





E’ di moda criticare Salvini , ma almeno, grazie a lui, la gente del paese del “capirissimo” può far sentire la sua voce in Parlamento (https://www.camera.it/leg18/29?shadow_deputato=307283&idpersona=307283&idlegislatura=18);
come Sindaco del Comune di Ferrara (https://it.wikipedia.org/wiki/Alan_Fabbri) ;
e, da ieri, anche come consigliere regionale: Fabio Bergamini con 2.537 voti.
In pratica il nucleo di una nuova classe dirigente.
https://bondeno.wordpress.com/2020/01/07/il-modello-bondeno/
Bracciano Lodi, Edmo Mori
Schema di pubblicazione
BONDENO NEGLI ANNI DELLA 1° GUERRA MONDIALE
1918-2018
Prefazione del Sindaco di Bondeno Fabio Bergamini Presentazione degli autori Bracciano Lodi Edmo Mori
Le vicende principali della 1° guerra mondiale
Gli effetti della 1° guerra mondiale a Bondeno
Introduzione
La realtà socio-economica di Bondeno nei primi anni del ‘900
Le grandi opere a Bondeno nei primi anni del ‘900:
• La botte napoleonica
• I giardini di viale Pironi
• II nuovo piano regolatore del capoluogo
• Politica ed edilizia scolastica
• L’acquedotto comunale
• L’assistenza socio-sanitaria
• II macello comunale
• II nuovo camposanto di Bondeno
• II ponte in chiatte sul Po
• Lo zuccherificio di Bondeno
I Sindaci di Bondeno nei primi anni del ‘900
Come Bondeno ha ricordato i caduti della 1° guerra
Gli altri monumenti nel Comune di Bondeno
Appendice: II diario di guerra di Mario Marchetti, ragazzo del ’99
Rassegna fotografica a cura di Marco Dondi
L’opera dovrebbe essere presentata in occasione delle celebrazioni per il 4 novembre; qui cogliamo l’occasione per riportare il comunicato stampa relativo alla chiusura dello zuccherificio:
Bondeno, 13.08.07 — L’area dove sorge l’ex zuccherificio di Bondeno, una volta bonificata, diventerà ad uso prevalente industriale, artigianale e di servizio ed, in parte, anche residenziale così da ricucire il tessuto urbano del paese.
Italia Zuccheri S.p.A., appartenente al Gruppo Co.Pro.B., leader a livello italiano nella produzione saccarifera, ha, infatti, raggiunto un accordo con la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Ferrara, il Comune di Bondeno, le organizzazioni professionali agricole e le rappresentanze sindacali, per la riconversione produttiva dello stabilimento saccarifero, chiuso in seguito alla riforma comunitaria del settore, in un macro progetto immobiliare che ha come obiettivo la nascita di un polo logistico/industriale “calamita” per attrarre realtà industriali e artigianali a basso impatto aziendale e ad alta sostenibilità.
Inoltre parte dell’area attualmente occupata dagli impianti dello zuccherificio potrà essere destinata ad uso residenziale, contribuendo al recupero nel tessuto abitativo di aree impegnate da tempo ad attività industriali.
A tale obiettivo si è unito – quale valore aggiunto — lo studio di fattibilità della partnership con un soggetto industriale terzo che prevede all’interno dell’area la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica e calore mediante motori funzionanti ad olio di origine vegetale. L’impianto, che consentirà l’impiego di parte del personale attualmente in forza allo zuccherificio, sarà predisposto anche per l’utilizzo di oli ottenuti da colture prodotte dagli agricoltori del territorio.
Italia Zuccheri S.p.A., impegnata a bonificare integralmente le aree in questione, ha già messo a disposizione delle Istituzioni locali e dei relativi organismi per lo sviluppo produttivo oltre 10 ettari a condizioni di estremo favore, al fine della loro gestione per iniziative industriali o di pubblica utilità. Il Comune di Bondeno si farà invece carico di tutte le modifiche di natura urbanistica che occorreranno per raggiungere gli obiettivi dell’accordo — compatibilmente con la legislazione regionale – facendo ricorso, laddove necessario, a procedure d’urgenza per lo snellimento degli iter autorizzativi relativi alle opere di risanamento, bonifica e ripristino.
