Cratere del sisma

Il Salone dell’Arte del Restauro e

della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali

VI INVITA

MARTEDÍ 17 DICEMBRE

ORE 10.00

PALAZZO TASSONI ESTENSE

SEDE DEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA DI FERRARA

VIA DELLA GHIARA 36

ALLA TAVOLA ROTONDA

Il progetto contemporaneo nel contesto storico

IL PATRIMONIO EDILIZIO TRA RESTAURO E RECUPERO:

UNA QUESTIONE DI VALORI DEI TESSUTI URBANI E DEL TERRITORIO.

LA “COMUNITA’ DEI COMUNI”

Comunicato Stampa

La XX edizione del Salone del Restauro di Ferrara conclusasi lo scorso 23 marzo ha avuto come tema principale, e non poteva essere altrimenti, lo stato e le problematiche dei beni culturali colpiti dal sisma in Emilia lo scorso maggio.

Diversi Comuni del cosiddetto “cratere del sisma” hanno partecipato con uno spazio espositivo e con la realizzazione di importanti convegni suscitando particolare interesse di pubblico. La loro presenza in fiera è stata importante per fare il punto sullo stato delle cose a distanza di quasi un anno dal tragico evento; dopo la fase iniziale dell’emergenza, della messa in sicurezza e della stima dei danni si è aperta ora una seconda fase, quella riguardante la ripresa, con la progettazione di interventi su strutture educative, sostegni alle attività produttive, ai servizi sanitari, alle emergenze sociali e anche al restauro del patrimonio culturale.

In particolare il tema del restauro e della ricostruzione dei beni culturali colpiti dal sisma si sviluppa non solo sul piano strettamente tecnico ed architettonico ma anche su quello culturale e sociale.

E’ infatti un fenomeno accertato il disorientamento delle popolazioni che hanno visto violati nella loro integrità o addirittura spariti i propri abituali punti di riferimento architettonici (chiese, campanili, torri): gli edifici vivono in relazione con il più esteso contesto urbano, a cui le comunità attribuiscono profondi significati.

Ed è qui che ci si inoltra nel difficile percorso della ricostruzione, da qui la delicatezza, il rigore e la massima attenzione nell’affrontare le tematiche del recupero e del restauro, obiettivo che sarà primario nella XXI edizione del Salone del Restauro di Ferrara, in programma dal 26 al 29 marzo 2014.

In un convegno di anticipazione degli eventi e argomenti che verranno trattati a Restauro, la Piattaforma Costruzioni della Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna, la Direzione Regionale del MIBAC e il Dipartimento di Architettura di Ferrara dibatteranno sull’importanza della diffusione di una cultura del restauro, che dal punto di vista architettonico sia in grado di attualizzare il bene culturale danneggiato dando ad esso nuovi significati vitali sia per l’edificio stesso sia per l’intero contesto urbano e sociale in cui è inserito. Nel caso specifico dei comuni colpiti dal sisma 2012 può risultare a tal fine estremamente utile il loro proporsi in una “Comunità dei Comuni”, che generi una comunanza di saperi conoscitivi, gestionali, tecnologici ed operativi, di metodologie di analisi e ricerca tipologica, architettonica e paesaggistica.

Quanto discusso vedrà ovviamente il suo naturale e concreto sviluppo con numerosi approfondimenti durante le quattro giornate del Salone del Restauro 2014, all’interno di un padiglione dedicato interamente al post-terremoto

Introduce e modera: Prof. Marcello Balzani, Responsabile scientifico del TekneHub, Tecnopolo Università di Ferrara, Piattaforma Costruzioni, Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna.

Intervengono: Carlo Amadori, Capo progetto Salone del Restauro di Ferrara, Arch. Carla Di Francesco, Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna – MIBAC, Prof. Riccardo Dalla Negra, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara ed un Rappresentante della Regione Emilia-Romagna.

Sono stati inoltre invitati a dare il loro contributo i Sindaci e gli Assessori di competenza di tutti i 55 Comuni cosiddetti del “cratere del sisma”

Parcheggi a Bondeno

Non so per voi, certo che sta diventando difficile trovare un parcheggio anche a Bondeno.

In tanta frenesia edilizia sembra che gli urbanisti (almeno in Italia) si siano dimenticati dei parcheggi (sotterranei, sopraelevati e, soprattutto centrali), molto più comuni all’estero.

Eppure non sono mancate le occasioni, anche a Ferrara, di riutilizzare ex-cinema (Rivoli, Ristori, Astra) posti in posizione centrale e abbastanza ampi da costituire una buona riserva di posti, ovviamente a pagamento.

