La buona scuola

Grande soddisfazione della D.S. Licia Piva e dei docenti del Liceo Scientifico di Bondeno per il risultato che emerge dal sito www.Eduscopio.it il portale creato della Fondazione Agnelli per aiutare le famiglie a scegliere la  scuola secondaria superiore per i propri figli.
Eduscopio è un sito web che permette di confrontare le scuole italiane, a partire dal modo in cui hanno preparato i loro diplomati per il percorso universitario. In altre parole, la fondazione ha preso come indicatore di qualità dei singoli istituti le performance universitarie in tre diversi anni accademici: il 2009/2010; il 2010/2011 e il 2011/2012.
Il liceo Scientifico di Bondeno è risultata essere la migliore scuola ad indirizzo scientifico in un raggio di 30 km da Ferrara superando nell’ordine il Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo, il Liceo Scientifico Roiti di Ferrara, il Liceo Ariosto di Ferrara, il Liceo Celio Roccati di Rovigo, il Bassi-Burgatti di Cento, il Liceo Morandi di Finale Emilia (Mo) e il Liceo Balzan di Badia Polesine (Ro).
Questo riconoscimento va ad aggiungersi agli ottimi risultati che da sempre gli studenti del Liceo ottengono nelle prove INVALSI.

Finora tiene

golena di Gamberone
Foto di Guido Santini

La disperazione negli occhi della gente sommersa dal fango, come da qualsiasi altro fenomeno più grande delle singole persone e comunità, è ovunque la stessa. Ovunque la stessa domanda: perché nessuno ci aiuta? Dov’è lo Stato?
Domanda assolutamente legittima. Purtroppo cade in un contesto più che trentennale, ormai, di condanna della presenza del “pubblico”, (corsivo nostro) di richiesta universale (pilotata dalle imprese private, ma questo è meno noto) di riduzione dell'”invadenza” delle amministrazioni pubbliche, di entusiasmo per i “condoni” degli abusi commessi in nome della “libertà di impresa” o del diritto all’accomodamento individuale (“padroni in casa propria”, no?). Alla fine della fiera trentennale, lo Stato che serve – quello che interviene nelle calamità naturali, che cura il territorio e la popolazione che ci vive – è dimagrito, spompato, svuotato, sempre meno competente e organizzato (in nome della “privatizzazione”, della dismissione delle “partecipate”, dell'”autonomia” e via castronando). E quindi arriva poco, male, tardi.
Questa sua inefficienza provocata e voluta da tutti diventa a sua volta una “prova” della necessità di ulteriormente privatizzare, dismettere, disinvestire, definanziare. Insomma: di tagliare.[…]

Se fossimo dei cinici potremmo concludere: vi ha convinto il “meno Stato, più mercato”? Adesso godetevelo…
Non siamo fatti di questa pasta. Ogni nuovo colpo all’assetto idrogeologico del territorio, ogni alluvione o altro disastro, ci conferma invece nella convinzione che soltanto una risposta pubblica – collettiva, seria, scientifica – che subordini ogni “aspettativa privata” alla sicurezza collettiva può provare ad affrontare fenomeni altrimenti destinati a moltiplicarsi in forme sempre più catastrofiche.

http://contropiano.org/politica/item/27569-meno-stato-piu-mercato-piu-inondazioni

Ricominciare dal futuro

Abbiamo tentato di dirlo, totalmente inascoltati, nella manifestazione post-terremoto del settembre 2012; una lettera pervenuta in redazione del consigliere PD Livio Poletti sembrerebbe ribadirlo:

Grazie alla candidatura di Alan Fabbri alla Presidenza della Regione Emilia Romagna la vita della giunta comunale di Bondeno pare essersi fermata. Proclami a parte la problematica è evidente: una volta che Alan Fabbri avrà preso il treno per Bologna, la destra bondenese non ha avrà candidati spendibili da proporre per le elezioni amministrative successive alle sue dimissioni, con buona pace di chi vedeva in tale figura un segno di coerenza.

D’altro canto anche il Partito Democratico locale dopo la recente e pesante sconfitta elettorale pare non avere prodotto molto.

Occorrono personalità non solo in grado di rappresentare differenti realtà della società bondenese, ma capaci di interpretare un’idea di comunità che cresce e che guarda al futuro, inserita nel contesto che ci circonda.

Bondeno dopo la ricostruzione ha bisogno di rilancio. Per farlo necessita immediatamente di un progetto politico capace di coinvolgere personalità al di fuori dei partiti tradizionali, la parola d’ordine è aprirsi con concretezza ad un elettorato che ha sete di rinnovamento.

L’amministrazione che ha governato fino ad oggi Bondeno ha predisposto numerosi contenitori, è ora di salvare la parte buona che rimane e pensare ai contenuti. Dobbiamo andare oltre, serve quel qualcosa in più per valorizzare quello che oggi abbiamo.

E fin qui il discorso potrebbe anche essere condivisibile, peccato poi che la lettera si concluda con un appello a votare due candidati PD per il consiglio regionale.

