sull’amore per il cinema come fenomeno storico, come attitudine intellettuale e sentimentale). Come ogni anno, Il Cinema Ritrovato chiamerà a raccolta i più autorevoli critici e studiosi di cinema internazionali per discutere, ascoltare e confrontarsi sulla cinefilia del passato e del presente, interrogandosi su cosa stia diventando il nostro antico amour du cinéma nell’era della copia digitale.; torna la Film Restoration Summer School che raccoglie i professionisti del restauro che arrivano a Bologna per svolgere la loro alta specializzazione.
E infine le mostre: gli scatti di Mario Dondero sui set cinematografici; Il cinema di carta, con i manifesti di Maurizio Baroni, la cui infinita collezione accompagnerà per otto giorni i cinefili di tutto il mondo: in esposizione nei luoghi della Cineteca le affiche di Lola di Jacques Demy con Anouk Aimée, Lawrence d’Arabia e I giorni contati di Elio Petri, il cui restauro è stato recentemente presentato al Cinema Lumière in questo cammino di avvicinamento al Cinema Ritrovato.

E poi Il Cinema Ritrovato Bimbi: tutti i giorni del Festival sono previste attività per bambini, laboratori sul rapporto tra l’immagine e il sonoro e sui giochi ottici che hanno preceduto e accompagnato la nascita del cinema.

Il Cinema Ritrovato
XXVI edizione
Bologna, 23 – 30 giugno

Luoghi
Piazza Maggiore
Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)
Cinema Arlecchino (via Lame, 57)
Cinema Jolly (via Marconi, 14)
Biblioteca Renzo Renzi (via Azzo Gardino, 65)
Sala Cervi e Sala espositiva (via Riva di Reno, 72)

Informazioni
tel: (+39) 0512194814
ilcinemaritrovato@comune.bologna.it
www.cinetecadibologna.it/cinemaritrovato2012

Roger Corman a Bologna

È l’uomo che non conosce lo spreco: avanzano uno scampolo di pellicola, due pezzi d’attrezzeria, tre battute di sceneggiatura o quattro ore di contratto? Diventano un film.
Il genio registico e produttivo di Roger Corman è diventato leggenda e oggi – che sta per compiere 86 anni, il prossimo 5 aprile – nulla è cambiato di una vulcanica creatività, premiata nel 2009 con l’Oscar alla carriera.

Roger Corman
Corman alla Cineteca di Bologna

Roger Corman in persona sarà protagonista di un viaggio in Italia promosso dal Museo Nazionale del Cinema di Torino (dove sarà il 16 aprile), dalla Cineteca di Bologna (17 aprile) e dal Palazzo delle Esposizioni di Roma (18 aprile), in occasione della retrospettiva – promossa nelle tre città – che offrirà una panoramica della sua immensa produzione, oltre al documentario Corman’s World: Exploits of a Hollywood Rebel, realizzato nel 2011 da Alex Stapleton.

Re del B-movie, e la fama conquistata con le trasposizioni cinematografiche dei racconti di Edgar Allan Poe, Roger Corman ha diretto e prodotto centinaia di film “senza perdere un dollaro” (come ha detto egli stesso), scoprendo e lanciando molte grandi star del firmamento holywoodiano: registi come Martin Scorsese (di cui ha prodotto il giovanile America 1929: sterminateli senza pietà nel 1972), Francis Ford Coppola (per il film d’esordio Terrore alla 13ª ora nel 1963) o Jonathan Demme (altro esordio, Femmine in gabbia, nel 1974), attori come Robert De Niro (quasi esordiente nel Clan dei Barker del 1970), Jack Nicholson (giovanissimo nella Piccola bottega degli orrori del 1960 o nel supercast con Vincent Price, Peter Lorre e Boris Karloff del film I maghi del terrore, firmato dallo stesso Corman nel 1963) o Charles Bronson (al suo primo ruolo da protagonista, nei panni di una “star” del proibizionismo come il criminale Machine Gun, in La legge del mitra del 1963).


