Dunque, a 18 anni dal suo avvio, non solo la liberalizzazione delle concessioni non si è verificata (non portando quindi ad alcun miglioramento nella qualità del servizio, ammesso che ciò sia di per sé possibile), ma il servizio stesso è sempre più rischioso per la sicurezza dei cittadini, a causa del possibile cedimento degli impianti di distribuzione più vecchi.
Posto che un certo riordino del settore resta comunque necessario, dalla storia dei servizi idrico, telefonico, energetico, così come da altre più recenti e purtroppo ben più tragiche vicende, si dovrebbe trarre la conclusione che il servizio a rete fornito da grandi soggetti privati non porta di per sé a nessun reale calo delle tariffe e/o miglioramento della qualità del servizio.
Il grande soggetto privato massimizza il profitto, come è nella sua natura, attraverso economie di scala, risparmio di costi, aumento dei prezzi, ma ciò non comporta automaticamente un reale miglioramento del servizio per chi ne usufruisce. Né si traduce in un calo delle tariffe (o prezzi). A meno che il concedente si incarichi di una attività molto impegnativa di stringente controllo. Se le leggi glielo consentono, però: spesso questa attività è in capo ad Autorità di settore prive di effettivi poteri sanzionatori e di controllo.
estratto da http://appelloalpopolo.it/?p=44291