Dice Blondet:
(omissis) Quanto al 5S, ha cominciato a governare non come se fosse in un governo provvisorio da Comitato di Liberazione Nazionale, bensì per attuare il suo programma decrescitista – a cui non era stato autorizzato dalla volontà popolare, perché avrebbe invece dovuto proporre all’elettorato in successive elezioni – dove la Lega sarebbe stata all’opposizione e in competizione.
Si aggiunga questo: che mentre Salvini – ispirato da un dio? – s’è sforzato di trasformarla Lega da partito localista e nordista in formazione “nazionale, è stato invece il Movimento 5 Stelle a diventare sempre più “meridionale”, fino a configurarsi in una Lega Sud – dando voce alle istanze deteriori meridionali, assistenzialismo e anti-industrialismo parassitario.
Per esempio: il reddito di cittadinanza, che andava bene per il Sud della inoccupabilità strutturale (infatti sono meridionali il 61% dei beneficiari), non doveva essere esteso sul piano nazionale, non pari pari. Al Nord è stato percepito quasi come un’offesa.
La frattura del Paese fra due metà ormai inconciliabili – e il Sud indietro rispetto al Nord non di una, ma di almeno due (o tre) fasi di sviluppo industriale e di cultura produttiva – è stata messa sempre più in piena e cruda luce, mentre avrebbe dovuto essere tenuta discretamente nell’ombra in una visione di opposizione unitaria “nazionale” alla dittatura UE. No-Tav, No-Ilva, no-trivelle, no-inceneritori, hanno definito sempre più i 5 Stelle, agli occhi del Nord iper-tassato ed affaticato nelle difficoltà dell’economia austeritaria, che ha perso industrie ed occupazione, come i capricci viziosi di meridionali fancazzisti.
Le perdite di favore nei sondaggi da parte del 5 Stelle, il Movimento doveva capirla appunto come la risposta dell’elettorato alle sua ambiguità e alla sua riduzione al meridionalismo deteriore. Invece lo stato maggiore, allarmato, ha voluto interpretarla come il risultato di troppi “cedimenti” alla Lega, alla eccessiva presenza mediatica di Salvini che “rubava la scena” coi suoi “successi” (parolai) contro le ONG scafiste – traendone la conclusione che per recuperare, bisognava 1) ritornare alle origini ideali del movimento (decrescita, economia circolare: con la ricomparsa del Grillo in veste di profeta invasato); e 2) l’abbandono di ogni mozione euro critica, e l’unione al partito del Deep State, il PD, per durare.
Ovviamente in queste considerazioni non si assolve affatto Salvini. A cominciare dalla sua stupida rivoltante estate al Papeete, alle invasioni di campo rozze e istituzionalmente maleducate, la sua grottesca ostinazione a mascherarsi con magliette da poliziotto, la farneticante richiesta di “pieni poteri”, fino alla sua indiscussa responsabilità nel provocare la rottura, contando che il furbo Mattarella avrebbe concesso le elezioni anticipate in cui lui avrebbe preso il 40% – c’è da essere sgomenti per il modo in cui ha “servito” agli avversari la sua propria testa sul piatto – e la possibilità di chiudere col “sovranismo” mai esistito se non nelle chiacchiere tv – chiudendo l’Italia, indisciplinata, in una gabbia di cui vedremo sempre più tutta la spietata durezza. Almeno fino al 2023, nessuna riscossa è possibile.
leggi tutto su https://www.maurizioblondet.it/sovranismo-ce-lo-siamo-sognato/
NOTA: Nel nostro piccolo ricordiamo che il sovranismo in Italia esiste; quindi, l’invito è ad essere sempre vigili nell’analizzare e comprendere quali sono le tendenze che il sistema mediatico in mano al grande capitale cerca di imporre, ma al contempo non farsi limitare da tale analisi nella definizione di politiche nazionali che risultino vantaggiose per il popolo italiano.
Autonomia di pensiero, anche quando appare in accordo con quello del nemico
Tutto questo, però, richiede la rottura in primo luogo con i vincoli europei e in secondo luogo con il meccanismo di concertazione con il capitale, aspetti che la triplice sindacale non vuole mettere in discussione. È una contraddizione in termini voler rimanere in questa Europa e essere insieme per l’accoglienza degli immigrati, in quanto la seconda è incompatibile con la prima. Per questa ragione la questione dell’immigrazione è centrale, non perché ci sarebbe una invasione di immigrati in corso, ma perché l’immigrazione è una delle questioni che permette far emergere le contraddizioni del capitalismo dell’epoca attuale e del sistema sociale e politico che vi si erge sopra».
Thomas Fazi
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https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2019/09/17/il-punto-g-il-potere-se-le-tenuto-per-se/
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Esaurite dalla postmodernità estenuata le categorie del passato, tramontate la destra e la sinistra, unite nella menzogna neo capitalista, restano l’alto e il basso, il centro e la periferia, popolo contro élite, patrizi contro plebei. E’ una battaglia mortale da trasferire sul terreno politico, da trasformare in guerra ideologica, vittoria sul linguaggio imposto dai dominanti. Per ora, in mancanza di un lessico migliore, definiamo i difensori del mondo di sotto populisti e invochiamo, con le parole di ieri, l’avvento della destra dei valori e della sinistra del lavoro.
Roberto Pecchioli
L’articolo STRAPPATO IL CIELO DI CARTA. proviene da Blondet & Friends.
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