Fabbriche della natura

FABBRICHE DELLA NATURA FABBRICHE DELLA NATURANelle piazze e nei cortili del festivalfilosofia si rifletterà su natura e cultura, paesaggio e ambienti, corpi e biodiritto

Sotto la spinta delle trasformazioni innescate dalle scienze e dalle tecnologie, tanto la riflessione filosofica quanto il senso comune si misurano con questioni inedite nella millenaria elaborazione dell’idea di Natura. Il programma di lezioni magistrali del festivalfilosofia – che a Modena, Carpi e Sassuolo dal 16 al 18 settembre 2011 celebrerà la sua undicesima edizione – porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città celebri maestri del pensiero, che si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della Natura, tracciando linee tematiche che misureranno, tra le altre, la questione del rapporto tra natura e cultura, il futuro del paesaggio, le politiche della natura e le frontiere del biodiritto.

Conoscere la Natura
Una preliminare messa a punto teorica riguarderà lo statuto della conoscenza della natura e il suo rapporto con la cultura. Per effetto delle acquisizioni dapprima delle scienze fisiche e poi soprattutto di quelle biologiche, l’epoca contemporanea ha ridefinito un insieme di opposizioni tradizionali della riflessione filosofica occidentale come soggetto-oggetto, fatti-valori, anima-corpo. Nicla Vassallo e Maurizio Ferraris presenteranno in questa chiave due paradigmi fondamentali: rispettivamente quello del «naturalismo filosofico», nel quale si esaminano i processi cognitivi come fenomeni naturali; e quello del «realismo filosofico», che indaga l’autonomia e la precedenza del mondo esterno rispetto a ogni schema percettivo e conoscitivo.
Non mancano prospettive che, al di là della “naturalizzazione” della conoscenza, sottolineano il ruolo dell’interazione sociale e dell’educazione nel farsi dei processi cognitivi e della coscienza individuale. Così il sociologo di Heidelberg Wolfgang Schluchter ricostruirà la polarità tra “scienze della Natura” e “scienze della Cultura” nel nuovo contesto segnato dall’affermazione delle neuroscienze. Christoph Wulf, antropologo e scienziato dell’educazione, indicherà invece la centralità dei processi educativi e di socializzazione nel perfezionamento della natura umana.
A far da complemento alla riflessione sul dispositivo occidentale, il sinologo di Cambridge Roel Sterckx presenterà lo statuto del cosmo nel pensiero cinese tradizionale, mostrando il ruolo dell’energia vitale e la sua dimensione non-dualistica.

Semantica della Natura
Se si deve sottolineare la differenza tra le culture, non va nemmeno dimenticato che ogni civiltà si è trasformata. La riflessione occidentale – a partire dalle sue radici mitiche, greche e cristiane fino ad arrivare alla configurazione contemporanea – ha dato alla Natura molti nomi: questa plurale semantica consentirà di metterne a fuoco le molteplici implicazioni. “Terra” è uno degli appellativi più arcaici con cui si è chiamato l’ambiente naturale che fa da casa al nostro stare al mondo: da differenti prospettive, anche indagando le connessioni che legano il rapporto con la terra alla tutela del pianeta, Carlo Sini e Felix Duque (filosofo spagnolo esordiente al festival) ne esploreranno i significati. Come già nello schema mitico la Terra è madre, così nel pensiero biblico e poi cristiano il Creato ha un Padre, di cui il mondo costituisce una delle eredità, lasciata al genere umano con il compito di salvaguardarla: è il tema della lezione di Vincenzo Paglia, tra dottrina teologica e imperativo ecologico. Salvaguardare il Creato significa perpetuare la vita, che è fatta dei frutti della natura, a partire dal primo e più autentico, il pane quotidiano celebrato dalla preghiera cristiana e dal lavoro di ogni comunità: ne parlerà Enzo Bianchi. Tra i nomi della Natura ne spicca uno che sfugge a ogni compiuta traduzione: “physis”, come nella lingua dei primi filosofi greci. A questa parola fondamentale – che rinvia a una produttività irriducibile allo schema del contributo umano – è dedicata la lezione di Massimo Cacciari. Per converso la modernità ha insistito proprio sul dualismo tra una natura inerte e dominabile e la facoltà umana di produrre macchine, cioè oggetti artificiali: questa dicotomia è il tema della lezione di Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia. Nella sua fase più tarda, segnata dall’affermazione delle scienze della vita, la modernità ha attribuito – e continua ad attribuire – nuovi nomi alla Natura: “ambiente”, per esempio, parola chiave di molti dibattiti pubblici contemporanei e di cui Ottavio Marzocca presenterà una genealogia; o “ecosistema”, flusso di materia ed energia indispensabile alla vita e alla sua organizzazione, sul cui significato nelle scienze evoluzionistiche si soffermerà Mauro Ceruti.
Convocando le discipline fisiche in una delle loro più avanzate formulazioni contemporanee, Ignazio Licata mostrerà cosa ne è oggi del Cosmo, trasformato in «multiverso», nel quale emerge il carattere eccentrico della Terra.

Corpo
Le trasformazioni contemporanee della Natura verranno saggiate in una serie di terreni cruciali. Innanzi tutto quello del corpo, riportato a centralità dalle scienze della vita, che lo sottraggono alla sua fissità naturale e destinale. Umberto Galimberti aprirà questo dossier insistendo sulla necessità di riconoscere l’unicità di corpo ed esistenza, superando il dualismo di corporeità e organismo, mentre il filosofo tedesco Gernot Böhme, introducendo l’idea di una «scomparsa della Natura», ricostruirà i modi con i quali il corpo può fare esperienza della Natura che si trova di fronte.
Forma classica della verità quanto della natura, la nudità è sottoposta a una svestizione ulteriore in cui il corpo si rivela privo di un fondamento essenziale e il senso sensibile si annuncia come puro mostrarsi: ecco il mio corpo, come dirà Jean-Luc Nancy. Il corpo è luogo di generazione e di genere, tuttavia è anche termine naturale di un campo metaforico nel quale il tema del concepire – vite, concetti – si rivela sotto un profilo più ampio, come mostrerà la lezione di Francesca Rigotti.
Corpo è anche luogo del cervello, di cui la coscienza, secondo i programmi di ricerca delle neuroscienze, sarebbe un correlato. Tutte le caratteristiche naturali, d’altronde, sembrano già scritte in un codice che ne contempla le infinite varianti, il genoma che, come mostrerà Edoardo Boncinelli, costituisce la grammatica della vita. Le sfide delle neuroscienze sollecitano questioni filosofiche che, sul crinale tra teoria della coscienza e riflessione sull’identità personale, riformulano la soggettività all’altezza dei tempi. Alva Noë, neuroscienziato e filosofo di Berkeley, discuterà la complementarietà tra coscienza ed esperienza, tra costituzione del Sé e mondo esterno, mentre Roberta de Monticelli mostrerà i profili di individualità che emergono dal confronto tra i modelli neurobiologici e il portato della tradizione fenomenologica.