“L’intesa raggiunta- ha dichiarato Stefano Montanari Amministratore Delegato Italia Zuccheri — è un importantissimo passo nel processo di riconversione industriale degli zuccherifici della regione, chiusi a seguito della riforma del mercato a livello europeo, dopo che alcuni progetti, presentati nel 2006, sono stati recentemente bloccati dalle Istituzioni locali.”. “Per ottobre— continua Montanari —sarà presentato il piano industriale relativo all’impianto di produzione di energia elettrica, dal quale si desumeranno le linee generali del progetto energetico dell’impianto e le iniziative volte a favorire il reinserimento lavorativo dei lavoratori dell’ex stabilimento saccarifero. Contestualmente sarà valutata la fattibilità della filiera agricola locale per l’approvvigionamento parziale dei prodotti agricoli utili alla produzione dell’olio vegetale”.
“L’Accordo di riconversione – sottolinea Mario Resca, Presidente della Società — ci auguriamo che funga da apripista per la definizione anche del piano di riconversione dello zuccherificio di Finale Emilia, il cui progetto sarà presentato al più presto.
Colgo l’occasione per ringraziare gli attori che hanno contribuito all’intesa ed in particolare le Istituzioni Pubbliche Provinciali e Comunali per il forte ruolo di stimolo e supporto”.
Vi invitiamo anche a riguardare su bondeno.com gli articoli relativi all’argomento; in particolare:
https://bondenocom.wordpress.com/2014/10/04/zuccherifici-pastifici-e-feste-di-piazza/
DALL’ARCHIVIO DI BONDENO.COM
Data: Venerdì. 10 agosto 2007
Argomento: Lavoro
Riportiamo il testo integrale di una lettera, per molti versi interessante, inviata alla “Nuova Ferrara”, lasciando aperto lo spazio per i commenti. Uno lo anticipiamo, rammaricandoci che Internet non sia ancora entrato nella mentalita della gente, tanto da aggiungere alla lista degli indirizzi quello della nostra
redazione
Mi chiamo Franco Menghini, lavoro dall’inizio della mia attività professionale presso l’ospedale di Bondeno, dapprima nel reparto di Medicina. Generale e successivamente nel reparto di Geria.tria-L.P.A.
Oggi e il mio ultimo giorno ufficiale di lavoro e siccome ho svolto la mia attività nel servizio pubblico, mi pareva giusto rendere pubbliche alcune riflessioni.
Intanto mi pare doveroso avvisare che da un certo giorno in poi quella persona che ci si e abituati a vedere, in quel posto «abituale», non ci sarà più ed il il motivo è la messa a riposo o pensionamento che e un evento del tutto fisiologico, ma che in-duce a qualche considerazione.
La prima è che ho vissuto un periodo importante della mia vita in questo ambiente che ha assorbito buona parte di energie, pensieri, emozioni, preoccupazioni, ansie…. Questo perché l’esperienza -dell’ospedale e della sofferenza, fisica e morale è una delle occasioni più forti di sperimentare relazioni intense, profonde, coinvolgenti fino ad arrivare alla possibilità di lasciarsi coinvolgere dall’essenziale che sarà spesso fonte di ansia e di paure ma a cui -nello stesso tempo – non possiamo rinunciare.
