Senza una linea

La radice del male sta nel non avere — si cita un classico — una linea di condotta. Senza una chiara linea di condotta e in primo luogo senza fare come Cortes: tagliando i ponti con il continuismo eurofilo senza esclamazioni e riaffermando la permanenza nell’euro, ma contestualmente senza clamori non conservando ai posti di comando ragionieri dello Stato e alti burocrati che remano contro (le leggi Bassanini in Italia servono solo per annichilire i migliori e nominare i servi e i regolatori cleptocratici). Era ed è tutta una cultura neoliberista che invece andava sconfessata con la calma olimpica del negoziatore e nella convinzione che con la speculazione finanziaria occorre lavorare per prevenirla.(corsivo nostro n.d.r)

Il ministro dell’Economia doveva e deve, fortissimamente deve, fare il tour delle capitali europee con il ministro per gli Affari europei e il diligentissimo ministro degli Esteri. E il ministro dell’Economia doveva, come ha ricordato il sempre saggissimo Gustavo Piga su queste pagine, elaborare un piano pluriennale votato alla crescita e agli investimenti utilizzando strumenti esistenti come la Cassa depositi e prestiti e com’è possibile fare seguendo una politica che elimini le rendite ricardiane e applichi il federalismo fiscale con i costi standard. Il tutto accompagnato da un ministro del Lavoro che delegifera e smantella piuttosto che burocratizzare per abbassare il tempo definito di contratti con tetti di poco inferiori ai precedenti, imponendo alle imprese di trasformarsi in poeti di causali invece che in imprenditori, padroni e operai e tecnici impegnati nell’aumento della produttività piuttosto che nelle pagine delle forche caudine burocratiche.

L’indicazione della migliore politica del lavoro viene dai lavoratori sfruttati più che mai dell’agricoltura, che aprono la via a una lotta per i diritti e per i doveri non scritti sulle pandette che arricchiscono giuslavoristi, ma sulle narrazioni invece “delle lotte del lavoro”, secondo le pagine di un Luigi Einaudi che non si cita mai.

Insomma, si ha un bel dire che la tenuta del Governo italico d’estate dipende dalle elezioni di midterm negli Usa: elezioni che in primo luogo si terranno quando il caldo non ci sarà più e la Siberia dell’austerity invocata da un’agguerrita parte dello Stato profondo e dalla borghesia vendidora può già aver assiderato tutto quanto.

Il Governo deve cambiare rotta e in fretta. I voti auspicati dai sondaggi sbiadiscono in fretta, ci ha ricordato Giorgio Vittadini, e i produttori italiani non possono assistere impotenti al blocco di industrie come l’Ilva e di infrastrutture come la Tap e la Tav vitali per il nostro italico futuro per il rumor di manette agitato dai sempiterni Robespierre: piacciono alle folle, che prima o poi si stancano…

Se non ci sarà la svolta, le pressioni della borghesia vendidora si salderanno con la disperazione di una borghesia nazionale seria e coscienziosa che ha eletto e legittimato una componente essenziale di questo governo sperando così di stabilizzare la mucillagine peristaltica con cuspide eterodiretta che minaccia di intimorire anche la signora Gina (la quale non vuole che i nipoti prendano la varicella e meno che mai la poliomielite).

estratto da http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2018/8/11/SCENARIO-Il-countdown-per-il-Governo-Lega-M5s-e-gia-iniziato/834242/

7 pensieri su “Senza una linea

  1. Ma, dall’altra parte, l’Italia non c’è. E non ci sono gli italiani. Esiste solo un buco nero pronto ad inghiottire ogni diversità, ogni storia, ogni confine, ogni limite, ogni cultura, ogni retaggio, ogni tradizione, ogni comunità, ogni popolo… per poi rigettare il tutto come una poltiglia incolore facilmente masticabile e digeribile dal mercato globale.
    Lo scontro storico, epocale, mortale, è questo.
    Matteo Brandi in https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60878

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  2. Ma di questo passo, se ognuno dice la sua, non si sgretola solo la maggioranza: si sgretolano il Paese e le sue istituzioni. In questa confusione c’è, infine, un convitato di pietra, che, come il marmoreo Commendatore del Don Giovanni può trascinare nell’abisso ministri, governo e anche la legislatura. Il Presidente Mattarella ha già contribuito a risolvere un caso analogo poco tempo fa. Un po’ per deferenza, un po’ per buona volontà, un po’ per quieto vivere, l’intervento è passato senza grosse polemiche, suscitando anzi un sollievo compiaciuto.
    http://www.barbadillo.it/76820-il-punto-di-c-nordio-i-paradossi-tra-esibizionismo-e-legalita-nel-duello-tra-pm-di-agrigento-salvini/

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  3. E’ del tutto evidente che la responsabilità del disastro è di Atlantia, ossia di Benetton: certo…concediamogli almeno 10 anni di iter giudiziario, che se la Cassazione (come ha sempre fatto) boccerà diventeranno 20, poi 30 prima di una sentenza definitiva…
    E i genovesi? Che si fottano: bisogna rispettare i tempi della magistratura. Questo raccontano dalle parti del PD e da quelle di Berlusconi.
    Per ora, i due ragazzi tengono…avranno il coraggio d’andare fino in fondo? Oppure, quel continuo giocherellare con roboanti affermazioni, utili soltanto a spostare qualche numeretto nei sondaggi, li farà andare a fondo?
    http://carlobertani.blogspot.com/2018/08/il-ponte-sul-fiume-guai.html

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  4. Per questo so come andrà a finire. Il consenso a Salvini prima o poi si sgonfierà, quando vedranno che non potrà dare i frutti sperati, che il loro Tribuno sarà isolato, le sue decisioni saranno sistematicamente smantellate dai Palazzi. Allora gli italiani si adatteranno, come sempre hanno fatto, abbozzeranno perché non vogliono mica imbarcarsi in una guerra civile. Si rifugeranno nelle tv e negli smartphone. E quello stanno aspettando gli sciacalli e le iene variamente disseminati nei media, nei tribunali, nei palazzi di potere. D’altra parte, è vero, non si può pensare di governare senza creare una classe dirigente, senza dotarsi di una strategia, ma soltanto a pelle, a orecchio, a botte di tweet, video e like. E così resterà quel divario assoluto tra la gente e il potere, ognuno troverà l’alibi per farsi i fatti suoi. E l’Italia sarà bell’e fottuta.
    Marcello Veneziani
    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/politica-e-opinionisti/6684-ecco-come-andra-a-finire

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  5. Dalle sentenze sul rimborso dei 49 milioni (presuntamente sottratti dalla Lega Nord di Bossi) a quelli contro la persona di Salvini, incriminato per sequestro di persona ed altri reati, facile prevedere che arriveranno altre incriminazioni e le opposizioni chiederanno le dimissioni di Salvini per indegnità; successivamente si farà cadere il governo con manovra parlamentare ben studiata e con la collaborazione dei settori di sinistra dei 5 Stelle (il presidente della Camera Roberto Fico aspetta solo quello).
    https://www.controinformazione.info/salvini-reagisce-ed-attacca-moscovici-per-losservazione-su-mussolini-sciacquati-la-bocca-prima-di-insultare-litalia/

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