Ambienti
Ambienti e paesaggi rappresentano un’ulteriore terreno nel quale l’elaborazione della Natura ha incontrato significative trasformazioni. Il quadro antropologico complessivo della questione del paesaggio – tra statuto dei luoghi ed esperienza degli spazi – sarà tracciato da Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, mentre Maurizio Bettini presenterà il paesaggio sonoro, cioè la fonosfera, di una cultura come quella antica, immersa in voci, grida e canti animali e umani, a differenza dello sfondo di suoni tecnici e artificiali nel quale si svolge l’esperienza nel mondo contemporaneo.
Salvatore Settis si soffermerà sulla circolarità tra paesaggio, territorio e ambiente, mostrando come i beni culturali e quelli naturali siano coessenziali nella determinazione del bene comune. Non a caso la questione degli ambienti prende spesso la forma di analisi e progetti di stampo urbanistico. Nuovi modelli di città emergono nella discussione, fino a porre esplicitamente la questione della necessità di un urbanesimo ecologico che “ri-naturalizzi” gli spazi della città: è questo il cuore dell’attuale lavoro di Rem Koolhaas, tra i maggiori protagonisti globali della progettazione urbanistica, che tiene per la prima volta una lezione al festival. La complementarietà di natura e urbanistica emergerà anche nella lezione di Pierre Donadieu, architetto dell’Ecole Nationale du Paysage di Versailles, che presenterà la sua proposta di un paesaggio mediatore tra campagna e città, per rendere le città più abitabili e la vita più sostenibile.

Politiche della natura
La costruzione di spazi sostenibili conduce al portato politico delle trasformazioni della natura, evidente nella discussione quanto mai attuale sulle iniziative green in economia (di cui parlerà Aldo Bonomi), così come nelle sfide culturali, economiche e legislative connesse alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, dall’economia petrolifera al futuro delle rinnovabili, che saranno argomento di un dibattito tra specialisti del settore.
Una questione di fondo pervade la discussione su queste politiche, ossia la domanda «di chi è la Natura?», nell’epoca in cui nuove tecnologie bioingegneristiche consentono di brevettare organismi geneticamente modificati: Vandana Shiva darà una risposta nel segno della tutela dei saperi comunitari.
Le politiche della natura investono i corpi umani trasformandoli in campo di dominio, istituendo confini tra naturale e politico, tra natura e storia, che spesso hanno messo capo a vere e proprie politiche “sulla” vita, come mostreranno, da diverse prospettive, Roberto Esposito e Simona Forti.
Sarà infine Zygmunt Bauman a portare l’andirivieni tra naturale e politico alle sue più estreme, drammatiche e attuali conseguenze: quelle di una vita individuale, anzi di intere collettività, emarginate e manipolabili, rese esse stesse scarti di una società che si sente sotto assedio e si trincera.

Etiche della natura
Le trasformazioni in atto chiamano a responsabilità inedite sia nel campo delle scelte private che delle decisioni pubbliche, stimolando una riflessione sugli strumenti giuridici più adeguati alla gestione delle nuove frontiere della natura umana. Prima che giuridica, tale questione è tuttavia ontologica, perché investe la verità della natura umana, il cui destino è esposto nell’Occidente, come mostrerà Emanuele Severino, a una modificabilità tecnica che non ammette limiti assoluti o naturali. Preso nella sua inestirpabile finitudine, il genere umano non sembra avere altra risorsa – come argomenterà Salvatore Natoli – che assumersi tutta intera la responsabilità di porre un limite ai pericoli che esso genera dentro una natura ad esso smisuratamente irriducibile. Il destino della responsabilità – gli farà eco Sergio Givone – dipende dall’inattingibilità dell’innocenza, costitutivamente velata dal peccato o segnata dalla colpa.
Alla pervasività della tecnica non sfugge il diritto: perduta ogni oggettività della natura, la norma giuridica – come sosterrà Natalino Irti – dipende dalla decisione politica. Le frontiere della bioingegneria spingono viceversa verso la formulazione di diritti di nuova generazione, per affrontare la questione, altamente controversa, di cosa sia naturale e cosa sia invece regolabile, di quali siano gli ambiti di vita sui quali si possa legiferare: dalle loro diverse prospettive ne parleranno Stefano Rodotà e Francesco D’Agostino.

Metamorfosi

Nell’ambito del festival di filosofia, dal 16 al 18 settembre 2011:

