Fonte: Enzo Pennetta
Bisognerebbe ringraziarli per la loro capacità di sorprenderci sempre con nuove invenzioni, sono gli “scienziati” del crepuscolo, quelli che devono nascondere a cesare che l’impero va in malora.
Dopo i gilet gialli infuriati perché non hanno capito la tassa ecologica, e contemporaneamente alla denuncia sulle ingerenze di Putin nelle sommosse francesi, ecco che il CENSIS supera tutti inventando una nuova patologia psicoillegale. Per consentire ai politici di riferimento di continuare a non vedere una realtà fatta di persone impoverite e tradite da una classe dirigente che li ha venduti alla finanza, che li ha sottomessi a regole fatte per trasferire ricchezza dal basso verso l’alto, che gli ha imposto obblighi ciechi e diritti surrogati da concedere senza se e senza ma sul verbo del politicamente corretto, ha trasformato le rivendicazioni in malattie mentali. Così il rapporto CENSIS riferito sul Sole 24Ore:
I nostri concittadini, spiega il capitolo chiave sulla “società italiana al 2018”, sono in preda a «una sorta di sovranismo psichico prima ancora che politico», che «talvolta assume i profili paranoici della caccia al capro espiatorio, quando la cattiveria – dopo e oltre il rancore ‒ diventa la leva cinica di un presunto riscatto e si dispiega in una conflittualità latente, individualizzata, pulviscolare».
Voi quindi non avete delle opinioni, siete malati mentali e la vostra malattia è il rancore, siete irriconoscenti verso persone che volevano solo fare il vostro bene, voi non individuate responsabilità e pericoli ma siete a “caccia del capro espiatorio”, non indicate soluzioni per tutelare i vostri legittimi interessi, siete alla ricerca di leve per un “cinico presunto riscatto”. Il CENSIS non studia più il sociale come dovrebbe fare secondo le sue finalità, adesso ci giudica applicando delle categorie di parte, osserva l’Italia attraverso le lenti colorate del globalismo e de neoliberismo che rendono sbagliato qualsiasi altro colore, un po’ come Nerone interpretato da Peter Ustinov in Quo Vadis che osservava i sudditi attraverso dei vetrini colorati.
“Sovranismo psichico” è un termine che scientificamente non significa nulla, un neologismo che restituisce solo ringhio impotente di una classe dominante avviata al tramonto, la classica orchestra del Titanic che suona e che oggi è incarnata da quella del teatro Alla Scala, applausi rassicuranti racchiusi in un recinto autoreferenziale mentre intorno un intero mondo è al tramonto.
Il CENSIS, come larga parte della scienza vassalla del mondo politicamente corretto, ormai non si preoccupa neanche più di salvare le apparenze, di scientifico non è rimasta che la facciata, con termini come “sovranismo psichico” il re è nudo.
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61326
Nel 1964 è tra i fondatori del Censis (Centro studi investimenti sociali), di cui è stato consigliere delegato per dieci anni e poi segretario generale dal 1974, diventandone, infine, Presidente nel 2007. A partire dal 1967, le attività di ricerca e gli spunti di analisi dell’istituto vengono condensati nel Rapporto sulla situazione Sociale del Paese.
Come tutti gli anni ho consultato il rapporto annuale e le interviste a Giuseppe de Rita: ogni testata giornalistica ha “stirato” il rapporto a seconda della proprietà editoriale.
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E si sa, siamo cambiati. E siamo disponibili “ad un salto nel buio.” Ce lo dice il Censis nel rapporto 2018. Non più “italiani brava gente” ma un popolo cattivissimo. Siamo diventati malinconici e cattivi. Il Censis lo dice chiaro chiaro: abbiamo messo da parte la razionalità e la nostra ponderatezza si sta esaurendo. Così la novella fenomenologia italica mostra una disponibilità allo scontro o un piacere a far zuffe, come turbini che si scontrano. A questo punto ci soccorre un grande romantico, “La vita tra la gente non è che un turbine e non vi è alcun rapporto tra un turbine e un altro.” Era Alfred de Musset, il letterato che osservava il suo Ottocento in rovina, il secolo che si trasformava rapidamente. E l’io romantico di de Musset era scisso: da una parte l’ultima pacatezza, dall’altra l’indole inquieta e cattiva.
http://www.barbadillo.it/79524-italia-censis-2018-il-popolo-cambia-siamo-cattivisti-disposti-allo-scontro-e-tanto-neo-romantici/
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Il contrasto tra il trattamento europeo dell’Italia e quello della Francia è sintomatico. Fino all’anno scorso, la Francia aveva violato la regola del deficit ogni anno, dal 2008. Non è mai stata sanzionata. La capitolazione del Presidente Emmanuel Macron davanti alle proteste dei gilets jaunes, promettendo di aumentare lo stipendio minimo e la defiscalizzazione degli aumenti delle pensioni minime, ha reso probabile lo sforamento della Francia della regola del 3% l’anno prossimo. Ai primi del 2003, la Corte europea di giustizia aveva sentenziato che i ministri delle Finanze europee erano stati negligenti nel non penalizzare la Francia e la Germania per le violazioni delle regole dell’eurozona. Quindici anni dopo, i colossi europei rimangono liberi di calpestare le regole mentre le nazioni più piccole (e meno piccole come l’Italia) devono sopportare penalità sociali.
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2018/12/16/the-guardian-lo-spietato-trattamento-europeo-dellitalia-non-fa-che-rafforzare-il-risentimento-popolare/
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