ma per noi che abbiamo un patrimonio immenso sia per quantità che per qualità chi fa collette? Nessuno, anzi ce lo svendiamo anche grazie ad amministratori indecenti sotto ogni punto di vista, subornati dal pensiero unico e guidati da antichi vizi. Altro che Notre Dame.
Mi piacerebbe sapere quanti euro sono arrivati dalla Francia per i terremoti che in un decennio hanno sfigurato l’Italia centrale, che hanno aggredito decine di migliaia di persone e distrutto monumenti decisamente più interessanti di Notre Dame; l’unica cosa che è arrivata sono stagli sberleffi assurdi e offensivi di Charlie Hebdo . A quella cattedrale parigina ci sono abbastanza affezionato perché un secolo fa ci sono passato davanti moltissime volte per andare da Rue Tronchet, vicino a Place de la Madeleine, fino al Quai des Orfevre o al Palais de Justice spesso passando sul retro e sulla fiancata della cattedrale quando ancora si poteva fare, ma ogni volta mi veniva da pensare a quanto era pasticciata quella cattedrale e come fosse decisamente meno elegante di tante altre chiese francesi, mille miglia distante dalla Saint Chapelle che si trova a due passi, per non parlare di quelle italiane che sono su…
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Mi limito a qualche citazione:
arco rampante: ha la funzione di trasferire tutto il peso delle volte centrali sui contrafforti lungo il perimetro esterno. Si viene a creare una sorta di gabbia esterna, un“esoscheletro”, cui sono appesi tutti gli elementivisibili da dentro la chiesa. Renzo Piano non li sa fare.
“Mai prima dell’architettura gotica si era vista una sperimentazione e una rottura così forte con il passato: infondo la chiesa romanica non era altro che la naturale evoluzione di quelle dei secoli precedenti. Una chiesa romanica o paleocristiana non differiva poi di molto, dal punto di vista strutturale, da una qualunque altra costruzione civile: pareti spesse e non molto alte, poche aperture e talvolta un unico ambiente interno.
“L’innovazione gotica prevedeva invece di deformare innaturalmente verso l’alto l’edificio, sventrando e alleggerendo le pareti con enormi superfici vetrate: per ottenere questo effetto venivano sacrificate le strutture portanti, rese più fragili. Era quindi necessario creare nuovi elementi in gradodi sostenere l’edificio, pur garantendo l’apparenza leggera e luminosa. Si trattava per lo più di una ricerca e sperimentazione
Si trattava di una ricerca e sperimentazione ex novo di nuove tecniche, in grado di spostare ogni volta più in là la “fuga verso l’alto” di questi edifici.
“Quali sono state le ragioni che hanno indotto a tali e tante innovazioni tecnologico-stilistiche? Alla base di questo cambiamento sta in realtà un mutamento della sensibilità religiosa e teologica[…] Nelle chiese paleocristiane e romaniche la distribuzione interna dei volumi era impostata prevalentemente sul piano orizzontale: l’occhio di chi entrava era invitato a percorrere la navata centrale, relativamente bassa, come fosse una specie di corridoio. Questa era una metafora del “cammino del fedele” che, entrato dalla porta in facciata (la nascita, la “porta degli uomini”) deve poi attraversare l’intera chiesa (la vita) prima di arrivare al cospetto di Dio.
Nel gotico, invece, chi entra è immediatamente investito dal senso di verticalità improvvisa e maestosa. Non ci sono percorsi da fare per arrivare al divino: la cattedrale stessa è già, in toto , la casa di Dio in terra…
Coerentemente con questo simbolismo, e con lo svuotamento delle pareti dai carichi perché assorbiti dai pilastri interni e dai contrafforti esterni, le cattedrali vengono inondate dalla luce mediante l’apertura di enormi finestre, che portano con sé anche lo sviluppare l’arte della vetrata: una completa rottura con il passato.
La funzione delle vetrate nell’architettura gotica si comprende meglio dalle parole dell’abate Sugerio di Saint-Denis, il committente del primo edificio gotico della storia: a suo dire esse erano “i vetri più sacri”, rappresentazione di Dio. Le vetrate permettevano a Dio, letteralmente, di entrare dentro la chiesa e “sacralizzarla”. Il simbolismo è probabilmente ancora più spinto, visto in questi “vetri istoriati” c’era una vera e propria summa del sapere dell’epoca: come la Luce passando attraverso quelle finestre colorate rendeva visibili i disegni raffigurati in esse, così Dio attraverso l’opera dell’uomo ci faceva conoscere la propria Sapienza”.
https://www.academia.edu/2062790/Le_cattedrali_nel_Medioevo_tecniche_costruttive_e_simbolismo_religioso
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Ora qualcuno dirà, va bene, questi trovano il loro tornaconto nelle donazioni per il salvataggio del patrimonio artistico e simbolico, ma almeno si raccolgono i soldi necessari. Ed è qui l’errore che si è portati a fare dopo decenni di condizionamenti ideologici che hanno portato al gretinismo generale: poiché il sacrificio di Notre Dame dimostra che le donazioni ci sono solo grazie ad enormi sconti fiscali e occasioni promozionali di particolare interesse, in pratica è sempre lo stato che paga, ovvero i comuni cittadini che sgranano gli occhi di fronte a tanta generosità, senza accorgersi che i grandi ricchi stanno mettendo le mani nelle loro tasche lucrandoci pure. Insomma ci troviamo di fronte a un grottesco circolo vizioso nel quale le regole di bilancio e più ancora lo spirito stesso dei trattati europei impediscono di fatto grandi interventi della mano pubblica stato e suggeriscono la via privata per il salvataggio dei patrimoni culturali e ambientali, ma la strada del privato è percorribile solo se a quest’ultimo vengono concessi fortissimi sconti fiscali oltre ai benefici promozionali. Dunque è sempre la collettività che ci mette il grosso, come del resto e accaduto e accade nel multiforme mondo delle deregolamentazioni e privatizzazioni in generale. Ma il tutto è nascosto da un falso ideologico: l’eredità culturale, estetica, spirituale viene pagata in sostanza da tutti, ma via via diventa di fatto privata e con investimenti reali minimi rispetto ai valori in campo e alle potenzialità di sfruttamento.
https://ilsimplicissimus2.com/2019/04/20/notre-dame-miliardari-generosi-con-i-soldi-di-tutti/
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