Abbiamo già dato

Fertilia, piccolo centro razionalista situato di fronte alla catalana Alghero, è stata una città laboratorio del Novecento e conserva le tracce delle grandi questioni del secolo breve: architetture di regime, trasformazioni antropiche del territorio, politiche di memoria e di rimozione, flussi migratori, processi di riforma fondiaria, contaminazione culturale, politiche di accoglienza e integrazione.

… Questo progetto venne approvato nel 1937  e fu realizzato tra il 1939 e il 1941 con l’edificazione del Palazzo Comunale con la Torre Littoria, della Casa del Fascio, dell’albergo, dell’edificio postale, della chiesa parrocchiale, della caserma dei carabinieri e della milizia, della sede degli uffici di bonifica. I lavori proseguirono nonostante grandi difficoltà ma, una volta scoppiata la guerra, si interruppero bruscamente. Fertilia rimase incompiuta.

I miei erano ferraresi doc: mia madre è andata a scuola a Copparo mentre mio padre tifava per la Spal. Qua c’erano i sardi, i veneti, i corsi, poi gli istriani. Spesso non ci capivamo, anche a scuola con gli algheresi. Quando una bambina ferrarese stava male arrivava il medico, ma era sardo, e alla bambina faceva domande in sardo, e lei non capiva, rispondeva in ferrarese, e i due non si capivano, così la bambina continuava a piangere. Avevamo difficoltà a capirci con tutti. Quando i sardi ci parlavano e noi dicevamo che non avevamo capito, loro ci dicevano “Mi sono capito io”. Ah, va bene, allora risponditi da sola, se ti sei capita tu! Noi abbiamo sempre continuato a parlare ferrarese, ancora adesso con mia madre parlo  ferrarese.
Mirella R.

Capitolo secondo: «Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraterna gli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia», così come la presenza di vie intitolate a Fiume, Pola, Cherso, Orsera, Rovigno, Trieste, Dignano, Zara, Parenzo, sono una chiara manifestazione delle politiche culturali concretizzatesi nel secondo dopoguerra dopo l’arrivo, soprattutto tra 1948 e 1952, di oltre 500“nuovi abitanti”[1].


Giuseppe Muroni, Fertilia, l’ultima città del duce. La voce dei ferraresi di Sardegna nella periferia di regime, in “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 2 (2018)
[03-04-2018]. http://rivista.clionet.it/vol2/societa-e-cultura/architettura/muroni-fertilia-ultimacitta-
del-duce.

  1. Si veda il video de “La Settimana Incom” del 28/08/1952: A Fertilia rivive Pola
    (https://www.youtube.com/watch?v=ZJcL7t_pUmM).
  2. https://youtu.be/iVLX73I_nY8

Finora tiene

golena di Gamberone
Foto di Guido Santini

La disperazione negli occhi della gente sommersa dal fango, come da qualsiasi altro fenomeno più grande delle singole persone e comunità, è ovunque la stessa. Ovunque la stessa domanda: perché nessuno ci aiuta? Dov’è lo Stato?
Domanda assolutamente legittima. Purtroppo cade in un contesto più che trentennale, ormai, di condanna della presenza del “pubblico”, (corsivo nostro) di richiesta universale (pilotata dalle imprese private, ma questo è meno noto) di riduzione dell'”invadenza” delle amministrazioni pubbliche, di entusiasmo per i “condoni” degli abusi commessi in nome della “libertà di impresa” o del diritto all’accomodamento individuale (“padroni in casa propria”, no?). Alla fine della fiera trentennale, lo Stato che serve – quello che interviene nelle calamità naturali, che cura il territorio e la popolazione che ci vive – è dimagrito, spompato, svuotato, sempre meno competente e organizzato (in nome della “privatizzazione”, della dismissione delle “partecipate”, dell'”autonomia” e via castronando). E quindi arriva poco, male, tardi.
Questa sua inefficienza provocata e voluta da tutti diventa a sua volta una “prova” della necessità di ulteriormente privatizzare, dismettere, disinvestire, definanziare. Insomma: di tagliare.[…]