Omaggio a Lucio Dalla

Fu proprio lui, Lucio Dalla, a presentare l’anteprima di Quijote al Cinema Lumière, in quello che appare ormai come un lontano gennaio, quello del 2006, per le iniziative che la Cineteca di Bologna da tempo promuove in occasione di Arte Fiera.
Perché quel Quijote porta una firma importante dell’arte, quella di Mimmo Paladino, alla sua prima prova registica, mentre per Lucio sarebbe stata l’ultima prova d’attore.
Ora, questo donchisciottesco confronto con il temibile caposaldo di Cervantes, affidato a un assortito e stralunato cast fatto da Peppe Servillo, Alessandro Bergonzoni, Marco Alemanno, Edoardo Sanguineti, e – naturalmente – da Lucio Dalla nei panni di Sancho Panza, riemerge in sala e la Cineteca di Bologna, a poco più di un mese dalla scomparsa del poeta di Piazza Grande, lo propone per tre giorni al Cinema Lumière, venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 aprile, sempre alle ore 20.
E per la proiezione di venerdì 6 aprile ci sarà al Cinema Lumière Alessandro Bergonzoni, che in Quijote interpreta il Mago Frestone.

Ma non si esaurisce qui l’omaggio della Cineteca a Lucio Dalla: dall’attore al jazzista, ecco che in occasione del concerto celebrativo per i sessant’anni della Doctor Dixie Jazz Band che si terrà il giorno seguente, ripercorreremo per un pomeriggio al Cinema Lumière (domenica 15 aprile, alle ore 18) immagini e racconti di una band unica al mondo, che ha fatto di un mito la chiave di lettura della propria stessa esistenza: il mito del Dixieland, musica le cui stesse origini si perdono, dall’altra parte dell’Oceano, nelle acque della leggenda. E, perché, già leggenda non è quell’avvicendamento tra clarinettisti, quando Pupi Avati dovette malvolentieri inchinarsi all’estro di Lucio Dalla?

Quijote
Ho sempre pensato che un film non si sostituisca alla pittura, non vi si sovrapponga, è semplicemente un’altra cosa. Nello stesso tempo però se guardi nell’obiettivo, nel rettangolo della macchina da presa puoi immaginare che quello sia lo spazio della tela.
Ma non solo questo. Quello che conta non è solo il momento delle riprese o della regia. Non è l’unico momento creativo. Molto avviene durante il montaggio, o la composizione delle musiche…
È una forma che prende vita lentamente.
Per molti versi, il cinema è paragonabile alla scultura.
Quando modelli una forma in creta o in gesso hai appena cominciato. Dopo c’è la fusione, la limatura, la patina…Non solo. I tempi di attesa, i tempi tecnici, tra un film e una scultura sono simili. E nel momento in cui ti fermi accade che poi rivedi il lavoro con occhi nuovi. E magari ricominci. Creare un film è qualcosa di analogo alla scultura ma è come plasmare la luce. Questo è quello che mi ha affascinato. Lavorare con la luce che si materializza, che diventa immagine, movimento, parola, suono.
Probabilmente è stato proprio il confronto con la figura di Cervantes, e con i tratti sincronicamente confusi che l’hidalgo riunisce in se – utopia, sogno, fantasia, sentimento, nobiltà, fierezza, coraggio – a mostrarmelo come possibile soggetto del mio primo film.
Così nasce il
Quijote costruito con un sistema simile a quello delle scatole cinesi, una struttura capace di restituire all’infinito innumerevoli suggestioni.
La magica scena del gran teatro dell’hidalgo dalla nera figura è l’antica e remota terra del Sannio, un luogo ricomposto nelle luci e nella fotografia di Cesare Accetta, geometricamente pura ed esatta.

Mimmo Paladino


Omaggio a Lucio Dalla

Venerdì 6 aprile, ore 20, Cinema Lumière
QUIJOTE (Italia/2006) di Mimmo Paladino (75’)
Mimmo Paladino, protagonista della scena artistica italiana (pittore, scultore, incisore), approdava alla regia nel 2005, in un confronto ardimentoso e visionario con l’opera di Cervantes. Nel Sannio natale dell’autore, incrocio ultrarealista di scenografie naturali e di segni d’artista, Peppe Servillo è l’hidalgo in lotta con le pale eoliche, Lucio Dalla il suo Sancho ballonzolante, dialettale, splendidamente musicale, Edoardo Sanguineti il Poeta, Alessandro Bergonzoni il Mago. Un film presentato e ammiratissimo alla Mostra di Venezia, che arriva oggi in sala grazie alla coraggiosa Distribuzione Indipendente.
Introduce Alessandro Bergonzoni

Repliche:
sabato 7 aprile, ore 20, Cinema Lumière
domenica 8 aprile, ore 20, Cinema Lumière

25 anni di cinema ritrovato

Elia Kazan- America, America

Bologna, dal 25 giugno al 2 luglio

25 anni festeggiati con una sala in più, il Jolly di via Marconi, per ospitare questo appuntamento unico che accoglie cinéphiles, appassionati, professionisti e studiosi da tutto il mondo: è il festival Il Cinema Ritrovato che quest’anno si svolge dal 25 giugno al 2 luglio, per iniziativa della Cineteca di Bologna e della Mostra Internazionale del Cinema Libero.

