Flat tax

Una riforma fiscale che contemplasse l’aliquota unica, incrementerebbe solo le disuguaglianze sociali, in quanto l’incidenza della pressione fiscale sui redditi bassi risulta essere più accentuata, rispetto ai redditi più elevati. E’ inoltre falso il presupposto secondo cui, detassando i redditi più alti, si incrementerebbero gli investimenti e la crescita. I surplus dei redditi detassati si riverserebbero in investimenti finanziari e consumi di lusso, con irrilevanti ricadute sulla crescita produttiva. L’esperienza reaganiana della flat tax, ora riproposta in era trumpiana, ha dimostrato che tale sistema di tassazione proporzionale non produce crescita, ma calo del gettito fiscale, che finisce per essere compensato da un aumento del debito pubblico.

Occorre però rilevare che le varie riforme fiscali succedutesi negli ultimi 20 anni in Italia hanno creato un sistema fiscale in cui l’imposta progressiva viene ormai applicata solo sui redditi da lavoro (sia da lavoro dipendente che autonomo). L’aliquota proporzionale IRES sui redditi delle società di capitale ha subito ribassi rilevanti (dal 34% del 2003 al 24% del 2018), i redditi di capitale hanno l’aliquota proporzionale (e godono in taluni casi della ritenuta a titolo d’imposta e divengono quindi redditi non cumulabili altri soggetti alla progressività), così come in parte i redditi fondiari. Si è quindi dato luogo ad una palese discriminatoria sperequazione tra redditi di lavoro e redditi di capitale.

E’ stato quindi palesemente disatteso il dettato costituzionale che prevede l’imposta progressiva. In Italia oggi la pressione fiscale eccessiva sui redditi da lavoro ha garantito il gettito erariale ma ha penalizzato il reddito e il risparmio della stragrande maggioranza dei cittadini. La progressività dell’imposta ha una duplice funzione, sia sociale che economica: da un lato costituisce un argine agli eccessivi differenziali di reddito e quindi alla disuguaglianza sociale, dall’altro si rivela un efficace meccanismo di redistribuzione del reddito. Sarebbe necessaria una riforma che introduca fasce di aliquota più ampie, con la diminuzione quelle più basse e l’innalzamento di quelle più alte.

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60490

3 pensieri su “Flat tax

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  2. Ai tempi di Moro e di Berlinguer, le aliquote fiscali erano sette, e la più alta prevedeva una tassazione del 75% sui guadagni: si viveva abbastanza bene, ad Agosto tutti andavano in vacanza, non c’era quasi ticket sui medicinali, negli ospedali c’era posto e si veniva ricoverati “per analisi”. Gli studenti universitari meritevoli ricevevano un “pre-salario” di 500.000 lire che, riportati d oggi, sarebbero circa 5.000 euro l’anno, le donne andavano in pensione a 55 anni egli uomini a 60: chiunque con 35 anni di contributi. Il debito pubblico era sotto il 60% e tutto in mani italiane eppure, nei consessi internazionali, gli economisti si cospargevano il capo di cenere…ah, l’Italia, il suo debito pubblico…
    A forza di ripeterlo, la vulgata è diventata un imperativo.
    http://carlobertani.blogspot.com/2018/07/governo-balneare.html

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