Rublogas

uesto è in netto contrasto con quello che gli Stati Uniti stavano costringendo gli Europei a fare: pagare il gas russo nei conti Gazprom in Europa, che poi sarebbero stati immediatamente congelati. Questi conti sarebbero stati sbloccati solo alla fine dell’operazione Z, l’intervento militare della Russia in Ucraina.

Comunque gli Americani vogliono che la guerra vada avanti all’infinito, per “impantanare” Mosca, come se questo fosse l’Afghanistan degli anni ’80, e hanno severamente vietato al comico ucraino davanti ad uno schermo verde da qualche parte – certamente non a Kiev – di accettare qualsiasi cessate il fuoco o accordo di pace.

Così i conti di Gazprom in Europa potranno continuare ad essere congelati.

Mentre Scholz stava ancora cercando di capire l’ovvio, i suoi tirapiedi economici sono impazziti, facendo balenare l’idea di nazionalizzare le filiali di Gazprom – Gazprom Germania e Wingas – nel caso in cui la Russia decidesse di fermare il flusso di gas.

Questo è ridicolo. Sarebbe come dire che, secondo i funzionari di Berlino, le filiali di Gazprom producono gas naturale direttamente nei loro uffici tedeschi dotati di riscaldamento centrale.

Il nuovo meccanismo rubli-per-gas non viola in alcun modo i contratti esistenti. In ogni caso, come Putin ha avvertito, i contratti esistenti potrebbero effettivamente essere bloccati: “Se tali pagamenti [in rubli] non verranno effettuati, lo considereremo come un’incapacità degli acquirenti di adempiere ai loro impegni, con tutte le implicazioni del caso.”

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, è stato categorico sul fatto che il meccanismo non sarà sospeso nelle attuali, disastrose circostanze. Ma questo non significa che il flusso di gas verrà immediatamente interrotto. È atteso il pagamento in rubli dai “poco amichevoli” – una lista di stati ostili che include, tra gli altri, Stati Uniti, Canada, Giappone e UE – nella seconda metà di aprile e inizio maggio.

Per la stragrande maggioranza del Sud globale, il quadro generale è chiarissimo: un’oligarchia atlantista si rifiuta di comprare il gas russo, essenziale per il benessere della popolazione europea, mentre è totalmente impegnata nella militarizzazione di tassi d’inflazione tossici nei confronti della sua stessa popolazione.

Normalità

Oggi, dopo oltre due anni, termina in Italia lo stato di emergenza indetto a causa della pandemia di Covid-19. È stato redatto un percorso che comincerà il primo aprile e terminerà il 31 dicembre. Ecco la road map delle riaperture. Da domani decade il Comitato tecnico scientifico e la figura del Commissario straordinario, Francesco Figliuolo. Al loro posto, nasce una nuova unità per “il completamento della campagna di vaccinazione — che non sarà interrotta con lo stato di emergenza — e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”. Questa rimarrà attiva fino all’ultimo dell’anno. Viene a mancare il sistema dei colori per le regioni italiane, ma il monitoraggio quotidiano dei casi rimane in vigore. Non sarà più necessario il Green pass base per accedere a uffici pubblici, negozi, banche, poste o andare dal tabaccaio. Anche per la ristorazione al chiuso, basterà esibire la certificazione base.

Per i mezzi pubblici non bisognerà più mostrare il Green pass, seppur indossando la mascherina fino al 30 aprile. Si torna alla capienza ordinaria negli stadi, con la certificazione base. Stop alla quarantena per chi è entrato in contatto con un caso positivo, dovrà mantenere un regime di auto sorveglianza per 10 giorni: si può uscire e lavorare ma indossando la mascherina ffp2. Chi invece è positivo deve restare in isolamento, fino a un tampone negativo da eseguire dopo minimo sette giorni. Anche a scuola cambiano le regole: in didattica a distanza andranno solo i positivi al virus e, se i contagi in una classe sono più di quattro, la lezione si fa in presenza indossando le mascherine ffp2 al posto di quelle chirurgiche, per 10 giorni. Tornano le gite e i professori non vaccinati possono tornare negli istituti, però senza insegnare.

Dal Primo maggio invece, termina l’obbligo di mostrare il Green pass quasi ovunque. Servirà solamente per accedere agli ospedali e alle residenze socio-assistenziali. Via le mascherine anche sui mezzi di trasporto e in genere nei luoghi al chiuso. Dal 15 giugno decade l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, militari, agenti di polizia e soccorso pubblico, polizia locale, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria e in generale lavoratori all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori, personale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Queste categorie già sono tornate a lavoro lo scorso 25 marzo, munite di Green pass base facendo il tampone rapido ogni due giorni. L’obbligo vaccinale rimane solo per il personale sanitario e Rsa. Dal 30 giugno, nell’ambito del privato, non si potrà più ricorrere al “lavoro agile” senza un accordo tra datore e lavoratore. Si ritorna in ufficio in presenza. Il 31 dicembre infine, è l’ultima scadenza di questo calendario delle riaperture. Decadono l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e Rsa, e non sarà più necessario mostrare il Super Green pass per visitare familiari e persone ricoverate all’interno di ospedali o strutture socio assistenziali.

NOTA: forse vi siete dimenticati, ma prima del Covid, la visita ai parenti era lecita (anche se regolamentata)