Prima del blog intitolato Bondeno.com trasmettevo le mie impressioni su Radio Alto Ferrarese grazie ad una legge dull’editoria del 1975 che consentiva ai privati di trasmettere notizie locali (come poi accadde con Facebook); dell’ esperienza ho tenuto alcune trasmissioni che vi invito a consultare seguendo i vostri interessi al link
Mese: novembre 2022
Concerto a Bondeno
https://archive.org/details/nicostuly2005-09-17.gdc
è la registrazione di un concerto fatto in occasione di una edizione delle giornate della cultura
Maastricht delenda est
“Il problema non è soltanto la moneta unica e non è soltanto il patto di stabilità. È l’Unione Europea. Lo Stato Italiano ratificando Maastricht, si è obbligato a creare e mantenere disoccupazione e a fare della piena occupazione soltanto una eventualità, che si può verificare, a danno degli Stati competitori, dopo molto tempo, in caso di vittoria della gara alla quale Maastricht ha dato vita. Il contrasto tra le leggi di ratifica dei trattati con la Costituzione non potrebbe essere più netto, chiaro e radicale.”
Stefano D’Andrea
(L’Italia nell’Unione Europea, Rubbettino Editore) Iscriviti al nostro canale Telegram
Interessi nazionali
. Per l’embargo economico alla Russia decretato dagli americani la raffineria non dovrebbe più ricevere e trattare gas russo a partire dal prossimo 5 dicembre. Per noi sarebbe un disastro: all’azienda Lukoil lavorano 1000 persone che diventano 3000 con l’indotto “ma è a rischio l’intera area industriale compresa tra Priolo, Augusta e Mellili e i suoi 10.000 posti di lavoro” come scrive sul Corriere della Sera (02/11) Giuliana Ferraino. Per buona sorte il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, mio antico sodale a L’Italia settimanale, ha promesso di metterci una pezza. Del resto non è proprio la leader del suo partito, Giorgia Meloni, a dichiarare a ogni piè sospinto che in primo piano ci devono essere gli “interessi nazionali”? E gli “interessi nazionali” non possono essere difesi se continuiamo ad essere “atlantisti”, cioè al servizio degli interessi economici e geopolitici degli Stati Uniti.

Basta frignare!
Che si fa? Continuiamo a scannarci o si trova una soluzione che vada bene a tutti? Quando ai francesi sarà passata la crisi isterica e la smetteranno di frignare, se ne potrà riparlare. Intanto, gradiremmo che la maggioranza di centrodestra riflettesse bene sulla ratifica del Trattato italo-francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, meglio noto come Trattato del Quirinale, firmato a Roma il 26 novembre 2021 dal presidente francese Emmanuel Macron e dall’allora premier italiano, Mario Draghi, che per essere operativo attende il via libera del Parlamento. Alla luce del comportamento del Governo di Parigi, che vorrebbe tagliarci i viveri e isolarci dal resto del mondo, cominciamo col cestinare l’accordo. In calce al ragionamento, avvertiamo la sinistra che è presto per le processioni degli autoflagellanti del Venerdì santo. Ce l’abbiamo con quella stessa sinistra che, angosciata, si domanda come rimediare all’affronto fatto ai padroni francesi, alla stregua dell’agnello che si preoccupa di chiedere scusa al lupo per i fastidi arrecatigli. Tutto questo pietoso teatrino non ci sarebbe stato, se una vera Unione europea fosse esistita. Ma l’unità degli europei è niente di più di un’illusione ottica. Prima ce ne rendiamo conto, meglio sarà per tutti.
Migranti: le ragioni non umanitarie della Francia
La reazione “spropositata” (Antonio Tajani) e “incomprensibile” (Matteo Piantedosi) della Francia alla posizione dell’Italia sulle navi delle Ong, che fanno la spola tra la Libia e il nostro Paese con il loro carico di migranti, non ha ragioni umanitarie, come vuol far credere Parigi, ma ha una spiegazione di politica interna francese.
Il presidente francese sa che un successo del Governo Meloni in Italia sarebbe una sensibile spinta per un successo di Marine Le Pen e del suo partito in Francia. Assisteremo, perciò, a una guerriglia diplomatica e politica transalpina (e, quindi, di riflesso, anche dei poteri europei) contro il Governo italiano di centrodestra.
La controversia sulle Ong e sui migranti è un punto debole dell’Italia per la sua posizione geografica. E perché essa ha bisogno di dirottare negli altri Paesi europei i migranti irregolari che arrivano. Parigi batterà perciò sempre più su quel chiodo, per indurre i poteri europei – contando anche sulla “sponda” della sinistra italiana – a non permettere un accordo con l’Italia. Quest’ultimo sarebbe un successo di Giorgia Meloni, vista da Emmanuel Macron come una donna di destra che, anche senza volerlo e proporselo, tira la volata ad un’altra donna di destra: Marine Le Pen. E questo Macron non lo può accettare.
Omicidi economici
di GILBERTO TROMBETTA
I posti letto ordinari sono stati tagliati di oltre il 70% tra il 1975 e il 2020 (da 10,6 posti letto per 1.000 abitanti a 3,1), così come quelli di terapia intensiva passati da 10,4 posti letto per 100.000 abitanti a 2,6. Il 15% degli ospedali è stato chiuso tra il 2010 e il 2019 (173 in meno, da 1.165 a 992).