Metamorfosi
Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. L’unica Natura è quella che cambia continuamente, spostando i confini tra i regni e tra i corpi secondo combinazioni sempre mutevoli. La metamorfosi stessa è mutata: ha attraversato i corpi degli dèi, degli animali e degli uomini; ha spostato le frontiere dell’umano verso le macchine; ha modificato lo statuto dell’animale. Alla metamorfosi come processo naturale, come categoria di rappresentazione e come esperienza narrativa sono dedicate diverse attività del festival.
Il cantiere artistico della metamorfosi, intesa come tema classico e come terreno di rivisitazione interdisciplinare – da Cranach a Picasso, passando per Gustave Dorè, Bilal e Moebius – viene aperto dalla mostra “Indistinti confini”, che propone, a Palazzo dei Pio a Carpi, una selezione di opere d’arte antiche e moderne, ma anche brani letterari, tavole di fumetti e spezzoni cinematografici: in una scelta di opere dalle forme disfatte e dai confini sfaldati.
A far da vestibolo e da contrappunto alla mostra sta “Crisalide”, una grande scultura in resina trasparente sospesa tra le arcate del Cortile d’onore. Quest’opera di Valentina Maddalena Lugli, bozzolo di cambiamento, è illuminata dall’interno da una piccola luce: la trasformazione eccede i confini del naturale e si fa energia psichica, motore di crescita personale degli esseri umani (Palazzo dei Pio a Carpi).
Le crisalidi si schiudono ed ecco le “Farfalle”, titolo scelto dalla Compagnia TPO per spiegare ai più piccoli la metamorfosi più grande, quella della nascita, attraverso uno spettacolo sensoriale. La “casa delle farfalle”, tutta bianca, accoglie i bambini in un’atmosfera delicata, un microcosmo silenzioso dove proprio le farfalle disegnano giochi di luce, arricchiti dagli effetti visivi e sonori creati da un “tappeto sensibile” sollecitato dal passaggio dei piccoli ospiti (Sassuolo, Palazzo Ducale, sabato 17, ore 20.30).
Tra metamorfosi e comunità, nel segno di un’esperienza in cui i confini dell’umano e dell’animale perdono la loro fissità e indicano nuove possibilità di legame, si situano i caratteristici disegni di animali umanizzati di ericailcane, che assieme a una grande installazione, sono protagonisti della mostra “Il canto della foresta”, proposta dalla Galleria D406 di Modena. Altri animali, meccanici e di stoffa, popoleranno il verde cortile del Museo Muratoriano in Piazza Pomposa.
“Le avventure di Pinocchio” è la favola della metamorfosi per eccellenza, quella che racconta di un bambino-burattino ipercinetico e mai fermo nella stessa condizione. Porta lo stesso titolo la mostra che raccoglie i disegni di Gianluigi Toccafondo allestita alla Biblioteca Delfini di Modena e realizzata con la Galleria D406: venticinque tavole a colori e un cortometraggio per raccontare il personaggio che da sempre affascina i più grandi illustratori. Forme in movimento che si allungano e si deformano, immagini fluttuanti e metamorfiche, intercalate a frammenti di testo, portano il segno inconfondibile dell’autore, per un Pinocchio distante dal cliché iconografico tradizionale, guardando a Totò, ma anche a Buster Keaton e Stan Laurel.

La natura al Festivalfilosofia

FESTIVALFILOSOFIA: 100% NATURA FESTIVALFILOSOFIA: 100% NATURADa venerdì 16 a domenica 18 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche. Tra i protagonisti Nancy, Bauman, Augé, Koolhaas, Shiva, Cacciari, Galimberti e Bodei

Un concetto chiave della tradizione filosofica e una questione cruciale dell’esperienza contemporanea. È “natura” il tema dell’edizione 2011 che si svolge a Modena, Carpi e Sassuolo dal 16 al 18 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 170 mila presenze, è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti, tra gli altri, Enzo Bianchi, Edoardo Boncinelli, Massimo Cacciari, Roberta de Monticelli, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Umberto Galimberti, il modenese Carlo Galli, Sergio Givone, Salvatore Natoli, Vincenzo Paglia, Giovanni Reale, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Emanuele Severino, Carlo Sini e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un quarto del totale, a segnare un’edizione sempre più internazionale: tra loro i francesi Jean-Robert Armogathe, Pierre Donadieu, Jean-Luc Nancy e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; i tedeschi Gernot Böhme, Manfred Frank, Wolfgang Schluchter e Christoph Wulf; il belga professore in Gran Bretagna Roel Sterckx; gli spagnoli Felix Duque e Francisco Jarauta; il polacco Zygmunt Bauman, da quarant’anni esule in Inghilterra; l’olandese Rem Koolhaas; nonché l’americano Alva Noë e l’indiana Vandana Shiva.

Il programma delle lezioni magistrali si svolge all’insegna delle trasformazioni innescate dalle scienze e dalle tecnologie, che hanno condotto tanto la riflessione filosofica quanto il senso comune a misurarsi con questioni inedite nella millenaria elaborazione dell’idea di Natura. I maestri del pensiero che il festivalfilosofia porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della Natura, tracciando linee tematiche che discuteranno, tra le altre, la questione del rapporto tra natura e cultura, le metamorfosi del corpo, il futuro del paesaggio, le politiche della natura e le frontiere del biodiritto.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della fortuna, da Aristotele a Plotino, da Galilei a Cartesio, da Hobbes a Spinoza, da Vico a Schelling e Schopenhauer, fino ad arrivare a Merleau-Ponty. Per la prima volta una lezione dei classici sarà dedicata anche a una grande opera pittorica come Il geografo di Vermeer.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge le narrazioni e le performance (con letture e reading di e da Gianni Celati, Carlo Lucarelli, Francesco Bianconi, Ermanno Cavazzoni), la musica (con il melodramma semiserio di Elio, ma anche con jazz e improvvisazioni, cantate e concerti rock), i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.
Oltre quaranta le mostre proposte in occasione del festival: tra cui la prima grande retrospettiva italiana dedicata al fotografo americano Ansel Adams, una personale di Davide Benati, un’esposizione di figurine sulle “sfere invisibili” – ovvero l’habitat degli animali esotici -, una dedicata agli “indistinti confini” della metamorfosi, da Cranach a Picasso, passando attraverso strisce di fumetti e spezzoni cinematografici.
E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per quasi sessanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 17 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.
Per realizzare un programma così vasto, il Consorzio per il festivalfilosofia può contare sull’apporto dei Soci (fra i quali spicca la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena) e sul consolidato supporto di un sistema di imprese che si riconoscono nel progetto. Proprio in questo meccanismo virtuoso si manifesta la natura “sostenibile” del festival: è dal territorio locale che arriva il principale sostentamento per la manifestazione.
Tre le categorie di sostenitori: in primo luogo i finanziatori istituzionali, che per l’edizione 2011 sono Camera di Commercio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Regione Emilia-Romagna, e Confindustria Modena, segnale di una forte e positiva collaborazione tra il Consorzio e i principali soggetti pubblici e privati del territorio.
Accanto a loro stanno main sponsor come Gruppo Hera, multi utility dell’energia impegnata nella prospettiva di una economia sostenibile, Tetra Pak, multinazionale del packaging attenta alle problematiche ambientali, Unicredit Banca, che ha istituito col Consorzio un rapporto collaborativo e fiduciario, e Gamma Due, azienda leader nel design ceramico che accompagna il festival fin dalle primissime edizioni.
Come sponsor tecnici offriranno al festivalfilosofia i loro servizi Buonristoro vending group e LS Atelier.

