Fabian society

Quando ho scritto il mio primo articolo su bondeno.com era la favola del lupo e dell’agnello; nel frattempo è uscito il libro di cui sopra in cui alle pagine 38 e 39 è scritto:

“Proviamo ora a scorrere l’elenco degli studenti della London School f Economics arrivati a ricoprire ruoli di grande potere, a testimonian-;a del fatto che da quella Università occorre passare per costruirsi ina rete di relazioni di altissimo livello e ottenere un imprimatur di affidabilità per Y establishment internazionale.
Il primo di questi è Romano Prodi che, dopo la laurea in giuri-prudenza alla Cattolica di Milano, è andato a perfezionare i suoi tudi proprio alla LSE sotto la supervisione del sudafricano prof. Ba-il Yamey e oggi è Honorary Fellow, cioè membro onorario, di questa cuoia. Impressionante è rilevare quanto alto sia il numero di studenti della LSE che vengono assunti dalla potente e controversa banca l’affari statunitense Goldman Sachs. Prodi è uno di questi, infatti è tato consulente Goldman dal 1990 al 1993 attraverso la società di consulenza bolognese Analisi e Studi Economici, di cui era proprietario nsieme alla moglie. Tra il 1990 e il 1993 l’azienda ha guadagnato 1,4 nilioni di dollari, la maggior parte dei quali è stata pagato proprio lalla banca d’investimento Goldman Sachs.6 Nello stesso 1993, come Residente dell’IRI, Prodi insieme a Mario Draghi, allora direttore ge-ierale del Ministero del Tesoro e presidente del comitato ministeriale ,er le privatizzazioni, si occupò della vendita (svendita secondo i lati) di molte grandi aziende di Stato. Come si legge ancora oggi sulla home page del sito italiano di Goldman Sachs:
«Nei primi anni ’90 Goldman Sachs è stata fra le principali istituzioni f inanziarie che hanno preso parte al primo programma di privatizzazioni del Paese. Tale programma ha compreso quotazioni ed operazioni di M&A fusioni ed acquisizioni) aventi ad oggetto le principali istituzioni finanziarie, utility, compagnie petrolifere e società operanti nei settori delle telecomnicazioni e della difesa allora possedute dallo Stato Italiano».7
Il conflitto di interessi è a dir poco evidente.
Anche la Presidente della RAI designata da Draghi, Marinella Sol-i, si è laureata alla London School. È una manager del settore televi-ivo e telefonico e ha il compito di presidiare e controllare l’informa-ione mainstream italiana.
Ecco un altro italiano illustre: Carlo Cottarelli, economista onnipresente in TV, attualmente presidente dell’Osservatorio per i conti ubblici dell’Università Cattolica di Milano. Ha preso un Master alla
LSE che gli ha aperto le porte della Banca d’Italia, dell’ENI e del Fondo Monetario Internazionale.
Veniamo a George Soros. Il multimiliardario speculatore finanziario di origini ebraiche è stato uno studente modello della LSE. Qui si è laureato, poi ha preso il Master, e alla fine un dottorato in filosofia (Ph.D). Soros è da anni il principale finanziatore, tramite la Open Society Foundation, di tutte le cause sedicenti progressiste in tutto il mondo: dalle ONG che importano immigrati, alla liberalizzazione della marjuana. A marzo 2020, la rivista Forbes lo ha classificato al posto 162 fra le persone più ricche del mondo, con un patrimonio personale netto di 14 miliardi di dollari. La spregiudicatezza speculativa di Soros nel 1992 costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio con il dollaro, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30% e all’estromissione della lira dal sistema monetario europeo. In una dichiarazione su Repubblica del 2013 (dopo aver vinto, chissà con quali meriti, il Premio Terzani a Udine), Soros ha rivendicato come giusta l’azione speculativa sulla lira, affermando che «gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe». Naturalmente la Soros Found Management, nel 2017 è diventata un’importante azionista di Goldman Sachs, investendo 14.9 milioni di dollari.8 Costui è davvero un ottimo prodotto dell’università dei fabiani, cioè di un movimento politico che, come abbiamo visto, a parole rivendica l’elevazione sociale e i diritti delle masse e dei lavoratori, ma nei fatti persegue potere e denaro.
Anche Ursula Von Der Leyen, la presidente della Commissione Europea, come il suo predecessore Prodi, ha studiato economia nel 1978 alla LSE. Dame Shafik, direttrice della LSE, alla nomina della Von Der Leyen, si è affrettata a dichiarare: «Enormi congratulazioni da LSE alla ex allieva Ursula von der Leyen per questo fantastico appuntamento».9 Von der Leyen è il cognome del marito, Ursula, prima di sposarsi, si chiamava Albrecht ed è figlia d’arte, in quanto suo padre Cari è stato un’importante politico tedesco e poi alto funzionario proprio della Commissione Europea. Anche lei, come Soros, Prodi e tutti i progressisti della LSE, si batte più che per le masse, per le cause cosiddette “arcobaleno”. Infatti in Germania si è battuta per l’introduzione dei matrimoni gay ed è favorevole all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.”

