
illustrazione
I pianeti della fortuna
Dal 30 aprile al 16 maggio 2013
Una piccola ma curiosa mostra documentaria che propone una selezione di modesti foglietti multicolori che prendono il nome dalle credenze astrologiche legate al movimento dei pianeti e finalizzate a prevedere il destino di un individuo. I “Pianeti” riportavano alcune predizioni sul futuro (salute, fortuna, lavoro, amore ecc.), illustrate da vignette molto semplici; venivano offerti ai passanti in cambio di un piccolo obolo da girovaghi che, a volte, rendevano più efficace lo scambio utilizzando anche pappagalli dai colori più o meno sgargianti (consegnavano i foglietti prendendoli con il becco da un’apposita cassettina) oppure scimmiette curiosamente vestite e addestrate.
I “Pianeti della Fortuna”, in un certo senso, possono considerarsi gli “avi” degli odierni oroscopi. Le predizioni potevano essere di carattere generale oppure rivolte a generi, età e condizioni diverse: “bambini”, “bambine”, “giovanotti”, “signorine”, “donne”, “uomini”, “maritate”, “maritati” ecc.
La documentazione proposta è stata selezionata da una collezione privata composta di oltre 500 “Pianeti”, dati alle stampe tra Otto e Novecento.
Molti di questi “Pianeti” presentano immagini e testi degli anni ’30 e ’40 del ‘900, con i numeri da giocare al lotto, aggiornati nel dopoguerra con l’aggiunta di “una” colonna della schedina del Totocalcio
Orari
Dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e nei giorni festivi dalle 15 alle 18
Giorni di chiusura
- Lunedì
Tariffe
Ingresso gratuito
Cammina cammina…
Cammina cammina… Fiabe d’Europa in figurina, a cura di Hamelin, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, vuole offrire allo spettatore una panoramica su come la fiaba europea sia stata rappresentata in figurina.
Forma di racconto sintetica, che procede più per accostamento di visioni che per connessione logica, la fiaba si presta ad essere raffigurata in un numero esiguo di immagini, o anche in una sola. Sorta di concentrato visivo, la figurina, ora rassicurante, ora terrifica, illustra solo alcune scene chiave del racconto. Ma il numero imponente di figurine e materiali affini in mostra (più di 300), tutti conservati in museo, dà conto minuziosamente dei racconti provenienti da Paesi diversi – la Germania dei fratelli Grimm, la Francia di Perrault, la Danimarca di Andersen – permettendo di riconoscere nella fiaba una delle radici su cui si è costruita la cultura europea, in un processo di scambi, trasformazioni, affermazioni identitarie.
Questa indagine si situa all’interno del progetto elaborato da Emilia Romagna Teatro Fondazione Il ratto d’Europa, una kermesse teatrale che propone alla città di Modena un’avvincente inchiesta intorno alle possibili origini dell’identità del Vecchio Continente, scoprendo le specificità culturali, sociali, economiche e politiche che scaturiscono dalla vita comunitaria. Il titolo ‘Cammina cammina…’ quindi, non è solo un omaggio alle ripetizioni tipiche della struttura narrativa fiabesca, ma un reale percorso che mette in luce i fondamenti archetipici che si sono poi diffusi, passo passo, da un Paese all’altro, dando forma ad un vocabolario comune.
L’intento primario della mostra consiste nello svelamento di nuclei di contenuto complessi, spesso sottovalutati, identificando la fiaba come narrazione esclusiva per l’infanzia, cosa che non era in origine. Anzi, le fiabe erano molto apprezzate dagli adulti, che le raccontavano davanti al focolare o durante i lavori manuali e che le amavano perché ponevano interrogativi sul rapporto tra caso e destino, sul contrasto sulle condizioni di vita e sulla possibilità di modificarle. In altre parole, sul senso del vivere umano.
