EURO STARTER KIT – L’INIZIO DELLA FINE
Ve le ricordate queste bustine? Entrarono in commercio a due settimane dal capodanno del 2002, giorno di introduzione ufficiale dell’euro. Contenevano 25.000 lire, corrispondenti a 12,91 euro: 2 pezzi da 2 euro, 4 da 1 euro, 5 da 50 centesimi, 5 da 20 centesimi, 6 da 10 centesimi, 10 da 5 centesimi, 10 da 2 centesimi, 11 da 1 centesimo.
Dal giorno dopo tutto sarebbe costato il doppio, con gli stessi stipendi. Anche i nostri beni e il nostro patrimonio si rivalutarono e dunque questa compensazione di stock ci fece soprassedere o comunque sorvolare sulla contrazione dei flussi, delle retribuzioni reali, cioè sul potere d’acquisto che si era ridotto istantaneamente.
Avevamo apprezzato la nostra valuta e l’avevamo fatto irrevocabilmente. In realtà lo avevamo già fatto tre anni prima, ma non lo sapevamo perché continuavamo a maneggiare quei pezzi di carta con la Montessori, Polo, Volta, Bernini, Caravaggio. Sei anni dopo avremmo capito quali conseguenze nefaste avrebbe prodotto la cessione di sovranità monetaria, cioè l’impossibilità di aggiustare il tasso ci cambio, di governare i tassi d’interesse e di controllare l’offerta monetaria in caso di shock sistemico. Lo Stato si era privato di strumenti fondamentali per rispondere efficacemente alle crisi e ristabilire l’equilibrio della bilancia commerciale con gli altri paesi. E soprattutto, cosa ancor più grave, lo Stato si era messo nella condizione di fallire, perché utilizzava una moneta sulla quale non poteva esercitare il controllo. A me parve strano, perché mi avevano insegnato a scuola, da bambino, che lo Stato non poteva fallire, ma le crisi di cui avevamo sentito parlare negli anni precedenti, dall’Argentina ai paesi dell’est asiatico, ci avevano abituato all’idea del default sovrano. Ci eravamo ridotti alla stregua dei paesi in via di sviluppo e non capivamo perché, non sapevamo che era stata quella scelta monetaria a condannarci. Oggi lo sappiamo più o meno tutti e chi lo ignora… farebbe bene a studiare, perché anche la sua vita dipende da questa consapevolezza.
Lavoriamo per questo paese. Ci libereremo, e non vedo l’ora di comprare la bustina con le prime nuove lire, quelle che raffigurano i grandi italiani che hanno fatto la storia del nostro paese e del mondo intero. Le banconote che stiamo maneggiando raffigurano ponti, le infrastrutture sotto le quali vanno a vivere i diseredati e dalle quali si buttano i disperati. L’avremmo dovuto capire subito che fine avremmo fatto!
Gianluca Baldini
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Non contenti, i nostri politicanti hanno firmato il Fiscal Compact nel 2012, in Italia con un governo NON eletto, Monti dopo il golpe a Berlusconi, anzi illegittimo e dichiarato tale dalla Corte costituzionale. Il Fiscal Compact, è un trattato aggiuntivo NON inserito nel corpo dei trattati UE e TFUE e a cui, ad esempio, la Repubblica ceca e la Gran Bretagna non hanno aderito. Così come è stato sottoscritto, può senza problemi essere rescisso, a differenza dei trattati UE, la cui revoca è più complessa, non per questo non auspicabile né impossibile, almeno da Maastricht in poi.
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2018/12/08/il-paradosso-del-doppio-legale-ue/
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