Io ho avuto la ventura di incontrare tante persone e di vivere con loro un rapporto profondo di chi ha saputo scoprire la propria dimensione autentica spesso in situazioni di difficoltà, di sofferenza, di mortificazione e di insicurezza per il futuro…
Sono grato a questo ambiente, alle persone che ho incontrato sulla mia strada…assieme alla mia. famiglia, mi hanno aiutato ad andare avanti nella mia esperienza umana, mi hanno arricchito, mi hanno dato una spinta a ripartire nei momenti difficoltà…
Mi hanno spinto a capire il legame che esiste tra le persone, relazioni la cui forza. e superiore a qualsiasi -diversità., superiore ai conflitti che – inevitabilmente-possono nascere, possono cosi maturare rapporti capaci di portare alla consapevolezza che – tra uomini -ognuno si deve sentire in un qualche modo responsabile degli altri, abbandonando la.tentazione molto umana di chiamarsi fuori, modificando il «non è compito mio», nel più evangelico «perché non io»… in una sorta di moderna parabola del buon samaritano, di sconvolgente impatto sociale.
Vorrei ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno avuto la necessita di rivolgersi a. questa struttura e ad a incrociare la loro strada con la nostra., con la mia anche…. Vorrei dire che ho provato ad essere il loro «avvocato difensore», magari qualche volta riuscendoci e tante altre no. Vorrei chiedere scusa se qualche volta i rapporti non sono stati adeguati alla esperienza che stavano vivendo…
Un ringraziamento molto sentito rivolgo alle persone con cui ho lavorato, nessuno escluso, -dell’ospedale di Bondeno e non,-certamente lo scambio e stato più intenso con i colleghi, anzi gli amici del reparto a partire da. chi non è più tra noi a chi ha condiviso fino ad oggi il peso ma anche i momenti di conforto e di gioia non solo professionali. Sono molto riconoscente a. tutti gli operatori sanitari. amministrativi, religiosi che hanno collaborato in questi anni nelle strutture in cui ho lavorato, per quanto hanno fatto a favore dei pazienti e per la fatica di sintonizzarsi su criteri a volte scomodi ed impegnativi, ma sempre volti a migliorare la funzionalità. -della nostra attività e la correttezza, dei rapporti reciproci.
Desidero infine, ringraziare i dirigenti delle strutture sanitarie che – a vario titolo- hanno diretto le strutture in cui ho prestato la mia attività. Sono stati -decenni di profonde innovazioni e cambiamenti sociali, culturali. economici e tecnici specifici elei campo sanitario e l’interpretazione della realtà quando si innova è difficile e spesso controversa, oltretutto i diversi punti di osservazione ed i diversi ruoli possono condizionare la prospettiva. Ho cercato di essere fedele alle mie convinzioni e di privilegiare la finalità istituzionale -della attività che svolgevo, sovente incontrando opinioni e visioni non convergenti….ma mi sono sforzato di preservare in ogni caso una dimensioni in cui ritrovarsi come persone di buona fede e continuo a credere – anche per esperienza diretta -che il servizio sanitario pubblico sia l’ambito privilegiato per ricevere ed erogare un buon servizio sanitario.
Un auspicio rivolgo a. tutti, a. partire -da. me stesso…. di poter utilizzare nelle situazioni in cui ciascuno si troverà ad operare, quel patrimonio di risorse morali, affettive, culturali che scaturiscono dalle relazioni che si istituiscono tra le persone in un ambiente quale è quello sanitario, cosi problematico ma anche così profondo.
Franco Menghini
Stamattina si è inaugurato il centro sport e cultura finanziato con i fondi raccolti da lavoratori e imprese per la ricostruzione dei paesi dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto nel maggio 2012 (https://bondenocom.wordpress.com/2014/01/18/centro-sport-e-cultura/).
Ne aveva già parlato anche Lorenzo Guandalini in un articolo di PiùWeb (https://www.piuweb.net/emilia/bondeno-fe-inaugura-il-centro-polifunzionale-rotoballe/)
in cui, più giustamente, paragona la struttura modulare a questa.
Per chi è troppo giovane l’oggetto misterioso si poneva a tutela di un pollo appena comprato in attesa di avere tempo per pulirlo prima della cottura (cerimonie considerate educative all’epoca).