Il percorso di mostra si snoda attraverso sezioni tematiche. Si comincia con ‘Il racconto’, il vero strumento di diffusione della fiaba che è circolata per secoli di bocca in bocca prima di essere fissata in forma scritta. Si continua con ‘I luoghi’, spazi dalla natura fortemente simbolici che proiettano nella concretezza della topografia le tappe dell’esistenza e le emozioni di chi li attraversa. ‘Le cose’, invece, si fanno emblema del difficile rapporto tra uomo e mondo esterno – lo specchio, il fuso e l’arcolaio, le scarpe e la corona – e dell’illusione di poter avere davvero il controllo del futuro. ‘Il destino’, fortuna e sciagura per l’uomo, delinea le mappe esistenziali degli uomini, senza negare mai, però, la necessità della scelta. Infine, ‘Le riletture’: una sezione dedicata al fiabesco, ossia l”ombra lunga’ della fiaba, in cui Cappuccetto Rosso intraprende strade nuove, in una successione di rifacimenti e parodie.
Ogni tema trova concreta dimostrazione nei materiali esposti, tra cui calendarietti da barbiere, cartoline, giornalini per ragazzi, fogli Epinal, figurine pop-up e numerosi album interamente dedicati alle fiabe, veri e propri libri illustrati, come quelli – preziosi e bellissimi – realizzati dalla ditta di cioccolato Stollwerck. Una menzione meritano le figurine Bon Marché: più grandi del comune, illustrate come trionfi di dettagli e colori, rappresentano un esempio felicissimo di sintesi iconografica.
Non solo: video e filmati dimostrano come la fiaba sia capace di contaminare altri spazi dell’immaginario. Scene di film come Psycho o Matrix sono figlie della costante capacità delle fiabe di produrre significati, mentre la pubblicità rinnova i racconti di fate plasmandoli alle esigenze dell’attualità.
Il catalogo, a cura di Hamelin e edito da Franco Cosimo Panini, riproduce tutte le immagini in mostra e tesse una fitta trama di spunti per interpretare non ingenuamente i nuclei tematici delle fiabe. Ogni sezione, che riflette la suddivisione di mostra, prevede alcuni suggerimenti bibliografici relativi a fiabe note e meno note, emblematiche del tema trattato e i cosiddetti ‘prolungamenti’, opere che non sono fiabe, ma ne hanno in qualche modo ereditato caratteristiche, temi, personaggi, significati.
Nella sala del Museo è possibile inoltre leggere e ascoltare fiabe note e meno note nell’Angolo del cantastorie, spazio dedicato a grandi e piccoli per riscoprire il fascino dei racconti di fate.
Come per altre mostre in passato, anche per questa, l’Istituto Superiore d’Arte A. Venturi di Modena collabora attivamente con il Museo: Quel che resta. Installazioni e divagazioni sulle fiabe è il risultato del lavoro artistico e interpretativo sulle figurine realizzato dai giovani creativi della Classe 4C – Corso di Grafica, con il coordinamento di Antonella Battilani.
Ingresso gratuito
Foto-racconti
Giovedì 7 marzo ore 17,30 Sala Ariosto
INAUGURAZIONE MOSTRA: RIFLESSIONI SULL’IMMAGINARIO Storie, immagini e libri
Emiliano Rinaldi e Luna Malaguti tornano per i loro racconti fotografici alle origini, riscoprono che Cappuccetto rosso può essere letta come la personificazione del passaggio dall’infanzia verso il mondo adulto con la perdità dell’innocenza e che Barbablù non ha un lieto fine. Il tema della violenza verso le donne contenuto in entrambe le fiabe, ci dicono Emiliano e Luna, sono sempre attuali e possono essere aggiornati al presente, aiutandoci a riflettere sul nostro mondo contemporaneo.
I fotoracconti sono completati da una sintetica esposizione di libri di saggistica dedicati allo studio e all’interpretazione delle fiabe.
Gli autori: Luna Malaguti, modenese, ed Emiliano Rinaldi, ferrarese, sono entrambi redattori della rivista “Mumble”. Nel corso del 2012 hanno pubblicato sul sito web della rivista tre interessanti saggi sulle fiabe “Occasionalmente vissero felici e contenti”, “Le fiabe e la violenza sulle donne”, “Fiabe, robotica ed emancipazione femminile”. Emiliano Rinaldi si occupa anche di fotografia come autore e ha firmato esposizioni di rilievo. Luna Malaguti coautrice dello script delle storie messe in scena da questa mostra, interpreta nelle foto sia Cappuccetto Rosso sia la moglie di Barbablù. Nella vita si occupa professionalmente di traduzioni, in lingua (inglese e francese) per l’editoria.