Se fossimo dei cinici potremmo concludere: vi ha convinto il “meno Stato, più mercato”? Adesso godetevelo…
Non siamo fatti di questa pasta. Ogni nuovo colpo all’assetto idrogeologico del territorio, ogni alluvione o altro disastro, ci conferma invece nella convinzione che soltanto una risposta pubblica – collettiva, seria, scientifica – che subordini ogni “aspettativa privata” alla sicurezza collettiva può provare ad affrontare fenomeni altrimenti destinati a moltiplicarsi in forme sempre più catastrofiche.

http://contropiano.org/politica/item/27569-meno-stato-piu-mercato-piu-inondazioni

Disegnatori cercasi

Disegnatori di ogni età ed esperienza sono invitati a due appuntamenti di disegno e acquerello en plein air presso due impianti del CER,(1) dove paratoie mobili e gigantesche idrovore fanno da contrappunto a suggestivi paesaggi fluviali. Gli appuntamenti sono:
• domenica 18 maggio dalle 10 alla 17 presso la Traversa mobile sul Reno e nell’ Oasi naturalistica di Volta Scirocco a Mandriole di Sant’Alberto (RA)
lunedì 19 maggio dalle 15 alle 18 presso l’impianto idrovoro del Palantone sul Po, a Salvatonica di Bondeno (FE)
I partecipanti dipingeranno in compagnia di Simonetta Capecchi, architetto, disegnatrice e blogger della rete internazionale degli “Urban Sketchers”, che ha realizzato un taccuino di viaggio ad acquerello lungo il CER. La partecipazione è gratuita. Una copia del taccuino della disegnatrice verrà distribuito in omaggio. Occorre solo portare la propria attrezzatura per disegnare all’aperto e, nella giornata di domenica, il pranzo al sacco. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Museo NatuRA di Sant’Alberto (RA) e con l’associazione Autori Diari di Viaggio di Ferrara, grazie alla sponsorizzazione di EmilBanca.
Per informazioni contattare la dott.ssa Sonia Lenzi: lenzi@consorziocer.it
cell. 335 8735865 – È gradita la prenotazione via email o SMS.

1) Nel territorio emiliano romagnolo il CER (Canale Emiliano Romagnolo) è uno dei protagonisti dello sviluppo agricolo e produttivo, da sempre attento alla valorizzazione delle risorse naturali. Il CER è una delle più importanti opere idrauliche italiane, indispensabile per l’economia dei territori che attraversa. Si tratta di un canale lungo 133 km che dal Po, attraversando il bolognese, arriva in Romagna, e delle sue diramazioni a spina di pesce, grazie al quale viene resa disponibile acqua per usi agricoli, civili e produttivi.

Scarica il programma completo

Itinerari bondenesi

Località Porcara , inizio '900

La “rotta del Po” si riferisce a una tremenda piena che disalveò i rami meridionali del fiume per formare, dopo non poche traversie idrologiche, l’attuale corso. Il percorso prende il via da Pilastri, un piccolo paese del ferrarese situato all’estremità nord dell’Emilia Romagna, proprio al confine con la Lombardia e con la provincia di Mantova. Da un incrocio in località La Dogana Posto di Confine seguiamo le indicazioni per Sermide, imboccando l’asfaltata S.P. 34 Ferrarese che, correndo con un canale sulla destra, raggiunge in breve la frazione di Porcara, dove sconfiniamo per un piccolo tratto in provincia di Mantova. Prima di raggiungerne il centro, nei pressi di una grande casa colonica gialla con i balconi color bruciato, abbandoniamo la principale per imboccare la strada Argine Campo, via Argine di confine, che si stacca sulla destra e che procede fra ampi campi coltivati a frutta e numerose case coloniche sparse lungo la strada.

estratto da :http://www.cycling.it/ricerca_itinerari/scheda_itinerari_fb.asp?id=30