La parabola di Luigi Di Maio è da studiare. Da autoproclamato rappresentate del popolo e “abolitore” della povertà a fanatico atlantista pronto a coprirsi di ridicolo per manifestare il suo servilismo.
Dopo le frenetiche dichiarazioni di ieri a favore di nuove sanzioni dirette alla Russia, palesemente contrarie ai nostri interessi energetici e geopolitici, oggi il ministro degli Esteri ha annunciato di fronte ai deputati della Repubblica che l’Italia sospenderà gli incontri bilaterali con i vertici russi.
Ci tocca così l’umiliazione di vedere il nostro governo giustamente maltrattato dal Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il quale ha gioco facile a evidenziare come la diplomazia serva proprio quando la tensione internazionale è alta, non per “viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”.
Ed è proprio questo che Luigi Di Maio sta facendo da quando occupa il Palazzo della Farnesina: nascondere la sua assoluta inconsistenza dietro a foto scintillanti di viaggi all’estero e incontri diplomatici senza costrutto.
Non è la fine che meritiamo. Il Paese che ha espresso ministri degli Esteri come Cavour, Pietro Nenni, Amintore Fanfani e Aldo Moro deve ritrovare la sua statura internazionale riscoprendo l’interesse nazionale e ponendolo al centro delle relazioni diplomatiche.
Nel 2013 e nel 2018 un pezzo di popolo è entrato nelle istituzioni, ma lo ha fatto disordinatamente, al culmine di un progetto “liquido” che non prevedeva alcuna selezione né formazione di una futura classe dirigente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: quel pezzo di popolo si è trasformato in élite e porta le borracce ai poteri costituiti.
Riconquistare l’Italia, al contrario, sta costruendo l’embrione della futura classe dirigente di estrazione popolare e intende portarla nelle istituzioni per chiudere, tra le altre, anche l’orrida parentesi del dilettantismo grillino.
Draghi che parla del nostro vivere da liberi, tuona contro i soprusi della Russia, si commuove per Zalensky, ci accusa di imprudenza nella politica energetica, ringrazia Biden per il gas che ci darà.
E i giornalisti gliele passano tutte..tutte
Il problema n.1 resta questo.
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Nello stesso giorno il medesimo potere che diventa Nato quando si tratta di geopolitica e autocrate sanitario verso i suoi stessi cittadini quando si tratta di strappare loro le libertà ha subito un contraccolpo su entrambi i fronti, anche se quello ucraino è talmente epocale da poter fare da data di inizio del multipolarismo planetario. In ogni caso i due piani sono strettamente uniti e non si può pensare di poter sconfiggere la dittatura vaccinale stando con la Nato o con l’Europa della guerra che finanzia e corteggia i movimenti neonazisti perché sono due aspetti della medesima realtà. Che almeno adesso sta finalmente diventando visibile e che grazie alla tracotanza del potere ha cominciato a risvegliare molti: i candesi che combattono, gli svizzeri che non si sono fatti fregare dall’abolizione temporanea delle risibili misure anticovid. Di certo hanno esagerato con la Russia pensando che essa non avrebbe avuto il coraggio di dare la sua zampata che come si vede è stata immediata e potente, forse hanno esagerato anche con le misure anticovid che hanno peraltro fatto un numero enorme di morti: Dopo aver pagato tante false opposizioni e tanti falsi profeti, comprese Cassandre adolescenti adesso, si ritrovano con un vero nemico.
https://ilsimplicissimus2.com/2022/02/25/ucraina-e-canada-due-sconfitte-e-due-speranze/
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E difatti non sorprendentemente se vi guardate intorno sulla stampa come nei social scoprirete che l’asse Ue-Nato può contare sulla stessa opinione favorevole dei sostenitori della gestione pandemica, dei fanatici vaccinali ancora sottomessi e in procinto di terze e quarte dosi, dei giudiziosi adepti del SuperGreen Pass che condividono appassionatamente il fermo e vibrante monito di Draghi: Roma farà «tutto il necessario» per preservare la «legittima sovranità» del Paese aggredito perché «quanto succede in Ucraina riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia».
https://ilsimplicissimus2.com/2022/02/25/pandemia-e-nato-un-unico-credo-159998/
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Non è virtuoso e tanto meno lungimirante dare una interpretazione difensiva allo spostamento verso l’Ucraina di un formidabile arsenale militare Usa-NATO-UE (dal 2014 al 2021 i paesi occidentali hanno fornito a Kiev munizioni e armi per un valore di 2,5 miliardi di dollari, comprese armi letali e su richiesta di Zelensky alla NATO, attrezzature belliche continuano ad entrare nel Paese, come confermato dalla propaganda del Comando europeo della Nato) in aperta violazione degli accordi di Minsk e con l’intento esplicito di sancire, sul campo bellico prima che politico, l’ingresso del paese governato da un fantoccio indecente, dell’Ucraina nella NATO, e di lanciare il guanto di sfida al “nemico”, sperando di attirarlo nella trappola di sabbia mobili afghane in Europa.
Non possiamo permetterci la terzietà non fosse che per autodifesa, per non essere trascinati da una potenza confusa e irragionevole che si dibatte come un bestione scisso al suo interno, in un vortice suicida che stiamo già scontando, pagando un prezzo che si aggiunge al costo vergognoso dei risarcimenti individuali e collettivi per l’elemosina europea e delle nuove povertà prodotte dalla pandeconomia.
Ibidem
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