A cura di Roberto Roda, Centro di Documentazione Storica del Comune di Ferrara
In esposizione in Sala Ariosto sino al 13 aprile
Iconologia
Marcoledì 20 febbraio ore 17 – INVITO ALLA LETTURA
A cura di Sonia Maffei (Università di Bergamo)
Interverranno Patrizia Castelli e Paola Zanardi (Università di Ferrara)
L’Iconologia del Ripa offre il più vasto repertorio di immagini allegoriche adottate nelle arti figurative. La grande fortuna di quest’opera – cinque edizioni vivente l’Autore, diciotto postume seicentesche, quindici settecentesche – sancisce la rinascita moderna dell’interesse per il mondo dei simboli e delle immagini che, unite alla parola dei letterati, diventano a tutti gli effetti un nuovo linguaggio. Impostata alfabeticamente, vive di quello spirito enciclopedico che aveva preso campo in tutta Europa tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Sonia Maffei è tornata al Ripa, all’edizione del 1603 (la prima illustrata) che viene qui riprodotta con le immagini delle xilografie originali. Ne studia le fonti, il metodo compositivo, il rapporto con le citazioni classiche ed evidenzia l’atteggiamento proto-semiotico dell’Autore grazie al quale, la sua opera ha forse saputo attraversare lingue e culture tanto diverse.
Sonia Maffei insegna Storia della Critica d’Arte all’Università di Bergamo. Fra le sue pubblicazioni, “Le radici antiche dei simboli. Studi sull’Iconologia di Cesare Ripa e i suoi rapporti con l’Antico”. Ha inoltre curato i volumi di Luciano di Samosata “Descrizioni di opere d’arte”; Paolo Giovio “Scritti d’arte: lessico ed ecfrasi”; Anton Francesco Doni “Le Nuove Pitture del Doni Fiorentino”.
Libri preziosi in Ariostea
La conferenza consiste nella presentazione del romanzo autobiografico di Filippo De Pisis “La città delle cento meraviglie”, secondo l’edizione acquerellata dallo stesso Autore, che ne fece dono alla Biblioteca Comunale Ariostea nel 1923, prima di partire per Roma. L’appuntamento vuole offrire l’occasione per collocare l’opera entro un contesto ad alta densità culturale e che ha registrato la compresenza a Ferrara di personalità come Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, interpreti e fautori di quella temperie artistica conosciuta con il nome di “Metafisica”.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea
Michelangelo Miani espone a Bondeno
In occasione della manifestazione “Ricominciamo dal futuro”, nella sede della manifestazione, in Viale Repubblica 26, saranno esposte alcune opere del pittore e illustratore professionista.

Autore d’immagini molto coinvolgenti, Miani si occupa di fantascienza e in genere del fantastico, ma anche di astronomia, illustrazioni storiche e per ragazzi. La sua tendenza verso l’immaginario spazia in un’ampia gamma di linguaggi espressivi tra realismo e astrazione, tra complessità e minimalismo.
La partenza di Michelangelo Miani è legata al mondo letterario, all’illustrazione, una forma d’arte molto antica, nata addirittura sui papiri dell’antico Egitto.
“Si tratta di un’illustrazione di grande qualità e raffinatezza formale, indirizzata verso l’universo reinventato eppure plausibile del migliore immaginario fantascientifico.” (Edoardo Di Mauro).
Da questo portfolio d’ illustrazioni, caratterizzate da una perizia ammirevole con un gioco di sfumati straordinario, il percorso dell’artista affronta in seguito la pittura da cavalletto.
“Nelle mie illustrazioni il fantastico e il narrativo si misurano sempre con un elemento realistico, scientifico e tecnologico. Confrontarmi con la sfera pittorica ha significato in primo luogo una assoluta libertà di espressione, una manualità più libera e “distesa” e il poter lavorare su dimensioni sensibilmente maggiori (…) L’elemento centrale, problematico e irrisolto, è proprio nell’ambiguità, anche percettiva, tra il mondo artificiale, tecnologico e quello naturale, biologico, organico e inorganico.” (Michelangelo Miani).
Passando dalla sfera letteraria del libro a quella architettonica della parete, le immagini di Miani diventano più astratte, come in un continuo fluire di fibre innaturali, pur mantenendo l’altissima qualità tecnica che lo contraddistingue, in una sorta di cifra stilistica. Alla base della ricerca pittorica c’è un processo di sintesi, così la descrizione analitica di forme, superfici, materiali perde ogni riferimento a mondi o realtà naturali pur mantenendo una forte visione tridimensionale.