Lasciando agli architetti il compito di discutere come mai oggi l’architettura (in genere) è così brutta, mi chiedevo quale possa essere il suo utilizzo (sempre che una domanda del genere oggi abbia un senso); sicuramente non alla cultura.
Al massimo mi pare possa servire per feste di compleanno o per attività sportive in cui sia necessaria una pista circolare al coperto (magari qualche laureato in attività motorie saprà inventare una specialità ad hoc).
Quello che è certo è che, per quanto riguarda il mangiare, i bondenesi sono dei veri professionisti e si intuisce che sicuramente la cucina sarà la struttura più usata.
Nota: non a caso un montacarichi la collega con la parte superiore, quello che mi lascia perplesso è il rumore di ferraglia che fa adesso che è nuovo.
“Scatti fotografici che trasmettono il cupo declino di certe location, prima luoghi vissuti, ora spettri di strutture decadenti e pericolose!”
I luoghi dell’abbandono è una associazione culturale che opera nella ricerca, documentazione e valorizzazione di luoghi in stato di abbandono, la medesima organizza escursioni e mostre a tema.
COSA VEDERE
All’interno di una suggestiva scuola abbandonata,
è stato ricreato un percorso multìsensoriale che
tramite oggetti, suoni, odori e immagini trasporta
il visitatore nell’odierna città fantasma di Pripyat,
la città progettata e costruita per ospitare gli
operai e i tecnici della centrale nucleare di Chernobyl
con le loro famiglie.
Dal 1 novembre al 17 dicembre
Orari: Sabato e Domenica 10-20
Aperture straordinarie: 1 novembre e 8 dicembre
Chissà se il nostro sindaco si ricorda ancora di avere scritto questo libro (recentemente ristampato): Il male luminoso: comunicazione, società, politica di Fabio Bergamini. Un’avvincente riflessione habermasiana sul catastrofismo dei «nuovi idoli post-moderni», che ci invita a riflettere, con prudenza e disincanto, sulle parole-chiave “benessere e sviluppo”, ma anche “libertà e democrazia”, al fine di
rimpossessarsene, con un ormai dimenticato protagonismo della cittadinanza.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’On.Vittorio Ferraresi (M5S), deplorando ancora una volta i tagli alla sanità che hanno portato alla chiusura dell’ospedale di Bondeno e al ridimensionamento di quello di Cona:
”
La struttura infatti – prosegue Ferraresi – fin dalla sua apertura, avvenuta nel 2012 dopo 21 anni di lavori, ha presentato da subito aspetti problematici, tra cui quello non marginale di essere stata inaugurata, dopo un rinvio iniziale di 5 mesi, pur essendo, come riportato dal maresciallo dei carabinieri di Ferrara Buccheri, fuorilegge, perché priva delle certificazioni di vulnerabilità sismica e prevenzioni incendi (Dlgs 81 2008) e con un’autorizzazione sanitaria parziale.
Inoltre tredici persone sono state imputate, durante il processo per la maxitruffa legata alla costruzione dell’edificio, di reati come falso ideologico, omissione e abuso d’ufficio per aver gonfiato le spese (lievitate di 25 milioni, rispetto ai 137 preventivati inizialmente) e risparmiato sui materiali, con evidente rischio per i lavoratori della struttura e i pazienti. Sarebbe infatti stato utilizzato calcestruzzo depotenziato, che garantisce una durata di 50 anni, rispetto ai 100 previsti per le opere pubbliche, cosa per la quale sono stati imputati, con l’accusa di abuso d’ufficio, il direttore dei lavori Carlo Melchiorri e tre componenti della commissione collaudo.
L’utilizzo del calcestruzzo depotenziato avrebbe fatto risparmiare 117.000 euro e sarebbe stato possibile grazie Mario Colombini, amministratore delegato di Calcestruzzi Spa, impresa che ha fornito al Consorzio Cona 1.300 tonnellate del materiale.
