Ricordate la copertina della decima edizione del Bundan Celtic Festival?
Nell’articolo di bondeno.com del 26 giugno 2014 (https://bondenocom.wordpress.com/2014/06/26/il-male-luminoso/) facevo notare il richiamo ad un’immagine maschile vicina all’archetipo del mondo selvatico e dei suoi abitanti .
In questi giorni , su “La Verità”, C.Risé scrive:
E il selvatico è custode dei confini. Dal punto di vista psicologico il confine è ciò che dà forma alla personalità, attraverso il riconoscimento dei limiti. Per questo una politica che non riconosce la necessità dei confini genera malessere e psicosi, perché spinge la personalità a perdere la propria forma e precipitare nel marasma. Lo abbiamo visto in alcuni “asili antiautoritari” post 68, dove l’abbandono di qualsiasi norma e autorità, praticato in sperimentazioni imprudenti, lasciava regredire i bambini in forme ormai schizofreniche. La lotta contro le forme tradizionali, sostituite da vuoti formalismi e codici comportamentali e linguistici, è uno degli aspetti più gravi della tarda modernità, cui la psiche reagisce oggi (non solo in Italia) con un ritorno alle origini della vita e al recupero degli interpreti archetipici dell’istinto. Senza confini, senza forme e filtri, l’identità personale non riesce più, letteralmente, a “poggiare i piedi per terra” (immagine che anche ricorre nei sogni e nei racconti), non ha più un territorio di appartenenza. E la propria terra viene quindi occupata da altri, per il principio dei vasi comunicanti. Non si tratta di una questione ideologica ma, appunto, di un semplice principio di fisica elementare. La presenza dell’antenato/fratello barbuto e selvatico, con la sua difesa dei confini, fa allora sì che venga riscoperto il sentimento della comune appartenenza al territorio, alla terra dei padri. La Patria, parola prima non più pronunciata e difficilmente pronunciabile, può così, sorprendentemente, tornare ad essere un sentimento comune, un dato identitario condiviso, un oggetto d’amore e di comunicazione. Anche un riferimento nelle scelte politiche, e un’indicazione di politica internazionale per i governanti, altro dato andato invece perduto in momenti di smarrimento dei confini, fisici (il caso del “Tirreno smarrito” dal precedente governo in un accordo con la Francia), psicologici e culturali. A volte basta un sogno. E qualcuno che lo interpreti, nella realtà. (1)
Ad ogni modo anche quest’anno si replica: http://www.bundan.com/