L’edizione 2011 del festivalfilosofia gode inoltre del sostegno del Programma Cultura della Commissione Europea.

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel.059/2033382 e http://www.festivalfilosofia.it

Il gioco che verrà

Carpi, Teatro comunale 24 novembre 2010

Programma

mattino

ore 9.00_13.00
saluti
Alessia Ferrari, assessore alle Politiche culturali del Comune di Carpi
Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna
Rosaria Campioni, responsabile della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC

interventi
Emilia Ficarelli, direttrice del Castello dei ragazzi
Il gioco, la lettura, l’arte: il percorso del Castello dei ragazzi

Giorgio Bartolucci, direttore del CIL (Centro Internazionale Ludoteche)
Il variegato panorama delle Ludoteche in Italia

Alice Lucot, direttrice di ALF (Association Ludotheques Françaises)
L’organizzazione istituzionale del servizio Ludoteche in Francia

Roberto Farnè, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna
La ludoteca: per una pedagogia del gioco a sviluppo sostenibile

Marco Accordi Rickards, docente di Teoria e Critica delle Opere Multimediali e Interattive, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi Tor Vergata
L’Evoluzione del Videogioco: frontiere e problematiche odierne dell’Opera Multimediale Interattiva

Stefano Laffi, sociologo, Agenzia di ricerca sociale CODICI, Milano
Se prendi sul serio i ragazzi e i videogiochi

moderatore: Alessia Ferrari, assessore alle Politiche culturali

pomeriggio

Focus group 1
ore 14.30-18.00
Identità della Ludoteca e linee guida
conduttore Maria Carla Rizzolo, responsabile Centri di Cultura per il Gioco, ITER (Torino)
con Amilcare Acerbi, direttore di GioNa,
Giorgio Bartolucci, presidente di CIL,
Alice Lucot , presidente di ALF,
Paolo Calamita, referente gruppo ludoteche di Ali per Giocare

Focus group 2
ore 14.30-15.30 visita guidata alla mostra Nel labirinto dei videogiochi, a cura di AIOMI (Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive)

ore 15.45-18.00
Have a good game
Videogiochi e intrattenimento digitale in Ludoteca
conduttore Roberto Farnè, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna
con Marco Accordi Rickards, presidente AIOMI,
Enrico Gandolfi, ricercatore associato presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma e project manager di AIOMI,
Stefano Laffi, sociologo Agenzia di ricerca sociale CODICI, Milano

Nella giornata sarà possibile visitare il Castello dei ragazzi (Biblioteca ragazzi – Ludoteca – Teatro della luce)

Per l’iscrizione al convegno si prega di compilare l’apposito modulo da inviare via e-mail all’indirizzo ludoteca@carpidiem.it o via fax al numero 059/649987
La partecipazione al convegno è gratuita

In caso di superamento dei posti disponibili sarà privilegiato l’ordine di arrivo delle richieste di iscrizione

A richiesta, sarà rilasciato attestato di partecipazione info castello dei ragazzi palazzo dei pio 59, piazza Martiri 41012 Carpi (MO) tel. 059 649983/4/5 ludoteca@carpidiem.itwww.castellodeiragazzi.it

Modulo iscrizione al convegno

Programma del convegno in formato .pdf

Festa del racconto 2010

La Festa del racconto è per tutti. In questo duemila e dieci è alla sua quinta edizione e il programma presenta trentanove eventi in cui consuete tradizioni come le “poltrone” con gli
scrittori si coniugano a novità musicali e a reading letterari.
La Festa è dinamica, la festa è vivace, ricca di eventi cinematografici, teatrali, didattici, classici e contemporanei. C’è chi può trovare sorprese e chi invece gradite conferme. Basta
viverla con la passione e l’entusiasmo con i quali da cinque anni, ideatori, organizzatori e coordinatori, preparano l’evento fin nei minimi particolari.
Come al solito, la qualità delle proposte è varia, per dare la possibilità al pubblico di conoscere le vaste forme della cultura; autori noti come Alessandro Baricco, Niccolò Ammaniti,
“preti scomodi” come Don Gallo, scrittrici acclamate come Rosetta Loy, Lia Levi, Isabella Bossi Fedrigotti proporranno libri, consigli di lettura, aneddoti e narrazioni assieme
ad autori da scoprire, italiani e stranieri, che meritano altrettanta attenzione e partecipazione.
A Carpi, Novi e Soliera per tre giorni le piazze, le vie e i luoghi verranno pacificamente invasi da storie esemplari di uomini e donne che hanno fatto della scrittura, dell’arte, della parola
e della memoria le loro principali ragioni di vita. Hanno voglia di condividerle con chi desidera ascoltare e dialogare con loro.
Come consuetudine all’interno della manifestazione ci sarà il Premio Loria. Quest’anno il prestigioso riconoscimento verrà assegnato a Niccolò Ammaniti, autore molto conosciuto
dal grande pubblico per lo sferzante acume con il quale rappresenta la nostra contemporaneità.

Come ogni anno il premio Loria inediti verrà conferito al migliore racconto fra quelli pervenuti in biblioteca. Quest’anno, in particolare a teatro, verrà messo in scena uno spettacolo tratto dal libro “S” di Gipi, uno dei più famosi artisti europei di storie disegnate che con la sua presenza ci dirà perché le immagini sono ancora così suggestive e di moda per molti lettori.
Simone Massi, autore e regista di cinema d’animazione proporrà le sue tavole nella mostra Facce, luoghi e animali e particolare riguardo verrà riservato ai giovani con iniziative
specifiche per le scuole medie inferiori e superiori.

http://www.bibliotecaloria.it/

Scarica la piantina in PDF

Il cinema alla Festa del racconto

La casa editrice ospite di questa edizione è Fandango che assieme agli organizzatori ha proposto una serie di appuntamenti cinematografici, giornalistici e letterari d’attualità.

Evento 5 | venerdì 1 ottobre ore 21,30

Carpi Auditorium Loria

Poltrona Cinema

Incontro con Emilio Marrese, Rolando Ravello e Lorenzo Scurati

A cura di Fandango

A seguire proiezione del film

VIA VOLONTE’ NUMERO 9 (Italia, 2010)

Ideato e scritto da Rolando Ravello e Emilio Marrese

Regia di Lorenzo Scurati

Il film-documentario, vincitore del Rome Independent Film Festival 2010, narra di una palazzina alla periferia nord di Roma; è la storia di una casa occupata la mattina del 3 novembre 2007 e della gente che la abita: molti precari, ma anche chi un posto fisso ce l’ha. Tutti, però, accomunati dalla difficoltà di vivere dignitosamente nell’Italia di oggi. Da questo incrocio di vite emerge uno spaccato di scottante contemporaneità: una realtà che spesso non vorremmo osservare, ma che si presenta inevitabilmente al nostro sguardo, perché è quella del paese in cui viviamo…

LINK E TRAILER: http://www.cinemaitaliano.info/viavolonteumero9

Evento 23 | sabato 2 ottobre ore 22,00
Carpi, Cinema Eden

Poltrona_cinema

Incontro con Antonio Capuano
A cura di Fandango

A seguire proiezione del film
L’AMORE BUIO (Italia, 2010)
Regia di Antonio Capuano
Interpreti: Irene De Angelis, Valeria Golino, Gabriele Agrio, Luisa Ranieri, Corso Salani, Fabrizio Gifuni, Alfio Alessi, Anna Ammirati

Presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2010 nella sezione Giornate degli Autori

Quando si muove il branco non c’è pietà per nessuno, non per le vittime e neppure per i più fragili tra quelli che ne fanno parte. Ritorna la Napoli inconfondibile del più appartato tra i cineasti partenopei. Una storia di violenza e tenerezza tra i palazzi borghesi, i bassi della rabbia, il carcere di Nisida…

LINK E TRAILER:

http://www.cinemaitaliano.info/Lamorebuio

http://www.everyeye.it/cinema/articoli/l-amore-buio_recensione_12182

Lezioni magistrali

CINQUANTA LEZIONI SUL BUON USO DELL’INCERTEZZA Nelle piazze e nei cortili del festivalfilosofia si rifletterà su contingenza e rischio, probabilità e azzardo

Esposti all’incertezza, gli individui devono imparare a convivere con destini personali aleatori e interamente privatizzati; pressate da rischi di vario tipo – ambientali, finanziari, sociali – le società devono ripensare i princìpi dell’agire collettivo e interrogarsi se sia possibile compiere scelte pienamente sicure e governabili. Il programma di lezioni magistrali del festivalfilosofia – che a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2010 celebrerà il suo decennale – porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città celebri maestri del pensiero, che si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della fortuna, dal rapporto tra eccezione e ordine nella sfera politica, al carattere creativo dell’imprevisto, dalla teoria del rischio alle tecniche della sua calcolabilità, dal lavoro antropologico e simbolico delle culture per addomesticare il futuro all’esperienza dell’azzardo e della scommessa.

La questione della contingenza
La questione della fortuna rinvia in primo luogo allo statuto della contingenza (ciò che “ci tocca”) e al conseguente rapporto tra il possibile e il necessario. A Jean-Luc Nancy – voce tra le più significative della filosofia continentale –  toccherà mostrare di cosa è fatta la “chance”, cioè apertura fortuita al mondo e all’Essere che sfugge a ogni proiezione di possibilità. Peter Sloterdijk – forse il più originale pensatore in scena –  affronterà il tema dell’occasione in una grande diagnosi d’epoca, per mostrare come la modernità – nata nella celebrazione del rischio, dell’avventura, del viaggio e della scoperta – abbia subìto un ripiegamento nel segno delle assicurazioni e delle rassicurazioni. Massimo Cacciari prenderà di petto il tema della possibilità nel suo inquieto rapporto “amletico” con la decisione e la fatalità, mentre Sergio Givone e Maurizio Ferraris svolgeranno riflessioni sulla relazione tra possibile e necessario da ottiche distinte, la prima orientata alla questione morale della libertà e della colpa, la seconda dedicata al principio di necessità della realtà materiale. A Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, il compito di delineare i tratti della contingenza psichica, cioè la significatività di quel che “cade” fuori dal controllo cosciente del soggetto.
Il contingente è ciò che tocca e dunque che trasforma. Ne consegue che il lavoro della contingenza chiama a un continuo ripristino di ordine per fare fronte al cambiamento e all’eccezione, come sul piano dell’ordine politico moderno mostrerà Carlo Galli. Tali tentativi di ricostruzione, spesso sotto forma di riparazioni a ingiustizie collettive (è questo il tema della lezione di Gustavo Zagrebelsky), sono altrettante risposte alla paura che domina la condizione umana e sociale, come argomenterà Roberto Esposito. La complessità delle sfide poste al diritto e alla politica è maggiormente evidente se si considerano l’artificialità e la mancanza di fondamenti del diritto, come sosterrà Natalino Irti; tuttavia questa incompiutezza dell’ordine contemporaneo può tramutarsi in occasione, e non a caso Salvatore Veca ne farà l’elogio.
Anche l’ordine economico è in questione: d’altronde “fortuna” è parente di “ricchezza” e di “abbondanza”. Come distribuire le ricchezze, ossia come compensare mediante apposite politiche la diseguaglianza delle fortune, è il tema della lezione di Massimo Pivetti, mentre Marcello De Cecco e Oscar Giannino, in un dibattito condotto dalla giornalista Maria Concetta Mattei, si confronteranno su un’altra valenza economica della fortuna, ossia se il mercato produca ordine ed equità in modo cieco e spontaneo (come se fosse esso stesso una dea bendata) o non debba invece essere governato da regole.
La contingenza è anche ciò che tocca ai singoli. Ampio risalto verrà dunque dato al piano etico e antropologico su cui si gioca la partita della fortuna contemporanea. Zygmunt Bauman – il più influente filosofo sociale contemporaneo – ribadirà il paradosso nel quale sono presi gli individui della modernità “liquida”, costretti a cercare rimedi individuali e biografici per risolvere problemi sistemici. L’instabilità è comunque condizione umana per eccellenza, al punto da rendere mitici tutti i tentativi di stabilizzazione (come argomenterà Umberto Galimberti). E anche in ambito religioso la fede è spesso piena accettazione di “precarietà”, gratuita fiducia in Dio: ne parlerà Enzo Bianchi. Ciò nonostante le culture hanno messo a punto pratiche o sistemi d’interpretazione per rendere stabile l’instabile, come mostreranno Marino Niola (che analizzerà le forme della “superstizione” nella cultura contemporanea) e François Jullien (che presenterà il pensiero della trasformazione contenuto nei Ching, testo fondamentale  della cultura tradizionale cinese). La sfida al destino che si fa amore per il fato – argomento della lezione di Marcello Veneziani – non può far dimenticare che spesso vengono dati in sorte ruoli e condizioni che non rispecchiano  il merito e la giustizia, come nel caso della condizione femminile, di cui parlerà Michela Marzano. È su questo piano che l’esperienza del contingente fa posto a una critica di ordine etico, per discutere i criteri della sorte morale (come nella tradizione anglosassone di cui è interprete Armando Massarenti) o per guardare, come farà Salvatore Natoli, all’imponderabile che governa la vita morale mettendo tragicamente a repentaglio l’ideale della misura.

