Già alla fine dell’anno scorso la caduta del commercio globale stava spingendo l’Europa verso la recessione.
Il coronavirus causerà quasi certamente una contrazione dell’economia italiana di circa il 3% nella prima metà del 2020, ma il danno inflitto potrebbe essere anche molto più ampio. Mentre l’economia cinese rallenta ancora – e molto probabilmente si contrarrà essa stessa – nel corso dei prossimi mesi, la mancanza di componenti cinesi fondamentali alla catena produttiva continuerà ad arrecare danno alla produzione e al commercio mondiale. Questo danno si sta estendendo alla Germania, che nonostante le sue sofferenze rimane la più forte economia europea e un importante mercato per la manifattura italiana.
In Italia il virus ha non solo costretto al blocco delle regioni più produttive – la Lombardia, col suo hub finanziario e di moda, Milano, e parti delle regioni Veneto ed Emilia-Romagna – ma da martedì ha portato al blocco dell’intero paese. Con la gente che sta a casa e la domanda di servizi che crolla, coloro che sono economicamente più vulnerabili – specialmente gli italiani giovani con posti di lavoro precari – perderanno i loro redditi, e la domanda si contrarrà ulteriormente. Con una delle popolazioni più anziane al mondo (circa il 23% delle persone ha più di 65 anni), la malattia e la mortalità indotta dal coronavirus – e lo stress economico e finanziario associato – potrebbe permanere più a lungo che altrove.
https://goofynomics.blogspot.com/2020/03/il-crepuscolo-dei-babbei.html
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https://www.maurizioblondet.it/berlino-kaputt-e-sono-stati-gli-americani-di-nuovo/
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Ciò che invece un governo responsabile e in grado di prendere decisioni non a casaccio, dovrebbe fare è innanzitutto di riconoscere l’errore commesso nel tagliare drasticamente i posti letto negli ospedali e nel fare piazza pulita dei presidi sanitari minori, nell’aver indebolito la prevenzione, di aver permesso che le file si allungassero e l’inefficienza non fosse combattuta per favorire la sanità privata. Poi che si ripromettesse di rilanciare l’investimento pubblico: anche perché i 37 miliardi risparmiati in vari anni sulla sanità pubblica adesso con la chiusura del Paese ci costeranno almeno il doppio, ma nel migliore dei casi perché la sola caduta del turismo causerà un calo del 9 % del pil. E invece questi assurdi cialtroni finiranno per metterci nelle mani del Mes, senza che nessuno fiati per paura di diffondere il virus, dopodiché dichiareranno finita l’emergenza. In Francia le dimostrazioni contro il governo da parte dei gilet gialli proseguono invece come prima: hanno capito benissimo come il potere intende sfruttare il virus.
https://ilsimplicissimus2.com/2020/03/15/il-virus-della-reazione/
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Mentre qualche residuo europeista nostalgico si ostina a pensare che l’UE possa essere la soluzione alla crisi del Coronavirus, e non un problema nell’affrontarla, le élite tedesche chiariscono a tutti che il loro obiettivo è riportare le politiche BCE in linea con i loro interessi – ossia tassi di interesse più alti e fine delle politiche monetarie espansive. Ovviamente sanno che questo manderebbe a gambe all’aria i paesi periferici, ma la soluzione è a portata di mano: intervento del MES e imposizione di pesanti pacchetti di austerità per tutti gli stati in difficoltà finanziaria. Anche nell’emergenza, si conferma che non esiste l’interesse europeo, esistono bensì interessi particolari che vengono regolati in base alla legge della giungla.
http://vocidallestero.it/2020/03/19/lelite-tedesca-chiede-la-fine-delle-politiche-espansive-della-bce-e-il-mes-per-litalia/
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