Si preannuncia davvero speciale questa edizione, tra imprescindibili certezze e importanti novità: se Piazza Maggiore rimane la regina della notte con le proiezioni tutte le sere, il Cinema Jolly si andrà ad aggiungere alle storiche location del Cinema Lumière e del Cinema Arlecchino, sui cui schermi scorreranno per un’intensissima settimana le immagini d’un secolo di cinema, a partire proprio da quel 1911 che quest’anno coincide con il drammatico anniversario della Guerra di Libia, rievocata al festival con documenti di rara preziosità.

La 25ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato presenterà infatti alcuni rarissimi nitrati della campagna militare che impegnò un’Italia, quella del 1911, divisa tra le celebrazioni per i 50 anni dell’Unità e la guerra contro l’Impero Ottomano per la conquista delle allora Tripolitania e Cirenaica. Filmati “dal vero” (o “attualità”, come venivano chiamati all’epoca), distribuiti nelle sale cinematografiche come i successivi cinegiornali, girati in Libia tra il 1911 e il 1912: si trattava in realtà di vere e proprie ricostruzioni delle battaglie (non v’è traccia infatti dei combattenti libici), realizzate a scopi propagandistici. Uno stile, quello dei “dal vero”, capace di influenzare anche la produzione di fiction dell’epoca, tanto in quella drammatica (Tripoli italiana. Raggio di luce), quanto in quella comica (Cinessino), titoli che vedremo al festival bolognese.

Per tutti sara’ come immergersi nelle acque pure dei capolavori del passato, per prepararsi al meglio alla nuova stagione, che i molti grandi film di Cannes annunciano come molto bella. Proprio da Cannes dove e’ stato presentato The Artist, meraviglioso film muto realizzato oggi, viene una conferma: i creatori contemporanei guardano con enorme attenzione, come nutriente fonte d’ispirazione al cinema del passato.

Il Cinema Ritrovato avrà la stessa apertura di Cannes, in piazza sarà proiettato infatti Voyage dans la lune di Méliès restaurato. Il 25 giugno sara’ una serata memorabile, con accanto al film di Méliès, Nosferatu, entrambi accompagnati dal vivo dalle musiche scritte da Timothy Brock . Per il secondo, il maestro ha composto una nuovissima partitura, che è un adattamento e la riorchestrazione dell’opera Der Vampyr (1826) di Heinrich Marschner, scelta da F. W. Murnau come concerto d’apertura della prima di Nosferatu il 4 settembre 1922 a Berlino.

E ancora la magia del cinema muto con l’icona di Conrad Veidt, attore la cui carriera spazia dal ruolo della “strana creatura” nel Gabinetto del Dottor Caligari a quello del maggiore Strasser, fulminato da Humphrey Bogart sulla pista aeroportuale nel finale di Casablanca. Appuntamenti consolidati e imperdibili quelli con le sezioni dedicate al ‘colore’ e a i film di cento anni fa, che quest’anno sono appunto del 1911, scovati come sempre in tutti gli archivi del mondo dalla curatrice Mariann Lewinski.

Il festival continuerà a spaziare nei territori più ampi della storia cinematografica mondiale, a cominciare dalle rare perle del primissimo Howard Hawks (fino ai capolavori come Il grande sonno o Gli uomini preferiscono le bionde).

Importanti e ricche le retrospettive dedicate al nostro Luigi Zampa o al regista sovietico Boris Barnet, quest’ultima legata con un filo rosso alla retrospettiva Nel cuore del Novecento: il Socialismo, tra paura e utopia – curata da Peter von Bagh, mitico direttore artistico del Cinema Ritrovato- che raccoglie un pugno di film immortali che nel socialismo hanno espresso una fede quasi selvaggia (film che oggi non è facile vedere, da Kuhle Wampe di Slatan Dudow a La Vie est à nous di Renoir a Native Land di Hurvitz e altri titoli ancor meno noti).

