La timidezza di Conte

Fonte: Il manifesto

C’è un doppio standard nell’Alleanza Atlantica e abbiamo paura a dirlo: la cancelliera Merkel può raddoppiare il Nordstream 2, la pipeline del gas con la Russia, mentre il Southstream con Mosca dell’Eni-Saipem fu fatto saltare dalle sanzioni per la crisi Ucraina e l’annessione della Crimea nel 2014.

I senatori italiani come i cani di Pavlov: è scattato immediato l’applauso dell’aula appena il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha pronunciato la formula rituale della consunta repubblica del Belpaese: “La convinta appartenenza all’Alleanza Atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato”. Da buon cerchiobottista, per tranquillizzare lo scalpitante Salvini, ha strappato un altro applauso quando ha annunciato che l’Italia promuoverà “una revisione del sistema delle sanzioni alla Russia”. Tanto sappiamo perfettamente che mentre il pilastro Nato non si scalfisce, per rimuovere le sanzioni europee a Mosca ci vuole ben altro che l’iniziativa italiana.

A sette anni dalla caduta di Gheddafi non si trova in questo Paese un uomo politico al governo che dica chiaramente chi ci ha messo nei guai: la Francia, gli Usa, la Gran Bretagna e la Nato, che avevano persino minacciato di bombardare i terminali dell’Eni. In poche parole nessuno è in grado di riconoscere che la guerra in Libia del 2011 è stata la peggiore sconfitta italiana dalla seconda guerra mondiale. Con Gheddafi sei mesi prima avevamo firmato contratti miliardari e l’accordo sui migranti, diverso ma non troppo da quello che la Germania ha voluto fare con Erdogan per i profughi siriani.

Mancando un minimo di analisi non si è quindi neppure in grado di trarre delle conclusioni di politica estera che abbiano una qualche rilevanza effettiva.
Si continua a girare intorno al problema: sono i nostri alleati che ci hanno destabilizzati. A questo si aggiunge la grave insipienza di accodarsi nel 2011 ai raid della Nato contro il regime libico: ne fossimo stati fuori oggi avremmo qualche argomento in più da giocarci.
Ma il premier Conte che pure ha parlato un’ora e mezza questa sintesi di poche righe non può farla: i nostri governi cambiano soltanto per restare ancorati sempre alla Nato, anche quando che ci bastona. Questo non significa uscire dall’Alleanza Atlantica, il passaporto che ci consente di vendere le armi della nostra industria bellica, ma almeno segnalare che non si è troppo contenti di come sono andate le cose.
Quanto agli Stati Uniti saranno pure un alleato privilegiato ma non hanno detto una parola quando Erdogan ha bloccato la nave Saipem che andava a fare legittime prospezioni offshore a Cipro. E la Turchia, non dimentichiamolo, è un altro alleato della Nato, alla quale però non si possono muovere rimproveri perché ricatta l’Europa con i profughi e gli Usa sulla questione siriana, usando la sponda di Putin e dell’Iran.

Vedremo cosa si diranno Conte e l’ineffabile Macron che la scorsa settimana ha convocato un vertice all’Eliseo sulla Libia con quasi tutti i principali protagonisti segnalando la volontà francese di scalzare l’Italia dalla ex colonia: da difendere c’è per lo meno la presenza delle aziende italiane, dall’Eni alle piccole e medie che tradizionalmente lavorano sulla Sponda Sud.

http://www.barbadillo.it/75301-focus-esteri-di-a-negri-la-timidezza-del-premier-conte-verso-la-nato/

Nota: Sempre Macron , al G7 di questi giorni in Canada,  ha stoppato l’immediato consenso di Conte alla proposta Trump di riprendere la Russia (esclusa da Obama).

Putin comunque ha dichiarato superata questa alleanza e ha aperto stasera il summit dalla SCO

2 pensieri su “La timidezza di Conte

  1. Lavrov ha confermato quanto già detto da Putin, quando questi aveva dichiarato che il mondo è cambiato da quando l’Occidente con Giappone incluso si riunivano nel G7 e che la realtà del nuvo assetto mondiale emerge molto di più nelle piattaforme come il G20 che includono anche alcuni di questi grandi paesi divenute nuove potenze economiche. Il G8, che un tempo raggruppava la Russia, il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, l’Italia, il Giappone e la Germania, nel marzo 2014 aveva deciso di sospendere temporaneamente l’adesione della Russia e di riformare il G7, il cui 44 ° vertice si è attualmente svolto nella città canadese di La Malbaie, a nord del Quebec. La sospensione della partecipazione della Russia al forum politico intergovernativo avvenne poco dopo che la penisola del Mar Nero della Crimea si riunì alla Russia mediante un referendum, quando altri membri del gruppo accusarono Mosca di “annettere” la regione
    https://www.controinformazione.info/la-russia-risponde-alle-proposte-di-trump-grazie-ma-non-ci-interessa/

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  2. A chi ha paura di questa situazione e tremebondo, ricordiamo che il tracollo italiano sul debito, e l’uscita dall’euro, sarà inevitabile comunque: nel 2019 a capo d ella BCE andrà Weidmann, che già da anni va indicando ai mercati che l’Italia è insolvente, e che non è giusto che gli interessi che noi paghiamo sul debito siano sempre troppo bassi – quella in cui ci hanno cacciato è una dittatura disumana, bancaria e burocratica. Dove loro non hanno intenzione dioffire nulla – e non hanno nulla da offrire.

    Quel che importa ora notare la follia e il ritardo mentale con cui l’ “Europa” viene sorpresa dagli eventi. Macron e MErkel sono andtai in Canada con il proposito di essere aggressivi verso Trump, di “isolarlo” come hanno isolato il governicchio indebitatissimo italiano, di mettere Trump sotto accusa (cosa di per sé ridicola, perché allo stesso tempo invocano che non metta dazi sulle auto tedesche, e le compagnie europee che cominciavano a fare affari con l’Iran hanno smesso piegandosi alle sanzioni USA): l’uscita di Trump sulla Russia li ha colto in contropiede. E’ stato Trump a isolare loro, piantandoli in asso per affrettarsi al vertice di Singapore con Kim il nord coreano. Per giunta, Trump ha rifiutato un colloquio con Teresa May, trovandola “una direttrice scolastica”.
    https://www.maurizioblondet.it/nel-vortice-di-autodistruzione-delloccidente-mondo/

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