Istanze soteriologiche

Il rischio della cronaca politica è quello di guardare con la lente di ingrandimento fenomeni vicini che, alla lunga, si rivelano poi meno importanti del previsto; ad ogni modo ci sembra di poter correre il rischio con un paio di elementi (uno locale e uno nazionale) che si sono presentati in questi giorni (l’articolo è del 20 ottobre e lo riproponiamo n.d.r).

Quello nazionale è la manifestazione della Lega a Milano, quello locale la candidatura per le regionali del sindaco leghista di Bondeno Alan Fabbri.

La Lega, a livello nazionale ha raggiunto il massimo del suo consenso elettorale nel 1996, col 1o% circa (cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Grafico_delle_elezioni_politiche_italiane), scendendo al 4% circa nel 2013; alle ultime europee ha avuto 5 seggi, che forse si uniranno a Marine Le Pen per formare un gruppo.

Nonostante questi piccoli numeri, Matteo Salvini è riuscito nell’impresa di riempire Piazza Duomo a Milano con circa centomila manifestanti (che l’opposizione ha immediatamente definito razzisti e fascisti).

A Bondeno poi i fatti li conosciamo tutti (vedi ad esempio http://www.bondeno.com/2014/05/29/lanomalia-di-bondeno/)e a questi si è aggiunta la  candidatura alle prossime regionali di novembre (di cui abbiamo parlato in un articolo successivo alla pubblicazione di questo).

Cosa dedurne?

Al di là di quello che potrà significare in termini elettorali, è evidente che Salvini ha saputo identificare con l’Euro e l’immigrazione due problemi prioritari per gli italiani (che lo siano e che la Lega abbia le soluzioni è “un altro paio di maniche”).

Quello che mi chiedo è se, all’atto pratico, i 18 parlamentari leghisti smetteranno di votare le leggi di Matteo Renzi e, per il locale, Alan Fabbri riuscirà a riportare l’ospedale a Bondeno (la sanità è di competenza regionale).

Nota:

Soteriologia

Enciclopedia Italiana

SOTERIOLOGIA. – È, come dice il nome (gr. σετηρία “salvezza” e λόγος), la “dottrina della salvezza”, intesa come parte fondamentale di una dottrina religiosa. Certo, se il termine “salvezza” si intenda in senso così lato da farvi rientrare tutte le concezioni relative alla sorte oltremondana degli uomini e alla liberazione dal male e dal peccato – liberazione e male-peccato intesi anche in senso puramente magico – si dovrà dire che l’idea di salvezza è centrale e fondamentale di qualsivoglia manifestazione del sentimento religioso

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Il teorema delle finestre rotte

Il nulla from fuori quadro on Vimeo.

Se si rompe un vetro in una finestra di un edificio e non viene riparato, saranno presto rotti tutti gli altri. Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo è qualcosa che sembra non interessare  a nessuno, allora lì si genererà la criminalità. Se sono tollerati piccoli reati come parcheggio in luogo vietato, superamento del limite di velocità o passare col semaforo rosso, se questi piccoli “difetti” o errori non sono puniti, si svilupperanno “difetti maggiori” e poi i crimini più gravi.

Se parchi e altri spazi pubblici sono gradualmente danneggiati e nessuno interviene, questi luoghi saranno abbandonati dalla maggior parte delle persone (che smettono di uscire dalle loro case per paura di bande) e questi stessi spazi lasciati dalla comunità, saranno progressivamente occupati dai criminali.

http://www.unitresorrentina.org/foto/24-forum/85-la-teoria-delle-finestre-rotte

Zuccherifici, pastifici e feste di piazza

L’amaro epilogo della vicenda dell’ex zuccherificio di Bondeno è la conseguenza di una gestione davvero assurda delle ipotesi di riconversione dell’area di questi anni. Esprimo la mia solidarietà e la mia vicinanza ai dipendenti che sono stati licenziati da Fin Bieticola. L’idea di opporsi al licenziamento, se vi sono le condizioni, mi sembra da percorrere sino in fondo perché troppe cose non quadrano nella vicenda Bondeno. L’unica area dove non è stato fatto un progetto vero di riconversione, l’unico caso dove i dipendenti sono stati licenziati. Viene spontanea una semplice domanda: dove sono finiti e chi ha intascato i soldi della riconversione? Stiamo pagando sino in fondo gli sbagli e le scelte discutibili della proprietà, ma soprattutto l’incapacità dell’amministrazione comunale di affrontare, con sano realismo, i problemi sul tappeto. Solo cinque mesi fa Alan Fabbri andava ripetendo che vi sarebbero stati quattrocento posti di lavoro. A fine febbraio abbiamo assistito ad uno show, da pura campagna elettorale, ben orchestrato dall’amministrazione comunale, con l’apporto di Enumplan e Thomas Food nel quale ci spiegavano che nel 2016 vi sarebbero stati quattrocento dipendenti in fabbrica e si poteva cominciare ad inviare le richieste di assunzione. Dove sono finiti questi pifferai? Dove sono finiti i 100 milioni di € che erano solo una piccola parte dell’investimento? Cose da non credere, ma possibili solo a Bondeno. Alan Fabbri ha continuato per anni a sostenere che i debiti lasciati sul territorio da Enumplan fossero una questione tra privati. Ora cosa dirà sui licenziamenti? Continuerà a pensare solo ai propri interessi di bottega dimenticandosi di quelli del territorio e dell’intera comunità? I cittadini di Bondeno sono stati presi in giro dall’amministrazione comunale e da finti investitori. Le aziende di Bondeno, impegnate nella ristrutturazione della palazzina uffici, sono state truffate da Enumplan e vantano crediti per centinaia di migliaia di euro. Gli ultimi 14 dipendenti Italia Zuccheri sono stati licenziati. Peggio di così non poteva andare. Visti i risultati, vorrei capire da Alan Fabbri a cosa sono serviti i pranzi e le cene con Enumplan. O i vari viaggi in Svizzera. La responsabilità dell’amministrazione comunale di Bondeno in questa assurda vicenda è enorme. Un altro problema creato a Bondeno, ancora si perdono dei posti di lavoro. E quali sono le prospettive? Cosa fa il Sindaco? La popolazione cala mentre negli altri comuni dell’alto ferrarese aumenta. Il reddito complessivo diminuisce rispetto alla media provinciale. Questi sono i risultati dell’azione di governo di questi anni. Continuerà a dire che tutto questo è solo un problema tra privati?

