Affari e politica

L’articolo precedente conteneva l’elogio della virtù in un testo filosofico che ormai non si studia più in nessuna scuola, visto che ormai i licei si orientano anche loro esclusivamente sulla tecnologia.

Quanto sia ormai fuori moda questo approccio lo dimostra un interessante articolo che analizza nel dettaglio l’andamento degli affari di quanti hanno sostenuto l’ascesa politica di Matteo Renzi.

“È questo il risultato dell’analisi che Nicolò Cavalli su pagina99 ha condotto sulla base dell’elenco dei sostenitori della Fondazione Open. Le liste sono parziali (in ottemperanza alla normativa sulla privacy vengono pubblicati solo i nomi dei finanziatori che ne danno esplicita autorizzazione, e che contano per il 70%, cioè 1,3 degli 1,9 milioni di euro raccolti) ma permettono di osservare la rete che ha sostenuto negli ultimi quattro anni l’ascesa di Renzi a Palazzo Chigi. Tra i 103 nomi che figurano nella lista della Fondazione sono 57 le imprese (o gli imprenditori), e 8 quelle quotate tra Londra, Milano o New York”.
La tanto decantata abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ha quindi  provocato la sparizione dei medesimi e la loro sostituzione con dei comitati d’affari, la cui preoccupazione fondamentale non è certo quella del bene comune dei cittadini.