A fare da contorno a questa situazione che definire vergognosa è un evidente eufemismo, si aggiungono l’emorragia di pazienti verso le strutture del Veneto e della provincia di Bologna, l’insufficiente incremento e turnover del personale, medico e di comparto, che rappresenta una problematica grave e strutturale per l’efficienza del nosocomio e per la sua possibilità di erogare i servizi sanitari previsti; la diminuzione del numero dei posti letto, che nell’ottica della razionalizzazione delle risorse è passato dai 1807 posti del 2012 ai 1363 del 2017, con conseguente intasamento; il blocco degli interventi chirurgici non prioritari; il commissariamento della struttura da parte del Ministero, diventata il primo caso di Piano di Rientro nella storia della sanità regionale; la possibilità da parte del personale di gestire 15 ricoveri a notte, cui si aggiungono 16 posti letto internistici ad alta rotazione; la presenza di diverse unità operative all’interno di uno stesso spazio, con il rischio di infezioni, come nel caso della vicinanza di pazienti internistici e pazienti sottoposti a interventi chirurgici, e in assenza di dati di letteratura in materia, si impone il monitoraggio del rischio infettivo dall’avvio di ogni pratica sanitaria.
nel 2015 l’ospedale di Cona ha pagato a Progeste 34,3 milioni di euro (4,4 per l’ammortamento e 29,8 per i servizi). Rispetto al 2014 c’è stato un aumento di 1,3 milioni di euro (+4,21 per cento con un aumento scorporato del 4,53 per cento per il corrispettivo per i servizi e del 2,16 per cento per l’ammortamento. Ritornando all’offerta base del 2006, l’Aou ha pagato 10,7 milioni di euro in più (+45,63 per cento, con un incremento del 51,49 per cento per i soli servizi e del 15,53 per cento per l’ammortamento, uno scostamento tra costi e ricavi di 13,138 milioni di euro nel 2015 rispetto alla media delle altre strutture regionali, oltre dieci in più rispetto a quanto consentito, grazie soprattutto alla spropositata lievitazione del contratto di concessione dei servizi stipulato con Progeste nel 2006;
Tutto questo non ha potuto evitare l’ennesimo scandalo annunciato in assemblee plenarie agli operatori sanitari la settimana trascorsa in merito ai gravi deficit progettuali della struttura. L’ultima gravissima criticità denunciata dal DG Carradori è l’impossibilità all’ulteriore utilizzo dei sistemi di smaltimento dei presidi di raccolta delle deiezioni dei pazienti, meglio noti come “tritura-padelle”. L’impianto sarebbe stato costruito –come riferito agli operatori sanitari- sottodimensionato e pertanto non fruibile. Questo riporta il nosocomio indietro nel tempo in termini di strumentazione assistenziale di più di 20 anni, costringendo gli operatori ad una prestazione di pulizia di “padelle” pluriuso. Ci chiediamo quali saranno le ricadute igienico sanitarie sui pazienti ricoverati, sul carico di lavoro che si sta prospettando indecoroso e scandaloso per i lavoratori impiegati nella loro assistenza. Pretendiamo di sapere chi ha progettato l’impianto e il responsabile del collaudo, e se della vicenda sono stati informati i magistrati inquirenti. La nostra richiesta di intervento dei NAS diventa più che mai appropriata.
Occorre intervenire – aggiunge Ferraresi – per porre fine a questa macchina che ruba soldi al cittadino e mette a rischio l’incolumità delle persone e la possibilità di garantire cure adeguate attraverso una riorganizzazione dei vertici aziendali, l’ulteriore potenziamento del personale sanitario annunciato e il monitoraggio dell’utilizzo di risorse nuove e svincolate dalle deleterie logiche di partito che in questi anni tanti danni hanno prodotto.