La partnership con la World Cinema Foundation porterà in città il talento turco-tedesco Fatih Akin, testimonial, secondo tradizione, di uno dei restauri promossi dalla WFC di Martin Scorsese, quello del film turco The Law of the Border (questo il titolo internazionale del film diretto da Lufti Akad nel 1966).

Una rapida panoramica la merita poi l’infilata di grandi film che ogni sera chiuderanno la giornata in Piazza Maggiore: dal Ladro di Bagdad di Micheal Powell (interpretato dal già citato Conrad Veidt, che conquista così la vetrina principale) al cult di Martin Scorsese Taxi Driver. E sempre Scorsese sarà il trait d’union per l’omaggio a Elia Kazan, che verrà proposto ampiamente per le serate di luglio, di cui al festival sarà proiettato in Piazza Maggiore il sorprendente America America, nella versione restaurata da The Film Foundation.

Questa edizione del festival Il Cinema Ritrovato riserva molte altre sorprese: dalle diverse possibilità di diventare sostenitore del Festival con le nuove tessere (tutte le info su cinetecadibologna.it) fino alla numerosa e vivace task force di volontari .

Queste le sezioni tematiche del festival:

  • I cinefili preferiscono Howard Hawks: muti e sonori

  • Conrad Veidt, da Caligari a Casablanca

  • Nel cuore del Novecento: il Socialismo, tra paura e utopia

  • Alice Guy: omaggio a una pioniera del cinema

  • Boris Barnet, visioni poetiche del quotidiano

  • Ridere civilmente: il cinema di Luigi Zampa

  • Albert Capellani: un cinema di ‘grandeur’

  • Omaggio a Maurice Tourneur

  • Eric Rohmer documentarista

  • Ritrovati & Restaurati

  • Il colore nel cinema – Il colore più grande della vita

  • Cent’anni fa. I film del 1911

  • Progetto Chaplin

  • Dossier Blasetti

  • Il progetto Napoli/Italia e il cinema dell’emigrazione

Il Cinema Ritrovato

25ª edizione

Bologna, 25 giugno – 2 luglio

Luoghi:

Piazza Maggiore

Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65)

Cinema Arlecchino (via Lame, 57)

Cinema Jolly (via Marconi, 14)

Info:

http://www.cinetecadibologna.it/cinemaritrovato2011

Noi credevamo

Il cinema come chiave di lettura della realtà. Della realtà di ieri, di quella d’oggi. La Cineteca di Bologna lancia la scommessa di una retrospettiva imponente, impegnativa, probabilmente il più lungo omaggio italiano all’importante ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: Da Garibaldi al ‘Caimano’. Come il cinema ha raccontato l’Italia, questo il titolo della retrospettiva che muove da un’idea di Antonio Faeti e che attraverserà con oltre 80 film tutto il 2011, coinvolgendo gli Istituti storici della Città (Parri e Gramsci), il Museo del Risorgimento, le Facoltà di Storia e Scienze Politiche dell’Università di Bologna, l’ANPI e Musica Insieme. Il tutto, sotto l’egida della Regione Emilia Romagna.
Lungo gli undici mesi si vedranno film noti (in copie prevalentemente restaurate) e film sconosciuti (tra cui Pattuglia sperduta, film amato da Mario Martone per il suo Noi credevamo) che saranno ‘accolti’ e approfonditi da vari incontri.
Suddivisa in diverse sezioni, la retrospettiva inaugurerà domani martedì 11 gennaio con un primo momento dedicato al Risorgimento, e la scelta obbligata di Senso di Luchino Visconti (ore 20, Cinema Lumière; introduce Antonio Faeti) nella versione restaurata per il Festival di Cannes nel 2009.
Uno sguardo certamente diverso sarà quello offerto sempre sui moti risorgimentali dalla cinematografia d’inizio Novecento, una cui selezione è in programma mercoledì 12 gennaio (ore 17.45): tra i titoli presentati da Giovanni Lasi e accompagnati al pianoforte da Marco Dalpane sono La presa di Roma di Filoteo Alberini (1905), I Mille di Alberto Degli Abbati (1912) e I Carbonari di Gustavo Serena (1912).
Di nuovo Antonio Faeti presenterà venerdì 14 gennaio, alle ore 18, Un garibaldino in convento di Vittorio De Sica, mentre il Visconti del Gattopardo è in programma domenica 16 gennaio, alle ore 18.
Dopo La pattuglia sperduta, girato nel 1952 da Pietro Nelli (martedì 18 gennaio, ore 20) e Ma che storia… nuovo documentario realizzato da Gianfranco Pannone (lo stesso regista sarà al Cinema Lumière mercoledì 19 gennaio alle ore 20.30), è in programma 1860, film diretto nel 1934 da Alessandro Blasetti (presentato dalla curatrice del Fondo Blasetti della Cineteca di Bologna, Michela Zegna, venerdì 21 gennaio, alle ore 17.30), seguito, alle ore 21, dal grande affresco portato recentemente in sala da Mario Martone Noi credevamo.
Una tavola rotonda, la prima di una serie che mensilmente raccoglierà studiosi e storici attorno ai temi affrontati dalla retrospettiva, chiuderà il primo mese di programmazione, mercoledì 26 gennaio, alle ore 17.30, nella Biblioteca Renzo Renzi della Cineteca: Per una pedagogia della Nazione: raccontare il Risorgimento vedrà gli interventi di Fiorenza Tarozzi (Università di Bologna), Otello Sangiorgi (Museo del Risorgimento) e Gian Piero Brunetta (Università di Padova).