Nello stesso periodo, il personale medico e infermieristico è stato ridotto del 7% (42.380 professionisti sanitari in meno). il numero dei medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia, è stato tagliato del 4% (3.450 in meno, da 45.878 a 42.428).
Sempre tra il 2010 e il 2019, il finanziamento del SSN è stato ridotto di 37 miliardi di euro. Gli autori di uno studio che dimostrava la correlazione tra il taglio della spesa destinata al SSN e l’aumento della mortalità, avevano parlato di omicidi economici. Perché le morti causate dall’austerità sono omicidi economici.
I mandanti siedono in Parlamento e nei consigli regionali.
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Bollette
Il livello del dibattito politico, così basico e mediocre, preoccupa almeno quanto il caro bollette. Se la visione del Paese è quella che vediamo in Parlamento, c’è da non dormire sonni tranquilli. L’unico dubbio è se il basso livello derivi da una scarsa capacità delle forze in campo o se sia un artificio dialettico finalizzato al consenso low cost sul modello “piazzetta italietta” della tv commerciale. Nel primo caso lo scenario sarebbe veramente desolante, mentre nel secondo si tratterebbe di un fenomeno solamente deprimente.
A ben vedere però, sulla scorta dei temi trattati, ormai la politica dice ciò che pensa che la gente possa capire: argomenti a bassa intensità e per giunta pre-masticati, così che l’uomo della strada non debba impegnarsi troppo in uno sforzo di elaborazione e comprensione. Nonostante il pericolo fascista non sia tra le cose possibili, la “signora Maria” non avrà difficoltà ad entrare nel dibattito ricordando i racconti di “nonna Amalia”, non faticherà a cantare “Bella ciao” piuttosto che a immedesimarsi nella finta fobia fascista in assenza di fascisti. L’argomento è suggestivo, quasi sexy. Peccato che altre nazioni europee più serie abbiano superato il trauma della Guerra mondiale e guardino avanti.
Sui migranti stessa storia: è molto giggione l’atteggiamento di chi vuole “restare umano” e sale sulle navi delle Ong a fare passerella, omettendo di sollevare una serie di implicazioni geopolitiche, culturali, economiche. Pensano che l’uomo qualunque si immedesimi nel personaggio famoso e benestante che sale sul “taxi del mare”, tracciando così il solco tra i buoni e i cattivi. Il fatto che queste imbarcazioni facciano con insistenza sempre e solo la stessa rotta, che abbiano risorse e uffici legali per forzare la mano ed esigere con prepotenza gli sbarchi, il fatto che l’Europa se ne fotta come se dovessimo “restare umani” solo noi, tutte queste cose non le considerano riflessioni alla portata della plebe.
Si tratta di scelte di comunicazione politica che tradiscono una semplificazione tanto pericolosa quanto inutile, come ad esempio quella di risolvere il problema energetico con le fonti rinnovabili: l’immagine dei fiori nelle canne fumarie delle centrali a carbone e dell’energia green che esce come per magia catturando il sole, è poetica, quasi suggestiva. Scivola tra le “varie ed eventuali” qualsiasi discussioni sulle materie prime necessarie alla realizzazione di impianti green (monopolio cinese) e sul fatto che una transizione necessiti di tempi tecnici molto lunghi cui far fronte con altre forme tradizionali di approvvigionamento. Se il ragionamento non fosse sensato, non si capirebbe per quale motivo le potenze industriali occidentali puntino oggi sul nucleare e, solo a tendere, sulle pale eoliche. L’alternativa è aspettare che il solare decolli e trovi nel frattempo la desertificazione industriale e un “colosso energeticamente sporco” come la Cina a farla da padrone.
Le recenti elezioni, forse, non hanno insegnato nulla. Spiace doverlo sottolineare ma la scorciatoia dei cinepanettoni e delle piazzate di paese non funziona più: da almeno trent’anni c’è una politica che cerca di bollare l’avversario con il marchio dell’inadeguatezza, dell’impresentabilità. Nulla dice sulla propria adeguatezza e presentabilità.
Accolto il ricorso
Parigi rompe il fronte europeo e assegna Marsiglia come porto per la Ocean Viking. È la vittoria della linea dura di Meloni e Piantedosi che in serata fanno sbarcare gli ultimi migranti a Catania. Ong critiche: «Decisione contro il diritto internazionale. Adesso le cose potrebbero cambiare» |
Da IL MANIFESTO del 9 novembre |
Amnistia pandemica
Sta diventando chiaro ciò a cui tendono i poteri che hanno creato e imposto la pandemia: arrivare ad una sorta di amnistia pandemica che in sostanza non sarebbe altro che una nuova mistificazione. I segnali ci sono tutti e da tempo, piccole ammissioni di “errori” e di “sviste” o dichiarazioni di speranze malriposte nell’efficacia dei vaccini, ma adesso la richiesta di amnistia viene da un articolo sulla rivista The Atlantic, la cui testata non lascia alcun dubbio sulla sua appartenenza ideologico – politica: ” Dichiariamo un ‘amnistia pandemica” con un sommario che è anch’esso un programma; “dobbiamo perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del covid”. Proprio così come se tutti fossimo colpevoli nella stessa misura: quelli che hanno mentito sapendo di mentire e quelli che invece hanno cercato di evidenziare le assurdità logiche, umane e scientifiche che venivano dette. Con l’auspicata amnistia, nessuno è colpevole e tutti sono innocenti, compresi gli assassini. Fermo restando che si è opposto alla narrazione rimane comunque un individuo sospetto, che non riesce a conformarsi.
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