Alluvione Emilia

La Provincia di Modena ha attivato il conto corrente IT52M 02008 12930 00000 3398693 presso la banca Unicredit a cui è possibile fare donazioni che saranno utilizzate per sostenere le popolazioni colpite dall’alluvione dell’Emilia-Romagna inserendo la causale “alluvione Emilia-Romagna”.

L’iniziativa è partita venerdì 5 maggio, in seguito alle alluvioni che hanno colpito il territorio locale e regionale e che, per il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia e il consiglio provinciale «intende dare una risposta concreta e unita al dramma che tutte le nostre comunità stanno vivendo. Dopo aver ricevuto la sollecitazione da diversi amministratori locali – prosegue Braglia – abbiamo deciso di attivare un conto corrente in cui ciascuno può contribuire per dare un sostegno a chi ha perso tutto e si trova ad affrontare le conseguenze di questo terribile dramma».

I contributi saranno destinati ai Comuni e ai territori coinvolti dall’alluvione, in accordo con le amministrazioni locali.

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Chi detta legge

di

Riccardo Scarpa

20 marzo 2023

Chi detta legge

Meta Platforms Inc è l’impresa statunitense che controlla i servizi di rete sociale di Facebook e Instagram, fondata e “padroneggiata” da Mark Zuckerberg. A causa, dice, di un mancato accordo con la Siae, la Società italiana autori ed editori, la quale – in base alle nostre norme sulla proprietà intellettuale – amministra i diritti d’autore, Meta ha deciso di rimuovere i pezzi di musica italiana dai suoi celebri “social”. La Siae si è subito affrettata nel dirsi disposta a trattare. Cioè – qualcuno pensa – a “calarsi le brache”.

Le norme in questione, armonizzate a livello internazionale e supernazionale, sono dettate dal Parlamento, organo eletto a suffragio universale diretto. Mark Zuckerberg, però, vuole dettare le regole. E lo fa. È questo un caso, si direbbe di scuola, per dimostrare le ragioni dell’assenteismo politico della maggioranza dei cittadini, secondo Ulrich Beck. Essi sanno che, ormai, è inutile votare per poi avere istituzioni normative che girano a vuoto. Mentre, invece, un qualunque privato, cioè privo di legittimità pubblica, può imporre le proprie regole sul mercato globale, sfuggendo a qualunque sovranità politica. È questo a mandare in crisi Parlamenti, governi, partiti e sindacati: è inutile discutere e deliberare, per esempio, in materia di pieno impiego e livelli salariali, se poi le società con la sede legale in uno Stato – e quella fiscale in un altro – prendono e delocalizzano, spostano le fabbriche dove il lavoro costa meno ed è scarsamente garantito.

È questo a demotivare i cittadini e a svuotare le democrazie. Cosa si può fare? Forse, nell’Unione europea si potrebbe far funzionare meglio la sussidiarietà e la solidarietà tra istituzioni supernazionali e nazionali. Giorgia Meloni lo può capire, arrivata a capo del Governo della nazione dalla guida del gruppo conservatore al Parlamento europeo. Allora potrebbe richiamare alle urne coloro i quali votano per Sanremo e non per il Parlamento. Se la ricetta funzionasse, il pacchetto sarebbe da esportazione senza filtro, perché il problema è mondiale.

http://www.opinione.it/editoriali/2023/03/20/riccardo-scarpa_facebook-siae-parlamento-ue-meloni/

Cronache francesi

di NINO DI CICCO

1) onore ai Francesi che quando vengono toccati i loro interessi, non esitano a farsi sentire pesantemente;

2) meno onore ai Francesi che meno di un anno fa hanno rieletto Macron che si sapeva benissimo dove voleva andare a parare sulle pensioni;

3) le proteste riguardano l’innalzamento dell’età pensionabile dai 62 ai 64 anni.
Da noi l’età pensionabile è di 67 anni, grazie alla riforma Fornero (2011), fatta su “gentile richiesta” (leggasi ricatto/spread) della BCE.
E non mi ricordo di grandi proteste a Roma.

4) i manifestanti francesi stanno subendo una repressione da parte della polizia francese che se fossimo in un Paese non occidentale tutti i giornali oggi griderebbero alla dittatura sanguinaria.Iscriviti al nostro canale Telegram

Giocare di rimessa

Il Governo Meloni stia in campana, la sinistra è tornata. Non che questo rappresenti un problema serio. Tuttavia, il pericolo nasce dalla capacità manipolatrice dell’informazione che il Partito Democratico ha ricevuto in dote dall’avo comunista e grazie alla quale la minoranza, in Parlamento e nel Paese, riesce a dettare l’agenda alla maggioranza. L’evidenza di una tale distorsione della dialettica democratica è sotto gli occhi di tutti, proprio in questi giorni. Nonostante il Governo sia impegnato su diversi fronti, tutti delicatissimi, per aiutare la nazione a lasciarsi alle spalle anni di crisi, di cosa parlano a ciclo continuo i media organici alla sinistra, costringendo a farlo anche a quei pochi canali d’informazione che di sinistra non sono? Del naufragio di Cutro e di altre analoghe sciagure. Ora, con tutto il rispetto per le vittime delle tragedie del mare, si può pensare di ridurre la questione Paese a ciò che è successo a Cutro? La sinistra lo spera. Il centrodestra non caschi nella trappola. Faccia in modo di uscire dall’angolo in cui la sinistra ha cercato di portarlo e riprenda il dialogo con i cittadini sui temi che maggiormente li preoccupano.

http://www.opinione.it/editoriali/2023/03/15/cristofaro-sola_naufragi-immigrati-demagogia-sinistra-pd-migranti/