Rischio e responsabilità
Una seconda grande area in cui si riformula la questione della fortuna è quella del rischio, categoria che da ormai un trentennio contraddistingue le società contemporanee, anzi il destino globale degli Stati e del pianeta. Alla teoria del rischio in una delle sue più avanzate formulazioni sociologiche è dedicata la lezione di Raffaele De Giorgi, mentre Pier Paolo Portinaro e Frank Furedi discuteranno due importanti strategie di condotta per neutralizzare i rischi: il primo ricostruirà i princìpi dell’«etica della responsabilità», mentre il secondo discuterà criticamente il “principio di precauzione”.
La tematica del rischio e della catastrofe è sopraggiunta nelle scienze sociali partendo da una lunga carriera anche nelle scienze naturali. Jean-Pierre Dupuy – influente filosofo della scienza, docente a Parigi e Stanford – esporrà pertanto la sua teoria globale della catastrofe, mostrando le connessioni tra male naturale e male morale. Niles Eldredge, coautore con Stephen J. Gould della teoria degli equilibri punteggiati, presenterà a sua volta le estinzioni catastrofiche della biodiversità, oggi per la prima volta dovute a cause umane, come elemento caratterizzante dei processi evoluzionistici.

La cattura del futuro

La questione del rischio, essendo connessa al governo degli effetti, si lega a un altro vasto quadro nel quale opera la fortuna, ossia l’apertura di futuro propria di ogni accadere. La modernità si è specializzata in tecniche di anticipazione del rischio tramite le quali si è creduto di addomesticarlo rendendolo calcolabile e statisticamente regolabile. Alle tecniche e discipline di “cattura” del futuro sono dedicate alcune lezioni in programma. Gerd Gigerenzer, scienziato cognitivo e direttore del Max Planck Institute di Berlino,  si soffermerà sui vincoli emotivi e “viscerali” della decisione, mentre Elena Esposito mostrerà come ogni proiezione probabilistica comporti sempre un quadro “finzionale” orientato da aspettative di aspettative. Angelo Panebianco, operando su modelli diffusi nelle scienze sociali, analizzerà il rapporto tra cause ed effetti, spiegazione e previsione dei fenomeni, in una linea che rimette in gioco il tema dell’autonomia dell’azione, mentre Nicla Vassallo mostrerà come le tecniche di sapere possano produrre conoscenza anche mediante l’errore.
In una prospettiva più ampia, Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio, proporrà di valorizzare anche nelle pratiche sociali  il modello dell’ipotesi scientifica, dove si coniugano dubbio e speranza , superando i miti nostalgici o utopici.
Tra i campi dell’esperienza umana quello delle religioni ha fornito evidentemente massicci contributi per catturare il futuro. Jürgen Moltmann e Piero Coda, da prospettive teologiche e confessionali distinte, si soffermeranno sullo scarto antropologico e religioso tra elezione e grazia, tra principio speranza e dottrina delle predestinazione, discutendo se e quanto il futuro degli uomini sia disponibile alla loro scelta. In ottica più storica, Giorgio Stabile ricostruirà la storia di lunga durata della “ruota della Fortuna” come grande dispositivo concettuale e iconografico che, a partire dal mondo classico, ordina il  tempo cosmico, storico ed esistenziale attorno all’idea di ciclicità. Sarà Giovanni Filoramo ad analizzare il contesto e i significati delle dottrine della Provvidenza nella fase di formazione della cultura teologica cristiana, mentre Giovanni Reale interpreterà il mito platonico di Er (narrato nella Repubblica), dove si discute la scelta dei «paradigmi di vita» operata sotto gli occhi della Moira, cioè del destino.