Giovanni Nardini

Capogruppo PD Consiglio Comunale di Bondeno

Il bello di Internet

Tra le altre cose, uno dei pregi di Internet è che non serve soltanto all’immediatezza dell’informazione, ma serve anche a non dimenticare le notizie “vecchie”, come quella del recupero del Borselli che, ripresa su Facebook, ha goduto di una seconda giovinezza.

Si dovrebbe esercitare più spesso il ricordo, invece di voler vivere alla rincorsa di un presente che non ha senso, se manca una prospettiva storica,  e richiamare gli amministratori al rispetto delle loro stesse affermazioni.

Per non essere facilmente liquidato come un fazioso oppositore allego un video “di parte” , che mi sembra centrato sul buon senso:
//www.youtube-nocookie.com/v/qWChh103CBQ?version=3&hl=it_IT&rel=0

Il male luminoso

Fin dall’articolo “L’anomalia di Bondeno” mi chiedevo le ragioni di tanto successo e poi ho visto il manifesto e mi è sembrato tutto chiaro.

Intendiamoci, chi vuole a tutti i costi parteggiare troverà anche motivo di irridere allo slogan dell’edizione del Bundan Celtic Festival di quest’anno.

Però, pensate un attimo alla sconfitta dell’Italia ai mondiali con calciatori che sono stati paragonati ai “tronisti” televisivi, più che a degli atleti (la metà di sinistra del volto) e guardate la metà di destra con barba e baffi e pitture di guerra che ha anche una corona sul capo.

E’ un richiamo alla riconquista della sovranità, cui l’Italia ha abdicato per consegnarsi all’Europa (non dimentichiamo la campagna leghista contro l’Euro); poi c’è anche la rivendicazione delle proprie origini (Festival di Archeologia) celtiche, ma anche etrusche, forse greche, ma sicuramente romane. (1)

Aggiungete anche il localismo (Localfest), contrapposto alla globalizzazione  di cui trovate un’ ampia critica nel libro di Fabio Bergamini di cui nel titolo, e che purtroppo non si trova più in commercio,  e ritrovate tutto l’apparato ideologico (ma , visto che non si parla più al cervello, ma alla pancia, lo chiameremo antropologico) che è stato comunicato e percepito dall’elettorato.

(1) N.B. So che per qualcuno “romano” richiama inevitabilmente il ventennio, ma i miti sono sempre fondativi e lungi da me ogni intenzione critica nel senso negativo del termine.

Digitale non è reale

Questa è la vecchia stazione di Bondeno, ma l’unica differenza con quella nuova è il chilometro di strada sotto il sole che bisogna fare per raggiungerla.

Infatti mi è capitato ieri di accompagnare un amico e scoprire che la domenica non ci sono treni, o meglio il treno che una volta andava al mare non ferma a Bondeno (14.000 abitanti) ma a Sermide (3000 abitanti) sì; per alcuni treni invece c’è un autoservizio sostitutivo : invece delle 10.44  è arrivato alle 11.10, ma il biglietto va obliterato prima di salire.

Scarni cartelli avvertono del cambiamento e chissà se davvero c’è un servizio di taxi per arrivare in centro se si arriva carichi di bagagli…

Per una struttura familistico-contadina come la nostra non sarà un problema chiamare in soccorso un amico o un parente, ma un viaggiatore occasionale perché mai dovrebbe avere necessità di venire a Bondeno in treno?

E poi mi capita sott’occhio questo video dove la solita economista anglofila ci spiega come vivere:
//www.youtube-nocookie.com/v/Hw8KwC1ovTA?hl=it_IT&version=3&rel=0
In pratica tanti giovani di buona volontà forniscono gratis un’idea, i soldi li mette lo stato (finanza paziente) e i profitti vanno alle solite multinazionali che si comprano il brevetto.

A quando il teletrasporto di Star Trek?