Martedì 11 gennaio, ore 20, Cinema Lumière
SENSO (Italia/1954) di Luchino Visconti (120’)
Serge Daney ha così pontificato: “Ci sono dei cineasti che dimostrano e dei cineasti che mostrano”. Visconti appartiene a entrambe le categorie. Senso mostra e dimostra che, a proposito del Risorgimento, Gramsci aveva interpretato alla perfezione: non fu una rivoluzione del popolo. La rivolta più lancinante, semmai, è quella che compete all’immaginazione melodrammatica, distillata nei suoi imperativi più amari e sublimi.
Copia restaurata da Cineteca di Bologna e Cineteca Nazionale
Introduce Antonio Faeti

Mercoledì 12 gennaio, ore 17.45, Cinema Lumière
LA PRESA DI ROMA (Italia/1905) di Filoteo Alberini (5’)
I MILLE (Italia/1912) di Alberto Degli Abbati (45’)
I CARBONARI (Italia/1912) di Gustavo Serena (34’)
LA LUNGA CALZA VERDE (Italia/1961) di Roberto Gavioli (20’)
Il primo film italiano è una celebrazione, proiettata all’aperto per una folla entusiasta: La presa di Roma. “L’Italia è fatta. Resta da fare il cinema italiano” (Michele Canosa). Negli anni a seguire, l’epopea risorgimentale rimarrà uno dei temi praticati più volentieri dal muto italiano, per spirito educativo e opportunismo spettacolare. I Mille mostrano bene come la concordia nazionale imponesse che nello stesso afflato si unissero indissolubilmente uomini del popolo ed eroi conclamati. I disegni della Lunga calza verde, realizzato per il primo centenario dell’Unità d’Italia, raccontano gustosamente come all’Italia sia capitato di diventare indipendente. (am)
Accompagnamento musicale al piano di Marco Dalpane
Introduce Giovanni Lasi

Venerdì 14 gennaio, ore 18, Cinema Lumière
UN GARIBALDINO IN CONVENTO (Italia/1942) di Vittorio De Sica
Un aitante camicia rossa ferito si rifugia in un convento e riceve le cure clandestine di due fanciulle. Al film non manca una certa epica garibaldina e qualche sferzata aspramente antiborbonica, tanto che qualcuno sì è spinto a vedere nel libertarismo dei protagonisti il mascheramento di una metafora antifascista. Ma soprattutto è un eccellente racconto sentimentale imbevuto di commedia, diretto da De Sica con arguzia.
Introduce Antonio Faeti

Domenica 16 gennaio, ore 18, Cinema Lumière
IL GATTOPARDO (Italia-Francia/1963) di Luchino Visconti
“Visconti passò molti anni a tentare un adattamento di Proust per il grande schermo. In un certo senso ci riuscì con questo stupefacente arazzo cinematografico in cui ogni gesto, ogni parola, la disposizione di ogni oggetto in ciascuna stanza richiama in vita un mondo perduto. Il Gattopardo è un’epica del tempo, e la sua lentezza, che culmina in un maestoso crescendo nella lunga sequenza del gran ballo, è governata dai ritmi di vita dell’aristocrazia fondiaria siciliana”. (Martin Scorsese)
Copia restaurata presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, in associazione con Cineteca di Bologna, The Film Foundation, Pathé, Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, Twentieh Century Fox e CSC – Cineteca Nazionale

