In nome del doveroso rispetto delle regole, da più di vent’anni l’Italia ha smesso di crescere, di creare e assicurare lavoro stabile per i propri figli, di salvaguardare l’accesso ai servizi sociali, di tutelare la salute, di dare istruzione e cultura, di esercitare la regolare manutenzione del territorio.
Ogni giorno la grande stampa auspica la promozione a più alto incarico del ministro Franceschini, impegnato in prima persona a battersi in quella che qualcuno ha chiamato la “guerra delle briciole”, per far riconoscere agli italiani il ruolo di baristi, osti, portieri, locandieri, facchini, autisti, marmittoni.
Come è giusto esigere da un paese retrocesso a terzo mondo interno dell’Occidente, che è obbligato a prestarsi a un futuro servile, terra di giacimenti culturali troppo poco sfruttati, di paesaggi non abbastanza degradati, di musei non sufficientemente abili a fare cassa, a aree archeologiche non sufficientemente predisposte a ospitare sfilate di mutande, a gallerie poco pronte a esibire mostre farlocche a beneficio dei critici/manager, delle multinazionali dei cataloghi e dei gadget, delle assicurazioni e dei “servizi aggiuntivi”: edizioni di scadenti sussidiari, ristorazione, merchandising.
Il destino è segnato, si riaprono i cantieri, la gleba torna ai solchi bagnati di servo sudor e le città d’arte devono riaprirsi come prima e peggio di prima all’arrivo desiderato e promosso di turisti. Peggio di prima, si, perché dobbiamo scontare il danno alla reputazione di essere in testa ai paesi contagiati, con record di morti che gettano ombre sulla nostra ospitalità ed efficienza, avanguardia tra gli accattoni del Mes .
estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/27/marcia-sulle-rovine-ditalia/
Dopo un’ottantena di reclusione ci è stata concessa l’ora d’aria, che è poi la tregua in corso. Gli italiani clandestini per strada sono stati regolarizzati dalla legge Bruttavecchia (simmetrica alla legge Bellanova sui migranti); ma col preciso avvertimento che saremo controllati, limitati, dovremo prenotare tutto, dal prete allo scoglio, dal barbiere al bar, fare i turni per respirare. Dovremo vivere separati, mai riuniti, il sesso solo se lo prescrive la Guardia Medica; c’è divieto di associazione come nei regimi totalitari, salvo quelle di stampo mafioso. Purché in bonafede. Il permesso provvisorio di vivere concesso ora potrà essere revocato da un giorno all’altro e comunque si sta già predisponendo il comitato accoglienza del covid-20, il nuovo virus annunciato per l’autunno, molto atteso dagli addetti ai lavori (forzati). Allora ci sarà una nuova stretta, appena varano il vaccino e il 5G, secondo i dettami di Colao-Tse-tung.
Marcello Veneziani
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Ma del resto cosa sembra ormai vero, reale, affidabile in questo Paese? Tutto è travolto da sospetto, impotenza, incapacità di visione: non sarà qualche fumo colorato a cambiare le cose.
https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/29/e-si-gioca-a-freccette/
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L’assembramento è vietato non solo nelle piazze, ma anche nelle chiese. Tocca così anche la libertà religiosa. Perché impedire messe e funerali – anche se oggi c’è qualche apertura al riguardo – pur nel rispetto delle distanze fisiche tra le persone? Non è facile rispondere a questa domanda. Il contagio qui non c’entra o c’entra poco. Contro il dispotismo dei virologi e ancor più del tecnoscientismo dominante, la Chiesa, con l’idea del “corpo di Cristo”, era l’ultimo ostacolo, il katechon, il potere che mette un freno all’apocalisse. Ma lo gnosticismo ha finito con il prendersi la sua rivincita. Il disprezzo del corpo vivo o morto, in fondo, è un tema gnostico essenziale, come ha magistralmente dimostrato Hans Jonas: il corpo è il male, per la gnosi, è qualcosa che deve essere abbandonato, disprezzato.
Il nichilismo gnostico del mondo tardo antico e il nichilismo scientistico della tarda modernità pensano a partire dallo stesso movimento: nel corpo non c’è nulla di sacro, nulla che trascenda la “materia” di cui è fatto; il corpo non è nient’altro che un contenitore inerte. La vita abita «come un’estranea nel corpo», il quale «in verità è un cadavere»: se vive, se sembra vivere, è solo per la presenza – estrinseca e temporanea – di qualcosa che lo trascende, ossia l’anima. Così Jonas, in Organismo e libertà, ricorda il tema già orfico del soma-sema, del corpo come tomba. Il Comitato tecnico scientifico del governo terapeutico ha portato a compimento mirabilmente questo motivo “gnostico”: i corpi dei malati sono già dei cadaveri, in attesa di essere portati via e bruciati, ridotti a cenere, senza conforti religiosi. Nessuna traccia deve rimanere dei corpi. Nei primi secoli dopo Cristo la teologia riuscì a sconfiggere il nichilismo gnostico con una sintesi totalizzante di fede cristiana e platonismo, oggi la teologia è morta e la filosofia non sta tanto bene.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-divieto-di-assembramento-e-piu-pericoloso-del-distanziamento-sociale
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