Dopo aver declassato l’industria dell’auto – grazie alla “provvidenziale” morte degli eredi naturali Agnelli – gli Elkann, EUsraeliani, hanno consegnato la nuova FIAT alla produzione di semplici commesse internazionali. I centri di ricerca FIAT sono stati chiusi. L’industria informatica di Ivrea – Olivetti – distrutta da De Benedetti: dava fastidio ad IBM. Che fu, poi, “mangiata” dai cinesi di Lenovo.
Sulla produzione italiana di zucchero – ben 34 zuccherifici – è bastato sopprimere le draghe (regionali) fluviali che rendevano conveniente il trasporto dal campo alla raffinazione: oggi rimangono 3 zuccherifici, in via d’estinzione. A vantaggio dei produttori del Nord Europa.
Insomma, gli USA hanno un bilancio federale: come possiamo pensare di sommare spezzoni di singoli bilanci senza fornire quella omogeneità di prassi che richiede la formulazione di un vero bilancio?
Mi chiedo se i grandi “rivoluzionari”, che propalavano urbis et orbis il nuovo Verbo dell’indipendenza da questo circuito infernale – via dall’Euro! via dall’Europa! – si rendono conto dei frutti delle loro azioni, del loro cedere senza condizioni ai ricatti europei.
Mi sovviene quando Berlusconi, per le elezioni del 2006, incontrò e raggirò i rappresentanti dei No-Euro per avere qualche voto in più (poi ottenuto semplicemente comprando il senatore De Gregorio), senza sapere nemmeno cosa volessero o quali fossero gli obiettivi del loro agire.
C’è, in più, un’aggravante: Conte, Di Maio e Salvini hanno ceduto in un momento politico nel quale c’erano molte premesse di successo: il clamoroso “sforamento” del 3,5 % della Francia – che ha, in termini monetari, un debito maggiore del nostro – la difficoltosa trattativa del Regno Unito per uscire dall’Europa, le elezioni europee incombenti, il “tiepido” appoggio americano, l’interessato “appoggio” russo…ma quando mai simili situazioni si ripresenteranno?
L’errore primigenio è stato l’essere stati irretiti nel vortice delle trattative di levatura economica, senza comprendere che la vera contesa era di ordine politico: la Francia va sorretta perché, domani, i giubbotti gialli non giungano al potere. L’Italia va massacrata poiché, in qualche modo, la protesta ha raggiunto il potere.
Soluzione? Fare in modo che la “protesta al potere” sia enucleata, derisa, accumulata nel coacervo delle rêverie di provincia, nel sogno ad occhi aperti di una possibile rinascita. Per mantenere in vita l’oligarchia europea.
Stamani mi sono recato alla Posta, per pagare l’IMU e la spazzatura, per la quale ero in ritardo: 801 euro. Tredicesima: circa 1.300 euro. Un tempo, almeno sotto Natale, si faceva in modo che l’economia si riprendesse grazie, almeno, all’importo delle tredicesime. Anche questo sogno è sparito: sempre solo tagli, economie, risparmi da consegnare all’Europa.
Alla mia constatata malinconia nel consegnare la tredicesima all’Europa, ha fatto coro l’impiegata delle Poste: “Mi ero ripromessa di non votare più: poi, questa volta ho ancora votato perché mi son detta…proviamoci, se si riuscirà a cambiare qualcosa…la prossima avrò fatto tesoro di questa delusione.”
Così la pensano gli italiani, checché ne dicano i nostri governanti.
http://carlobertani.blogspot.com/2018/12/una-lettura-alla-tsipras.html