A Bondeno avevamo l’Argentina, abbastanza utile anche per i residenti che hanno auto sempre più grandi e garages anni ’60 ormai troppo piccoli; per non parlare di occasioni quali fiere e mercati.

ex-cinema Argentina (in grigio sullo sfondo)

Ritorno al futuro

Il 29 ottobre si terrà a Pieve di Cento , alle 21, presso il Museo MAGI

una conferenza dal titolo

Spazi liberati dal sisma
Prospettive per il futuro degli immobili pubblici e per il rilancio del centro storico

Prendendo spunto dagli esiti del convegno “Ritorno al futuro – Nuovi percorsi di sviluppo per il territorio cispadano” che si è tenuto a Bologna giovedì 17 ottobre e che ha presentato gli esiti dei sei studi di fattibilità promossi dal Fondo Cooperativo Terremoto Emilia per altrettanti comuni del cratere, tra cui Pieve di Cento, parleremo del futuro della nostra città.

Il terremoto, nella sua drammaticità, ha portato all’attenzione nazionale e internazionale un territorio il cui rilievo economico e culturale è di gran lunga superiore rispetto alla notorietà precedente.

La ricostruzione può e deve diventare occasione per dare valore ai tanti elementi di pregio presenti nel territorio: la vivibilità, la qualità urbana, la piacevole fruibilità per i visitatori, la ricchezza dell’offerta culturale.

Lo studio di fattibilità commissionato per Pieve ha evidenziato come nella sua trama urbana si possano creare molteplici “percorsi”: quello d’arte e cultura si intreccerebbe così con quello dello shopping per una passeggiata di tipo urbano, mentre un “percorso quiete” proporrebbe itinerari pedonali e ciclabili verso le limitrofe zone naturalistiche e di campagna. Lo studio valuta soprattutto la ridefinizione strutturale e funzionale di due aree oggi inutilizzate: quella dell’ex scuola elementare di Porta Bologna e quella dell’ex Convento delle Clarisse di proprietà dell’ASL.

Il recupero, dopo il sisma, di un centro storico definito “piccolo gioiello di urbanistica medievale” (T.C.I.) e il restauro delle tante, pregevoli e antiche architetture, può consentire a Pieve di Cento di strutturare un sistema urbano di elevato valore, e fungere da innesco per un più ampio percorso di valorizzazione che moltiplicherebbe l’interesse della popolazione locale e dei visitatori.

Per farlo, è importante ragionare tutti assieme – cittadini, operatori, esperti e decisori istituzionali – sugli assetti economici, sociali e culturali che vogliamo per il futuro di Pieve, e provare a trasformare l’episodio drammatico in opportunità di miglioramento.



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uno degli schizzi dello studio di fattibilità

Immagini di città

Venerdì 19 aprile ore 17 – EUROPA, UNA VECCHIA, BUONA IDEA Percorsi Etici nel Novecento Europeo

Marco Bertozzi – WALTER BENJAMIN: IMMAGINI DI CITTÀ
Introduce Riccardo Lavezzi
La città, per Walter Benjamin, è Parigi, la capitale del XIX secolo. I luoghi della città sono “i passages di Parigi”, titolo anche della straordinaria e incompiuta opera, alla quale Benjamin lavorò per lungo tempo: un’affascinante esplorazione degli infiniti frammenti e materiali che caratterizzano la modernità. Benjamin indaga la nostra ottocentesca “preistoria”, considerando Parigi il “cuore pulsante” del mondo, di cui analizza i più diversi “dettagli”: i passages, la merce, la prostituzione, il flâneur, etc. Un universo illusorio e scintillante, alla cui decifrazione contribuiscono tanti filosofi e letterati (come Nietzsche e Poe) ma, specialmente, Baudelaire, figura centrale e illuminante dell’intero percorso di Benjamin.
A cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Le ville di Riccione


Le ville di Riccione

Le ville di Riccione
Autori Vari

Riccione (RN)

presso
Biblioteca comunale
Via Lazio, 10
Riccione (RN)

vernissage
22 dicembre 2010, ore 11.00

biglietti
ingresso libero

a cura di
Andrea Speziali

22-31 Dicembre 2010

Foto di Autori Vari

La mostra è dedicata alle antiche ville di Riccione. Si potrà ammirare attraverso una serie di fotografie moderne e d’epoca, i villini della cittadina riccionese. Sono presenti le antiche dimore estive di nobili famiglie forestiere che soggiornavano al tempo della Belle Epoque.

