Dio lo volesse, che una volta tanto ci dessero ascolto. Invece, ci tocca sempre fare i profeti di sventure annunciate, di pericoli by-passati con un’alzata di spalle, oppure conclusi in chiesa di fronte alle bare.
Non ho mai parlato del “Ponte di Brooklyn”- come lo chiamano a Genova – anzichè “Ponte Morandi” ma ho toccato più volte l’argomento in vari articoli, per denunciare la pericolosità delle autostrade liguri. L’ultima volta ponendomi una domanda retorica, ossia: “cosa sarebbe successo se il disastro di Bologna fosse capitato a Genova?” (1) In un’altra occasione, scrivendo una lettera aperta al ministro Toninelli (2), dove spiegavo che non è possibile continuare con le cure ai “pannicelli caldi”: bisogna cambiare radicalmente il nostro sistema di trasporti. Avete capito?!?
Un morto che camminava
Ogni volta che dovevo passarci, sudavo freddo. Avvertivo il tremito che, dall’asfalto, saliva al mio sedile ogni volta che sorpassavo un autotreno: un rumore come di rotaie, che corrispondeva ai rinforzi metallici posati sulla carreggiata. Inutili.
Per anni, sono stato testimone di lavori infiniti – manco gli Egizi ebbero tempi simili per le piramidi – ossia per “aggiungere ferro” (sotto forma di tiranti d’acciaio) per cercare di farlo stare in piedi, ancora un po’, ancora un pochino…
Quando lo passavi, tiravi un sospiro di sollievo ma non avevi il tempo di rilassarti poiché, immediatamente, ti trovavi in una galleria poco illuminata con, allo sbocco, l’uscita/ingresso di Genova Aeroporto, poi una chicane degna di Montecarlo in galleria buia, seguita da un discesone che terminava in curva. A quel punto, anche se andavi piano, ringraziavi Dio, Allah, Jeova, la Trimurti e tutti i Buddha. Ancora una volta, il mio buon karma mi ha salvato.
(omissis: leggi tutto su http://carlobertani.blogspot.com/2018/08/perche-non-ci-ascoltano.html)
La vera soluzione si chiama: cabotaggio marittimo, ossia i traghetti, perché il mare è enorme, non si pestano i piedi a nessuno, si risparmia carburante e gli autisti si possono riposare. I traghetti, oggi, superano i 20 nodi: in una notte ti portano da Barcellona a Genova, in 30 ore a Patrasso.
Se vi definite “sovranisti” o “populisti” dovrete comportarvi di conseguenza: dovrete scegliere se stare dalla parte della popolazione oppure con i Gavio ed i Benetton. Nel secondo caso, troverete come compagni “di cordata” anche Renzi, Berlusconi, Del Rio e tutta quella bella gente.
Le scelte politiche non sono proclami su Facebook: chi cerca solo il consenso elettorale può continuare così, a sbraitare sul Web. Ma, una persona ineccepibile come De Gasperi, ricordò: “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”. Ricordatelo anche voi, ogni tanto.
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(1) http://carlobertani.blogspot.com/2018/08/a-quando-il-prossimo-disastro.html
(2) http://carlobertani.blogspot.com/2018/06/caro-ministro-toninelli.html
In una interrogazione del Senato del 28 Aprile 2016 rivolta al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti @graziano_delrio #PD (Governo @matteorenzi) si mette nero su bianco che il Ponte #Morandi a #Genova era oggetto di un “preoccupante cedimento dei giunti”.
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Ora supponiamo che il ponte di Genova avesse bisogno già da anni di costosissimi interventi di consolidamento,come avevano pubblicamente denunciato esperti ingegneri come Antonio Brencich, come diversi studi asseveravano e come si poteva dedurre dagli imponenti lavori fatti per sopperire ai molti problemi della struttura ancora in epoca di gestione pubblica- E supponiamo che per salvare la struttura fosse necessario chiuderla, a tempo indeterminato del ponte: questo avrebbe sottratto una parte dei proventi dei pedaggi, costretto a mettere mano a percorsi alternativi, magari con l’allargamento di tratti della viabilità ordinaria e la realizzazione di bretelle di smistamento apposite facendo ulteriormente crescere le spese. Chi avrebbe avuto voglia e interesse a metterci mano?
https://ilsimplicissimus2.com/2018/08/14/genova-errori-orrori/
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Il fatto è che a turbare i benpensanti del neoliberismo non è certo l’intemperante minaccia allo stato di diritto, considerato una loro prerogativa in regime di monopolio messa in pratica con leggi ad personam, intimidazioni nei confronti della magistratura, ricatti economici alle forze dell’ordine, smantellamento del sistema della vigilanza, affidamento dei controlli nelle mani dei controllati. Non è la preoccupazione che si instauri uno sbrigativo Far West, con la cancellazione della pretesa di innocenza, macché. A impensierirli di quella inattesa incursione nel realismo a discapito della realpolitik, è la creazione di un allarmante precedente che potrebbe determinare delle falle nel sistema delle privatizzazioni, restituendo allo stato la facoltà di esigere il rispetto delle più elementari norme contrattuali, la trasparenza e la rintracciabilità delle risorse erogate e il diritto di parola sul loro impiego in materia di servizi, manutenzione, sicurezza.
https://ilsimplicissimus2.com/2018/08/17/la-bomba-carta-di-conte/
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