Per questo motivo – conclude il deputato – ho deciso di presentare un’interrogazione a risposta in Commissione per sapere se i ministri interrogati, il Ministro della Salute e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, considerino sufficienti le problematiche indicate per intervenire con tempestività affinché i livelli essenziali di assistenza siano garantiti e le risorse pubbliche gestite in maniera corretta e trasparente, anche intervenendo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sbloccando il turnover e verificando il rispetto degli standard igienico sanitari della struttura.”
Il 7 luglio 2013 pubblicavamo, su bondeno.com questa fotografia, ripresa (come si legge nel margine sinistro, nel maggio 1971 dal campanile della chiesa di San Giovanni.
Nell’articolo si faceva notare la scomparsa di tutte queste attività commerciali e si invitavano i lettori a compiere la stessa indagine nel loro quartiere.
La novità è che, grazie al potente mezzo della condivisione su FB da parte di un paio di amici, ci sono state ( l’1 e 2 marzo 2017 ) 332 letture dell’articolo “Bondeno è morta” del 24 settembre 2012.
Segno, forse, che qualcuno comincia ad accorgersi della realtà della situazione (che va aggravandosi), ma (col solito fatalismo italico) tira avanti.
Qui, ri-citando noi stessi, dovremmo suggerire la lettura di: https://bondenocom.wordpress.com/2016/03/09/che-fare-2/,
ma per l’oggi ci sentiamo di consigliare la politica dei piccoli passi: evitare i media tradizionali (giornali e televisione) e rileggere i vecchi articoli (quelli dal 2009 sono ancora qui in linea).
La risposta arriverà da sola
Contrariamente a quello che proclamano i cantori delle “magnifiche sorti progressive” , ritengo che dal passato derivi il futuro (anche di Bondeno); ecco perché riporto un paio di episodi personali risalenti a qualche anno fa:
1) Come nel calcio, dove la Bondenese milita nel girone C (promozione), anche nella cultura Bondeno non offre nulla ai suoi cittadini.
Questo vale non solo in termini di lavoro, ma anche in termini di occasioni culturali: come UAC, nel 2010 abbiamo organizzato un incontro con Massimo Malaguti e a sentirlo c’erano solo alcuni suoi compagni di scuola.
Il che significa che, anche in termini di ascolto, a Bondeno non c’è nessun interesse per sapere quello che succede fuori, presupposto indispensabile per la crescita, che è fatta di ricerca, innovazione e sviluppo.
2) Ricordo la nascita di VOL (Video On Line) alla quale ebbi occasione di partecipare da vicino collaborando con la cooperativa “Terza Via” (in quanto afferente al c.d. terzo settore) che si occupava anche di informatica e i cui soci confluirono poi nell’associazione “Araba Fenice” di Bondeno.
Ricordo che la coop gestiva anche il nodo di Ferrara (un armadio pieno di modem in un appartamento privato) e vendeva gli abbonamenti nella sede di Bondeno, cercando anche di far conoscere il nuovo mezzo organizzando incontri e intervenendo alle manifestazioni sul territorio.
In particolare ricordo un invito rivolto agli imprenditori locali (tenete presente che eravamo nel 1995/96) per cercare di spiegare le potenzialità di Internet, al quale intervennero (con la lusinga del rinfresco/aperitivo) circa una ventina di persone; l’impegno era di ritrovarsi dopo una settimana per un corso di formazione presso una struttura locale.
Ovviamente stavolta non si presentò nessuno, anzi no: una signora, che non era venuta la prima volta, venne mandata dall’azienda perché aveva sentito dire che c’erano dei finanziamenti disponibili!
Paolo Giatti
This entry was posted on giovedì, agosto 27th, 2015 at 11:50 and is filed under cronaca. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
testata giornalistica registrata
Benvenuti nel blog del Centro Culturale Italicum
Chi ha un perché per vivere, può sopportare tutti i come.
Gente con più capelli che anima.
non tanto per attaccare un nemico ma per liberare un territorio occupato, in modo che un giorno si possa costruire...
