La Casa Bianca è stata lenta a rendersi conto della capacità di contrattacco della Russia. Non ha indagato sul rischio per le società di semiconduttori statunitensi fino a quando la società di materiali critici Technet non ha rivelato l’entità della dipendenza degli Stati Uniti dalla fornitura russa di gas C4F6, neon, palladio e scandio.
Circa il 90% della fornitura mondiale di neon, utilizzato come gas laser per la litografia su chip, proviene dalla Russia e dall’Ucraina. Due terzi del neon vengono purificati per il mercato globale da un’azienda a Odessa. Ci sono altre fonti di neon a lungo termine in Africa, ma sono irrilevanti nel breve periodo.
Il più grande produttore mondiale di titanio è VSMPO-AVISMA, situato nella “Valle del Titanio” della Siberia occidentale.
È di proprietà di Rostec, il conglomerato statale controllato da Sergey Chemezov, un ex agente del KGB che ha servito con Putin nella Germania dell’Est. Russia e Ucraina insieme rappresentano il 30% della fornitura globale di titanio.
VSMPO-AVISMA fornisce il 35% del titanio del Boeing, principalmente per i jet 737, 767, 777 e 787. Viene utilizzato in motori, ventole, dischi e telai, apprezzato per la sua resistenza al calore e alla corrosione e per il suo rapporto peso/resistenza.
Lo scorso ottobre il Bureau of Industry and Security degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto secondo il quale VSMPO-AVISMA stava fornendo spugna di titanio ai clienti negli Stati Uniti a prezzi “artificialmente bassi”, con il sostegno dello stato russo, al fine di acquisire una “quota significativa degli affari di Boeing” .
Questo avrebbe dovuto far suonare un allarme. Settimane dopo Boeing si è impegnata in rapporti ancora più stretti con l’azienda.
In effetti, la Russia ha fatto ciò che già la Cina aveva fatto in precedenza con i metalli delle terre rare: vendere sottocosto per eliminare la catena di approvvigionamento occidentale. Il rapporto afferma che la Russia è sempre più in grado di utilizzare questo suo potere “come strumento di leva geopolitica”.
Il Bureau ha avvertito che gli Stati Uniti sono ridotti a un solo vecchio impianto in grado di produrre spugne di titanio su larga scala e non hanno più alcuna riserva di titanio nelle scorte della difesa nazionale.
Devono contare sulla fornitura di una società controllata da uno stato ostile per costruire caccia statunitensi, razzi, missili, sottomarini, elicotteri, satelliti e armi avanzate. Il rapporto chiedeva misure urgenti per ricostruire la produzione interna e acquisire riserve strategiche. Un disastro.
Airbus è ancora più vulnerabile. Metà della sua spugna di titanio proviene dalla Russia.
L’industria aerospaziale britannica dipende dalla fornitura russa. VSMPO-AVISMA ha una sede vicino a Birmingham, dove si producono leghe commerciali per l’aerospaziale, la tecnologia medica e l’esercito.”
Ma qual è il reale potere degli USA per quanto riguarda la fornitura dei microchip alla Russia?
estratto da http://vocidallestero.blogspot.com/2022/02/aep-sul-telegraph-in-ucraina-putin
Ambrose Evans Pritchard pubblica sul Telegraph due articoli in stretta successione che offrono una visione approfondita e chiarificatrice sulla vicenda Ucraina e il contesto economico in cui si muovono le parti in causa.
Nel primo articolo, intitolato In Ucraina Putin è vicino alla vittoria, pubblicato il 15 febbraio, Pritchard mostra come la Russia in realtà non abbia motivo di temere le sanzioni occidentali. Nel secondo, pubblicato il 22 febbraio e intitolato Putin controlla la catena di approvvigionamento della tecnologia occidentale, quindi di chi è il bluff?, focalizza l’attenzione su un aspetto meno noto: la capacità della Russia di ostacolare gli approvvigionamenti di materie prime indispensabili alle industrie del mondo occidentale.
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Insomma una sorta di afghanizzazione del paese, in uno scenario che gli ideatori sperano gravoso per Mosca sotto l’aspetto militare ed economico. Qualunque cosa stiano pensando a Washington in questo momento, non si può dire che gli eventi di oggi siano giunti inaspettati, visto che tutto è stato fatto per porre la Russia di fronte ad un bivio: accettare basi d’attacco Nato a dieci minuti di missile da Mosca ed assistere inerme al massacro dei propri connazionali poco oltre il confine oppure porre definitivamente in condizione di non nuocere l’insidioso vicino di casa.
Si apre così un nuovo scenario in cui il guinzaglio americano al collo dei regimi euroatlantisti si va ad accorciare sensibilmente. Nessuno andrà materialmente ad aiutare il tristo Zelenskij e le sue strurmtruppen in dissoluzione, mentre lunghe colonne di sostenitori della svastica stanno già fuggendo verso ovest, dove troveranno ospitalità e alcuni, possiamo prevedere, anche ingaggi come manovalanza squadrista, mansione di cui erano finora occupati nei luoghi patri.
Se esistesse un’Europa come soggetto politico anche soltanto in fieri, si potrebbe fare eco ai commenti più convenzionali nel dire che essa sta mostrando le proprietà del vaso di coccio tra i sussulti di quelli metallici. Però quella roba lì in realtà non c’è mai stata se non come sonnifero per i popoli mentre si lavora di grimaldello per scardinare gli impacci costituzionali all’instaurazione del tecnofeudalesimo liberista. Esistono certo interessi nazionali, in un susseguirsi ormai desolante di reciproci sgambetti e stilettate, ma nessuno in dissonanza con la trama geopolitica intessuta presso l’ombelico dell’impero. Siamo oggi, in questa parte di continente, una accozzaglia di popoli servi parlanti 24 lingue diverse ma che marciano uniti verso un unico inglorioso destino, il più immediato dei quali sarà l’ulteriore contrazione economica in virtù della rinuncia suicida alle forniture energetiche russe.
https://ilsimplicissimus2.com/2022/02/24/il-risveglio-dellorso/
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Sarebbe ingiusto attribuire al solo Putin le conseguenze belliche, umanitarie ed economiche di questa operazione militare. Si tratta di una débâcle della leadership americana, dell’Occidente e della Nato. Gli europei sono stati trascinati dagli Usa di Biden – ma anche dai precedenti presidenti da Bill Clinton fino ad oggi – in una folle strategia di espansione della Nato ad Est, fino a voler lambire i confini della Russia. Era prevedibile che l’orso russo avrebbe reagito e così è stato. Quella strategia era basata sullo sfruttamento dei vecchi sentimenti anti-comunisti ed anti-sovietici, su calcoli elettorali dei vari presidenti americani, oltre che su quelli dei nazionalisti dei Paesi est europei post-comunisti, e sugli interessi del complesso militare industriale americano.
http://www.opinione.it/editoriali/2022/02/24/lucio-leante_usa-joe-biden-responsabilit%C3%A0-nato-guerra-ucraina-russia-putin/
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