Addio, Movimento 5 stelle

di Gabriele Sannino Ci ho creduto. Dio solo sa quanto ci ho creduto. Mi sono iscritto a questo Movimento nel 2011, quando ancora nessuno lo conosceva. Di Grillo ho apprezzato tutti i contenuti sparsi qua e là nei vari vaffa-day: a differenza di molti miei colleghi giornalisti, infatti, non mi sono mai soffermato sulle cosiddette “parolacce”. Nel 2012, uno dei miei libri – I segreti del debito pubblico, un libro che parla di signoraggio e moneta-debito – è apparso perfino sul blog, e per ben due volte, inorgogliendomi non poco. Poi, nel 2013, la magnifica campagna elettorale fatta da Grillo, lo Tsunami Tour, che ha fatto uscire milioni di italiani dalle loro case, dimentichi per una sera della solita propaganda televisiva. Me lo ricordo bene quel giro d’Italia: Beppe tuonava contro l’Euro, l’Europa delle banche, il liberismo economico, la Nato guerrafondaia, la casta e i suoi privilegi. La chiusura trionfale del Tour avveniva a Piazza San Giovanni a Roma, e mostrava un Grillo passionale, sicuro, un vero e proprio guerriero, mentre dietro di lui un gruppo di giovani (i futuri parlamentari) restavano muti e adoranti. Il Movimento 5 stelle, nel 2013, entrava ufficialmente in Parlamento: per gli altri partiti – ovviamente – erano sbarcati “gli alieni”, quelli da evitare come la peste, perché – una volta tanto – rappresentavano per davvero la volontà popolare. Dal 2013 al 2017, i grillini hanno fatto un’opposizione politica considerevole, propria di chi intende accreditarsi… per governare: la raccolta firme per il “fuori dall’Euro”, le manifestazioni contro la casta e i suoi privilegi, perfino scioperi a oltranza contro i vari provvedimenti a favore di banche e lobby finanziarie, il tutto bilanciato da tante proposte di legge a cui io ho stesso ho partecipato votando sulla piattaforma Rousseau. Oggi, nel 2018, e con molto rammarico, devo ammettere che il Movimento 5 Stelle è cambiato. Profondamente cambiato. Grillo non c’è più: ha creato un sito che porta il suo nome ed è perfino scollegato da quello del movimento, che invece si chiama “blog delle stelle”. Anche Gianroberto Casaleggio non c’è più: purtroppo, lui è passato a un’altra dimensione. Al posto dei due leader, c’è un ragazzo napoletano, Luigi Di Maio, che dal 2013 al 2018 è divenuto prima vice presidente della Camera e poi capo del movimento. Di Maio ha iniziato la sua campagna elettorale ripartendo proprio dai temi cari ai fondatori, tuonando contro l’Euro (su YouTube si possono trovare dei suoi video dove afferma che il sud Italia morirà definitivamente con questa moneta) ma non solo, contro l’Europa delle banche, la casta, la Nato e via dicendo. Il punto è che questo giovane ragazzo, con la sua pacatezza e tranquillità, è arrivato, pian piano, intervista dopo intervista, ad affermare il contrario di tutto, mentre la “base” era e resta tuttora sconcertata e incredula, pensando – magari – a una specie di “strategia”. A questo punto mi chiedo: com’è possibile parlare di strategia? Se un giorno affermassi che il mondo è rotondo, poi il giorno dopo che è quadrato e poi ancora quello successivo ritornassi a dichiarare che è rotondo, voi mi dareste fiducia? Luigi Di Maio – questo è un fatto – ha iniziato ad ammorbidire le sue posizioni (fino a cambiarle) man mano che si “accreditava” nei vari consessi europei e internazionali: è volato a Londra ad assicurare gli investitori stranieri, a Washington, il covo della finanza internazionale, e ha perfino affermato, quando ha incontrato il Presidente francese Macron (uomo, anzi galoppino dei Rothschild) che “le loro politiche hanno molti punti in comune”. “Ma che, davero?” Si dice a Roma. Gli elettori 5 stelle, ancora adesso, si concentrano molto sul fattore onestà. Ebbene, ancora una volta sono qui a chiedermi: è onesto cambiare idea in questo modo su tutto? E’ onesto concentrarsi solo sul taglio degli stipendi dei parlamentari, su un presidente della Camera che prende l’autobus anziché l’auto blu, o su un reddito di cittadinanza che – senza sovranità monetaria – sarà un’altra montagna che partorisce un topolino?