Martedì 18 gennaio, ore 20, Cinema Lumière
LA PATTUGLIA SPERDUTA (Italia/1952) di Piero Nelli (97’)
“Uno dei più bei film del dopoguerra italiano. Una sorta di western psicologico, con il nemico che non si vede mai e le brume delle risaie, una piccola pattuglia che deve combattere gli austriaci, ma intanto sta pensando a un mondo che cambia più rapidamente di quanto pensino i potenti, una natura brulla e scarna”. (Steve Della Casa)
Il film che Mario Martone ha dichiarato come fonte più prossima di Noi credevamo.
Edizione restaurata da CSC – Cineteca Nazionale

Mercoledì 19 gennaio, ore 20.30 (replica ore 22.15), Cinema Lumière
MA CHE STORIA… (Italia/2010) di Gianfranco Pannone (80’)
Viaggio nel faticoso percorso unitario italiano. Potere, intellettuali e popolo: un rapporto arduo e non privo di cinismo, che di fatto ha impedito il formarsi di un sentimento nazionale condiviso. Cinegiornali, documentari Luce e le parole di scrittori e poeti che esprimono un sentimento amaro e ironico nei confronti di un Paese incapace di elaborare i propri lutti e di guardarsi dentro. (adm)
In collaborazione con Fice Emilia-Romagna
Al termine, incontro con Gianfranco Pannone

Venerdì 21 gennaio, ore 17.30, Cinema Lumière
1860 (Italia/1934) di Alessandro Blasetti (81’)
“La cosa che mi rende più fiero di 1860 – dice Blasetti – è di avere associato il parmigiano che parla col toscano, col romano, col siciliano”. L’Unità d’Italia, oltre a essere il frutto di una campagna bellica trionfale, è anche una questione linguistica. Blasetti padroneggia una materia rutilante con misura e maestria.
Introduce Michela Zegna (Fondo Blasetti)

Venerdì 21 gennaio, ore 21, Cinema Lumière
NOI CREDEVAMO (Italia/2010) di Mario Martone (160’)
Il contrasto dilaniante tra azione e disillusione, che il regista pone al centro di Noi credevamo, potrebbe essere interpretato come motto che riassume 150 anni di patriottismo all’italiana. Il film prende le mosse dalla decisione di tre ragazzi del Sud di reagire alla repressione borbonica affiliandosi alla Giovine Italia. Percorrendo i successi e i fallimenti del Risorgimento (un “Ottocento non ricostruito ma scavato nel presente”, dice Martone) possiamo meglio comprendere la Vecchia Italia nostra contemporanea.

Mercoledì 26 gennaio, ore 17.30, Biblioteca Renzo Renzi
Per una pedagogia della Nazione: raccontare il Risorgimento
Intervengono: Fiorenza Tarozzi (Università di Bologna), Otello Sangiorgi (Museo del Risorgimento) e Gian Piero Brunetta (Università di Padova)

Sotto le stelle del cinema

Il testimone dell’estate della Cineteca di Bologna passa dal festival Il Cinema Ritrovato (che ha portato a compimento sabato scorso la sua 24ª edizione) a Sotto le stelle del cinema, l’appuntamento quotidiano con il cinema in Piazza Maggiore promosso dalla Cineteca per tutto il mese di luglio, fino a venerdì 30.
Se il via è stato dato il 25 giugno con La febbre del fare, la manifestazione è poi ripresa con Roma di Federico Fellini, seguito a ruota da La strada, presentato lunedì sera da Vinicio Capossela, stasera è attesa una delle figure centrali dell’arte di Fellini, se non il simbolo stesso del suo immaginario: Anita Ekberg, in Piazza Maggiore martedì 6 luglio, per il film che ne fece un’icona, La dolce vita.

Si apre quindi nel segno di Fellini l’edizione 2010 di Sotto le stelle del cinema, il cui cartellone, articolato come non mai, intreccerà nel luglio bolognese tutta una serie di diversi motivi: l’omaggio al maestro riminese proseguirà infatti fino al 15 luglio, intercettando l’omaggio al suo sodale Tonino Guerra (e coetaneo, visto che Guerra festeggia nel 2010 i suoi novant’anni), atteso in Piazza Maggiore proprio il 15 luglio per la proiezione di Amarcord.