“L’immagine indubbiamente è sempre finzione — dopo Magritte chiederselo è semplicemente ingenuo o in mala fede — ma l’occhio tende ancora a cascarci. (…) In un certo senso si può parlare di visione ravvicinata, ma anche di horror vacui, di saturazione pittorica della superficie, contro qualsiasi esigenza di descrizione o di naturalismo.” (Martina Corgnati). Alla tradizionale tecnica pittorica di gran parte della sua produzione Michelangelo Miani ha aggiunto recentemente una rielaborazione digitale dei suoi stessi lavori, attivando un ulteriore livello di riflessione sull’arte visiva e la sua riproducibilità.
Tutto, comunque all’insegna di quella tendenza alla fantasia che nell’arte permette di leggere dentro, proprio nel profondo di noi.
Orario:
Giovedì 27, 17-19
Venerdì 28, 20.30-22
Sabato 29 , 15-19
Domenica 30 settembre 2012 , 10-13/15-19
Potete vedere le foto qui: https://picasaweb.google.com/114816629130043718564/RicominciamoDalFuturo?authuser=0&feat=directlink
Fiabe e terre d'India
Lunedì 16 aprile ore 10 LETTURE E LABORATORIO

LETTURA E LABORATORIO A CURA DEGLI AUTORI
rivolto ai ragazzi delle Scuole Primarie di Ferrara
Sulla scia della sezione tematica della XXIX Mostra dedicata alle fiabe delle Terre d’India, un delicato racconto che svela, in fedele adesione al mondo del bambino, i segreti della storia e della cultura dell’India, dai tempi in cui Durga, Madre Terra, sconfiggeva il demone bufalo, alla marcia del sale di Gandhi… alla ricerca di un’essenza che è l’identità tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, tra l’albero e il seme, tra l’universo e l’uomo, tra l’uomo e il bambino.
A Cura di Angela Poli, Sezione Ragazzi Biblioteca Ariostea
Info e prenotazioni: tel: 0532 418220 a.poli@edu.comune.fe.it
Mercoledì 18 aprile ore 16,30 INVITO ALLA LETTURA

Presentazione del volume che raccoglie i nove saggi (vincitori, segnalati e finalisti) affermatisi nella V Edizione Nazionale del “Premio Gianfranco Rossi per la giovane letteratura”. Prefata da Elettra Testi, la silloge si propone di contribuire a una ulteriore conoscenza dell’opera dello scrittore-poeta ferrarese.
Il Premio è dedicato alla memoria di Gianfranco Rossi affinché rimanga viva l’eredità che la sua terrena esperienza di poeta ha proiettato oltre il tempo.
Della breve giornata egli ha sublimato in canto asprezze e crudeltà affidandole al primato dell’arte. (E.T.)
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

L’ITI “Copernico-Carpeggiani” e la scuola primaria “G.Leopardi” presentano e donano alla Biblioteca Ariostea “Giorgio and the dragon”, videogioco nato nell’anno scolastico 2010/2011 dalla collaborazione tra le terze A e B della scuola primaria “Leopardi” e la quarta L, specializzazione informatica, dell’Istituto Tecnico Industriale “Copernico-Carpeggiani”. Bambini e ragazzi si sono incontrati più volte per immaginare e progettare il videogioco e per verificarlo in itinere. I bambini hanno realizzato i disegni, i ragazzi hanno scritto il software, colorato i disegni e realizzato suoni e musiche.
A cura di Angela Poli, Sezione Ragazzi Biblioteca Ariostea
Galleria civica di Modena
LA COLLEZIONE DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA
FOTOGRAFIE E DISEGNI DALLE RACCOLTE
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
17 marzo-10 giugno 2012
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Comunicato Stampa n. 1
Sabato 17 marzo 2012 alle ore 18.00 la Galleria civica di Modena riapre le sale di Palazzo Santa Margherita alle fotografie e ai disegni della collezione permanente secondo il progetto espositivo elaborato a partire dallo scorso anno.
La Raccolta della Fotografia troverà spazio in sala grande dove sarà presentata una scelta di ritratti di grandi artisti scattati da maestri della fotografia italiani e stranieri.
