L’effetto desiderato e cercato è quello di creare un pensiero comune che sostenga il disegno autocratico della ristrutturazione chiamata Grande Reset, di accreditarne la qualità sociale e morale che designa livelli minimi di sicurezza, ordine e benessere da meritare uniformandosi ai canoni imposti al capitale umano che deve dimostrare di possedere le attitudini giuste per cogliere le occasioni negate a chi non si aggiorna, non si adatta al format di successo e affermazione, non è disposto a rinunce in cambio delle quali si partecipa al concorso a premi della cittadinanza plasticamente rappresentato dalle certificazioni che seguiranno il Green Pass, coi punteggi che attestano lealtà, fedeltà, sottomissione.
Grazie all’imperio del bon ton promosso a politicamente corretto, si è formato un pensiero degli sviluppisti educati, che vogliono persuaderci a trovare il buono e l’utile, se non il giusto, nell’operazione di demolizione dello stato sociale, dello stato di diritto e dello Stato, come fossero sacrifici e abiure irrilevanti rispetto ai benefici effetto del progresso, proprio come è avvenuto allegoricamente per i vaccini, ti salvi, non vai in terapia intensiva, dimostri il tuo senso civico, sei premiato accedendo a servizi e pratiche proibite ai dissidenti e gli effetti collaterali, fisici, sanitari e morali diventano trascurabili, sopportabili proprio come le vittime civili in Siria, Palestina, Afghanistan, Yemen, Libia, a fronte delle magnifiche performance della scienza, dell’arte della guerra, delle tecnologie del controllo che identificano e isolano i soggetti che rappresentano un pericolo per la società.
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