La missione Italiana è l'unità morale dell'Europa
Ultimatum alla terra
Sotto Banco - Carta Canta
Non sono andato a verificare la posizione della Bondenese oggi, ma ritengo che Bondeno, invece, dovrebbe considerarsi fortunata se non è retrocessa (e i fondi del terremoto, paradossalmente, l’hanno aiutata).
La prosperità raggiunta (insieme al timore di perderla) produce più stagnazione che progresso: anzi, la pressione dei mercati e la concentrazione della ricchezza erodono i diritti (all’istruzione, alla salute, alla cultura, al lavoro) generando crescenti ineguaglianze. L’illusione della crescita si limita a qualche success story che riunisce in poche mani gli incrementi di produzione e di ricchezza; ma intanto il lavoro (dei più) diminuisce, e la produttività totale (i cui fattori sono capitale e lavoro) s’inceppa.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-segreto-della-creativita-che-abbiamo-dimenticato/
Incredibile come sempre si predichi bene e si razzoli male!
L’articolo citato sopra lo ritrovate anche su http://gabriellagiudici.it/salvatore-settis-il-segreto-della-creativita/ di cui riportiamo un ulteriore estratto:
La categoria-chiave di questo ragionamento, la “fioritura” (flourishing), viene dalla filosofia morale (basti ricordare Martha Nussbaum e Julia Annas), che ne ha indicato le radici nel pensiero di Aristotele. L’eudaimonia di cui parla l’antico filosofo non è felicità effimera (il “successo”), ma senso di realizzazione della propria vita, delle proprie potenzialità: un sentimento che incardina l’individuo nella comunità (polis) di cui fa parte. La “fioritura” degli individui e delle comunità è precondizione indispensabile per lo sviluppo della creatività ad ogni livello, e dunque componente vitale dell’economia e della società, ma anche della democrazia, dell’equità, della giustizia.
Chissà se il nostro nuovo sindaco avrà voglia di fare qualcosa per risvegliare le coscienze addormentate della nostra polis
La risposta alla mia domanda è arrivata indirettamente qui: http://www.sulpanaro.net/2015/09/chi-ospita-profughi-deve-pagare-piu-tasse-la-proposta-chock-del-sindaco-terremotato/
Il sindaco è troppo occupato a cavalcare la questione migranti per occuparsi d’altro.
(e mi astengo dal pubblicare la risposta di Rossi , per non incoraggiare a mia volta “il teatrino della politica”).
Nel corso della storia dell’umanità ci sono stati tempi e luoghi in cui gli individui sono stati particolarmente creativi e si sono così fatto passi da gigante nei campi della scienza, dell’arte, dell’economia e dello sviluppo delle società in generale. Da molti anni a questa parte, invece, viene sottovalutata la fondamentale dimensione sociale della creatività,a tutti i livelli. Manca prima di tutto un ambiente favorevole e accogliente ai cambiamenti, nonostante l’urgenza che ci sarebbe di trovare nuove vie per risolvere problemi enormi per l’umanità. Penso ad esempio ai problemi dell’immigrazione di interi popoli o ai gravi problemi ambientali, economici, ma anche a quelli minori che toccano la vita di tutti noi. Perché la creatività si esprima e si sviluppi ha bisogno comunque di individui non solo talentuosi, ma tenaci, curiosi, flessibili, aperti alle nuove possibilità, amanti del sapere, capaci di osservare e di comunicare. Purtroppo, ai giorni nostri, queste doti che pure molte persone hanno, fanno fatica a trovare terreni fertili in cui germogliare e crescere. E poi, diciamola tutta, oggi alla creatività viene a mancare soprattutto quel tempo lungo di meditazione e riflessione perché idee, espressioni e sogni, grandi o piccoli che siano, possano divenire realtà.
Ogni tanto mi piace ricordare che Bondeno aveva anche un ospedale, ma la sanità sta prendendo ben altre strade:
http://contropiano.org/politica/item/32692-privatizzare-la-sanita-il-modello-unipol