Tra i protagonisti ritratti Alighiero Boetti, Salvador Dalì, Max Ernst, Franco Fontana, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Pino Pascali, Pablo Picasso, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, fotografati da autori come Claudio Abate, Lucien Clergue, Giorgio Colombo, Robert Doisneau, Carlo Fei, Gianfranco Gorgoni, Annie Leibovitz, Silvia Lelli, Uliano Lucas, Roberto Masotti, Arnold Newman, Paolo Pellion di Persano, Roger Pic, August Sander, Alberto Schommer, Paolo Terzi.
L’allestimento presenta alcune opere che documentano importanti eventi artistici di cui furono protagonisti diversi autori italiani nel corso degli anni Sessanta e Settanta. Fra queste lo scatto di Claudio Abate dell’installazione di Jannis Kounellis “Cavalli” presentata nel 1969 alla Galleria L’Attico di Roma; oppure quella di Giorgio Colombo del “Vascello Fantasma” con cui Mario Merz ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1972.
Alcuni ritratti – come ad esempio quelli di Peter Phillips, Peter Blake e Allen Jones – hanno invece un legame diretto con la storia della Galleria civica poichè sono stati realizzati durante le fasi dell’allestimento delle mostre.
Tra le opere selezionate vi sono anche scatti familiari al grande pubblico, ormai entrati nell’immaginario popolare ma la cui appartenenza alla Raccolta della Galleria è ancora poco nota.
tra queste spicca il celebre ritratto di Yoko Ono e John Lennon scattato da Annie Leibovitz nel 1980 a poche ore dall’assassinio dell’ex Beatle.
Esposto anche il famoso scatto di August Sander del 1927 che ritrae il pittore tedesco Anton Räderscheidt, entrato ormai nella storia della Fotografia.
La sequenza delle fotografie sarà intervallata da due documenti filmati di grande interesse, il cortometraggio su Pablo Picasso girato da Luciano Emmer nel 1954 e “Pog goes the Easel”, precoce resoconto sulla Pop Art inglese realizzato da Ken Russel nel 1962.
Nelle sale superiori l’allestimento propone opere su carta della prima metà del Novecento dalla Raccolta del Disegno della Galleria civica. Si tratta del primo appuntamento di una serie che mostrerà attraverso un excursus storico e cronologico le opere della raccolta.
Fra i grandi protagonisti della scena artistica italiana selezionati Filippo De Pisis, Ferruccio Ferrazzi, Renato Guttuso, Mario Mafai, Alberto Martini, Arturo Martini, Ubaldo Oppi, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Antonietta Raphael, Ottone Rosai, Mario Sironi e Alberto Ziveri.
L’allestimento della collezione è aperto a ingresso gratuito dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30. Il sabato, la domenica e i festivi con orario continuato dalle 10.30 alle 19.30. Lunedì e martedì chiuso.

La Galleria civica e il suo patrimonio
La Galleria civica di Modena dal 1959 è uno dei centri di produzione culturale più autorevoli nel panorama nazionale.
Organizza mostre temporanee d’arte contemporanea e di fotografia, oltre a cicli di conferenze, dibattiti, giornate di studio, occasioni di incontro e confronto intorno a temi e protagonisti dell’arte del nostro secolo.
In circa vent’anni di attenta e mirata attività ha dato vita a due importanti e oggi ricchissime collezioni: la Raccolta del Disegno, che conta quasi 5 mila opere su carta di alcuni tra i maggiori rappresentanti dell’arte italiana del Novecento, cui si è aggiunto, in comodato gratuito, il nucleo della Collezione Don Casimiro Bettelli, ricco di oltre un migliaio di opere, disegni e grafiche di autori di fama internazionale della seconda metà del XX secolo, e la Raccolta della Fotografia, costituita da oltre 3000 immagini dei fotografi più accreditati nel panorama internazionale.
Mostra La collezione della Galleria Civica di Modena: fotografie e disegni dalle Raccolte
Sede Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103
Periodo 17 marzo-10 giugno 2012
Inaugurazione 17 marzo ore 18.00
Organizzazione e Produzione
Galleria Civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Orari
mercoledì – venerdì 10.30 – 13.00; 16.00 – 19.30
sabato domenica e festivi 10.30 – 19.30
lunedì e martedì chiuso
Ingresso gratuito