
A fronte di ambienti urbani sempre più intensamente popolati e cementificati e a fronte di tutte le conseguenti problematiche che questo comporta, vi spieghiamo perché oggi è sempre più importante piantare alberi in città. E lo facciamo con l’aiuto dello studio di progettazione Architettura Etica.
> Un accurato posizionamento degli alberi nelle aree urbane può raffreddare la temperatura dell’aria dai 2°C agli 8°C;
> Alberi posizionati in maniera appropriata attorno agli edifici possono ridurre l’utilizzo del condizionatore del 30% e far risparmiare dal 20% al 50% sui costi per il riscaldamento;
> L’introduzione di spazi verdi, specialmente se dotati di alberi, aumenta il valore immobiliare almeno del 20%;
> Un albero può assorbire fino a 150kg di CO2 all’anno e i grandi alberi, all’interno delle aree urbane, sono eccellenti filtri di agenti inquinanti;
> La vegetazione incrementa la permeabilità dei terreni con la conseguente attenuazione del run-off, lo scivolamento dell’acqua su superfici impermeabili, e la diminuzione di dissesti;
> Passare del tempo nel verde migliora la salute fisica e mentale, poiché diminuisce la pressione sanguigna e lo stress;
> Gli alberi forniscono cibo agli animali e protezione alle piante, con il conseguente aumento della biodiversità;
> Gli alberi forniscono cibo anche all’uomo (frutta, bacche, noci, semi…).
Naturalmente, poi, occorre evitare di intervenire successivamente con capitozzature o potature selvagge (come purtroppo spesso succede, con grande scempio delle piante che soffrono così moltissimo) che non fanno altro che mettere a rischio la vita stessa degli alberi messi a dimora. Anche questo dovrebbe essere un punto fermo di presa di coscienza delle tante amministrazioni pubbliche che ancora in questo ambito agiscono senza criteri ragionevoli e di competenza.
Molto interessante…
Ciao
GC
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In questo stravolgimento, il ciclo trofico (la vita del fiume: dal macro-benthos alla fauna ittica e riparia alle coperture arboree che, specie in fascia ecotonale, presentano un’eccellente biodiversità) subisce tutte le peggiori conseguenze: tossicità con scomparsa graduale della catena alimentare e della capacità auto-depurativa; perdita di zone di rifugio e riproduzione faunistica, estrema banalizzazione della nicchia ecologica. Devastante in questo contesto il dragaggio del corso d’acqua e la canalizzazione. Rimuovere gli inerti (naturali) dal fiume: massi, acciottolato specie di grossa granulometria, banalizza notevolmente la ritenzione trofica e aumenta la velocità di scorrimento. In definitiva, dove inevitabile, i consolidamenti vanno delocalizzati fuori dall’alveo di piena con enorme beneficio ecosistemico e per lo stesso stempero delle acque. Attualmente, come descritto, si procede in senso antitetico.
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60798
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