A bocce ferme

Mentre si avvicina l’anniversario della guerra in Ucraina si può già avvertire l’ondata di piena della menzogna che sta arrivando sul terreno fradicio dell’informazione: una menzogna che si presenta come omissione degli atti di guerra compiuti dall’Ucraina contro il Donbass e volti a rendere inevitabile l’intervento russo. Se tali atti fossero riconosciuti sarebbe impossibile sostenere la tesi di una gratuita aggressione militare della Russia e riconoscere che l’intervento era legale, almeno quanto lo era quello della Nato nella ex Jugoslavia.

leggi tutto : https://ilsimplicissimus2.com/2023/02/21/discorso-di-putin-mentre-infuria-la-menzogna/

Regali di Natale

Rimodulata la 18App per i 18enni: arrivano due nuovi bonus, basati sul reddito e sul merito, la Carta della cultura Giovani, per i residenti nel territorio nazionale appartenenti a nuclei familiari con Isee fino a 35mila euro, assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del compimento di 18 anni, e la Carta del merito, per chi si è diplomato con 100 centesimi. Valgono 500 euro ciascuna e sono cumulabili. Torna la possibilità di rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al tasso fisso e cambia la norma che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni: sale dall’80 all’85 per cento la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2.000-2.500 euro), mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale

http://www.opinione.it/politica/2022/12/21/redazione_manovra-pos-18app-isee-mutuo-reddito-di-cittadinanza/

Ma la colpa è nostra

di Redazione · Pubblicato 3 Dicembre 2022 · Aggiornato 2 Dicembre 2022

di GILBERTO TROMBETTA

Meglio tardi che mai. Con le politiche discriminatorie imposte negli ultimi 3 anni prima e con il pronunciamento di ieri della Corte Costituzionale (sarebbe meglio dire Incostituzionale) poi, molti cittadini si sono resi conto che in Italia i diritti sanciti dalla Costituzione vengono violati. Il punto è che non sono stati violati solo negli ultimi tre anni. I diritti, compresi quelli fondamentali, sanciti nella nostra Costituzione vengono violati da più di trent’anni.

Sono stati violati con l’adesione all’Unione Europea e all’Eurozona, cedendo cioè sovranità a enti sovranazionali quando la nostra Costituzione prevede esclusivamente limitazioni della sovranità e solo in condizioni di parità con altri Stati.

Sono stati violati con trent’anni di riforme regressive del mercato del lavoro, con l’accettazione della disoccupazione naturale (NAIRU) e della deflazione salariale (NAWRU) volute dalla UE, quando la nostra Costituzione prevede la piena occupazione e un livello minimo di salari che consenta una vita dignitosa.

Sono stati violati con i tagli al Sistema Sanitario Nazionale, che hanno costretto milioni di italiani a rinunciare alle cure o a rivolgersi alla sanità privata quando la nostra Costituzione prevede l’universalità di accesso alle cure e la loro gratuità, per tutti.

Sono stati violati con le svendite, le privatizzazioni e le liberalizzazioni di monopoli naturali e settori strategici, regalando cioè al capitale privato altre rendite di posizione mentre la nostra Costituzione prevede la tutela del lavoro e degli interessi nazionali.

Sono stati violati con le riforme elettorali (proporzionale, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, taglio dei parlamentari, liste bloccate) che impediscono la partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese, mentre la nostra Costituzione prevede che lo Stato garantisca a tutti la partecipazione alla vita politica del Paese.

Sono stati violati con i tagli e i mancanti investimenti che impediscono l’accesso universale e gratuito all’istruzione, quando la nostra Costituzione prevede l’esatto contrario.

Sono stati violati perseguendo politiche lavorative e sociali che di fatto hanno portato al crollo della natalità, mentre la nostra Costituzione prevede che lo Stato faccia tutto il possibile per mettere in condizioni le famiglie di procreare.

Sono stati violati quando abbiamo partecipato direttamente e indirettamente a guerre di aggressione (anche dette guerre difensive preventive), mentre la nostra Costituzione ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali.

Tutte queste violazioni dei diritti sanciti dalla Costituzione, e altre ancora, sono sicuramente state possibili con la complicità di quegli organi, di quelle figure istituzionali che sarebbero dovuti esserne i garanti, i custodi: Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale in primis. Ma la colpa non è solo loro. E non è colpa della Costituzione. Sarebbe come prendersela con la legge che punisce gli omicidi per gli omicidi che vengono commessi.

La verità è che la colpa nostra è anche nostra. Perché molti di noi hanno dato per acquisiti quei diritti. Scordandosi che come quei diritti si sono conquistati, lottando, si possono anche perdere quando per quei diritti si smette di lottare. Dandoli appunto ormai per acquisiti.

È anche colpa nostra perché ci siamo lasciati distrarre dai numerosi e infidi conflitti orizzontali che ci sono artatamente stati messi davanti agli occhi per farci perdere di vista i conflitti verticali. Cioè la lotta di classe.

È anche colpa nostra perché molti di noi si sono limitati a preoccuparsi del proprio confortevole orticello, senza rendersi conto che quando bruciavano gli orti degli altri noi saremmo stati i prossimi.

È anche colpa nostra, perché molti di noi si sono scordati dell’importanza di partecipare attivamente alla vita politica del Paese. Si sono scordati l’importanza della militanza politica.

Perché, come spiegava Piero Calamandrei, uno dei nostri Padri costituenti, senza l’impegno politico di ognuno di noi, la Costituzione è solo un pezzo di carta.

«Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è – non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani – una malattia dei giovani.

“La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!”. Quello dice: “Che me ne importa, non è mica mio!”.

Questo è l’indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io! Il mondo è così bello, ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica. La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica».