La capanna dello zio Mario

Nel regno animale esistono specie che mangiano merda, ma solo nel mondo umano esiste chi mangia la propria stessa merda: sono i giornaloni cari a zio Mario che s’inventano a intermittenza fantasiose storie su una presunta sconfitta russa in maniera che queste sciocchezze così palesi girino in qualche modo tra chi ancora butta i soldi per comprare questa carta straccia: oggi è la Stampa, domani Repubblica, il giorno dopo il Corriere, a rotazione, insomma una gloriosa staffetta italiota.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2022/03/29/la-capanna-dello-zio-mario/

La guerra è finita

Per il Cremlino «la prima fase dell’operazione militare» in Ucraina è completata. Ora le truppe russe si concentreranno sulla «liberazione» della regione del Donbass. Presa Mariupol Mosca garantirebbe la continuità territoriale con la Crimea. E ci sarebbe anche una fine: il 9 maggio, il giorno della parata per celebrare la vittoria sovietica contro il nazismo. La preghiera del papa per la pace tra Russia e Ucraina
Il Manifesto del 26 3 2022

I padroni del vaccino

Ma per I padroni del vaccino, titolo del libro scritto dal giornalista Manuele Bonaccorsi e dal sociologo Claudio Marciano, i vaccini sono serviti anche ad altro: ricavarne profitti, esercitare influenza geopolitica, acquisire prestigio internazionale.

Come mostrano gli autori, e la guerra in Ucraina ci ricorda quotidianamente, il mondo è ben lontano da quello spazio globale liscio raccontato dai cantori della «fine della storia». La mappa di diffusione dei vaccini anti-Covid19 è sovrapponibile a quella delle alleanze internazionali. L’occidente ha affrontato la pandemia con i «suoi» vaccini messi a punto da multinazionali farmaceutiche. In altre aree di influenza, come quella russa e quella cinese con i loro alleati globali, sono stati usati altri preparati prodotti da agenzie statali, come Sputnik V in Russia e Sinopharm in Cina. Nella piccola e isolata Cuba si è dovuto ricorrere a vaccini sviluppati in casa, con un’iniziativa pubblica che molto ha da insegnare agli altri «padroni».

Bonaccorsi e Marciano snocciolano efficacemente come imprese e governi abbiano sfruttato le regole del gioco scientifico fino in fondo – a volte forzandolo – pur di raggiungere il loro scopo. Parlando con i diretti protagonisti, ad esempio, raccontano come Pfizer, BioNTech e Moderna abbiano saputo sfruttare l’aiuto pubblico per realizzare vaccini efficaci in un tempo rapidissimo: un anno, e non i dieci necessari in precedenza. Dietro i vaccini di queste multinazionali si nascondono reti in cui interagiscono ricerca pubblica, politica industriale e finanza. E che finiscono per riempire le casse delle aziende soprattutto grazie ai brevetti, che non sono necessariamente un incentivo alla ricerca come vuole il pensiero economico dominante: «Nel caso del Covid – scrivono gli autori – questo sistema ha determinato, tra il 2020 e il 2021, lo sviluppo di ben 250 candidati vaccino, con un enorme spreco di denaro pubblico in progetti fallimentari».

Il legame tra scienza e finanza sarebbe un male necessario, se alimentasse una produzione scientifica che risponde alle regole fissate dai ricercatori. La realtà però è diversa: anche una procedura tecnica come stabilire l’efficacia di un vaccino è un campo di battaglia in cui si scontrano interessi economici, politici e non solo scientifici. «L’introduzione di criteri di mercato e competizione tra ricercatori e università ha mutato in profondità le condizioni di verificabilità dei prodotti scientifici» scrivono Bonaccorsi e Marciano. «Ciò che stabiliamo essere “evidenza scientifica”, sulla cui base le istituzioni politiche legittimano le proprie decisioni, è influenzato dalla competizione tra ricercatori (…) La pandemia ha accelerato il bisogno di visibilità sia degli scienziati sia degli editori, e questo ha influito negativamente sul rigore metodologico e sulla quantità di tempo necessaria a valutare un lavoro scientifico».

Laddove il mercato non ha dettato le regole, i vaccini sono serviti a rinsaldare legami e dipendenze tra Stati. E in paesi senza risorse economiche, soprattutto in Africa, i vaccini non sono arrivati affatto. A riequilibrare la distribuzione non basta la beneficienza né il «filantrocapitalismo». Ma la lezione cubana insegna che vaccini sviluppati in poco tempo e accessibili a tutti non sono un’utopia, ma richiedono di riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato. «È necessario il pubblico – scrivono gli autori – ma un nuovo pubblico, che si caratterizzi per la trasparenza, per il contrasto alle disuguaglianze e per la finalità sociale dei suoi investimenti».

Andrea Capocci su Il manifesto

Emergenza continua

Del resto per far funzionare strumenti di controllo come il green pass, una volta passato il principio che non esiste più la libertà di scegliere, non c’è necessariamente bisogno del covid, esso può essere agevolmente e progressivamente sostituito da altre patologie virali, magari nuove di zecca o anche antichissime e infatti si vanno mettendo a punto preparati a mRna per l’influenza che verranno spacciati come innocui e miracolosi con la solita dose di bugie.

Resurrezione rinviata

Niente di nuovo sul fronte del green pass, a meno che tu non sia un profugo dall’Ucraina…

NO brain zone

Questa assurda sicumera dovuta alle imprese di bombardamento che peraltro non si sono mai fermate dalla seconda guerra mondiale in poi crea anche una deformazione di giudizio e così si pensa che la Russia nell’avanzare in Ucraina lentamente senza devastare le città come avrebbe fatto la Nato, sia spia di una certa debolezza. Ma è soltanto perché siamo abituati da secoli alle stragi di civili che permettono poi invasioni rapide anche se incerte. Questa del resto è esplicitamente la dottrina bellica dei Paesi anglosassoni: terrorizzare la popolazione per ottenere la resa e il cambio di regime. Ciò si lega direttamente alla nascita stessa dell’impero britannico che doveva sopperire ai pochi uomini disponibili in relazione alle regioni di cui si voleva impadronire, agitando la minaccia delle cannoniere contro le città. Questo modus operandi ha avuto tanto successo che è stato poi applicato in maniera massiccia con lo sviluppo dell’aviazione: tutta la seconda guerra mondiale ha visto bombardamenti non tanto rivolti a colpire le forze militari o le fabbriche, ma le popolazioni. Questo è accaduto anche con lo sgancio delle due atomiche e poi via via in tutte le altre guerre. Così siamo talmente abituati al nostro terrorismo che consideriamo una visione diversa delle strategie militari come debole e inefficace.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2022/03/18/no-brain-zone/

Bombe di pace

Chiunque tenti sul territorio della Serbia di creare il falso stato del Kosovo, non ha il diritto di parlare dell’integrità territoriale di qualsiasi altro stato”.
“Chiunque guida l’isteria anti-russa, non ha il diritto nei confronti della Serbia di determinare cosa farà e come penserà”, ha sottolineato Vulin.
Vulin ha inoltre valutato che “qualsiasi isteria anti-russa contiene sempre un’isteria anti-serba, così è sempre stato”.

Belgrado, 1999, era il 24 marzo quando alle 20.25 scattarono i primi raid aerei dell’Alleanza atlantica contro la Jugoslavia (Serbia-Montenegro). Durarono 78 giorni, per la prima volta senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Oltre a enormi distruzioni (35.450 cluster bombe lanciate, 995 target colpiti, 3.650 strutture pubbliche danneggiate) i bombardamenti, con i jet che partivano principalmente da portaerei in Adriatico e basi NATO in Italia, causarono in Serbia, a seconda delle fonti, fra 1.200 e 2.500 morti, oltre a 12 mila feriti.

Nell’anniversario dei 20 anni di questi raid aerei su Belgrado il presidente Aleksandar Vučić davanti a 30mila persone radunatesi a Nis, città meridionale serba, tra quelle più colpite dai bombardamenti della primavera 1999 non esitò a dichiarare: “La popolazione civile come bersaglio delle bombe, 2.500 morti, di cui 79 bambini, un Paese devastato, danni per 100 miliardi dollari: resterà per sempre un crimine”.

Anche l’Italia che partecipò ai bombardamenti, col passare del tempo iniziò a contare le sue vittime dovute a questa azione di guerra: se ne è discusso a Roma il 4 aprile 2019, nel convegno “Uranio: un anno dalla IV Commissione. Presente e futuro”, organizzato dall’Associazione italiana vittime dell’uranio impoverito e dall’Osservatorio militare del Ministero della Difesa italiano.

I relatori al convegno hanno parlato del terribile stato di salute dei soldati italiani che parteciparono alle missioni di “mantenimento della pace” in aree precedentemente attaccate dalla NATO con testate all’uranio impoverito.
Il maresciallo Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare ha riferito: “363 persone sono già morte e più di 7.500 si sono ammalate. Oltre 130 sentenze di condanne tra TAR, tribunali civili, Corte dei conti e ora anche Tribunali del lavoro e 2 sentenze di Cassazione che condannano l’amministrazione e ipotizzano il reato di omicidio colposo”.
Una pagina oscura della storia del nostro Paese con un conteggio delle vittime purtroppo ancora parziale. Da oltre 25 anni, ci sono da un lato ex militari ed associazioni di familiari che sostengono il nesso causa effetto tra decessi e malattie e l’uso improprio dell’uranio; dall’altro la Difesa che nega il nesso di causalità. Il tutto all’interno di una lunga vicenda giudiziaria che ha visto una serie di sentenze favorevoli ai militari contaminati e alle loro famiglie.

Inviato dalla Serbia, alla conferenza di Roma ha preso parte Darko Laketić, che guida la Commissione parlamentare d’inchiesta serba istituita per indagare sugli effetti dei bombardamenti della NATO sulla salute dei cittadini serbi.
Laketić ha presentato informazioni sui bombardamenti e sul numero di missili all’uranio impoverito utilizzati, oltre alle prove raccolte finora sugli effetti dannosi delle sostanze radioattive e tossiche dei proiettili dalla NATO:
Come saprete i bombardamenti sulla Repubblica di Jugoslavia durarono 78 giorni. In questo periodo furono colpiti non solo obiettivi militari ma anche infrastrutture, ospedali, chiese..”
“Dagli aerei della NATO sono stati scaricati 31mila proiettili secondo le informazioni di cui dispone la NATO, secondo le nostre ancora di più, contenenti uranio impoverito. Questi proiettili hanno colpito 112 siti sul territorio del Kosovo i Metohija e 7 siti sul territorio della Serbia Centrale”.
Laketić ha sottolineato che la Commissione serba sta raccogliendo documentazione sulla base della metodologia utilizzata dal rapporto della Commissione italiana.

Non va dimenticato che i raid aerei partirono, in gran parte, dalle basi italiane, con l’ok dell’allora governo D’Alema, ancor prima di discuterne con il Parlamento. Ma quelle erano bombe di “pace”, nessuno si stracciò le vesti per tale aggressione, perché se a sganciare bombe e lanciare missili sono USA e NATO, per l’opinione pubblica, i media occidentali, la cosiddetta “società civile” benpensante, si tratta sempre di bombe “di pace”, come pure i civili morti diventano semplicemente “effetti collaterali” da immolare sull’altare della “democrazia” dei “diritti umani” del “mondo libero e civile”.

Fonti:
https://www.glassrpske.com/cir/novosti/srbija/vulin-ko-ne-trazi-osudu-nato-zlocina-u-srbiji-nema-pravo-ni-da-sudi-za-ukrajinu/401851 (traduzione di Eliseo Bertolasi)
https://www.rainews.it/archivio-rainews/media/accadde-oggi-20-anni-fa-i-raid-nato-su-Belgrado-cb6b65ec-9124-408d-9c38-cd045029adfb.html#foto-1
https://www.radiondadurto.org/2019/03/25/1999-2019-ventanni-fa-i-raid-aerei-nato-contro-belgrado/
https://www.radioradicale.it/scheda/570400/uranio-un-anno-dalla-iv-commissione-presente-e-futuro

Guerre “posteroiche”

Anche in questo caso, in particolare oggi che le guerre sono diventate posteroiche secondo la definizione di Mailer, con i piloti di droni che davanti al pc schiacciano un tasto per sganciare bombe sugli inevitabili “danni collaterali”, gli scarponi di cartone li indossiamo e li indosseremo noi italiani chiamati alla leva per la difesa di diritti che abbiamo permesso ci venissero tolti, mentre decisori e intellettuali pronti a giurare fedeltà al partito fascista europeo e a firmare con sangue il manifesto della difesa della razza occidentale,  si interrogano su che posto, in mancanza di una soluzione finale, si potrebbe ragionevolmente ritagliare per la Russia in un ordine mondiale stabile secondo il canone geopolitico garantito dalla Nato a difesa della superiore civiltà.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2022/03/12/senza-odio-niente-green-pass-160619/

Manifestazioni culturali a Bondeno

Bondeno.today

Finora le iniziative culturali che ho visto erano organizzate dall’assessorato alla promozione del territorio o da quello alle politiche giovanili (alcune anche in collaborazione con Bondeno Cultura); iniziative promosse dall’assessorato alla cultura io non ne ho viste (sicuramente per mia distrazione).
Per certo so che nessuna attenzione stata rivolta alla Unione Associazioni Culturali [uac.bondeno.com], col risultato che quest’anno non si faranno le “Giornate della cultura”.
Capisco che per alcuni non una gran perdita, ma questo conferma la tendenza generale che costringe a cercare spazio altrove, impoverendo continuamente il tessuto sociale bondenese.

View original post

Tocca a noi

Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.

Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante.

Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore alla sola provincia di Treviso.

È bastato un sol boccone.

PER L’ITALIA È DIVERSO:

Un capitale assolutamente enorme.

Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.

Quinta potenza industriale al mondo prima dell’euro, ottava oggi.

Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola.

Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.

Come capitale artistico monumentale, non ne parliamo neanche: è superiore a quello di tutto il resto del mondo.

Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a “paghi uno e prendi quattro”.

Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total.

Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana.

Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all’alimentare.

I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.

Gli indiani tutto l’acciaio.

I Cinesi si son presi quote di TERNA, e tutto PIRELLI agricoltura.

Se ne sono andate TIM, TELECOM, GIUGIARO, PININ FARINA, PERNIGOTTI, BUITONI, ALGIDA, GUCCI, VALENTINO, LORO PIANA, AGNESI, DUCATI, MAGNETI MARELLI, ITALCEMENTI, PARMALAT, GALBANI, LOCATELLI, INVERNIZZI, FERRETTI YACHT, KRIZIA, BULGARI, POMELLATO, BRIONI, VALENTINO, FERRE’, LA RINASCENTE, POLTRONA FRAU, EDISON, SARAS, WIND, ANSALDO, FIAT FERROVIARIA, TIBB, ALITALIA, MERLONI, CARTIERE DI FABRIANO, ….. Ma…non hanno finito.

Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani.

E I LORO RISPARMI. CIRCA 3.000 MILIARDI DI EURO.

ORA VOGLIONO QUELLI.

Ecco chi ha chiamato Mattarella e gli ha “intimato” di procedere a sbarrare la strada a chi poteva mettere a rischio la prosecuzione della spoliazione.

I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo raccolgono i soldi delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, di salvataggi bancari, del “nero” delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito.

Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili. Ora tocca a noi.

Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po’.

Non si placheranno, l’abbiamo già visto. BISOGNA FERMARLI ORA.

Ogni generazione ha il suo Piave. Questo è il nostro.”

Gian Micalessin.

tramite Giorgio Bianchi