Leggi tutto su https://www.controinformazione.info/addio-movimento-5-stelle/

N.B. L’articolo è stato scritto prima dell’incarico esplorativo dato a Fico.

7 pensieri su “Addio, Movimento 5 stelle

  1. Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole, un grillino si sveglia. Sa che dovrà correre più del piddino o riceverà una procedura di infrazione da Bruxelles.
    Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole, un grillino si sveglia e sa che dovrà correre più dei leghisti verso Palazzo Chigi.
    Ogni mattina, in Italia, non importa che tu sia un grillino o un piddino, l’importante è che cominci a fare quello che chiede Juncker.
    In Italia, ogni mattina, quando sorge il sole, un grillino si sveglia e appena si sveglia comincia a gridare al complotto per evitare di fare la fine del piddino del giorno prima. Solo che quando comincia a fare le finanziarie dettate da Bruxelles vede il piddino morto e dice: “ma che cosa corro a fare stamattina? Il governo è già qua! Vabbé visto che ci sono mi aggrego e prendo due Ministeri…”.
    Intanto da lontano si avvicinano Berlusconi e Salvini che arrivano e dicono: “Scusa grillì, ma stamattina non si corre?” “Eh no, perché c’è già il PD!” “Ma ci siamo allenati tutta la settimana e ci siamo comprati anche la tutina nuova per andare a sbattere i pugni dalla Merkel!”.
    Però la morale. C’è una morale?! Non è importante che tu sia un grillino o un piddino, l’importante è che se vuoi tornare allo zero virgola, me lo dici prima.
    Martina Carletti (FSI)

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    • La novità non da poco è il dissenso di Paola Nugnes (senatrice M5S), inquieta da tempo e mai appiattita sui vertici, sulle forma del «contratto di governo», che sarebbe «incostituzionale» e che, avrebbe detto la senatrice nel corso dell’assemblea, «non può controllare i gruppi parlamentari».

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  2. Ho appena letto l’articolo in oggetto su bondenocom e sono più che mai perplessa.
    E’ vero che Di Maio ha ammorbidito di molto il programma originario dei 5 stelle, ma se non lo avesse fatto, avrebbe ottenuto il 32% alle elezioni e la “QUASI” possibilità di governare? Io credo proprio di no. Sicuramente sarebbe rimasto un movimento di protesta e opposizione quasi ininfluente come lo è stato finora.
    Magari mi sbaglio, ma io sono fra quelli che considera la politica attuale dei 5 stelle un’astuta strategia!!!! Lo dico perchè io, sinceramente, avrai fatto le stesse mosse, giocandomi tutto, visto che non c’è più tempo da perdere in battaglie di opposizione! Sta di fatto che molti osservatori attenti e scaltri, dubitano molto che il Mov 5 stelle faccia un governo del tutto asservito alla Merkel & C, una volta al potere. E fanno bene a non crederlo!
    Per come conosco Grillo ( a meno che non sia rincretinito con l’età) penso che non avrebbe mai permesso una deriva dei 5 stelle alle peggiori politiche europeiste. Grillo, mettendosi in disparte, ha lasciato al giovane Di Maio il palcoscenico dove recitare la parte del bravo ragazzo disposto a mille compromessi per portare a casa solo i vitalizi o poco più, in modo da tranquillizzare Mattarella, i mercati e ovviamente l’Europa.
    Anche questa sceneggiata del possibile accordo col PD è parte solo di una strategia, che, a dire il vero, sta incantando pochi.
    Di Maio aspetta solo che il PD rifiuti qualsiasi accordo (conoscendo Renzi la cosa è scontata per Di Maio e per tutti) per giocarsi l’ultima carta con Salvini dalla settimana prossima. Non riusciranno i nostri eroi a trovare la quadra? Si tornerà al voto ad Ottobre e allora probabilmente tornerà in scena Di Battista sperando, questa volta, di farcela ad andare al governo. .
    Paola Paganelli

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