Chimera

La Chimera era un essere mitologico, mostruoso e gigantesco con cento teste di drago. Il padre era Tifone, che come nome era già tutto un programma. La mamma, per non essere da meno, era Echidna, la vipera: metà donna bellissima e metà orribile serpente maculato. La coppia doveva avere qualche problema genetico: altri figli furono Cerbero, cane infernale a tre teste e Ortro, anche lui feroce cane, guardiano di mandrie, ma con due sole teste. Già meglio.

La Chimera è stata la personificazione della tempesta, aveva preso dal babbo, la sua voce era il tuono. Fece parecchi danni lungo le coste dell’attuale Turchia, elargendo distruzioni e pestilenze e contribuendo ad inasprire ancor di più il carattere, già bernesco, della popolazione locale. Finché Bellerofonte con l’aiuto di Pegaso, il cavallo alato che oggi sponsorizza la Regione Toscana, non la uccise. Immerse la punta di piombo del giavellotto nelle fauci fiammeggianti della belva. Il fuoco sciolse il piombo che soffocò la simpatica bestiola. I mostri non sono tutto questo granché, alla fine. E sembrava anche una bischerata, ma se non era per Bellerofonte…

Alla Teogonia di Esiodo si ispirò l’artista di Cerveteri che raffigurò la Chimera con tre teste: due laterali di leone e di drago e una centrale di capra. Nell’Iliade Omero la descrisse “Lion la testa, il petto capra, e drago la coda / e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco…” secondo la traduzione di Vincenzo Monti. E così fu scolpita dagli Etruschi in un capolavoro bronzeo del V-IV secolo a. C. rinvenuto nel 1553 nelle campagne di Arezzo e restaurato da Benvenuto Cellini. L’opera per un po’ fu conservata in Palazzo Vecchio, Cosimo I dei Medici la volle a guardia del suo trono. Ma poi fu spostata nella Villa Medicea di Castello perché, dice, portava piuttosto sculo. Rassicurante non era. E allora meglio ai Castellani, anche per una questione di equità. Oggi l’originale si può ammirare al Museo Archeologico di Firenze. Due riproduzioni ornano le fontane in Piazza della Stazione ad Arezzo. Chimera viene dal greco “Khimaira” che significa capra, l’animale più selvatico tra i domestici e il più domestico tra i selvatici. La bestia ha ispirato il critico d’arte e politico a tempo perso Vittorio Sgarbi. E sarà perché “monstrum” in latino stava per “prodigio”, anche Chimera ha assunto il significato di cosa irraggiungibile, simbolo del cambiamento e delle illusioni, delle fantasie azzardate, nonché dei sogni irrealizzabili e pericolosi. Canta infatti il mitico Gianni Morandi : “ma se il mio cuore spera non sarà solo una chimera”.

Bene, ciò detto, se i genetisti non facessero tanto i saputelloni, battezzando Chimera i loro esperimenti scientifici atti ad unire cellule umane ed embrioni animali, sarebbe parecchio meglio. La notizia è stata data in questi giorni da “Leonardo”, il telegiornale della scienza. Si può anche comprendere il nobile tentativo di coniugare sapere scientifico e cultura umanistica, ma il riferimento al “mostro” è alquanto inquietante, specie se si tratta di fusioni di razze diverse: umana e animale. Perché non esistono diverse razze fra gli uomini, c’è una sola razza umana. Ha ragione la neo senatrice Liliana Segre, anche se ha altrettanto ragione Paolo Grossi, già presidente della Corte Costituzionale, a dire che i razzismi esistono e allora, a presidio di ciò, è meglio lasciarla la parola “razza” nella Costituzione e non toglierla come la senatrice propone. Comunque esiste la razza animale e noi umani, pur facendone inizialmente parte, ci siamo distinti da essa. O perlomeno ci siamo impegnati a farlo, con esiti alterni, ma in genere migliori. Ora rimescolare di nuovo le cose evoca ancestrali paure e legittimi problemi etici.