Questa mostra presenta ai fruitori alcuni esempi dell’ architettura balneare e dell’ambiente urbano di Riccione tra il XIX e XX secolo. Alcune dimore come Villa Antolini (ubicata in Viale Milano), Pensione Florence (Angolo Viale Trento Trieste e Cesare Battisti), Villino Levi (conosciuto come Conte Rosso), Villa Franceschi, Villa Mussolini, Villa Pullè e Villa Lodi Fè sono ancora visitabili a differenza di altri ”gioiellini” come Villa Lampo (Arch. Mirko Vucetich) e Villa Zelma andati distrutti.
Il titolo “Le ville di Riccione” sta ad indicare, ancor più che una tipologia di edifici, uno stile di vita e di vacanza caratteristico della cittadina balneare al suo nascere. Stile di cui sono testimonianza le ville con i loro bei giardini, I “villini”. I luoghi della vita sociale di allora, gli alberghi che ne hanno accompagnato le vicende.

Sin dalla fine dell’Ottocento i villini d’epoca caratterizzano il tessuto urbano di Riccione, tracciandone di riflesso la sua storia.
Il vecchio borgo marinaro, che ha il suo fulcro in quel tratto della Flaminia rinominato Corso Fratelli Cervi, si espande in fretta sino alle dune, lambite dal mare. Tant’è che nel 1905 vengono censite duecento ville. Un patrimonio edilizio che trova la forza di propulsione nelle facoltose famiglie del Centro-Nord, attratte dalla gradevolezza della ridente località balneare, dal suo clima salubre e dalla sua atmosfera vivace, allegra e ospitale. Un processo che, escluse le parentesi dei tristi eventi bellici, prosegue nei decenni, registrando un ulteriore sviluppo negli anni Venti e Trenta. Periodo in cui il Duce con la sua famiglia trascorre le vacanze a Riccione.

Avere una residenza estiva a pochi passi da quella di Donna Rachele Guidi e di Benito Mussolini, diventa appannaggio di gerarchi, imprenditori e professionisti. Riccione si arricchisce così di un considerevole patrimonio urbanistico, in buona parte cancellato nel tempo da quel processo d’innovazione che tuttora lo mette a repentaglio. Sono centinaia i villini demoliti nel dopoguerra per lasciare spazio a pensioni e alberghi che hanno segnato il boom del turismo popolare.
In questo contesto s’inserisce la storia di Villa Antolini sulla quale il giovane autore Andrea Speziali ha svolto una certosina e meticolosa ricerca, che guida il lettore negli ambienti di quel “monumento” in stile Liberty, a Riccione davvero raro.
Tra dettagli architettonici, interni ed esterni, attraverso una serie di rare immagini e una puntuale descrizione, turisti e residenti potranno così visitare idealmente le stanze di quel simbolo della Bella époque riccionese che resiste all’evoluzione urbanistica della città.

Al nostro autore va dato merito di questo studio e soprattutto di aver scoperto che a firmare il progetto del fabbricato, autentico “gioiellino” incastonato tra il boulevard del Lungomare della Repubblica e Viale Milano, è stato Mario Mirko Vucetich, illustre architetto, nonché scrittore, scenografo e scultore di origine dalmata che operò soprattutto tra Friuli, Veneto, Emilia – Romagna e Lazio.

Una scoperta di notevole rilevanza, destinata a traghettare il nome di Riccione oltre i confini nazionali. Questa pubblicazione, attraverso la parte monografica, dedicata al futurista che ebbe contatti con Carlo Emilio Gadda, diventa così occasione anche per conoscere e rivalutare il poliedrico artista, nel tempo abbandonato.
(Tratto dalla Presentazione del catalogo di Nives Concolino)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

tel: 054 1600504
fax: 054 1698182
biblioteca@comune.riccione.rn.it
cultura@comune.riccione.rn.it
www.comune.riccione.rn.it

Città Territorio Festival

La società contemporanea sembra sempre più orientata a privilegiare gli elementi individuali rispetto a quelli collettivi. Il fenomeno è verificabile in molti aspetti della vita pubblica, ma ha rilievi evidenti anche nella costruzione degli spazi e dei luoghi. La città contemporanea tende a dare maggior rilievo alla dimensione privata rispetto a quella comunitaria. Spesso quest’ultima è un elemento di risulta una volta definita la parte privata. Gli spazi pubblici si restringono. Alle piazze, che un tempo disegnavano il contenitore ideale per la vita collettiva, sono preferite altre forme, che soltanto parzialmente le sostituiscono. Ma, nonostante questa tendenza, che accomuna in modo ovviamente diverso la gran parte del mondo moderno, la “voglia di comunità” (per usare un’espressione di Zygmunt Bauman) non è affatto sfiorita, anzi riemerge continuamente, a volte diventa una richiesta perentoria e spesso trova attuazione in modi del tutto estemporanei, non prevedibili.

Il Festival,  in questa seconda edizione ferrarese dal 16 al 19 aprile approfondirà questo tema attraverso numerosissime iniziative e con la presenza di autorevoli relatori; per il programma dettagliato vi rimandiamo al sito ufficiale del festival: http://cittaterritoriofestival.com