Gioco e creazione

Che il calcolo della probabilità spesso sia in scacco e si debba invece rapportarsi al futuro come proprio destino ben lo sanno i giocatori, specie quelli d’azzardo, sedotti dalle promesse della fortuna. Franco La Cecla seguirà questa esperienza ai tavoli da gioco e negli altri interstizi della vita quotidiana, come le sale per scommesse, dove la vertigine dell’azzardo indica come la posta in gioco sia, né più né meno, il venire all’essere o il piombare nel nulla. Marco Vozza si dedicherà invece a un’esperienza peculiare di avventura, di incontro azzardato dagli effetti imprevedibili, come è il caso dell’avventura amorosa. A una singolare promessa di fortuna, nel cuore stesso di un mondo apparentemente governato dalle gerarchie della risultanza statistica, si rivolgerà invece Milad Doueihi con una lezione sulla funzione “I am feeling lucky / Mi sento fortunato” del motore di ricerca Google.
Esplorando i confini tra arte e vita, tra opera e mondo, Massimo Carboni attraverserà le creazioni contemporanee per rilevare come il fortuito, l’indeterminato e il circostanziale divengano dimensione stessa dell’opera, ormai ricettiva di ciò che sta prima e fuori da essa.
Per tutti i nati con la camicia (di forza), il talentuoso attore-autore Alessandro Bergonzoni – in una vera e propria lezione magistrale – inseguirà la fortuna  nei suoi paradossi linguistici più eloquenti e avventurosi.

La lezione dei classici

Completerà il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”, secondo la formula sperimentata con successo nel 2009 di convocare grandi interpreti del pensiero filosofico per discutere le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema della Fortuna.
Remo Bodei terrà una lezione sul De fato di Cicerone, vera e propria enciclopedia di dottrine morali antiche che ha non poco influenzato il pensiero dell’Occidente. Amedeo Quondam attirerà l’attenzione su un testo poco conosciuto di Francesco Petrarca, il De remediis utriusque fortunae, da cui si è sviluppata un’importante tradizione teorica sui codici culturali della fortuna e del merito. Carlo Galli leggerà Il principe di Machiavelli analizzando l’opposizione qui espressa tra virtù e fortuna. Tullio Gregory, membro del Comitato scientifico del Consorzio, commenterà i Saggi di Montaigne, forse il principale spartiacque nella cultura dello scetticismo e testo capitale della modernità. Maria Emanuela Scribano e Sergio Givone ricostruiranno due grandi sistemi filosofici del rapporto tra possibilità e necessità fioriti nell’epoca della ragione classica, rispettivamente l’Etica di Spinoza e i Saggi di teodicea di Leibniz. In un percorso di avvicinamento al contemporaneo Antonio Gnoli si soffermerà sull’esperienza della finitezza e della contingenza teorizzata da Heidegger in Essere e tempo, mentre Pier Paolo Portinaro commenterà uno dei testi più influenti per la morale della responsabilità, ossia Il principio responsabilità di Hans Jonas.

La filosofia della comunità

nono festival filosofia
nono festival filosofia

Tra i poli estremi dell’individualismo illimitato e del comunitarismo difensivo, tra il soggetto-atomo e quello fuso in identità collettive, sta il vasto campo di esperienza di ciò che è comune e condiviso. Nuove figure e inedite tensioni lo attraversano, che pongono al pensiero filosofico un compito di analisi altrettanto vasto e innovatore. A questa lettura integralmente problematica della questione della comunità sarà dedicato il programma delle lezioni magistrali del nono festivalfilosofia, a Modena, Carpi e Sassuolo dal 18 al 20 settembre 2009.

Bodei a Modena
Bodei a Modena

Nelle piazze e nelle chiese delle tre città, celebri maestri del pensiero contemporaneo si confronteranno con il pubblico su alcuni grandi temi che spaziano dal fondamento della comunità ai suoi luoghi, dai sentimenti che cementano o dividono le collettività alle comunità virtuali che nascono online. Il programma presenterà alcune delle più aggiornate istanze filosofiche sulla comunità, per segnalare la complementarità tra il singolare e il comune. A Jean-Luc Nancy, una delle più originali voci filosofiche contemporanee, sarà affidata una riflessione sulla radice comune dell’esperienza umana, centrata sull’essere con gli altri e sull’originaria priorità della relazione.

Analogamente Roberto Esposito, cui si deve una delle più articolate trattazioni della communitas, discuterà il rapporto comunitario come condivisione e meccanismo di dono, mentre la riflessione di Carlo Galli andrà a sottolineare i rischi connessi alla privatizzazione delle culture qualora si assuma una visione puramente formale della cittadinanza. Non si dà infatti comunità senza princìpi e regole condivise che orientino l’esperienza “di tutti e di ciascuno”.

Galimberti a Sassuolo
Galimberti a Sassuolo

Sarà il giurista Stefano Rodotà ad affrontare in questo quadro il concetto di autodeterminazione, tema cruciale in cui si esprime il difficile rapporto tra libertà individuali e norme comuni. La libertà come diritto fondamentale e, viceversa, come valore tragico sarà il tema rispettivamente di Fernando Savater e di Sergio Givone. Ad esperienze di estraniazione dalla libertà sono dedicate anche le lezioni di due dei principali protagonisti della filosofia contemporanea: Emanuele Severino, che offrirà una riflessione sulla solitudine, e Remo Bodei, supervisore scientifico del festival fin dalla prima edizione e ora membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, che traccerà l’esperienza dell’esilio e la difficoltà di elaborare il trauma del distacco dalla propria comunità. Né essenze inalterabili, né destino di popoli, le comunità umane si costituiscono e si trasformano nel tempo e nello spazio secondo strategie molteplici: l’antropologo tedesco Christoph Wulf, analista dei gesti e delle liturgie pubbliche, affronterà la “produzione” rituale della comunità, esemplificata anche dal ruolo della “religio” nel mondo romano, la cui trattazione è affidata allo storico delle religioni Giovanni Filoramo.

Il filosofo morale Avishai Margalit declinerà questo tema attraverso la parola-chiave della nostalgia, sottolineando come le comunità si costituiscano attorno a memorie condivise e a peculiari rielaborazioni del passato. Jon Elster, uno dei più innovativi filosofi delle scienze sociali, discuterà in particolare la giustizia riparatrice, per la quale società lacerate da guerre civili o crimini contro l’umanità risultano capaci di riconciliazione legale e comunitaria.