Tuttavia ciò è fatto a scopo medico curativo: inserendo un numero determinato e limitato di cellule staminali umane in un embrione animale e programmando il DNA, si creerebbero le basi per la riproduzione in laboratorio di organi umani, impiegabili per i trapianti, evitando il rischio di rigetto. Oltretutto senza più bisogno di donatori che per donare devono essere generalmente morti. Per non parlare del mondo ucronico e distopico descritto da Kazuo Ishiguro. Il Nobel della letteratura, nel romanzo “Non lasciarmi”, immagina che si clonino in laboratorio esseri umani e, fin da piccoli, si educhino e si allevino per sacrificarli come donatori di organi, in sostituzione di quelli malati. Esseri viventi sussidiari. Terribile.

Ho appreso che sono state create con successo una chimera uomo/maiale e un’altra uomo/pecora. Ora, anche a riferirsi a recenti fatti di cronaca avvenuti nel mondo della produzione hollywoodiana, ma non solo, l’uomo, pur senza generalizzare, un po’ maiale si conferma. Quanto alla donna non mi permetto. Quindi, attenzione a non esagerare. E per l’uomo/pecora, che si può dire? Un po’ pecoroni siamo sempre stati, anche in quanto animali gregari. E l’uomo “pe’oro” è sempre esistito, nella fattispecie di marito. Senza nulla insinuare della moglie, che come dice Furio/Verdone: “Magda, tu mi adori? Sì. E allora lo vedi che la cosa è reciproca!”. Anzi, quanto a corna, la cosa, più che reciproca, mi pare sbilanciata a favore della consorte, proprio in virtù dei virili riferimenti suini di cui sopra. Dunque “est modus in rebus”. E in effetti è un bel rebus. Però se la scienza medica sconfiggesse il male o vi ponesse riparo, senza né produrre mostri, né sconfinare nell’eugenetica e nemmeno sacrificare gli animali, in fondo sarebbe anche un bene. Si campa di più. Magari speriamo un po’ meglio.

Pontedera, 25 Febbraio 2018

Libero Venturi

https://www.quinewsvaldera.it/blog/pensieri-della-domenica/dizionario-minimo-il-corso-delle-stelle-blog-libero-venturi.htm

Se

Ieri sera di ritorno da Trieste, mi sono fermato a Bologna per una conferenza in piazza su invito dell’amico Federico Roberti.Al termine dell’evento siamo andati a mangiare un boccone prima di rimetterci in viaggio verso Roma.

Faceva freddo, ero senza voce per via del presidio al porto. Con me c’era mio figlio di due anni.Ebbene, essere costretti a mangiare da soli in mezzo alla strada in queste condizioni, è stata una delle esperienze più umilianti della mia vita. Vedevo dalla vetrina le persone all’interno del locale, al caldo, che conversavano spensierate, mentre noi ce ne stavamo fuori tutti imbacuccati come clochard, su sedie di metallo fredde come il marmo.

Mentre ero lì, seduto accanto a mio figlio, mi è ritornata alla mente la poesia “Se” di Rudyard Kipling.Te la dedico con tutto il cuore piccolo Alberto. Anche se faceva freddo, noi eravamo più al caldo di loro.

“Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a tela perdono, e te ne fanno colpa.Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,tenendo però considerazione anche del loro dubbio.Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,O essendo odiato, non dare spazio all’odio,Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,Se saprai confrontarti con Trionfo e RovinaE trattare allo stesso modo questi due impostori.Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai dettoDistorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortuneE rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,E perdere, e ricominciare di nuovo dal principiosenza mai far parola della tua perdita.Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervinel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,E a tenere duro quando in te non c’è più nullaSe non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!

”Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.Se saprai riempire ogni inesorabile minutoDando valore ad ognuno dei sessanta secondi,Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Dalla bacheca di Giorgio Bianchi.

Comma 22

Il romanzo, basato su esperienze personali dello stesso Heller, aviatore nell’USAF durante la seconda guerra mondiale, è ambientato in Italia, contesto che Heller aveva avuto occasione di conoscere durante il conflitto. Al centro della vicenda un reparto di aviatori (di stanza sull’isola di Pianosa) che esegue pericolose missioni di bombardamento a bordo di B-25 Mitchell (lo stesso tipo di velivolo su cui aveva volato Heller). Ovviamente, maggiore è il numero di missioni eseguite, maggiore è la probabilità di essere feriti o uccisi. E maggiore lo stress psicologico cui vengono sottoposti i membri del reparto.

Il più stressato è senz’altro il capitano Yossarian, che è terrorizzato all’idea che il numero delle missioni che ogni aviatore deve svolgere prima del congedo continui ad aumentare. I timori di Yossarian non sono del tutto infondati: il numero di missioni aumenta più volte nel corso del romanzo, a causa dell’ambizione e del cinismo del comandante dello stormo, il colonnello Cathcart.

Attorno a Yossarian, che comincia a fare cose bizzarre nella speranza di essere diagnosticato pazzo e quindi inabile al volo, ruotano altri personaggi più o meno strambi: Aarfy, il maggiore Maggiori, Dunbar, Milo Minderbinder, il pastore Shipman, e altri. Dall’interazione di questi individui nasce una serie interminabile di gag e di scene surreali e irresistibilmente comiche, tutte basate sull’assurdità della guerra vista con gli occhi della truppa, della carne da cannone.

da Wikipedia

con un piccolo sforzo di immaginazione (tanto minore quanto più passa il tempo) vediamo che la stessa cosa sta succedendo in Italia con le misure di ” contenimento Covid

Speranza, l’obbligo di ammalarsi

Sono talmente stupidi e in malafede che non riescono a tenere dietro alle loro stesse mistificazioni. Il ministro Speranza che è la nostra disperazione ha fatto sapere che “Fin quando non avremo un numero sufficiente di vaccinazioni le misure restrittive restano” facendo apparire senza più veli il ricatto di Big Pharma: se non ti vaccini rimani prigioniero. E tuttavia in questa vera e propria estorsione praticata  per superare invalicabili diritti e più che giustificate perplessità  il ministro si è tradito e ci ha sostanzialmente confessato che non è necessario che tutti si vaccinino, ma che basta una certa percentuale per interrompere la catena della trasmissione virale. Proprio come diceva l’epidemiologia fino al febbraio dell’anno scorso: ci sono anzi numerosi studi che per le malattie di tipo influenzale basta che ci sia il 35 – 40 per cento dei vaccinati per estinguere l’epidemia

Leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/10/speranza-lobbligo-di-ammalarsi/

Dante censurato

I talebani dell’anti-discriminazione questa volta hanno colpito in Belgio ove in linea alla più bieca deriva del “politicamente corretto” una nota casa editrice ha voluto espungere i versi della Divina Commedia dedicati a Maometto in quanto ritenuti inutilmente offensivi.

Noi italiani dobbiamo guardarci bene dal criticare quel che succede in Belgio dopo che abbiamo rasentato il ridicolo con gli episodi della cancellazione di presepi e canti natalizi, ma possiamo almeno consolarci che talune perversioni nel segno della tolleranza regnano ovunque.

Vale la pena ricordare che Dante inserisce Maometto nella nona bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno (canto XXVIII) attribuendogli il peccato di seminatore di discordia, in quanto artefice della divisione della Cristianità. È raffigurato squartato eternamente dal mento in giù da un diavolo armato di spada, come il genero Alì anche lui responsabile di un’ulteriore divisione religiosa, quella sciita.

Cassandra

Nessuna possibilità di invertire la rotta: la forza del nemico è la nostra tenace incapacità di comprendere, l’esito è la servitù volontaria nella caverna di Platone. Tragico e sfortunato il destino di Cassandra, la mitica figlia di Priamo, re di Troia, sacerdotessa di Apollo, Dio del Sole, delle arti, delle pestilenze e della scienza che illumina l’intelletto.  La poveretta aveva il dono di antivedere le sventure: per questo era invisa e non creduta. Gli uomini non prestano fede a chi pronuncia verità sgradite e preferiscono non credere ai loro occhi. Non resta, come il Ribelle di Juenger, che “passare al bosco”, vivere nascosti per quanto possibile e diventare, come l’Anarca, legge a se stessi.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/virus-maschere-e-paura-dell-occidente-terminale

Salvatori alla sbarra

Qualcuno in futuro dovrà dirci perché tutti i morti siano stati catalogati come decessi da Covid, le ragioni delle strane statistiche dell’Istat, perché siano state sconsigliate ( e lo  sono ancora ) le autopsie che sono la prima cosa da fare in questi casi, perché si siano usati mezzi diagnostici inadeguati, perché la sanità si sia ritrovata nel caos, perché viene negata la conoscenza di documenti essenziali a comprendere la vicenda  e infine come è nata ed è prosperata la macchina della paura di fronte a una sindrome influenzale che se ha fatto qualche morto in più rispetto al normale è stato solo a causa degli errori terapeutici compiuti e della disorganizzazione di una sanità umiliata dai continui tagli.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2020/08/08/salvatori-alla-sbarra/

NdR Conte non avrà nessun problema: secondo il collaudato sistema delle “porte girevoli”,  è già pronta per lui una confortevole posizione europea (che ha sicuramente ben meritato); eliminato Salvini per via giudiziaria il PD sarà costretto a sobbarcarsi la sostituzione del presidente del consiglio…

Lucky Luke

Lucky Luke è un personaggio dei fumetti creato nel 1946 da Morris[1] protagonista di un serie comica/western ritenuta un classico delle bande dessinéebelga[2]. Ispirate al personaggio esistono diverse serie animate, una serie TV e alcuni lungometraggi animati e dal vivo[2]. Nel mondo sono stati venduti circa 250 milioni di volumi della serie a fumetti[3]. Il nome del personaggio è ispirato a quello di Luciano Locarno, sceriffo di origine italiana che visse tra il 1860 e il 1940 (1)

In omaggio ad uno degli articoli più letti di bondeno.com (2) pubblichiamo un’intera pagina del personaggio sceneggiato da Goscinny

Il bandito monco, Bonelli-Dargaud


1- https://it.wikipedia.org/wiki/Lucky_Luke

2- https://bondenocom.wordpress.com/2015/03/17/pece-e-piume

Un bimbo non amato

Roma, 5 aprile 1969
Stanotte, nel dormiveglia, ho avuto una di quelle illuminazioni (che in psicologia si chiamano ‘allucinazioni ipnagogiche’) per cui poi generalmente scrivo dei versi: la traduco ora invece in prosa.
I monumenti, le cose antiche, fatte di pietra o legni o altre materie, le chiese, le torri, le facciate dei palazzi, tutto questo, reso antropomorfico e come divinizzato in una Figura unica e cosciente, si è accorto di non essere più amato, di sopravvivere. E allora ha deciso di uccidersi: un suicidio lento e senza clamore, ma inarrestabile. Ed ecco che tutto ciò che per secoli è sembrato ‘perenne’, e lo è stato in effetti fino a due-tre anni fa, di colpo comincia a sgretolarsi, contemporaneamente. Come cioè percorso da una comune volontà, da uno spirito. Venezia agonizza, i sassi di Matera sono pieni di topi e serpenti, e crollano, migliaia di casali (stupendi) in Lombardia, in Toscana, in Sicilia, stanno diventando dei ruderi: affreschi, che sembravano incorruttibili fino a qualche anno fa, cominciano a mostrare lesioni inguaribili. Le cose sono assolute e rigorose come i bambini e ciò che esse decidono è definitivo e irreversibile. Se un bambino sente che non è amato e desiderato – si sente ‘in più’ – incoscientemente decide di ammalarsi e morire: e ciò accade. Così stanno facendo le cose del passato, pietre, legni, colori. E io nel mio sogno l’ho visto chiaramente, come in una visione“.
Pier Paolo Pasolini, “Tempo”, nr. 14, 5 aprile 1969

https://alcesteilblog.blogspot.com/2019/04/un-bimbo-non-amato.html