Un altro mago delle parole per il cinema, Furio Scarpelli, scomparso a novantun anni lo scorso aprile, riceverà l’affettuoso omaggio della Cineteca con quattro tra i più bei film da lui scritti: La grande guerra di Mario Monicelli (13 luglio), Tutti a casa di Luigi Comencini (14 luglio), L’armata Brancaleone di nuovo di Monicelli (16 luglio) e Sedotta e abbandonata di Pietro Germi (17 luglio, presenta lo sceneggiatore bolognese Fabio Bonifacci).

E sempre in tema di comicità d’altissimo livello, un salto oltreoceano per riscoprire in versione originale quella dei fratelli Coen: tre serate con Arizona Junior (18 luglio), Fargo (19 luglio) e Il grande Lebowsky (20 luglio).

Due serate speciali sono in programma subito dopo: il 21 luglio, una selezione di animazione italiana, nata dalla mano di artisti e disegnatori come Gianluigi Toccafondo, Ursula Ferrari, Simone Massi, Lorenzo Mattotti; il 22 luglio, il cineconcerto con quello che è considerato il capolavoro di Buster Keaton, The General, accompagnato dal vivo dal gruppo di Marco Dalpane.

In attesa di Slow Food on Film, ecco una selezione di pellicole sul tema del cibo: Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio e Cry Sea – Un mare di lacrime di Luca Cusani e Cafi Mohamud (doppia proiezione il 23 luglio), Rupi del vino di Ermanno Olmi (presentato dallo stesso regista) seguito da Italianamerican di Martin Scorsese (ancora una doppia proiezione il 24 luglio) e Cous cous di Abdel Kechiche (25 luglio).

Alcuni Sguardi sul mondo ci accompagneranno verso la serata finale (30 luglio), affidata a L’uomo che verrà, presentato dallo stesso Giorgio Diritti: Valzer con Bashir di Ari Folman (26 luglio), Redacted di Brian De Palma (27 luglio), Jodhaa-Akbar di Ashunton Gowariker (28 luglio), Central do Brasil di Walter Salles (29 luglio).

Anche quest’anno giovani critici cinematografici e studiosi di cinema contribuiranno ad impreziosire il programma di ogni sera, introducendo il film in cartellone: potremo ascoltare i contributi di Roberto Chiesi, Michele Fadda, Giacomo Manzoli, Andrea Meneghelli, Gino Scatasta.

A questo lungo programma si aggiunge un omaggio dovuto alla nostra città: in collaborazione con la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, tre serate (13, 20 e 28 luglio) saranno introdotte da alcune immagini storiche di Bologna, mentre tutte le sere avranno un affettuoso prologo in video, donato da Alessandro Bergonzoni alla sua Bologna.

Le sezioni:
Fellini. Dall’Italia alla luna
4, 5, 6, 7, 9, 12, 15 luglio

In omaggio a Federico Fellini
10 luglio

Omaggio a Tonino Guerra
8, 9, 15 luglio

Immagini da Bologna
13, 20, 28 luglio

Omaggio a Furio Scarpelli
13, 14, 16, 17 luglio

Omaggio ai fratelli Coen
18, 19, 20 luglio

Animazione italiana
21 luglio

Cineconcerto
22 luglio

Aspettando Slow Food on Film
23, 24, 25 luglio

Sguardi del mondo
26, 27, 28, 29 luglio

Per non dimenticare
30 luglio

Gli ospiti:
Vinicio Capossela, lunedì 5 luglio per La strada di Federico Fellini
Anita Ekberg, martedì 6 luglio per La dolce vita di Federico Fellini
Tonino Guerra, giovedì 15 luglio per Amarcord di Federico Fellini
Fabio Bonifacci, sabato 17 luglio per Sedotta e abbandonata di Pietro Germi
Stefano Sardo, venerdì 23 luglio per Pranzo di ferragosto
Ermanno Olmi, sabato 24 luglio per il suo Rupi del vino
Gianni Sofri, mercoledì 28 luglio per Jodhaa Akbar
Giorgio Diritti, venerdì 30 luglio per il suo L’uomo che verrà

Sotto le stelle del cinema
Bologna, 4 luglio – 30 luglio 2010

Spettacoli:
Piazza Maggiore
ore 22
(in caso di pioggia: Cinema Lumière – via Azzo Gardino, 65)
ingresso gratuito

Informazioni:
http://www.cinetecadibologna.it/Sotto_stelle_cinema_2010