Marc Augé
Marc Augé

Una delle strategie di costruzione comunitaria più originarie, che fa leva sulle pulsioni e i desideri inscritti nella psiche dei singoli, è quella erotica, tema delle lezioni di Umberto Galimberti e di Marco Vozza, che affronterà la “comunità degli amanti” dal punto di vista delle sue implicazioni etiche. Le comunità occupano spazio e costruiscono luoghi, materiali e istituzionali, stabilendo un dentro e un fuori che non sono solo concreti, ma anche simbolici, come la frontiera, tema di Marc Augé, fra i più accreditati antropologi contemporanei e membro del Comitato scientifico del Consorzio.

Tra i luoghi esemplari della comunità sta certamente anche la casa greca, di cui parlerà la storica del diritto Eva Cantarella, per sottolineare l’intreccio antico tra famiglia e città, mentre alle forme della metropoli contemporanea, con la sua promessa di libertà e di anonimato, sarà dedicato l’intervento di Francisco Jarauta, esperto della cultura filosofica delle avanguardie artistiche.

Se la città appartiene all’intera collettività, vi sono luoghi precipui di determinate comunità, come il monastero con la sua regola, di cui parlerà Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, o il laboratorio artigiano, spazio di una comunità di lavoro essa pure inconcepibile senza una regola di cooperazione: ne parlerà Richard Sennett, uno dei maggiori sociologi del nostro tempo. L’epoca contemporanea è contraddistinta peraltro da un nuovo tipo di luoghi, virtuali e fondati sulla comunicazione. Alle trasformazioni della vita personale e collettiva determinate dalle nuove tecnologie dedicherà una lezione la sociologa Eva Illouz, mentre il filosofo Maurizio Ferraris parlerà della connettività e della costruzione di comunità non più fondate su “suolo e sangue”.

Massimo Cacciari
Massimo Cacciari

Nell’epoca delle identità fittizie la sociologa Gabriella Turnaturi si soffermerà sulla questione del segreto. Il filosofo e teologo Adriano Fabris rifletterà invece sull’etica del virtuale, analizzandone criticamente i paradigmi di comunicazione. La comunità si cementano e si riproducono anche attraverso sentimenti e valori che, radicati nell’interiorità individuale, consentono la partecipazione e la condivisione. Massimo Cacciari aprirà il festival a Modena con una lezione sul “prossimo”, cui faranno da complemento la riflessione del teologo Piero Coda sul principio biblico della comunione e quella di Vincenzo Vitiello sul rapporto tra la Cristianità e la cultura dell’Occidente. Salvatore Natoli mostrerà le radici dell’idea di fiducia, componente essenziale dell’esperienza non solo nella sua dimensione privata, mentre Carlo Sini presenterà una lettura innovativa del principio di carità, intesa come capacità di scelta «nel nome del terzo».

Le radici classiche dell’amicizia saranno discusse da Enrico Berti, autorevole studioso di Aristotele, che mostrerà come l’amicizia fosse per i greci una sorta di virtù politica su cui costruire il bene comune, mentre Franco Cassano porterà il discorso sui “beni comuni” in prospettiva contemporanea. Le comunità si riconoscono (e si dividono) anche sulla base di discorsi, ideologie e ideali. Così l’Europa è sostanzialmente “civitas”, ossia cultura di città che coniuga universalismo e differenza, come argomenterà il filosofo politico Giacomo Marramao, e anche il pianeta diventa sempre più democratico, almeno formalmente: ai princìpi e alle regole della democrazia sarà dedicata la lezione di Michelangelo Bovero, erede del magistero di Norberto Bobbio.

Emanuele Severino
Emanuele Severino

Ma le comunità non sono sempre rose e fiori, parate e messe cantate. Possono al contrario risultare oppressive, soffocanti e conflittuali. Come mostrerà Elena Pulcini, esse fanno leva su meccanismi di paura che possono venire disinnescati solo attraverso il ricorso a una nuova nozione di cura e di responsabilità. Vi sono pulsioni di aggressività e rivalità che possono arrivare a impedire la vita in comune, come mostreranno, da prospettive diverse, Mario Perniola e Roberto Escobar, mentre Etienne Balibar, uno dei più significativi esponenti del pensiero marxista, si soffermerà sulle politiche di esclusione che fanno uso di ideologie razziste.

Alla nascita della categoria stessa di razza e alla sua pervasività all’interno delle tradizioni colte sarà dedicata la lezione di Maurice Olender, storico dei saperi religiosi. Su uno sfondo che risale fino alla cultura dell’antica Grecia, Umberto Curi ricostruirà da parte sua la figura dello straniero e la sua traiettoria nel pensiero occidentale. La questione dell’estraneo possiede valenze non solo politiche, ma anche squisitamente filosofiche: il pensatore tedesco Bernhard Waldenfels la indicherà come tratto irriducibile dell’esperienza, non derivabile dal “proprio”, né superabile nell’universale.

L’attuale fertile stagione di ricerche neuroscientifiche offre una sfida di pensiero anche al discorso sulla morale. Due filosofe, Laura Boella e Roberta de Monticelli, da prospettive diverse incroceranno i risultati degli studi sui neuroni-specchio e su altre procedure cognitive, mostrandone la convergenza su temi come l’empatia e la partecipazione emotiva al “senso comune”. In un programma che fin dalla prima edizione ha segnalato la cruciale alleanza tra ragione e gusto attraverso la sezione “cucinafilosofica” non poteva mancare, infine, un momento di riflessione sul convito, il pasto comune, come elemento rituale e sociale fondamentale nella costruzione della comunità. Su questo tema – all’incrocio tra filosofia, storia e gastronomia – dialogheranno Tullio Gregory, che da sempre firma la cucinafilosofica ed è ora membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, e Armando Torno, editorialista di spicco del “Corriere della Sera”.

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Per rafforzare il carattere di vasta pedagogia pubblica rivolta non tanto agli specialisti quanto ai cittadini desiderosi di aggiornare o integrare i propri strumenti di giudizio, una nuova sezione arricchirà il programma del festivalfilosofia: denominata “La lezione dei classici”, presenterà i testi più significativi per la teoria della comunità – da Platone e Aristotele ad Agostino e Averroè, da Hobbes e Marx a Tönnies e Schmitt, da Arendt a Derrida – nella lettura diretta di specialisti di primo rango, quali Wolfgang Schluchter e Maurizio Viroli.